mercoledì 31 marzo 2021

SPIEGAMETO DI UNA TUBAZIONE IDEALE


Lo spiegamento di una tubazione ideale potrebbe essere scelta a priori, a seconda della tipologia dell’incendio ed il carico di combustibile che potrebbe contenere il compartimento, tutto per facilitare eventuali calcoli matematici sulla prima risposta all’intervento. La scelta della tubazione ideale per l’attacco va fatta a seconda dei L/min che a stima, potrebbero essere richiesti dall’incendio e la manovrabilità che occorre al team di attacco per muoversi per apportare l’attacco, ovviamente i litri minuto sono il 1° requisito da considerare. Il team di attacco sarà in grado attraverso metodologie di gestione della manichetta di muoversi nell’incendio anche con manichette da 70mm se richiesto, perché il personale non effettuerà attacchi offensivi interni con l/min inferiori al potere possibile dell’incendio. 

La Tubazione ideale : 

  • Abitazioni residenziali 45 mm 
  • Strutture commerciali 70 mm 
  • Incendi di grattacielo 70 mm 

La tubazione va da incendi di piccoli compartimenti a grandi compartimenti, con basso o alto carico d’incendio. Se viene applicato il giusto gradiente si limitano i danni dovuti all’acqua alla parte non interessata dal fuoco. Un gradiente di L/minuto con l’obbiettivo tattico sul carico d’incendio possibile, potrebbe essere il seguente: 

  • >50 L/min l’uso delle lance a spillo su incendi compartimenti per innertizzare un possibile backdraft. 
  • >200 L/min per incendi 3/5 MW una stanza di un appartamento. 
  • 500 L/min per incendi 6-20 MW più stanze di un appartamento. 
  • 750 L/min per incendi 10-30 MW Open space uffici ed industrie. 
  • 1000 L/min per incendi 10-40 MW Attacco difensivo o rapido abbattimento. 
  • 2000 L/min per incendi 15/50 MW Attacco difensivo o rapido abbattimento. 
Questo visto sopra è quello che ci occorrerebbe in stima per un incendio tra i 100 ed 600 m^2 e la tabella seguente è quello che abbiamo PER REALIZZARE QUANTO SOPRA: 

  • 100 - 140 L/min sul naspo da 19mm 
  • 200 - 250 L/min sul naspo da 22mm 
  • 350 – 500 L/min Lance automatiche da 45mm 
  • 500 – 700 L/min Lance automatiche da 70mm 
  • 1000 – 2000 L/min sui Monitor portatili.

Per raggiungere i L/min richiesti ed avere più di una linea, se si dispone di personale, si possono creare linee più piccole e maneggevoli sempre rispettando i litri minuto totali della superficie combustibile possibile e non soltanto di quella in combustione. Magari utilizzare anche più naspi che sono più maneggevoli e rapidi con più squadre in loco, ma è molto raro che più squadre si trovino sull'intervento insieme.

Su di un incendio potrei stimare quante lance devo schierare con getti a 600 L/min attraverso questa formula: 

j = 0.33 X V(radice) A 

Dove j è il numero di getti ed 0.33 una costante ed A la superficie da coprire.

Estratto dal mio manuale:

Manuale di tecniche avanzate su metodologie di Rilascio di acqua e schiuma, Spiegamento e Gestione della Tubazione, Ventilazione in Pressione Positiva ed attacco e Conoscenza dei Progressi Rapidi del fuoco.

https://www.amazon.it/metodologie-Spiegamento-Tubazione-Ventilazione-Conoscenza/dp/B08S2S3P9T/ref=sr_1_1?__mk_it_IT=%C3%85M%C3%85%C5%BD%C3%95%C3%91&dchild=1&keywords=manuale+di+tecniche+ventilazione+schiuma&qid=1615831306&sr=8-1

Tornando allo spiegamento di una tubazione dobbiamo sapere che vi sono tre regole principali da seguire:

  1.  Il trasporto agevole
  2. Propriamente stesa
  3. Di L/min corretti per assorbire il rilascio di energia dell'incendio.

Trasporto

Già citato in un post precedente il trasporto e lo spiegamento devono essere agevoli, se no il vigile del fuoco tenderebbe ad usare il naspo che è più pratico, ma come sempre ho detto non ci da una sicurezza completa contro i nuovi materiali. Un modo agevole di trasporto sul luogo dell'incendio delle tubazioni, è lo stivaggio a Z che può essere trasportato sulle spalle o sulla bombola. Oppure l'utilizzo di maniglie per lo stivaggio a chiocciola.




Propriamente stesa

Fattore importantissimo che ci permette di abbattere le perdite di carico dovute agli attriti date da curve troppo strette e non armoniose della tubazione. In questo caso la tubazione ad O oppure una stesa fronte entrata ci permette di armonizzare lo spiegamento della tubazione. 



