sabato 25 marzo 2023

La Giusta Quantità D'Acqua

Big Water Line di Paul Combs

Prima di cominciare vorrei riportarci alle basi ed al concetto di raffreddamento del solido combustibile. Noi sappiamo che quando ad un solido viene data una certa energia sotto forma di calore, i suoi atomi cominciano a vibrare. Ad un certo punto questa vibrazione è così forte che i legami tra molecole si rompono rendendo il combustibile allo stato solido nello stato gassoso. Poi miscelandosi con l'ossigeno cominciano ad ossidare.

L'estinguente acqua, in assoluto il più usato per la soppressione del fuoco fin dalla sua scoperta, ha un legame molto forte tra gli atomi, che richiede una grande energia per essere rotto. Questo fa si che assorba grandi quantità di calore anche quando passa allo stato di vapore, aumentando il suo volume. 

L'acqua sottrae al fuoco 2,5 Mj di energia per kg, e non è una novità che per un fuoco grande occorrono grandi quantità d'acqua......allora.....perché tornando ai pompieri.....negli incedi di garage, negozi, appartamenti etc....tiriamo giù sempre il naspo sul primo attacco?

Il concetto di assorbimento dell'energia deve essere proporzionale all'acqua che tu eroghi...poca acqua poco assorbimento niente di nuovo fin qui....

UL - Experiment Rilascio di Energia

Scientificamente si stima che occorrano 25L/min per ogni MW e su di un letto in fiamme come nell'esempio sopra, quindi 4 MW occorrano 100L/min come portata minima per la soppressione. Poi dobbiamo calcolare molti fattori che un letto in quelle condizioni manda in flashover una stanza interra ed i MW saranno molti di più e di conseguenza i L/min necessari per la soppressione in pochi secondi.

Il naspo ha sempre lavorato bene, ma sulla grande maggioranza degli incendi nella routine quotidiana di una autopompa e male sugli incendi che escono dalla nostra "routine", perché siamo "abituati" alla sua efficacia sulle auto o sui rifiuti....o nell'incendio di una singola stanza di un appartamento (la stragrande maggioranza degli incendi di abitazione). Quindi la nostra percezione di soppressione è basata sull'esperienza fatta durante la carriera e non su un concetto di portata adeguata all'incendio radicata, da tirare fuori all'occorrenza quando serve. 

Dobbiamo capire che l'incendio è cambiato sono cambiati i materiali e il fuoco può facilmente uscire dalla possibilità di estinzione del singolo naspo posteriore da 19mm delle autopompe che eroga circa 300 L/min. 

Ultimamente e si nota nei numerosi video di incendi, visibili su youtube, che stiamo spegnendo gli incendi nella fase di decadimento, quando la gran parte dell'energia si è oramai dissipata ed i danni alla struttura sono fatti, e questo accade perché non apportiamo la giusta quantità d'acqua sulle prime fasi dell'incendio al nostro arrivo. 

Sulle APS, abbiamo più tipi di tubazioni da 70 mm, 45 mm ed i 38 mm (storz ad alta pressione sui vecchi city 2000 o sulle nuove APS ma in media pressione). Ma ci ostiniamo ad usare sempre il naspo. Usare poca acqua sugli incendi permette al fuoco di crescere di potenza ed uscire, inesorabilmente, dalla forza di soppressione della singola APS, da prima dal naspo e per secondo da qualsiasi condotta tiriamo giù successivamente. L'intento dovrebbe essere di non fargli alzare la testa!

Se non riesci a spegnerlo con l'erogazione di un 70mm, potrai dire che era fuori dalla tua forza di soppressione di una singola partenza....e non il contrario se usassi il naspo come prima scelta tattica.

Usare il naspo su di un incendio espone il team di attacco a condizioni punitive d'irraggiamento che potrebbe in qualche modo ottenere comunque lo spegnimento ma con un tempo di erogazione maggiore d'acqua o nel peggiore dei casi di essere intrappolato in un Flashover.

Il capo partenza deve altresì comprendere l'esaurimento della squadra di attacco, che per schierare il naspo, su di un incendio di  abitazione ed effettuare poi un attacco interno, magari al secondo piano, ha un consumo di energia degli uomini/donne e non potrà pretendere che tornino indietro a fare una tubazione se il naspo non basta, la pallottola è una soltanto dispiego e spegnimento.

Inoltre l'erogazione dell'acqua dovrebbe essere superiore al potere dell'incendio per ragioni di sicurezza e di salvaguardia dei beni, se il fuoco aumentasse di dimensione il team di attacco ha il potere di spegnimento per non sopportare forti irraggiamenti e danneggiare la stabilità della struttura. Usciamo dal concetto dei danni dovuti all'acqua, questi avvengono proprio perché non si utilizza una portata adeguata. 

E mostro il perché:

Quando eroghiamo acqua sull'incendio durante l'attacco interno solo il 50% è efficace il resto ruscella via, applicando molto tempo davanti l'incendio (con un antifiamma figurativamente infinito) con una portata d'acqua inadeguata, la percentuale di acqua che ruscella sarà superiore rispetto ad un attacco con portata adeguata che invece, in pochi SECONDI assorbe l'energia del fuoco. La percentuale di acqua che non partecipa allo spegnimento sarà molto inferiore. 

Avevamo già discusso in questo blog della portata critica e cioè la porta minima sotto il quale non possiamo spegnere l'incendio ed calcolata come segue:

Si stimano quindi 2 L/min per mq dove con questa portata non si avrà il controllo del fuoco nello stadio di crescita e sviluppo. Con 3.7 litri al minuto per mq avremo il controllo del fuoco ma sottoponendo l'attacco in condizioni non confortevoli. Il nostro antifiamma è come un bicchiere che piano piano si riempie di calore, una volta arrivato all'orlo il calore non viene più contenuto. E con la portata ottima di 5 L/min per mq si avrà un rapido abbattimento.

Con questa densità di acqua si garantisce all'attacco di essere efficace, veloce e protetto.


Gradiente di portata - Paul Grimwood Euro Firefighter 2

Sulla prima risposta si dovrebbe dispiegare la tubazione più idonea per il lavoro che si deve fare, questo garantisce la soppressione anche se non si ha un approvvigionamento idrico ininterrotto o una autobotte al seguito. Se si dispiega una tubazione da 70mm che fluisce a 750 L/min con DMR 750 a 7 bar, avrò il controllo del fuoco nell'immediato, limitando il consumo di acqua.

Il concetto non è di quanta acqua erogo al minuto ma al SECONDO

Nel nostro esempio con una tubazione da 70mm e lancia DMR a 7 bar effettuando una scansione ampia ad "O" per 8 secondi, in un negozio di abbigliamento di medie dimensioni 10X10 ossia 100 mq completamente coinvolto e rispettando ampiamente i 5 L/min per mq con un margine di sicurezza quindi un dispiegando 750 l/min. Avremo consumato poco più di 100 L.

Ovviamente questo è per far capire di che consumo parliamo, è normale che vi sono tutte le variabili del caso e potremmo dover erogare più di otto secondi ma i consumi saranno sempre minori di un naspo che non è efficace e rimane aperto per più tempo rispetto ad una tubazione con portata più grande, svuotandoci comunque un APS da 3000L, perchè i 3000L si disintegrano nell'incendio senza efficacia.

L'energia dissipata da un incendio è proporzionale ovviamente al combustibile al suo interno, ma alle aperture per ossidare il tutto. Come regola generale più ci sono aperture più grande deve essere la tubazione.

EF 2 Paul Grimwood - Assorbimento dell'energia dalle portate delle lance.

 Nelle tecniche CFBT si mantiene la porta chiusa per non far crescere il fuoco e mantenerlo nelle condizioni di soppressione di una singola tubazione. Ma se dei vetri collassano avrò una densità d'acqua tale per poter sopprimere l'incendio. Ricordiamoci che sulle lance DMR c'è un selettore di portata che non necessariamente deve stare su 500L/min. Il selettore sarà mosso all'occorrenza e questo si ottiene solo con l'addestramento della propria squadra. 

Apportare Acqua adeguata sull'incendio riduce l'esposizione del pompiere, riduce i danni alla parte non affetta dall'incendio e riduce i danni dovuti all'acqua.

                                                                                                Euro Firefighter 2 - Paul Grimwood


 

domenica 15 gennaio 2023

I GEMELLI TOSSICI


Un pompiere che aveva smontato dal turno mentre portava il suo cane a spasso, morì per arresto cardiaco, improvvisamente. Un altro pompiere mentre guarda la partita di basket, ebbe un improvviso arresto cardiaco. Un altro mentre usciva da un incendio ebbe lo stesso destino.

Cosa hanno in comune queste morti?

L'inalazione di fumo!

Quando un pompiere inala del fumo questo ha un impatto che può essere immediato o 20 anni dopo. Più si respira del fumo più si sta vicini ad alterazioni del sistema metabolico. Il fumo è pieno di gas tossici inclusi i così detti GEMELLI, monossido di carbonio CO e acido cianidrico HCN

Monossido di carbonio: Incolore, inodore ed insapore è presente in ogni incendio. Il velenoso monossido di carbonio contribuisce alle morti negli incendio più di tutti tra i gas che si sviluppano. Minore è la ventilazione e quindi la inor efficienza di combustione produce una grande quantità di monossido di carbonio. Come regola generale più il fumo è nero e maggior monossido vi è all'interno. Il monossido si combina con l'emoglobina del sangue in maniera più forte dell'ossigeno, il legame è 200 volte più forte. Così da saturare tutta l'emoglobina non lasciando posto all'ossigeno. Il 5% di monossido nell'atmosfera causa una saturazione del sangue del 50% in 30/90 secondi.