Di litri al minuto corretti

Qui diviene una lotta tra manovrabilità e potere di estinzione. Se scelgo ad esempio una tubazione da 45 mm per l'attacco, più tosto che una da 70 mm, potrei dover capire una volta arrivato all'incendio che devo arretrare con la mia bella tubazione manovrabile, per non parlare se dovessi scegliere il naspo!
Dobbiamo metterci in testa che la tubazione da 70 mm attraverso le tecniche di movimentazione con incarichi ben stabiliti della squadra di attacco almeno di 3 persone, può essere trasportata in maniera meno stressante e mantenuta per la durata dell'attacco. 
Il capo partenza per decidere l'arma di attacco, ad esempio la tubazione da 70mm e quindi la massima potenza erogabile da una singola autopompa per attacco interno (ricordo che la reazione della lancia di una DMR 800 70mm è di 400 N circa) o una tubazione da 45mm con una buona manovrabilità lo dovrebbe fare sulle basi di  queste semplice regole che seguono sotto e non sull'unica regola di ....grande incendio grande tubazione.

  1. Dispiegare la tubazione in funzione proattiva, fattore tempo tra l'arrivo ed acqua sul fuoco.
  2. Attacco difensivo
  3. Non si conosce l'estensione della superficie dell'incendio.
  4. Grande area non compartimentata
  5. Operazioni su idrante in edifici alti.
Un dispiego proattivo ci permette di arrivare al fuoco con una certa potenza, per esempio in incendi in edifici alti tra l'arrivo e l'acqua sul fuoco passerà del tempo e l'incendio acquisterà potenza che potrà sopraffare una tubazione più piccola. Nelle stesse condizioni le perdite di carico dovute all'altezza vengono alleggerite dal diametro della tubazione come si specifica al punto 5.  Ricordo che le perdite di carico di un 70mm sono 6 volte inferiori di una tubazione da 45mm.  




SCHIUME O AGENTI BAGNANTI PER I CLASSE A ?


Introdotti fin dal 1990 le schiume per gli incendi di Classe A, sono di grande aiuto nello spegnimento dei solidi combustibili, con il minimo utilizzo di acqua.

Gli agenti bagnanti invece (detti Wetting Agent in inglese), sono aggiunti all'acqua in determinate proporzioni, così da ridurne la tensione superficiale, aumentandone le abilità di penetrazione, propagazione e raffreddamento. 

Inoltre, hanno proprietà emulsionanti ed in alcuni casi sono veri e propri schiumogeni, ma la loro schiuma ha caratteristiche differenti dalle schiume per i fuochi di Classe B.

Tornando alle schiume, il termine "Schiume per Classe A" è stato coniato negli USA ed è una schiuma concentrata che è da intendersi solo per incendi di Classe A, esse sono state usate negli Stati Uniti per 20 anni nella lotta agli incendi di boscaglia dove l'approvvigionamento idrico ininterrotto era difficile da realizzare e solo in seguito nella lotta all'incendio di struttura. Generalmente la loro concentrazione d'uso è tra lo 0.5 e 1% , i più vecchi sono fino al 3%. Le schiume per Classe A e gli Agenti Bagnanti che non fanno schiuma, hanno un potere emulsionante e questa proprietà è esclusivamente mirata per gli incendi di Classe B a base di petrolio, anche se sono specifiche per Classe A. 

Il potere emulsionante 

Consiste nella creazione di una molecola oliofila che si lega all'idrocarburo, incapsulandolo in una molecole d'acqua. Questo riduce significativamente la possibilità di evaporazione, inibendo la possibilità di combustione e la possibilità di riaccensione. Ovviamente, il potere emulsionante va bene per piccoli sversamenti di Classe B con bassissima  profondità, infatti, in grandi recipienti il getto del Wetting Agent andrebbe a fondo nel liquido infiammabile/infiammato, creando la pericolosissima possibilità di fuoriuscita (Slop over - in inglese) con la superficie del combustibile classe B, che continuerebbe a bruciare.

Alcune additivi per incendi di Classe A non formano schiuma e sono detti perciò agenti bagnanti (Wetting Agent)  e si usano con le normali lance antincendio, senza attrezzatura per addizionare aria, il loro impiego è pari all'acqua e vanno usati in tutti quei casi dove l'espansione della schiuma non serve. 

L'impiego della sola acqua miscelata all'agente bagnante:

  1. Si muove velocemente sul combustibile.
  2. Drena a fondo nel combustibile.
  3. Lo scenario rimane pulito ed eventuali indagini che si intraprendono subito *
  4. La lancia DMR senza tromboncino continua le sue proprietà per ogni tipo di attacco (3D, spinta idraulica dovuta alle gocce d'acqua etc.)
  5. Non vengono nascosti dalla schiuma eventuali pericoli.
  6. Le tubazioni sono facilmente individuabili
  7. Le tubazioni non sono imbrattate da schiuma e possono essere movimentate più facilmente.
  8. Riduce la quantità d'acqua usata
  9. Riduce i tempi d'estinzione
* Il potere emulsionante può incapsulare eventuali accelleranti di tipo idrocarburo e alcoli.