           Courtesy Paul Grimwood

Acido Cianidrico: A temperature elevate è un gas incolore con odore simile alle mandorle. E' prodotto  durante la combustione, mentre le sostanze reagiscono con l'AZOTO presente in atmosfera. L'acido cianidrico interferisce con la respirazione cellulare e dei tessuti. Esso deattiva certi enzimi che non fanno usare l'ossigeno alle cellule ne provoca la morte. Già a basse concentrazioni l HCN aumenta il battito cardiaco, la frequenza respiratoria, si ha mal di testa e uno stato confusionale. Esposizione ad alti livelli conduce al blocco della respirazione ed alla morte cardiaca. Qui sotto i livelli d'esposizione a differenza del monossido di carbonio già in concentrazioni minori si hanno gravi effetti nello stesso lasso di tempo.

           Courtesy Paul Grimwood

Per chi NON indossa l'AVR - Autoprotettore Vie Respiratorie, l'esposizione massima è di 150 ppm per il monossido di carbonio e 10 ppm per l'acido cianidrico e sapere che in mezz'ora a questa esposizione potrebbero insorgere dei problemi, sarebbe opportuno indossare l'AVR o una maschera a filtri o un cappuccio d'evacuazione per chi non è addetto ai lavori e lo stiamo allontanando dalla zona di rischio e ci occorre del tempo nel tragitto di esodo. Il monitoraggio può avvenire tramite multigas. 

            Courtesy Paul Grimwood

E' bene sapere che il fumo prodotto dagli oggetti di 30 anni fà era molto diverso da quello di oggi, non dico che facesse bene ma proveniva da oggetti di cellulosa come cotone, legno, Invece con i materiali plastici di oggi si sviluppa un fumo che è due volte più pericoloso di quello di ieri, con una grande quantità di acido cianidrico che è 33 volte più pericoloso del monossido di carbonio.

Dobbiamo abbandonare pratiche vecchie e pericolose che non ci faranno avere una bella vecchiaia e neppure una bella vita, ed intraprendente un estensivo uso dell'autoprotettore AVR su ogni scenario dove siamo coinvolti ed avvolti in sostanze pericolose.
Non dimentichiamo che queste sostanze si attaccano ai nostri DPI ed appena siamo in caserma  li dobbiamo cambiare e mandare a lavare. Questa pratica ovviamente non ci esulerà dal rischio totalmente (siamo pompieri lottiamo nel fumo) ma buone pratiche sicuramente avranno un forte impatto sulla nostra salute. Sarà la nostra priorità indossare l'AVR in:

Lotta all'incendio strutturale interno
Incendio di veicoli
Incendio di spazzatura

Anche come corpo nazionale dobbiamo crescere nell'uso degli autorespiratori, servendo modelli più innovativi con led sul visore che ci possano indicare lo stato dell'aria senza dove andar a vedere di tanto in tanto il manometro. 
Integrare gli  AVR con dispositivi PASS e creare una attenta gestione del personale che lavora con AVR attraverso targhette nominative da dare ad un controllore apposito che monitora il personale che è "on air" ed estendere la concezione di uscire prima che l'allarme di bassa pressione suoni.
Integrare gli interventi con squadre di salvataggio RIT, ma soprattutto insegnare tutti metodi di respirazione per conservare l'aria durante il lavoro e soprattutto in condizioni di emergenza per sopravvivere. Bastano pochi secondi di inalazione di un ambiente con alte percentuali dei GEMELLI per morire.


in questo link che segue potrete scaricare un articolo della Drager proprio sui Gemelli tossici:









giovedì 17 novembre 2022

PRF e Fattori Ambientali e Comportamento del Fucoco

 

                                                           Battalio Chief Officer Shan Raffel

Nella lettura dell'incendio attraverso il metodo BE-SAHF del Grande Shan Raffel 1999 (consultare l'articolo sul BE SAHF) troviamo la famosa lettera E, che fu introdotta dal Chief Peter McBride Ottawa fire service, USA nel 2008.  McBride introduceva i fattori ambientali (E- enviromental) che possono in qualche modo intensificare o comunque alterare gli effetti dei progressi rapidi del fuoco che si sviluppano negli ambienti confinati, già discussi ampiamente in questo Blog. 

Tra i più critici abbiamo il Vento (Fuoco guidato dal vento) dove la direzione e velocità, sono i parametri fondamentali. L'urbanistica o l'ambiente possono alterare questi fattori, agendo come scudo sull'edificio dove lavoriamo oppure avere effetti di deflessione del vento creando turbolenze dove queste possono creare pressioni negative proprio in direzione opposta al vento principale cioè nella parte sottovento, come un cambio di direzione.

Zona 13 pressione negativa

Essendo consapevoli che il fumo si sposta da un area ad alta pressione verso una di bassa pressione, questo diviene un fattore importante quando si pianifica un apertura di ventilazione. Pensando ad un effetto sull'incendio, se ne crea un altro magari a svantaggio tattico. Allo stesso tempo il medesimo  effetto si può trovare quando il vento si muove tra i palazzi ad una certa velocità. Nelle conformazioni  a griglia il vento soffiando tra gli edifici da una determinata direzione, questo può creare regioni di bassa pressione attraverso l'effetto venturi che risucchia aria lateralmente ad alta velocità. 

                                                  Conformazione di edifici detta a Griglia

Molta attenzione và anche data nelle circostanze dette Water Front ossia fronte acqua come mare e laghi questi ultimi di una certa dimensione. La corrente che soffia da mare verso terra di giorno e di notte cambia il suo flusso da terra verso mare è detta brezza marina. Il sole di giorno scalda la superficie del suolo e l'aria calda sale ad una data velocità dipende dalle condizioni meteo del giorno, risucchiando aria dal mare. Di notte la superficie si raffredda più veloce dell'acqua ed il mare è più caldo quindi l'effetto si capovolge.

                                                                     Brezza marina

Passiamo all'umidità, anch'essa altera come già visto per gli incendi boschivi la propagazione del fuoco anche se con molta minor entità negli incendi di abitazione. Giornate calde possono far si che l'umidità del materiale sia veramente bassa facilitandone l'ignizione e la pirolisi dei materiali circostanti con una rapida propagazione.

Al contrario in giornate più fredde. In questo caso però, abbiamo altre problematiche. La bassa temperatura può alterare visivamente i segnali che solitamente leggiamo per trarne un vantaggio tattico ad esempio nel guardare il fumo (metodo Shan Raffel S - smoke). Quando leggiamo un fumo veloce esso ci indica che l'incendio è nelle vicinanze e sopra tutto il fuoco è in rapido sviluppo verso il flashover. Ma quando questo fumo percorre distanze considerevoli nella struttura, esso rallenta perchè si raffredda dando una lettura falsata rispetto a quello che poi sta avvenendo realmente nella struttura. Climi freddi posso intensificare questa particolare condizione dando l'apparenza di un incendio in stato di crescita invece di pienamente sviluppato. 

Altre considerazioni vanno fatte sui climi freddi. In un metro cubo di aria fredda vi è più ossigeno che in un metro cubo se l'aria ha una temperatura più alta, in quanto è più espansa secondo la legge di Charles. Questo può aumentare la probabilità di backdraft in quanto l'aria risucchiata ha molto ossigeno. Il clima freddo ha effetti anche sui Fire gas ignitions il fumo si raffredda in fretta e non sale verso l'alto stagnando e mescolandosi con l'aria all'interno della struttura.

I fattori che regolano la lettura del fuoco e le scelte tattiche da intraprendere sono sempre più complesse. L'analisi dovrebbe partire da un controllo accurato delle aperture di ventilazione e dotare la squadra di attacco di portate sufficientemente alte per avere un potere adeguato sulla soppressione del fuoco.



giovedì 4 agosto 2022

Gel Antincendio che cosa è?


IL Gel antincendio è un prodotto chimico inventato negli Stati Uniti durante il 1998 ed il suo primo impiego è stato durante l'incendio boschivo allo Slave Lake Alberta Canada ed in Florida nello stesso anno. Questo prodotto contiene polimeri o altri agenti che aumentano le performance dell'acqua, facendola aderire alla vegetazione, nel caso che l'attacco al fuoco sia da terra o dal celo. Questo prodotto aumenta la tensione superficiale dell'acqua facendola aderire al combustibile e minimizzando il ruscellamento e l'assorbimento nel suolo, creando di fatto una barriera d'acqua. Questa sostanza chimica è largamente usata nell'applicazione tramite velivoli, così da limitare la dispersione nel lancio e distribuendola quasi in blocco nel punto designato. Il fire gel può essere colorato per identificare il punto di applicazione come il ritardante.

Questo prodotto è disponibile sia liquido che in polveri e va miscelato in determinate proporzione (solitamente al 3%) all'acqua aumentandone le caratteristiche. Se mal miscelato crea coaguli che possono bloccare i dispositivi di applicazione. Può essere miscelato anche con i normali pre-miscelatori in linea, ma dobbiamo considerare che gli attriti nella tubazione sono maggiori che con l'acqua.