D'altro impiego invece le schiume per Classe A che possono essere addizionate con aria e vengono utilizzate nei sistemi CAFS (compressed air foam sistems) o NAA (Nozzle Air Aspiration). La schiuma finita delle schiume per Classe A ha molte proprietà ed è utile in quei casi dove:

  1. Si deve sigillare il combustibile agendo per soffocamento.
  2. Sigilla i vapori, Fumi per Casi di inquinamento dell'aria.
  3. Proteggere le esposizioni come Fire Brake, anche verticale con i sistemi CAF o dentro dei vuoti per non fare propagare l'incendio, con l'uso di lance a perforazione.
  4. Mantiene umido il combustibile attraverso le bolle che degradano lentamente attraverso il calore, l'acqua e tensioattivo viene immesso tridimensionalmente sull'oggetto, prevenendo la ri-ignizione (in incendi forestali è utilissimo)
  5. Nei Classe B sigilla, raffredda e soffoca. (Molto importante sapere la classe raggiunta secondo la 1568/2018)
                                         MX classe A usata come barriera tra vegetazione secca e bruciata

Molti di questi punti, sono stati il motivo principale d'impiego in incendi forestali, delle schiume per Classe A durante gli anni 90 in USA. Esse proteggevano e mantenevano umido quello che doveva essere ancora interessato dal fuoco a differenza dell'acqua che poteva drenare nel terreno invece di essere trattenuta dalle bolle, oppure soffocava ciò che stava bruciando impedendo anche in caso di vento un ulteriore spargimento di faville.
Come regola generale l'espansione della schiuma e cioè l'addizione di aria alla soluzione schiumogena, segue le stesse regole della schiuma di Classe B.
La Media Espansione Sigilla e La Bassa Espansione Raffredda. Una espansione da 1:4 ha un buon raffreddamento.

Gli schiumogeni per Classe A danno la parvenza di una possibilità su tutto, alcuni sono anche AR - Alcool Resistent, ma non è così.

Infatti la schiuma degli schiumogeni Classe A, per i motivi elencati sopra negli Agenti Bagnanti, non è sempre un bene, la schiuma per Classe A usata nei Classe B non ha la stessa qualità delle schiume apposite per Classe B, infatti degrada più velocemente ed il manto deve essere rinnovato più frequentemente. Parliamo anche di tempi di estinzione più lunghi, generalmente potrebbero avere una Classificazione di IIIC che per lo standard UNI 1568 significa attacco indiretto, spegnimento in 5' e riaccensione in 10'.

Conoscere il prodotto in uso e le sue potenzialità è molto importante ai fini dell'impiego. Le schiume Classe A e B generalmente hanno dei parametri che vanno bene per determinarti tipi d'impiego più specifici.


Test di performance

Le normative che regolano gli agenti bagnati si possono trovare sulla NFPA 18 sebbene gli agenti bagnanti devono passare anche dei test per i fuochi di Classe B che sono regolati dalla NFPA11, i test sulla NFPA 18 sono differenti.

Nella NFPA 18 è 8.1 L/min X m2
Nella NFPA 11 è 2.4 L/min X m2

Non vi è la prova di riaccensione e sigillatura nella NFPA 18 e non vi è rate di applicazione sui solidi si deve considerare la portata critica di flusso per l'acqua che è di 6 L/min X m2. L'aggiunta di un agente estinguente tensioattivo non riduce la portata critica di flusso dell'acqua. Fattore di sicurezza, con nessun dispositivo, CAFS compreso.


giovedì 18 marzo 2021

Seminario sul CFBT presso ISA - Roma - 3 Ottobre 2018

 


Nel 2018 Luca Parisi e Riccardo Garofalo sono stati chiamati ad esporre i concetti che ruotano intorno al CFBT, presso l'Istituto Superiore Antincendi - Roma

Segue Sito Ministeriale VVF link qui sotto:

http://www.vigilfuoco.it/aspx/notizia.aspx?codnews=52520


Lezione 1 L'incendio Moderno  - Luca Parisi

Prima parte

Lezione 2 Gli Attacchi al Fuoco - Riccardo Garofalo

seconda parte

Lezione 3 Simulazione d'Intervento Luca Parisi

terza parte

Lezione 4 Prove Stendimento Manichette Z ed O e Attacchi con lancia DMR - Parisi ; Garofalo

Quarta parte

Lezione 5 Salute e Decontaminazione Post Incendio - Luca Parisi

Quinta parte


Colgo l'occasione per salutare L'ingegnere Tossut Fabio che ha permesso tutto ciò e l'illustre collega Luca Parisi, con stima...

                                                                                    Riccardo Garofalo

domenica 7 marzo 2021

ALTA PRESSIONE VS BASSA PRESSIONE


Certamente non è cosa nuova, l'uso della tubazione in gomma dell'alta pressione da 19 mm e 22 mm con approssimativamente tra i 100 e 300 L/min, per effettuare attacchi rapidi al fuoco, in abitazioni e non, prima che acquisiscano potenza. Questo modo di lavorare è stato usato in tutta Europa per decenni ed ha avuto grandi risultati.

La velocità dell'acqua nell'alta pressione riduce la dimensione delle gocce e ne aumenta la capacità di  raffreddamento, specialmente nei spessi gas di combustione di almeno 3 volte, se si compara con la stessa portata nella bassa pressione.