Addizionare ulteriore acqua al gel già applicato potrebbe non avere l'effetto desiderato, ossia di rigenerare il gel, anzi potrebbe lavarlo via dalla vegetazione o dalle strutture che si vogliono proteggere. Una volta che il prodotto si è seccato non torna alle proprietà precedenti, se viene aggiunta quindi, nuovamente l'acqua.

Il suo potenziale è nella soppressione, ed è poco efficace come ritardante. Una volta che l'acqua contenuta all'interno evapora, generalmente nel giro di un paio d'ore, deve essere applicato nuovamente.

Ha un effetto maggiore sul combustibile leggero (foglie, aghi di pino, arbusti) rispetto a quello pesante (rami, tronchi d'albero anche secchi). Il suo punto vincente è nella soppressione e se applicato da terra invece che dal cielo. 


Non è compatibile con i sali dei ritardanti quindi e meglio separare i contenitori e le attrezzature per la sua applicazione.

Si può aumentare la consistenza del gel in base a cosa si vuole fare, aumentando o diminuendo la percentuale di miscelazione all'acqua. Quando si attacca il fuoco e meglio diminuire la consistenza, mentre deve essere più consistente quando si vuole proteggere la vegetazione o le strutture. Il Fire Gel aderisce su vetro, metallo, tetti molto inclinati, legno e altri solidi infiammabili. Il Fire Gel fornisce una protezione anche dopo molte ore che è stato applicato, anche sotto condizioni atmosferiche importanti.

Ci sono stati test dove è stata applicata una torcia a 1900°C su di un legno trattato con il fire gel dopo 10 minuti ancora non bruciava. 


Non è raccomandato per il minuto spegnimento, un tensioattivo che DIMINUISCE la tensione superficiale dell'acqua, è più performante.

Molti studi dimostrano che la sua efficacia sia maggiore come agente di soppressione più tosto che come ritardante.


Ci sono alcuni aspetti intorno la sicurezza, che vanno considerati. Il fire gel aumenta la possibilità di scivolamento del personale sulle rocce o sulle radici degli alberi fuori dal terreno, serve molta acqua per rimuoverlo dalle superfici o dalle attrezzature una volta esposte. Quando viene sganciato dai velivoli è molto pericoloso, il peso dell'acqua è considerevole e può creare situazioni pericolose.

Nel video sotto viene sganciato il ritardante ma il fire gel ha la stessa consistenza e lo stesso peso.




giovedì 30 giugno 2022

L'Allineamento negli incendi di Vegetazione

 



Le tre maggiori forze che influenzano il comportamento del fuoco negli incendi boschivi, già viste in precedenza, sono il combustibile, meteo e topografia. Questi tre elementi intervengono nell'incendio boschivo e nell'intensificazione del fuoco tramite vento, inclinazione ed il combustibile, in maniera molto importante se pre-riscaldato. Il Vento e l'Inclinazione hanno, normalmente una influenza nell'orientamento del fuoco sul letto di combustibile. Ma quello che ne altera la sua intensità è il sole, esso è il fattore moltiplicatore da addizionare al vettore vento-inclinazione, ma in che modo lo fa'?

Queste forze possono lavorare insieme o una contro l'altra ma quando lavorano insieme, abbiamo L'ALLINEAMENTO DELLE FORZE, con il fuoco alla sua massima intensità. Ogni parte del fuoco dell'incendio boschivo, la testa i fianchi e la coda lavorano in un diverso allineamento e quindi con una diversa intensità. 

Durante le ore del giorno potremmo avere differenti modi di propagazione su più incendi nello stesso posto con uguale combustibile. 

Un incendio allineato avvenuto nelle prime ore del mattino potrebbe cambiare il suo allineamento nelle ore del primo pomeriggio e cambiando quindi nell'intensità

Un altro fattore che influenza il pre-riscaldamento del combustibile è l'ombra, La parte in ombra può contenere fino all'8% in più di umidità nel combustibile, rispetto a quello al sole, quindi una buona domanda sarebbe, quanto il combustibile è stato a contatto con i raggi del sole in tutta la giornata? L'Esposizione del combustibile al sole, dipende da dove esso è situato nei quattro punti cardinali ed è chiamato ASPETTO.

Campbell Prediction System

Il fuoco avrà una intensità maggiore a SUD ed OVEST e minore ad EST e NORD. Sarà più intenso nel primo pomeriggio e fine mattino ad est e la sera ad ovest e a sud. Queste sono tutti fattori da considerare quando si attacca il fuoco. Primo fattore su tutti la SICUREZZA e secondo la riuscita delle operazioni. Un fronte che spinto dal vento si dirige verso l'ombra o comunque verso est o nord rallenterà di velocità e d'intensità, rispetto al fianco che magari è spinto dall'inclinazione e rimane a sud. Cambiando così il comportamento. Potremmo avere un fronte che rallenta ed un fianco che rinvigorisce, cambiando di fatto quelle che erano le nostre priorità!

Potremmo  riassumere dicendo che

  • Aspetto a NORD:  Combustibile pesante ed umido, bassa temperatura, bassa propagazione del fuoco.
  • Aspetto ad EST: Combustibile che varia in quantità d'umidità, nelle prime ore è caldo e tardi è fresco.
  • Aspetto a SUD: Combustibile più leggero e secco, con alta temperatura, alta propagazione della fiamma e combustibile stagionato.
  • Aspetto ad OVEST: Combustibile che varia in quantità d'umidità, nelle prime ore del giorno è fresco e si riscalda alla fine della giornata.  

Vediamo di dare una comprensione totale alle info appena spiegate. Il fuoco generalmente quando inizia ha una forma circolare, dopo di ciò trova l'allineamento propagandosi con una forma ad ellisse. La sua intensità sarà dettata dal combustibile e la sua temperatura, dal meteo quindi dall'intensità del vento e dalla topografia e quindi l'inclinazione del terreno.

Nel video sotto vediamo l'incendio che inizia su di un combustibile omogeneo cioè uguale per tutta l'area interessata, dove il fronte per direzione del vento si porta in un'area in ombra. E' molto evidente che la fiamma rallenta la sua velocità ed intensità.


Questo sistema di previsione del comportamento del fuoco è chiamato Compbell Fire Prediction System. Questo sistema di previsione osserva le maggiori forse che intervengono nel cambiamento del comportamento del fuoco.

  1. Direzione del Vento e la sua Velocità
  2. La infiammabilità del combustibile in base all'aspetto e l'ora del giorno
  3. Variazione della pendenza
  4. Allineamento delle forze viste sopra
Riuscire a capire ed osservare la relazione e l'interazione degli elementi sopra può aiutarci nel predire il comportamento del fuoco.
Il fuoco si setta in base all'allineamento di queste forze ovviamente c'è bisogno di vento o pendenza e combustibile, creando il fronte i fianchi e la coda ognuno con differenti allineamenti.
Capire i grilletti che scatenano il comportamento del fuoco ci farà avere un certo margine di previsione sul suo comportamento. Ci sarà un posto dove il cambio di allineamento cambierà il comportamento del fuoco. Questo ci darà delle opportunità o dei pericoli. Il punto di grilletto sarà un MOMENTO o un POSTO dove applicare la tattica o aumentare le risorse per un livello maggiore di sicurezza. 
Ci sono DUE punti critici da stabilire:
  1. Dove il fuoco Cambierà
  2. Dove e quando il fuoco o il paesaggio darà il grilletto per la decisione di cambiare tattica.
Selezionare i punti di grilletto di cambio del fuoco o cambio di tattica ed aggiustamenti vari, richiede esperienza. 
Ci sono stati casi, di cui anche un film basato su di una storia vera, dove i pompieri sono stati travolti dal fuoco nei loro Fire Shelter, era proprio il 30 giugno di 9 anni fa'.
E sto pubblicando casualmente proprio oggi questo post!


                  Granite mountain hotshots 


E' importante essere dinamici, l'incendio di vegetazione è un fuoco errante non statico come può essere quello strutturale.

In questo caso più che mai...SIATI DINAMICI COME L'INCENDIO STESSO!!! 

Ne vale della vostra SICUREZZA.

lunedì 25 aprile 2022

Le Faville di Braci



Da poco tempo mi sono immerso, e lo avrete capito, nello studio intensivo degli incendi di vegetazione che da sempre sono stati sottovalutati e solo da qualche anno a questa parte, si è veramente compreso, soprattutto dalle istituzioni, che possono creare ingenti danni alle comunità. Essi si propagano con intensità e velocità diverse a seconda della topografia, condi-meteo e combustibile. Ma tutti hanno una cosa in comune....LE FAVILLE....
Potreste non credere a ciò che sto per illustrarvi, le faville possono creare molti danni prima che il fronte del fuoco vero e proprio colpisca!
Vi sono molti studi sul loro comportamento e su come innescano le strutture, in speciale modo dalle assicurazioni. Cominciamo col dirvi che il comportamento delle faville può essere diviso in tre parti distinte: Generazione, Trasporto ed Ignizione del combustibile recipiente. 

Tempesta di faville -Studio della IBHS 

Generazione
Durante un incendio di vegetazione, milioni di faville possono essere trasportate dal vento, piovendo sulle case o sulla vegetazione stessa. Essi possono essere parti di ramoscelli o scaglie di corteccia, pigne o pezzi di tetto di case che bruciano. Queste occorrono sempre durante gli incendi di vegetazione e sono la causa diretta dell'ignizione delle abitazioni nell'area di interfaccia urbana. Si stima siano il 50% delle case bruciate. Nel caso della sola vegetazione creano incendi secondari che distolgono risorse dal fronte principale che continua il suo percorso unendosi anche a volte con gli incendi secondari divenendo un fronte unico e più grande.