Ma nei casi di rapida crescita e sviluppo del fuoco quando il carico d'incendio è pesante, la bassa portata realizzata dall'alta pressione, può esporre il pompiere a pericolosi flussi termici per un lungo periodo, tuttavia l'applicazione dell'alta pressione dall'esterno al compartimento coinvolto, tramite la lancia COBRA o FOGNAIL hanno avuto grandi risultati. Queste attrezzature si riconducono ai metodi di estinzione indiretti di LLoyd Laiman del 1940/50.


lancia ad alta pressione COBRA

Vantaggi dell'alta pressione:

  • Uno spiegamento rapido
  • La riserva d'acqua dura di più
  • Serve meno personale per dispiego
  • Una capacità di 3 volte superiore nel GAS COOLING rispetto la bassa pressione
  • Se con inserti intercambiabili (spillone con massa battente) si possono raggiungere gli spazzi vuoti nelle strutture.
  • Rapido impiego per ricerca e soccorso con una minima protezione d'acqua. (Controllare sempre lo stato di sviluppo del fuoco)
Svantaggi dell'alta pressione:
  • Il personale si abitua troppo al facile impiego dell'alta pressione
  • L'alta pressione ha dei limiti di capacità d'estinzione rispetto la bassa pressione.
  • La limitata capacità espone il pompiere per tempi lunghi in condizioni termiche pericolose
  • I carichi d'incendio pesanti possono facilmente sopraffare la portata di 300 L/min (22 mm a 35 bar)
  • Tempi lunghi d'estinzione che compromettono le proprietà (fattore economico)
  • Tempi lunghi d'estinzione che compromettono la stabilità della struttura (fattore di sicurezza)
Se vi fosse più di una squadra in arrivo, con la possibilità di uno spiegamento rapido di più linee ad alta pressione, potrebbe essere una grande strategia. Ma purtroppo raramente si impiegano molte squadre in un incendio di negozio o appartamento, specialmente nelle sedi fuori dalle grandi città. E nel caso di grandi incendi quando arrivano più squadre gli incendi sono già ormai fuori dalla possibilità di controllo da parte dell'alta pressione. Infatti nel gradiente di estinzione Paul Grimwood ci spiega, che anche con riserva d'acqua limitata è meglio dispiegare alte portare e sopraffare l'incendio immediatamente, assorbendo l'energia dell'incendio, invece di continuare a sprecare acqua in modo inefficace.
Il getto pieno che ci da distanza dalla sorgente d'irraggiamento, nell'alta pressione, rimane solido per pochi metri e si disgrega subito, generando poi un getto frazionato che assorbe calore superficialmente ma non penetra a fondo nel combustibile.
Per penetrare il combustibile con l'alta pressione occorre avvicinarsi alla sorgente, rispetto all'uso di una tubazione da 45 mm, ed inoltre bisogna muoverla molto più freneticamente sul combustibile, per essere efficienti, in modo da togliere energia su di una grande superficie, questo ci espone per un lungo periodo al flusso termico per non parlare del vapore creato che ha un notevole impatto sul team di attacco.


Nella foto qui sopra vediamo che viene assorbito più calore con l'alta pressione che con la bassa, infatti le gocce create dall'alta pressione vaporizzano prima ed assorbono meglio il calore superficiale, creando l'effetto di attacco indiretto di Layman. Ma se si fermasse il getto nelle due prove la stanza di sinistra brucerà nuovamente prima della destra,  perché è stato assorbito il calore superficiale ed il combustibile deve essere penetrato con l'avvicinamento del team d'attacco.



domenica 28 febbraio 2021

SAPER APPLICARE LA SCHIUMA

 


Come nel post "ATTACCHI AL FUOCO" dove ovviamente parlavamo di attacco all'incendio di solidi, quindi di incendi di Classe A con estinguente acqua, anche negli incendi di Classe B, abbiamo dei metodi di applicazione dell'agente estinguente schiuma, in base allo scenario, per ottimizzare l'applicazione e quindi un rapido abbattimento dell'incendio.

L'ideale sarebbe una applicazione della schiuma più gentile possibile, sulla superficie del liquido, in modo da ottenere la massima performance dalla stessa. Ma ora guarderemo in dettaglio alcuni tipi di applicazioni della schiuma per abbattere i fuochi di Classe B, alcuni sono più indicati, altri assolutamente no e tutti sono apportati con la bassa espansione e solo alcuni con la media espansione.

Applicazione Diretta/forzata

Questa è l'applicazione che viene fatta direttamente sulla superficie del combustibile in combustione, questo causa che la schiuma impatta fortemente contro la superficie del combustibile detto "Plunging". Causando un mescolamento della schiuma  con il combustibile e quindi diviene contaminata dal liquido combustibile, dove poi la stessa può bruciare e distruggersi. In aggiunta nello sconsigliare questo tipo di applicazione, quando il getto colpisce la superficie porta ad un aumento dei vapori infiammabili con un conseguente intensità delle fiamme e radiazione termica, rendendo la posizione dei pompieri non confortevole. Applicazione buona con media espansione ad incendio estinto data la poca distanza del getto, fattore termico, e leggerezza, peso specifico inferiore alla bassa espansione della schiuma, che evita l'agitamento e la contaminazione.

Applicazione  Gentile

Ci sono molti modi di applicare in maniera gentile la schiuma finita per ridurne l'impatto e quindi la sua velocità.

  • Applicazione Gentile diretta
  • Indiretta fronte superficie
  • Indiretta su muri/oggetti
  • Indiretta con deflessione delle dita/mano

Colpire fronte superficie (roll on) e colpire muri ed oggetti (indiretta), sono i metodi preferiti nelle normali operazioni antincendio.

Applicazione Gentile Diretta

Conosciuto come RAIN DOWN consiste nell'applicare la schiuma in traiettoria delle fiamme il più verticale possibile, da posizione lontana abbastanza da arrivare sulle fiamme con un getto che perde potenza in aria infrangendosi e creando dei fiocchi  che cadono, coprendo poi il combustibile. Come controindicazioni ha che i moti convettivi della combustione potrebbero portare via lontano i fiocchi di schiuma ed anche il vento forte. Questa applicazione è imperativa in incendi di Alcoli per dare il tempo alle schiume di tipo AR, di creare la membrana polimerica. 
Importante: A causa dei moti convettivi delle fiamme e del vento, il tasso di applicazione deve essere aumentato del 60% per andare incontro alla schiuma persa.



Applicazione indiretta fronte superficie

Applicazione detta ROLL ON o BANCK IN, comporta al getto di colpire a terra, montare ulteriormente la schiuma addizionandola ancor più all'aria ed una volta formata di farla rotolare fronte al getto che viene poi spinta sulla superficie combustibile, il risultato in una applicazione gentile della soluzione schiumogena sul combustibile. Buono con lance non NAA (nozze Air Aspiration), bassa espansione e media espansione.



Applicazione indiretta su muri ed oggetti

Consiste nel colpire muri o oggetti dietro il fuoco in maniera che il  getto di soluzione schiumogena perda forza sull'oggetto colpito e si applichi gentilmente sulla superficie del liquido infiammabile. La schiuma si espanderà da quella posizione su tutta la superficie del combustibile. Per accelerare la copertura, se si ha la possibilità di colpire un'altro punto e chiudere la superficie combustibile in maniera più veloce, data la lunga distanza, lance a bassa espansione sono raccomandate per questa tipo di applicazione.





Applicazione indiretta con deflessione delle dita e mano

Questa applicazione comporta che il pompiere alla lancia metta la sua mano o dita davanti al getto facendo divenire il getto in spray invece che un getto omogeneo. Facendo così si riduce la forza d'impatto del getto, ottimo per sopprimere residui di fuoco da vicino, però ssempre con attenzione perché lo spruzzo, potrebbe disturbare il tappeto di schiuma finita creato, mostrando così la superficie del combustibile. Alcune lance hanno un speciale sportelletto sulla bocca di erogazione che crea questo effetto. Può essere usato, se si ha una lancia che non immette aria alla soluzione schiumogena e comunque per rallentarne il getto e su una bassa espansione magari ottenuta con una lancia DMR + tromboncino.


Unico punto di applicazione

Si consiglia di puntare un punto e rilasciare la schiuma finita sempre nello stesso punto in modo che la schiuma cada sempre in una zona già raffreddata dalla schiuma precedente che si è degradata.
In seguito comincia a dilagare coprendo il combustibile.

Fuoco di Confine

Come ultimo metodo/raccomandazione si devono applicare getti di raffreddamento diretti sull'involucro che contiene il combustibile in quanto, nelle combustioni con grande tempo di accensione la schiuma si distrugge rapidamente sui bordi dell'involucro contenitore creando così un fuoco di bordo, getto di raffreddamento aiuta la schiuma nel sigillare la superficie del combustibile.

Riassunto in video degli attacchi con soluzione schiumogena 



venerdì 19 febbraio 2021

CHE COSA SI DEVE CONOSCERE DI UN EDIFICIO



Sapere cosa c'è in un edificio può tornare utile per le operazioni antincendio ad esempio, le compartimentazioni, le tipologie di scale, ascensori e soprattutto se vi sono idranti all'interno e saperli gestire, tutto questo renderà le azioni necessarie, più sicure per le squadre e per gli occupanti.


Le Compartimentazioni

Nei nuovi edifici che superano i 18 metri di altezza, vi è una compartimentazione che protegge le scale verticalmente per tutta l'altezza dell'edificio. Questa compartimentazione deve resistere 2 ore dal fuoco, e l'ascensore non vi è racchiuso all'interno e serve il piano con gli appartamenti e l'idrante è sulle scale, da qui, potrebbe esserci uno spazio limitato da dove poter apportare l'attacco e l'apertura della porta REI 120 potrebbe contaminare le scale. In certi edifici invece anche l'ascensore è racchiuso nella compartimentazione  con una porta REI 120 che divide il piano con gli appartamenti, dall'atrio dove vi è l'ascensore ed una porta REI 60 che divide l'atrio dalle scale. L'idrante può essere situato nell'atrio da dove si può apportare l'attacco al piano coinvolto senza dover inquinare le scale dal fumo. 

 


L' ascensore 

Nelle attività antincendio i vigili del fuoco devono prendere il controllo dell'ascensore, immediatamente ed utilizzarlo per evacuare le persone con disabilità da sopra l'incendio se necessario, ovviamente provvisti di autorespiratore non avviato e seconda utenza per la persona disabile riportata o autorespiratore ausiliario, radio e attrezzatura per forzare gli accessi l'ascensore non sarà preso se c'è un grave incendio che possa aver compromesso l'alimentazione dell'ascensore. L'ascensore sarà utilizzato dal personale vigile del fuoco solo per il trasporto  di materiale (salvataggi non sono necessari) sotto al piano coinvolto chiamato tramite pulsantiera esterna senza personale all'interno, i vigili del fuoco saliranno fin sotto al piano coinvolto dalle scale da dove apporteranno la ricognizione e l'attacco al fuoco. Se si effettuano visite di familiarizzazione negli edifici di competenza è bene visionare l'ascensore. Se arriviamo sulla scena è buona cosa porre una mano tra le porte e sentire al piano terra se l'aria esce o entra. Se l'aria esce potrebbe essere pressurizzato o comunque la corrente d'aria spinge da su verso giù, se invece l'aria tira dentro, il fumo al piano coinvolto potrebbe essere tirato dentro, provocando una contaminazione nella colonna dell'ascensore dal piano incendiato fino la sommità. Vi sono molti tipologie di pozzi dell'ascensore con all'interno l'ascensore. I pozzi possono essere più di uno e sono uniti con due ascensori all'interno, divisi con ognuno un ascensore oppure divisi che servono piani differenti. Esempio in un edificio molto alto un ascensore serve dal 1 al 30 e l'altro dal 30 al 60 piano. 


Le scale

Si possono trovare alcune tipologie di scale, illustrate qui di seguito con cosa a livello antincendio possiamo detrarne a vantaggio tattico. Già discusse in un post precedente che vi invito a leggere (https://vvf-flashover-garofalo.blogspot.com/2020/03/lintegrita-delle-scale.html) le scale sono parte integrante dell'edificio e vanno protette dal fumo.

Le scale scisse 

In edifici alti si possono trovare scale dette scisse ossia sono due scale che portano in piani differenti, il motivo per cui esistono è prettamente economico. Infatti sono prive di mezzanino ed ogni rampa porta direttamente ad un piano, queste scale potrebbero creare disorientamento è importante capire quale scala porta al piano coinvolto. Di buono, hanno che le rampe continue non affaticano il vigile del fuoco che le sale da l'interruzione del mezzanino, ed inoltre una tubazione pronta ad entrare ha spazio sufficiente per essere stesa.



Scale con mezzanino

Queste scale con mezzanino, servono ogni piano e non creano disorientamento e sono quelle che comunemente siamo abituati a trovare negli edifici. In edifici alti potrebbero esserci due colonne montanti di scale, è importante identificare da dove è meglio apportare l'attacco, e sicuramente sarà interamente controllata per eventuali persone nella scala, sopra al piano coinvolto prima che si attacchi il fuoco e ci sia la possibilità di contaminare la scala. In queste ottime condizioni con doppia scala una può essere usata per l'attacco e l'altra per un eventuale esodo. 


Gli idranti al piano

Tutti gli edifici con più di sei piani sono dotati di idrante antincendio che riduce fortemente lo stress per i vigili del fuoco di impiantare una tubazione dal piano terra fino al fuoco. In edifici che eccedono sopra ai 18 metri l'idrante è a secco e sopra i 50 metri è bagnato. Questo idrante provvederà ad avere una portata di 380 L/min all'idrante  e 120 L/minuto ai tre idranti in funzione più sfavoriti. Non pensate però di poter trovare idranti sempre, oppure ad ogni piano, porto come esempio un edificio alto di mia competenza vi sono soltanto n.2 idranti uno sito al 5 e l'altro al 10 piano. Nel caso degli idranti a secco dobbiamo calcolare assolutamente le perdite di carico dovute all'altezza e alla tubazioni. Inoltre un controllo su tutti gli idranti va effettuato per eventuali atti vandalici prima di dare acqua.


Es. Calcoliamo Le PDC su manichette da 70 mm per metri 100 ovvero 5 manichette a 1000L/min: 

PDC 70mm = 0.1 x (1000/200)^2 x 100/100 = 2.5 bar

Su di una manichetta si avranno 0.5 bar, ma se fluisce a 500L/min perché vi è attaccata una singola lancia DMR da 500L/min invece di 2 tramite divisore, avremo 0.2 bar, quindi: 

Calcoliamo le perdite di carico su di una tubazione mista 5 da 70mm e 2 da 45 mm che fluisce a 500/Lmin: 

PDC = 0.6 + 3 = 3.6 bar 

La tubazione da 70 mm fluisce a 500 litri al minuto ed il 45 mm fluisce a 500 litri al minuto, alla lancia DMR occorre la pressione d’esercizio di circa 6-7 bar. 

Quindi se abbiamo 3.6 bar persi sulla tubazione mista e 7 occorrono alla lancia, la pompa deve spingere a 11 bar per far fluire la lancia DMR a 500 l/min, se invece decidiamo di selezionare 300 o 200 litri al minuto le perdite di carico scenderanno notevolmente. Da questo si evince che nella creazione della tubazione dobbiamo limitare l’uso dei 45mm a max 2/3 manichette e avvicinarci più possibile all’incendio con i 70mm. E questo ancor di più se saliamo in verticale 1bar di pdc ogni 10 m!!!

Idranti al piano (Estratto dal manuale  Tecniche di rilasco acqua e schiuma....)

Altro aspetto molto importante è il controllo dei sistemi automatizzati per l'evacuazione del fumo o cmq dei sistemi di condizionamento automatizzati. 

SISTEMI DI CONTROLLO DEL FUMO

Spero che queste informazioni vi siano utili.


Il 13 febbraio 1983 L’incendio moderno entrava in Italia



Da qualche tempo, non da molto, tra i VVF si comincia a parlare di incendio moderno e di quanto l’incendio sia cambiato in questi anni divenendo più veloce nella propagazione e con un più alto rilascio d’energia. I laboratori UL – Underwrite Laboratory (USA) effettuarono degli esperimenti al riguardo e ne segue il link (https://www.youtube.com/watch?v=IEOmSN2LRq0). Questo cambiamento ha portato ad una richiesta più alta sulle portate d’attacco e talvolta l’aggiunta di tensioattivi. Ma sappiamo effettivamente quando abbiamo cominciato a confrontarci con i moderni materiali e quindi con l’incendio moderno?

Per rispondere a questa domanda dobbiamo tornare indietro nella storia e verificare i vari casi che sono accaduti in Italia, ma c’è ne uno in particolare accaduto a Torino, di cui tutti parlano ed ha cambiato per sempre l’approccio ai pubblici spettacoli, L’incendio del Cinema Satuto il 13 febbraio 1983.

Segue la Storia...

L'incendio al cinema Statuto fu un tragico evento, avvenuto a Torino la sera del 13 febbraio 1983, che provocò la morte di 64 persone, principalmente per intossicazione da fumi; le fiamme si sarebbero propagate partendo da una tenda. Le vittime, sebbene avessero tentato la fuga, trovarono le uscite di sicurezza chiuse, non riuscendo così a scampare dalle esalazioni prodotte dalla combustione del poliuretano delle poltrone e dal rivestimento plastico delle lampade e dai tendaggi alle pareti. Fu considerata la più grande strage verificatasi a Torino dal secondo dopoguerra.

I fatti....

Intorno alle 18:15, quando era iniziata da circa venti minuti la proiezione, si verificò un'improvvisa fiammata (i sopravvissuti riferiranno di aver udito un tonfo sordo, simile all'accensione di una stufa) causata da un cortocircuito, che incendiò una tenda adibita a separare il corridoio di accesso di destra, dalla platea. Quest'ultima cadendo, innescò il fuoco alle poltrone delle ultime file, tagliando in questo modo un'importante via di fuga che, comunque, alcuni riusciranno ugualmente a guadagnare. Gli altri spettatori, terrorizzati, si rovesciarono in massa sulle sei uscite di sicurezza, le quali però, erano state tutte chiuse tranne una, per iniziativa del gestore, il quale in questo modo aveva voluto contrastare i frequenti ingressi senza biglietto. Dall'esterno si udivano le urla e le richieste di aiuto, mentre alcuni spettatori della platea riuscirono a raggiungere l'atrio della biglietteria.

A questo punto ebbe luogo una serie di errori che risulteranno determinanti: venuta a mancare l'illuminazione principale, non furono accese le luci di sicurezza tramite l'interruttore ausiliario ubicato dietro la cassa e la proiezione non fu interrotta, sempre secondo la ricostruzione, nel tentativo di contenere il panico. Le conseguenze furono catastrofiche, perché in galleria il pericolo non fu percepito, se non quando fu invasa dal fumo. Chi riuscì a rendersi conto della situazione si diede alla fuga: alcuni si diressero verso l'accesso di sinistra che dava sull'atrio, ma nessuno riuscì a raggiungerlo (in questo punto si conteranno quasi quaranta morti); un'altra parte del pubblico, invece, si rovesciò in quello di destra, che però portava ai bagni, dalle quali non riuscirono più a uscire. Altri spettatori, inoltre, vennero trovati morti ancora seduti in poltrona. Comune a tutte le vittime, il viso era annerito dal fumo tossico scatenato dall'incendio, che aveva trasformato la galleria in una sorta di camera a gas, soffocando i presenti in meno di un minuto.

Segue link di un cortometraggio della storia https://www.youtube.com/watch?v=GFk9prJnCi4.

Nel narrare la triste storia con il tragico epilogo per la città di Torino e per l’Italia, avete ben capito che i moderni materiali e quindi l’incendio moderno faceva la sua entrata in scena, nel nostro paese. Purtroppo il cambiamento fu poco percepito indirizzando i nostri sforzi verso la regolamentazione per il pubblico spettacolo che comunque ha apportato i sui benefici sulla sicurezza di tutti.

Guardando con la “lente d’ingrandimento storica” possimo constatare che le problematiche annesse all’incendio moderno, erano cominciate anni prima nel nord Europa e mano mano sceso verso di noi.

Lo stessa rapida propagazione del fuoco accaduta al Cinema Statuto si era già verificata, 2 anni prima, a Dublino per l’esattezza il 14 Febbraio 1981 nella discoteca Stardust.


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L'incendio si è sviluppato all’interno di una discoteca nelle prime ore del mattino. Circa 800 persone avevano partecipato all'evento, di cui 48 morirono e 214 rimasero ferite.

L'incendio è apparentemente iniziato da una panca rivestita in tessuto di poliestere e PVC che si trovava in una zona privè nella parte ovest della discoteca, una zona molto ampia che poteva contenere almeno 280 persone. Un testimone che ha potutto osservare l’inizio dell’incendio racconta di un aumento della temperatura ma nessuna percezione di fumo, che si percepì soltanto dopo che il fuoco si diffuse a tavoli e alle sedie.

All'1:45, dalla zona privè ci fù una violenta esplosione di calore e denso fumo nero che disciolse i materiali dall soffitto che finiro rovinosamente sulle persone e sugli altri materiali altamente infiammabili, compresi i sedili e le piastrelle che ricoprivano la mura. Un’altra conseguenza fu il blackout che creò panico con la conseguente fuga di massa verso le uscite di sicurezza che per la maggior parte erano chiuse o bloccate per evitare le entrate furtive. Le finestre erano sigillate con griglie metalliche e piastre d'acciaio, che non potevano essere rimosse facilmente, alcune persone hanno tentato con asce e persino funi da traino per  aiutare la fuga dei partecipanti. I vigili del fuoco hanno tentato di piegare e scardinare le sbarre ma senza successo. Altri invece, hanno scambiato i bagni per l'ingresso principale e proprio in quella zona sono stati rinvenuti  tra i 25 e i 30 corpi. Un sopravvissuto ha raccontato in seguito, che nel panico ha visto le persone correre in direzioni diverse e che dopo essere riuscito ad uscire è tornato nell'edificio ad aiutare gli altri, prima di inciampare ed essere calpestato.

A seguito dell’evento, furono fatti estensivi studi dagli inquirenti, ricreando le stesse condizioni nel link che segue https://www.youtube.com/watch?v=GeLKVFC27-0. La velocità con cui si propaga l'incendio è notevole, tanto è che l'operatore che effettua le riprese è costretto ad allontanarsi velocemente.

In tutta Europa durante gli anni ‘80 sono accaduti eventi che hanno alzato il camapanello di allarme, portando al cambiamento sulle tipologie di attacco e ventilazione che sono poi discusse in quello che oggi è chimato corso CFBT – Compartment Fire Behavior Training (foto , da nord  a sud d’Europa, con i primi corsi in Svezia sempre a seguito di eventi drammatici. L’approccio all’incendio moderno è cambiato seguendo una direttrice dal nord Europa verso il Sud.


Effettuando questa analisi potremmo in un certo senso prevenire gli eventi e farci un’idea di cosa possa accadere “presto” anche da noi....Se gurdassimo la Grinfell Tower e la Torre dei Moro potremmo vedere la stessa correlazione accaduta tra lo Stardust ed il Cinema Statuto. Oggi in Inghilterra stanno cambiando le norme antincendio sugli edifici per aumentarne la sicurezza, in questo cambiamento viene altresì aumentata la sicurezza dei pompieri, installando collone di carico da 150mm con due uscite per piano da 70mm, in modo da creare due tubazioni d’attacco o comunque una di attacco e l’altra con funzioni di copertura ad alti flussi. I nuovi incendi richiedono nuove tattiche e dobbiamo giocare d’anticipo e prevedere la prossima mossa senza farci cogliere impreparati.



Dopo molti studi ritengo che la lenta evoluzione nell’uso dei nuovi materiali ed il debole sviluppo economico del nostro paese, ci porta  oggi, ad avere edifici molto vecchi al massimo ristrutturati, dove le regole del gioco sono rimaste invariate (tranne che per gli arredi interni alle abitazioni). Da questo se ne conclude che lentamente ci troviamo faccia a faccia con le “nuove problematiche” rispetto ad altri, è sufficiente guardare che che il primo incendio di facciata è avvenuto in Inghilterra nel 11 Giugno del 1999 ed in Italia, il 29 Agosto 2021. La nostra prevenzione quindi regge bene perchè sostanzialmente si costruisce poco ma dobbiamo afferrare quei segnali che arrivano e coglierne il cambiamento come nell’incendio alla Torre dei Moro.