Trasporto
La lunghezza della fiamma nell'incendio di vegetazione, oltre agli aspetti tattici ed il tipo di combustibile coinvolto e cioè la chioma di tipo attivo o indipendente (vedi incendi di vegetazione), comporta la generazione di un incendio molto intenso che crea dei forti moti convettivi, correnti ascensionali, dove generalmente il fumo le segue. All'interno del fumo vi saranno le faville che verranno catturate dai venti in quota e trasportate anche per chilometri. Alcune di queste faville possono cadere immediatamente davanti al fronte, altre possono cadere sulle possibili case incontrate durante il loro cammino nei venti.


Propagazione del fuoco
Quando le faville atterrano e si depositano sulla vegetazione ornamentale delle case o sul mobilio da giardino o del portico oppure proprio sul tetto o sulle auto, possono innescare l'incendio. Può avvenire a molta distanza dall'incendio principale e le persone potrebbero avere un falso senso di sicurezza stando lontano. Essa è chiamata Red Snow e si deposita nelle grondaie, nel comignolo del camino, sul tetto, nei lucernai, nelle prese d'aria, nei cumuli di legna all'esterno etc. (Vedi foto sotto)

Possibili fonti d'innesco da faville

Potrebbe accadere che un incendio da faville avvenga nel capanno degli attrezzi generalmente costruito con materiali meno nobili e la casa principale sia compromessa poi da un incendio secondario.
Non si può prevenire che le Faville cadano sulle case, l'unico modo è gestire il combustibile, la casa e cosa c'è intorno alla stessa. Tenere le grondaie pulite, da accumuli di foglie, avere una certa distanza da eventuale vegetazione ornamentale, non accumulare cose combustibile sull'abitazione, avere più distanza tra la casa e la vegetazione del paesaggio. Questa pratica è ben definita in altri stati dove si incentiva la popolazione che vive in aree immerse nei boschi di dare distanze tra l'abitazione e la vegetazione.

Spazio di difesa

Questo aspetto deve essere calcolato dal capo posto delle APS o ABP durante il triage delle abitazioni difendibili, prima di piazzare l'autopompa  alla prima casa minacciata.
Segue sotto un video esplicativo sulle faville ed il loro ruolo negli incendi di vegetazione.


 

Segue sotto il video di un incendio di vegetazione, avvenuto il 16 Luglio 2017 nella mia città, Civitavecchia (RM), dove c'è stata la propagazione dell'incendio, iniziato nella zona nord fuori città e progredito poi fino alla zona urbana, creando situazioni molto pericolose e panico. La causa di questa forte propagazione è attribuibile alle faville partite dal fuoco principale, che hanno viaggiato nel forte vento di quel giorno. 

Dati meteo su Civitavecchia (RM) del 16 Luglio 2017 - fonte ....il meteo.it 

Temperatura massima            33° C
Umidità media                       34 %
Velocità del vento massima   35 Km/h
Condizioni Meteo                  Sole e Caldo
       

Civitavecchia 16 Luglio 2017












mercoledì 30 marzo 2022

INCENDI DI INTERFACCIA URBANA


Gli incendi di vegetazione possono divenire catastrofi per intere comunità, ne abbiamo sentito parlare per decenni alle nostre TV, la loro gestione è molto complessa ed in questo post verranno soltanto date delle informazioni riguardo questo arduo compito.

Cominciamo col dire che il termine interfaccia urbana è stato coniato da poco, per distinguere quello che è un incendio di pura e "semplice" vegetazione, da vegetazione ornamentale/incuria e strutture urbane. Un incendio che si muove in una area sviluppata presenta speciali valutazioni tattiche e strategiche e ribadiamo ovviamente che la nostra priorità sarà la salvaguardia della vita umana e poi la protezione delle proprietà.

Quest'ultima sotto speciali condizioni, dove la vita dei pompieri non deve essere messa in pericolo. Già affrontato in un post  precedente (attacchi agli incendi di vegetazione) la salvaguardia delle abitazioni e la loro, diciamo, possibilità di essere protette è dettata dalle condizioni circostanti ovviamente non tutte le strutture possono essere salvate. 

Negli incendi di interfaccia possono esserci numerose strutture minacciate, ed il numero delle strutture potrebbe eccedere al numero delle autopompe presenti sul posto. In questo caso bisogna rimanere mobili ed effettuare un triage delle strutture.

Importante essere consapevoli che il fuoco è fuori dal nostro controllo e noi siamo in modalità difensiva e reagiamo soltanto alla propagazione verso le strutture. L'acqua è limitata e non va assolutamente sprecata. Ci dobbiamo muovere di casa in casa a seconda delle esigenze, essere mobili è la chiave del successo.

Le azioni da compiere e la strategia da impiegare deve essere in funzione delle giuste domande da porci come :

  • Quale sarà il comportamento del fuoco (comportamento del fuoco)?
  • Cosa minaccia la struttura Radiazione termica, faville (da non sottovalutare) o contatto con le fiamme?
  • Quando arriveranno i rinforzi?
  • La struttura è salvabile (Triage)
Triage della struttura

Ci sono tre categorie di strutture: non minacciate, quelle troppo pericolose da proteggere (ES. con una unica strada di sfuggita che potrebbe essere compromessa) e quelle minacciate dal fronte di fuoco ed hanno il potenziale per essere salvate. Non pensate di mettervi ad una abitazione e lasciare il resto al fuoco, agite con la probabilità di riuscita. I seguenti punti sono da considerare nel Triage:

  1. L'incendio si fa sostenuto e si muove nella vegetazione viva, l'abitazione intorno è poco o nulla pulita dalla vegetazione. L'abitazione è fatta con materiale combustibile.
  2. Il comportamento del fuoco è estremo con incendi secondari, superando la vostra abilità si controllo.
  3. La nostra acqua non è sufficiente per mantenere il controllo, in tutta la durata della minaccia.
  4. L'intensità del fuoco è altissima siete costretti a lasciare l'area oppure la via di fuga può essere compromessa.
  5. Il tetto è già convolto per almeno 1/4.
  6. C'è il fuoco nella struttura le finestre sono rotte e ci sono condizioni di forte vento.


Assolutamente da non sottovalutare le faville vi sono studi del NIST - national institute standard and tecnology sul comportamento delle faville durante un incendio di vegetazione ed interfaccia.


Dove posizionare l'autopompa?

Le intere operazioni ruotano intorno l'autopompa, la sua posizione deve essere di facile utilizzo per le operazioni ma anche pronta ad andare via. Ci sono molti punti che ruotano intorno l'accesso alla struttura e la posizione dell'autopompa.

  1. Prendi dei riferimenti sulla zona, lungo la strada, calcola che dovrai lasciare l'area di fretta e sotto condizioni di fumo. Prendi spunti per una eventuale zona di sicurezza es. campo sportivo etc.
  2. Lascia l'autopompa accesa ed in posizione di pronta partenza.  Se il vialetto è stretto considera di lasciare l'autopompa sulla strada.
  3. Non mettere l'autopompa che blocca gli altri veicoli e soprattutto non vicino alla vegetazione alta, in cima ai declivi da dove arriva il fuoco, pali dell'alta tensione, dove potrebbe prendere alte temperature o vicino bombole di GPL.
  4. Parcheggia dove potrai facilmente stendere le tubazioni.
  5. Chiudi finestrini e porte dell'autopompa.
  6. Non lasciare giacche o altri oggetti infiammabili sul tetto o cofano dell'autopompa.
  7. Delinea tutti i rischi o punti sensibili dell'abitazione, fossati dell'acqua pluviale, fosse settiche, cavi, bombole GPL, animali da guardia o allevamento.
  8. Se vi è un tubo da giardino lascialo aperto nella cisterna dell'autopompa.
Una volta che l'autopompa è stata posizionata nel giusto posto, dispiegare le linee che si possano controllare con il personale disponibile. Coprire l'intero perimetro con la tubazione, evitare l'utilizzo del naspo, non è di rapido abbandono come le manichette e se si possiedono,  utilizzare i 25 mm invece se si hanno solo 45 mm mettere le lance DMR sulla portata più bassa possibile. Posizionare una scala (la propria) per l'eventuale protezione del tetto (le grondaie potrebbero essere pieni di foglie e aghi di pino).  Coprire l'abitazione con la schiuma Classe A, può aumentarne  notevolmente la probabilità di salvataggio, ottima se DRY con CAFS. In alternativa bassa espansione va benissimo e "imbrattando" anche la vegetazione attorno. Rimuovere più combustibile possibile attorno l'abitazione come vegetazione ornamentale siepi o alberi (ovviamente di dimensioni medio, piccole purché non diventino un grande sforzo) e mobilio da giardino di natura combustibile, chiudere le finestre e porte dell'abitazione.


Vorrei rimarcare l'importanza della ZONA DI SICUREZZA, essa può essere di qualsiasi tipo o inattaccabile dal fuoco o lontano da esso, se non hai la possibilità di raggiungerla in pochissimo tempo, la casa che stai proteggendo o hai intenzione di proteggere, non è un posto dove stare!

Segue video esplicativo: