domenica 25 febbraio 2024

Le Operazioni Su Idrante negli Edifici




Da sempre sappiamo che abbiamo bisogno di erogare acqua sugli incendi (Litri al minuto), alla stessa velocità di quanto l’incendio rilascia la sua energia (MegaWatt) per ottenerne la soppressione. Altrimenti avremmo comunque la soppressione, ma in fase di decadimento, quando oramai parte del combustibile si è esaurito. Si stima che per gli incendi moderni, occorra una portata alla lancia che soddisfi una densità d’acqua di circa 5/6 Litri al minuto per metro quadrato, con questo si ottiene un  rapido abbattimento dell’incendio. Lavorare con flussi minori espone il pompiere in attacco a condizioni pesanti e molte volte non si ottiene neanche il controllo dell’incendio, aumentando il danno alla struttura nella parte non affetta dal fuoco ed aumentano i danni dovuti all’acqua. Perché dobbiamo sapere che quando eroghiamo acqua a getto pieno (il getto pieno ha una buona sopravvivenza e penetrazione) solo il 50% è efficace l’altro 50% ruscella via (a terra). Nel parte del 50%, in cui è efficacce, il getto aggisce sul solido combustibile che pirolizza, raffreddandolo, l’altro agisce nella fiamma dove avviene la reazioni di ossidazione sottraendo energia e cessando la reazione chimica.

Chiarito l’obbiettivo e quindi di apportare più acqua possibile sul fuoco, partiamo con le nostre operazioni dall’idrante e cioè dalla cassetta antincendio che troviamo negli edifici di civile abitazione o all’interno di uffici o aziende. Questo può essere  da 70mm; 45mm o da 25mm (dipende dall’area da coprire secondo normativa EN 10779 ).

1.    L’idrante da 25mm per quanto chiarito già sopra non lo prenderemo assolutamente in considerazione in quanto possono erogare > 60 L/min (secondo DM 16 maggio 1987 riconfermato nel DM 25 Gennaio 2019).

2.      L’idrante da 70mm invece (secondo di DM 26 Febbraio 2006 che riguarda gli uffici) offre una portata e pressioni > 300 L/min a 4 bar ma lo troverete come protezione esterna e non all’interno di zone uffici e non all’interno delle Civili abitazioni.

3.  L’Idrante da 45 mm generalmente (secondo DM 16 maggio 1987 che regola le civili abitazioni riconfermato nel 25 Gennaio 2019), lo troviamo all’interno degli edifici di oltre i 24 m di altezza (anche all’interno di zone uffici) e ci garantisce una portata di 360L/min a 3 bar per 60 minuti, ma all’idrante più sfavorito e cioè il più lontano dal sistema di pompaggio dell’edificio, arriveranno solo 120L/min ed 1.5 bar. La cassetta antincendio che lo contiene è corredata di una lancia EN 671 da 45 mm con corpo in alluminio a due getti (pieno e frazionato), in grado questa di fornire a 3 bar circa 135 L/min ed una sola manichetta da 45 mm di 20 m. Questo idrante sarà il nostro obbiettivo!


Figura 1 cassetta antincendio con idrante da 45 mm lancia e tubazione da 45 mm

Gli idranti descritti sopra sono tutti cosidetti “umidi”, quelli che sono detti “a secco” dove noi vvf pompiamo acqua che arriva direttamente al piano, virtualmente non esistono, o sarebbero stati installati in alberghi con posti > 25 fino a 50 ed in civile abitazione dove vi sia una estenzione di 2 piani oltre  il terzo piano e non oltre quindi rimanendo sotto i 24m di altezza alla gronda, secondo DM 14 luglio 2015 (figura 2). Riassumendo la questione, tutti gli idranti che incontriamo sono in maggioranza UMIDI (Figura 1). Dove sono installati idranti “umidi” potremmo trovare all’esterno dell’edificio una casseta con all’interno due raccordi femmina d’immissione con la dicitura - attacco autopompa V.V.F.  In questi idranti l’attacco autopompa che troviamo all’esterno, ci permette di alimentare l'impianto ma a non più di 12 bar. Troveremo invece la cisterna di alimentazione interna con spinta dell'acqua tramite una o più pompe , dipende dall'altezza dell'edificio, se la pressione dell'acquedotto non è sufficiente a servire tutti i piani, per garantirci al primo attacco un apprivvigionamento idrico ininterrotto di 60 minuti, sempre secondo il DM 16 maggio 1987. L'idrante con possibilta di alimentazione l' ho trovato in un sopralluogo effettuato alla palazzina di Colli Aniene Roma, dove vi fù un grave incendio di facciata, l’idrate disalimentato ha un raccordo che ci dava la possibilità di alimentare direttamente la colonna montante anche se era di sette piani (Figura 3). Durante i piccoli interventi negli edifici della propria zona di competenza si potrebbe dare un’occhiata al sistema degli idranti e alla loro alimentazione, se presente e magari provare se funzionante.


Figura 2 Idrante a secco  DM 14 Luglio 2015

Quindi non potendo fornire pressioni adeguate al piano, abbiamo la necessità di gestirci i 360 litri al minuto a 3 bar (nel migliore dei casi) o i 120 Litri al minuto ad 1.5 bar nel peggiore dei casi. Ora descriveremo cosa possiamo e sopratutto cosa non possiamo fare/usare. Cominciamo con cosa non possiamo usare, le tubazioni da 45 mm hanno forti perdite di carico e compromettono la pressione di esercizio alla lancia causandone un errato funzionamento, un tubo da 45 mm ha una perdita di carico di circa 0.8 bar a 400 L/min, quindi il suo utilizzo è sconsigliato soprattutto se dobbiamo raccordarne più di 1. Inoltre non possiamo usare per ovvie ragioni le lance DMR a 500 L/min con 6/7 bar di funzionamento.


Figura 3 Idrante Umindo con possibilità di alimentazione sito in edificio di Colli Aniene Roma

Le lance DMR da 500L/min a 6/7 bar di funzionamento sono un ottimo strumento per la lotta antincendio, esse ci permetto di affettuare forti attacchi di soppressione al fuoco utilizzando una tubazione da 45mm che pur avendo grandi perdite di carico. L’ autopompa supporterà i bar necessari per compensare le perdite di carico del/dei 45mm e fornire alla lancia DMR i bar di funzionamento, dandoci poi i 500L/min selezionati sul cursore delle portate. Ma lavorando in questo caso su di un idrante per esempio al 20° piano di un grattacielo non avremmo tale possibilità.

Per quanto riguarda la tubazioni da 45 mm a camicia singola che invece, troviamo all’interno della cassetta antincendio, se nella migliore delle ipotesi è integra (nella maggior parte dei casi è un tubo vetusto e la gomma del rivestimento interno è danneggiata) ha forti perdite di carico. Se questa tubazione viene collegata ad altri tubi da 45 mm per raggiungere l’incendio, azzeriamo i bar disponibili alla lancia. Se a questa tubazione di: esempio due tubi da 45 mm con lancia che lavora ad almeno 3/4 bar alla stessa arriverà soltanto 1 bar, insuffiscente alla lancia per lavorare alla pressione d’esercizio e darvi magari i 400 L/min dell’drante.

In questa situazione con una lancia che non lavora alla pressione d’esercizio e quindi eroga POCHI Litri al minuto, per quanto descritto sopra all’inizio del’articolo, saremo già pericolosamente esposti a forti irraggiamenti e potremmo non avere il controllo dell’incendio. Quindi anche le tubazioni da 45 mm devono rimanere sull’APS e non sono uno strumento per lavorare con l’idrante.

Cosa dobbiamo fare quindi??

Utilizzare un diffusore da 45 mm à 70mm poi, tubi da 70mm ed una lancia che lavori a basse pressioni e soprattutto si avvicini ai 360 L/min circa, erogati dall’idrante, come la Unifire V16 - EN 15182 tipo 1 o la lancia AWG - EN 15182 tipo 2 da 70 mm con bocchello da 16 mm dove smontando anche il bocchello anterire si ottiene un foro da 22mm erogando quasi ai 400 L/min (figura 4 e 5), ovviamente la gittata sarà più corta ma la portata sarà maggiore. Effettuando questa operazione, garantiremo che tutto quello che ci esce dall’idrante arrivi sul fuoco, anche se l’incendio potrebbe avere maggiore necessità di portata, in questo caso potremmo far fare una seconda tubazione da un’altro idrante nelle immediate vicinanze dell’incendio come dal piano ulteriormente sotto.  


Figura 4 e 5 Lancia AWG da 70 mm con bocchello da 16 mm  e 22 mm

La tubazione quindi dovrà risponedere a tre principi fondametali: 

  1. Di litri minuto corretti per il potere del fuoco (lancia che lavora a basse pressioni) 
  2. Di facile trasporto ed impiego (tubazioni da 70 mm fatte a “Z” o Denver Fold hose pack) 
  3. Propriamente Stesa (eliminare ulteriori perdite di carico)

Per il punto 1 dobbiamo usare ciò che abbiamo in partenza e cioè tubazioni da 70mm e lancia a basse pressioni  da 70mm. Il punto 2 invece, diventa critico nell’affaticamento del personale per un facile trasporto (normalmente sulla bombola lasciando le mani libere). Il facile impiego o dispiego come meglio dire se non viene  fatto si compromente il punto 3. La tubazione dovrà essere posizionata sulla salita della scala o nei corridoi in maniera ESEMPLARE, avremo bisogno di ogni singolo bar che fuoriesce dall’idrante e le tubazioni a chiocciola potrebbero richiedere più movimenti del personale su e giù sulla scala per il dipiego o nei corridoi per estendere la tubazione che deve essere ripeto..PROPRIAMENTE stesa senza curve strette che causano ulteriori perdite di carico che vanno poi ad influire sul corretto funzionamento della lancia che a sua volta non ci eroga tutta o parzialmente l’acqua che esce dall’idrante, parliamo sempre dei famosi 360 L/min a 3 bar.

Inutile dire che in altri paesi questo aspetto è già stato affrontato ed i reparti antincendio hanno reagito a queste problematiche utilizzando tubazioni da 51 mm (introdotte in UK nel dal 2015) e lance smooth bore, ma sopratutto gli idranti sono alimentati a sufficenza per fornire portate più alte ed hanno persino una valvota di riduzione della pressione PRV Pressure Regulating Valve, perché l’operatore alla lancia non riuscirebbe a gestire l’enorme reazione della stessa.

Per quanto rigurda la scelta della lancia dovrebbe essere considerato un fattore K non inferiore a 245 (ricerca UKper incendi di appartamento in grattacielo. Che cosa è il fattore K?

Il Coefficente K è un valore costante della lancia che ci dice la prestazione della stessa e si trova con la formula:

K = Q /  P

K = Costante

Q= Portata Litri minuto

P= Pressione d’esercizio

 

La lancia AWG da 70mm a 3 bar con bocchello da 16 mm ci da 250 L/min con un fattore K =145 invece smontando il bocchello passando a 22mm il fattore K diviene k = 314 se l’idrante lo permettesse avremmo 535 L/min.

Tornando alle operazioni su idrante l’utilizzo delle lance AWG è imperativo anche perchè probabili detriti provenienti dalla colonna montante date dall’aossidazione etc.

Si potrebbero utilizzare anche lance Unifire da 70 mm con bocchello da 16mm ma non hanno la possibilità di aumentare la portata, inoltre quando passiamo a getto frazionato ricordiamoci che spingiamo aria e potrebbe essere non conveniente.

Ma ora vorrei chiedervi: Sappiamo realmente se l’idrante che usiamo ha la pressione sufficiente per farci commettere un attacco interno?

Il 23 Febbraio del 1991 ci fu un grave incendio al 22° piano del grattacielo One Meridian Plaza, Philadelphia USA. In questo incendio morirono 3 pompieri perchè alla lancia automatica non arrivavavno i bar necessari di funzionamento. I vigili furono ingannati dal funzionamento della lancia automatica ma non avevano la minima idea della reale ed insufficiente portata. Da questo incendio furono apprese molte lezioni tra cui applicare un manometro all’idrante e poi attaccare la tubazione. Facendo in questo modo si può realmente sapere se l’idrante fornisce i 3 bar (in pressione dinamica cioè a lancia aperta) sufficienti al funzionamento.


Manomentro per idrante Elhhart brass




giovedì 23 novembre 2023

La Coperta Antifumo

 

Michael Reich - L'inventore della coperta Antimo e Riccardo Garofalo - UK 2023


Potrete scaricare il PDF attraverso questo link:

La Coperta Antifumo

venerdì 27 ottobre 2023

L'EFFETTO CAMINO - NEGATIVO

 

Effetto camino Positivo a Sx e Negativo a Dx

Uno dei più incompresi e mal gestiti, nei grattacieli, è il naturale movimento dell'aria chiamato effetto camino. L'effetto camino è definito come il "naturale movimento dell'aria attraverso il grattacielo causato dalla differenza di temperatura tra l'esterno e l'interno dell'edificio".

L'effetto camino POSITIVO è caratterizzato da un forte movimento dell'aria che parte dal basso (livello 0) e si muove verso il tetto. L'effetto camino positivo si percepisce significativamente durante i climi freddi, data la grande differenza di temperatura tra l'interno dell'edificio e l'esterno. Più è freddo fuori e alto l'edificio e più forte sarà l'effetto camino.

L'effetto camino NEGATIVO invece, avviene nella direzione inversa, dove il clima esterno è più caldo dell'interno dell'edificio.  Questo effetto dalle nostre parti è meno "violento" rispetto all'effetto camino POSITIVO, perché la differenza di temperatura tra l'interno e l'esterno non è molto grande. Però per esempio a Dubai l'effetti camino è negativo e di grande intensità.

Un'effetto camino Negativo incontrato dai pompieri con fumo che fuoriesce dal locale coinvolto, rende subito le operazioni difficoltose durante la salita con largo consumo di autorespiratori e consumo di energie, queste fondamentali per combattere l'incendio. Inoltre si possono incontrare molte vittime che tentano scendere dall'edificio.

L'effetto camino è responsabile del movimento del fumo nell'edificio, quando avviene un incendio, specialmente in un grattacielo ed il suo impatto sarà grande quanto maggiore sarà l'effetto camino stesso.

La potenza dell'effetto camino è governato principalmente da 4 punti:

  1. Altezza dell'edificio
  2. Tenuta dell'aria delle pareti esterne
  3. Perdite d'aria tra i piani
  4. Ed già discussa differenza di temperatura esterna ed interna
Il movimento dell'aria nell'edificio, incluso l'effetto camino, non è qualcosa visibile immediatamente ed identificato dai pompieri all'arrivo.
Comunque ci sono caratteristiche ed alcuni indicatori, che ci posso aiutare nel determinare se siamo in presenza di un effetto camino positivo o negativo e soprattutto valutarne la potenza.
Per esempio in una giornata fredda d'inverno con una temperatura esterna di 2°C ed una temperatura interna di 25°C, avremo un ovvio e forte effetto camino POSITIVO.
Tutt'altra cosa si avrà in una giornata calda estiva, con 40°C fuori e 23°C dentro, in questo caso si avrà un effetto camino NEGATIVO e di una certa intensità.
Un altro metodo utile ai VVF per  valutare la potenza e direzione dell'effetto camino è quando entrano nell'edifico ed aprono la porta al piano terra.


                                              Dave McGrail Effetto camino courtesy Youtube

Come i VVF aprono la porta al piano terra per entrare nell'edificio, possono percepire la potenza e la direzione dell'effetto camino. Infatti certe volte aprire la porta dell'entrata principale può essere difficoltoso, proprio a causa dell'effetto camino.
Molti edifici hanno una doppia porta o un sistema di pressurizzazione dell'edificio detto HVAC proprio per ovviare  a questo inconveniente ed in questo caso i VVF non possono apprezzare la potenza e direzione dell'effetto camino.

I VVF devono capire che se incontrano una doppia porta devono a mantenere entrambe aperte per comprendere direzione e potenza dell'effetto camino che avrà un impatto sulle operazione antincendio o decisioni tattiche.

sabato 19 agosto 2023

La Ventilazione Idraulica le basi

ventilazione Idraulica

Nei primi studi dove veniva valutata l'efficacia del getto frazionato, fu notata la grande onda di pressione che si veniva a creare davanti al getto stesso che a sua volta spingeva via e lontano dai pompieri il fuoco ed i gas di combustione durante il loro avanzamento verso la sorgente. Come già discusso in precedenza spingere in avanti i pericolosi prodotti di combustione può avere i suoi vantaggi e svantaggi, ma la tecnica più efficace che gioca tra i vantaggi e la spinta verso l'esterno dell'edificio dei pericolosi gas di combustione detta ventilazione Idraulica. Utilizzando la forte depressione che si crea alla base del cono del getto nebulizzato si può risucchiare il fumo dalla struttura e spingerlo all'esterno. Ogni goccia crea una spinta avanti ed una depressione dietro di se come nella figura sottostante.

movimento di una goccia d'acqua attraverso l'aria

Per comprendere al meglio il suo utilizzo dobbiamo apprendere bene lo studio che c'è stato dietro. I primi studi vennero eseguiti nel Maryland USA, dove si determinò l'effettiva efficacia del getto in pressione negativa come dispositivo utile antincendio.

Fu comparato nel test un ventilatore in pressione negativa che muoveva circa tra i 1500 e 3000 metri cubi di aria al minuto, ed una lancia da 470 L/min a 7 bar  attaccata ad una tubazione da 38mm. Tutte le finestre nella struttura furono chiuse eccetto una di circa un metro quadro. A questa finestra si misurava l'aria in entrata nella struttura attivando uno alla volta i dispositivi. L'angolo del getto della lancia era di circa 50/60° e copriva l' 80/90 % della finestra di estrazione. La lancia fu mossa più avanti ed indietro rispetto la finestra di uscita dei fumi. Il risultato finale fu che si riuscirono a muovere 6.678 cfm (Piedi cubi minuto). Quando la lancia era ben dentro la struttura e copriva la finestra. Si è anche notato che cambiando il tipo di lancia che produceva un certo tipo di gocce si influenzava la quantità d'aria. Alla fine dei test la velocità dell'aria con la lancia era 4 volte più forte del motoventilatore in pressione negativa nel rimuovere il fumo. Con l'operatore fermo in quella posizione col massimo rendimento si cambio anche la portata alla lancia constando ancora che l'aria in entrata aumentava notevolmente.

Pag 136. Fog Attack - Paul Grimwood

Ad oggi osservando questa tecnica l'operatore è in grado di scegliere il punto di uscita dei fumi e potrebbe essere proprio da dove ha appena operato, dopo aver abbattuto il fuoco. Un accorgimento da dover tenere in considerazione è il punto d'entrata dell'aria che deve essere sufficientemente grande per garantire un'adeguato flusso che rimpiazza velocemente i fumi ed il calore, ma soprattutto non deve alimentare un incendio in atto o non isolato (da una porta ad esempio), perché il fuoco verrà attratto verso la vostra posizione con estrema intensità. La tecnica lavora bene per creare un zona di sicurezza sgombra da pericoli di fire gas ignition prima di accedere al compartimento coinvolto chiuso (isolato) in piccole strutture oppure sempre in piccole strutture dove si è estinto rapidamente il fuoco e l'ambiente viene velocemente riempito di aria fresca. 

Un'altra accortezza è che l'operatore in questa posizione è attraversato da tutti i gas tossici della combustione e la decontaminazione post incendio dovrà essere strettamente osservata.



sabato 5 agosto 2023

EWE - Evento d'Incendio Boschivo Estremo

Grecia luglio 2023

Ogni anno accadono degli incendi boschivi che poi interessano l'interfaccia urbana sempre più straordinari, basti guardare i recenti avvenimenti del sud Europa tra Italia, Spagna, Portogallo e Grecia.  Siamo stati investiti da incendi di vegetazione devastanti, anch'io personalmente, sono stato testimone della loro ferocia in Calabria. Purtroppo le risorse che intervengono non sono più adeguate e dobbiamo far fronte ad una condizione ambientale estremamente forte. Il clima mediterraneo è una terra fertile per gli incendi di vegetazione. Gli inverni umidi permettono alla vegetazione di crescere ed le estati estremamente secche e calde rendendo la vegetazione altamente infiammabile.

L'escalation dell'intensità negli anni è visibile nei dati che hanno portato ad altissimi numeri di fatalità tra la popolazione.....Portogallo 2017 66 persone morte; Grecia 2018 nella città di Mati 100 morti; Algeria 2021 90 morti.

Portogallo incendio del 2017

Ogni paese cerca di far fronte a questi eventi aumentando la propria forza di risposta,  l'Algeria ha acquistato il suo primo Canader quest'anno e l'Italia conta una flotta di 19 Canader, ma come possiamo far fronte a tali condizione se ogni estate abbiamo un caldo record. La Grecia era indietro in termini di tecnologia ma dopo gli avvenimenti di Mati hanno instaurato un collaborazione tra servizi forestali e servizio antincendio ed instaurato il primo gruppo orientato alla meteorologia degli incendi. Dobbiamo comprendere che per quanto possiamo incrementare le nostre risorse antincendio tra veivoli, uomine e mezzi terrestri vi è un momento che non sarà più sufficiente... e dare spazio alla prevenzione durante l'anno attenuerà le condizioni degli incendi in estate. Le scale d'intensità degli incendi boschivi sono arrivate a livelli incredibili. Dobbiamo sapere che anche per gli incendi di vegetazione vi è una scala, come per gli uragani e terremoti. 

Vi sono incendi che sono detti Mega incendi in Europa ed incendi Estremi negli USA, entrambi sono arrivati ad un livello tale che nessuna forza di soppressione li possa arrestare. La scala è stata edotta guardandone i parametri fisici che li coinvolgono e l'impatto sociale ed economico sulla popolazione. Essi sono stati classificati tra la categoria da 1 a 7 dove la settima è considerata EWE - Extreme Wildfire Event.  

Questa dicitura EWE non ha come criterio la dimensione dell'incendio, per varie ragioni che sono legate al paesaggio ed al comportamento del fuoco. La dimensione ci può dire molto circa le perdite ed il  danneggiamento, ma questo dipende da dove accade. La definizione ha distinti parametri per evitare confusioni. Per catalogare l'incendio si ha bisogno dei parametri sotto elencati tra cui la possibilità di controllo dalle varie agenzie antincendio e la settimana EWE esce da questa possibilità.

Scala degli incendi boschivi


EWE: Come già discusso in precedenza l'alta intensità del fuoco sarà data da un combustibile pesante, questo crea una piuma di fiamma che si muove verso l'alto ed è molto lunga vanificando ogni possibilità di soppressione da terra anche indiretta. Vengono generate grandi quantità di fumi che ostacola le evacuazioni dai centri abitati e l'uso di mezzi arei per la soppressione. L'energia sprigionata dall'incendio crea un forte movimento d'aria ascensionale che a sua volta causa repentini cambiamenti della velocità e direzione del vento nelle immediate vicinanze dell'incendio, modificando il vento locale con un flusso che spinge all'interno dell'incendio stesso. La colonna di fumo con vapore e gas di combustione sale e si spinge fino nella stratosfera questo fa si che la pioggia di faville detta red snow, cada a chilometri di distanza innescando incendi secondari. L'ultimo dato che categorizza l'incendio boschivo estremo è la presenza del raro evento detto Piro Cumulo Nembo. Il fumo e calore sale fino a 14Km di altezza destabilizzando il meteo intorno co fulmini e venti che spingono verso il basso propagando l'incendio in ogni direzione con grande intensità.

Portogallo 2017

In Europa vi sono vari programmi che tendono sulla prevenzione tra gestione della vegetazione e delle specie e sull'allarme precoce prima che l'incendio divenga Estremo, non che sul mutuo aiuto attraverso il meccanismo di protezione civile Europeo che nel 2021 è stato attivato ben 6 volte e 12 nel 2022. Il Portogallo dopo gli avvenimenti del 2017 ha fatto scuola cominciando ad impiegare il 20% delle risorse per la lotta antincendio verso la prevenzione, attuando quelli che vengono chiamati fuochi prescritti, piccoli incendi creati appositamente per ridurre il combustibile. 


Il Fuoco prescritto gestito da esperti è impiegato nelle stagioni più fresche e durante i periodi di crescita delle specie arboree. Il team di esperti è composto da agronomi forestali e pompieri dove tra i quali viene attentamente pianificata la riduzione di combustibile in concomitanza della reazione sull'ambiente attraverso l'innesco di fuochi. L'incendio di vegetazione diciamo naturale è un processo ambientale che deve essere rintegrato nel sistema. Vi sono specie arboree che necessitano del fuoco per riprodursi e questi incendi oltre a servire per alcune specie, rilasciano sostanze che favoriscono la crescita di altre e sono perfettamente integrati nell'ecosistema. 

Al contrario gli incendi che avvengono oggi a causa del riscaldamento globale distruggono ogni forma di vita in profondità nel terreno, azzerando la possibilità di ricrescita delle specie.

Fuoco Prescritto - Piemonte

In Italia vi sono alcune regioni virtuose come il Piemonte, Toscana, Sardegna, Campania e Basilicata dove è cominciata questa pratica, se pur solo come sperimentazione talvolta, comunque è servito per cominciare ad introdurre questa pratica all'interno della Nazione, che ad oggi non è regolamentata e quindi ogni regione si regola nella propria giurisdizione. La Toscana al momento è la più attiva vantando una propria scuola di addestramento dove le agenzie antincendio AIB si preparano a questa pratica ed alla lotta attiva agli incendi di vegetazione anche con il controfuoco attraverso l'attacco indiretto.

Fuoco prescritto in Sardegna riduzione di lettiera

Il fuoco prescritto è una difesa attiva del territorio riduce quello che è il combustibile della zona.  Inevitabilmente questa pratica deve essere introdotta anche a livello comunale per mitigare i potenziali effetti di un incendio boschivo in quelle aree apparentemente di nessuno vicino le città dove alla vegetazione è permesso di crescere in maniera smisurata rappresentando una forte minaccia per le persone. Questo tipo di prevenzione ci assicura un più efficace intervento delle squadre ed una  minore esposizione al rischio, lottando contro questa forza della natura.





sabato 25 marzo 2023

La Giusta Quantità D'Acqua

Big Water Line di Paul Combs

Prima di cominciare vorrei riportarci alle basi ed al concetto di raffreddamento del solido combustibile. Noi sappiamo che quando ad un solido viene data una certa energia sotto forma di calore, i suoi atomi cominciano a vibrare. Ad un certo punto questa vibrazione è così forte che i legami tra molecole si rompono rendendo il combustibile allo stato solido nello stato gassoso. Poi miscelandosi con l'ossigeno cominciano ad ossidare.

L'estinguente acqua, in assoluto il più usato per la soppressione del fuoco fin dalla sua scoperta, ha un legame molto forte tra gli atomi, che richiede una grande energia per essere rotto. Questo fa si che assorba grandi quantità di calore anche quando passa allo stato di vapore, aumentando il suo volume. 

L'acqua sottrae al fuoco 2,5 Mj di energia per kg, e non è una novità che per un fuoco grande occorrono grandi quantità d'acqua......allora.....perché tornando ai pompieri.....negli incedi di garage, negozi, appartamenti etc....tiriamo giù sempre il naspo sul primo attacco?

Il concetto di assorbimento dell'energia deve essere proporzionale all'acqua che tu eroghi...poca acqua poco assorbimento niente di nuovo fin qui....

UL - Experiment Rilascio di Energia

Scientificamente si stima che occorrano 25L/min per ogni MW e su di un letto in fiamme come nell'esempio sopra, quindi 4 MW occorrano 100L/min come portata minima per la soppressione. Poi dobbiamo calcolare molti fattori che un letto in quelle condizioni manda in flashover una stanza interra ed i MW saranno molti di più e di conseguenza i L/min necessari per la soppressione in pochi secondi.

Il naspo ha sempre lavorato bene, ma sulla grande maggioranza degli incendi nella routine quotidiana di una autopompa e male sugli incendi che escono dalla nostra "routine", perché siamo "abituati" alla sua efficacia sulle auto o sui rifiuti....o nell'incendio di una singola stanza di un appartamento (la stragrande maggioranza degli incendi di abitazione). Quindi la nostra percezione di soppressione è basata sull'esperienza fatta durante la carriera e non su un concetto di portata adeguata all'incendio radicata, da tirare fuori all'occorrenza quando serve. 

Dobbiamo capire che l'incendio è cambiato sono cambiati i materiali e il fuoco può facilmente uscire dalla possibilità di estinzione del singolo naspo posteriore da 19mm delle autopompe che eroga circa 300 L/min. 

Ultimamente e si nota nei numerosi video di incendi, visibili su youtube, che stiamo spegnendo gli incendi nella fase di decadimento, quando la gran parte dell'energia si è oramai dissipata ed i danni alla struttura sono fatti, e questo accade perché non apportiamo la giusta quantità d'acqua sulle prime fasi dell'incendio al nostro arrivo. 

Sulle APS, abbiamo più tipi di tubazioni da 70 mm, 45 mm ed i 38 mm (storz ad alta pressione sui vecchi city 2000 o sulle nuove APS ma in media pressione). Ma ci ostiniamo ad usare sempre il naspo. Usare poca acqua sugli incendi permette al fuoco di crescere di potenza ed uscire, inesorabilmente, dalla forza di soppressione della singola APS, da prima dal naspo e per secondo da qualsiasi condotta tiriamo giù successivamente. L'intento dovrebbe essere di non fargli alzare la testa!

Se non riesci a spegnerlo con l'erogazione di un 70mm, potrai dire che era fuori dalla tua forza di soppressione di una singola partenza....e non il contrario se usassi il naspo come prima scelta tattica.

Usare il naspo su di un incendio espone il team di attacco a condizioni punitive d'irraggiamento che potrebbe in qualche modo ottenere comunque lo spegnimento ma con un tempo di erogazione maggiore d'acqua o nel peggiore dei casi di essere intrappolato in un Flashover.

Il capo partenza deve altresì comprendere l'esaurimento della squadra di attacco, che per schierare il naspo, su di un incendio di  abitazione ed effettuare poi un attacco interno, magari al secondo piano, ha un consumo di energia degli uomini/donne e non potrà pretendere che tornino indietro a fare una tubazione se il naspo non basta, la pallottola è una soltanto dispiego e spegnimento.

Inoltre l'erogazione dell'acqua dovrebbe essere superiore al potere dell'incendio per ragioni di sicurezza e di salvaguardia dei beni, se il fuoco aumentasse di dimensione il team di attacco ha il potere di spegnimento per non sopportare forti irraggiamenti e danneggiare la stabilità della struttura. Usciamo dal concetto dei danni dovuti all'acqua, questi avvengono proprio perché non si utilizza una portata adeguata. 

E mostro il perché:

Quando eroghiamo acqua sull'incendio durante l'attacco interno solo il 50% è efficace il resto ruscella via, applicando molto tempo davanti l'incendio (con un antifiamma figurativamente infinito) con una portata d'acqua inadeguata, la percentuale di acqua che ruscella sarà superiore rispetto ad un attacco con portata adeguata che invece, in pochi SECONDI assorbe l'energia del fuoco. La percentuale di acqua che non partecipa allo spegnimento sarà molto inferiore. 

Avevamo già discusso in questo blog della portata critica e cioè la porta minima sotto il quale non possiamo spegnere l'incendio ed calcolata come segue:

Si stimano quindi 2 L/min per mq dove con questa portata non si avrà il controllo del fuoco nello stadio di crescita e sviluppo. Con 3.7 litri al minuto per mq avremo il controllo del fuoco ma sottoponendo l'attacco in condizioni non confortevoli. Il nostro antifiamma è come un bicchiere che piano piano si riempie di calore, una volta arrivato all'orlo il calore non viene più contenuto. E con la portata ottima di 5 L/min per mq si avrà un rapido abbattimento.

Con questa densità di acqua si garantisce all'attacco di essere efficace, veloce e protetto.


Gradiente di portata - Paul Grimwood Euro Firefighter 2

Sulla prima risposta si dovrebbe dispiegare la tubazione più idonea per il lavoro che si deve fare, questo garantisce la soppressione anche se non si ha un approvvigionamento idrico ininterrotto o una autobotte al seguito. Se si dispiega una tubazione da 70mm che fluisce a 750 L/min con DMR 750 a 7 bar, avrò il controllo del fuoco nell'immediato, limitando il consumo di acqua.

Il concetto non è di quanta acqua erogo al minuto ma al SECONDO

Nel nostro esempio con una tubazione da 70mm e lancia DMR a 7 bar effettuando una scansione ampia ad "O" per 8 secondi, in un negozio di abbigliamento di medie dimensioni 10X10 ossia 100 mq completamente coinvolto e rispettando ampiamente i 5 L/min per mq con un margine di sicurezza quindi un dispiegando 750 l/min. Avremo consumato poco più di 100 L.

Ovviamente questo è per far capire di che consumo parliamo, è normale che vi sono tutte le variabili del caso e potremmo dover erogare più di otto secondi ma i consumi saranno sempre minori di un naspo che non è efficace e rimane aperto per più tempo rispetto ad una tubazione con portata più grande, svuotandoci comunque un APS da 3000L, perchè i 3000L si disintegrano nell'incendio senza efficacia.

L'energia dissipata da un incendio è proporzionale ovviamente al combustibile al suo interno, ma alle aperture per ossidare il tutto. Come regola generale più ci sono aperture più grande deve essere la tubazione.

EF 2 Paul Grimwood - Assorbimento dell'energia dalle portate delle lance.

 Nelle tecniche CFBT si mantiene la porta chiusa per non far crescere il fuoco e mantenerlo nelle condizioni di soppressione di una singola tubazione. Ma se dei vetri collassano avrò una densità d'acqua tale per poter sopprimere l'incendio. Ricordiamoci che sulle lance DMR c'è un selettore di portata che non necessariamente deve stare su 500L/min. Il selettore sarà mosso all'occorrenza e questo si ottiene solo con l'addestramento della propria squadra. 

Apportare Acqua adeguata sull'incendio riduce l'esposizione del pompiere, riduce i danni alla parte non affetta dall'incendio e riduce i danni dovuti all'acqua.

                                                                                                Euro Firefighter 2 - Paul Grimwood


 

domenica 15 gennaio 2023

I GEMELLI TOSSICI


Un pompiere che aveva smontato dal turno mentre portava il suo cane a spasso, morì per arresto cardiaco, improvvisamente. Un altro pompiere mentre guarda la partita di basket, ebbe un improvviso arresto cardiaco. Un altro mentre usciva da un incendio ebbe lo stesso destino.

Cosa hanno in comune queste morti?

L'inalazione di fumo!

Quando un pompiere inala del fumo questo ha un impatto che può essere immediato o 20 anni dopo. Più si respira del fumo più si sta vicini ad alterazioni del sistema metabolico. Il fumo è pieno di gas tossici inclusi i così detti GEMELLI, monossido di carbonio CO e acido cianidrico HCN

Monossido di carbonio: Incolore, inodore ed insapore è presente in ogni incendio. Il velenoso monossido di carbonio contribuisce alle morti negli incendio più di tutti tra i gas che si sviluppano. Minore è la ventilazione e quindi la inor efficienza di combustione produce una grande quantità di monossido di carbonio. Come regola generale più il fumo è nero e maggior monossido vi è all'interno. Il monossido si combina con l'emoglobina del sangue in maniera più forte dell'ossigeno, il legame è 200 volte più forte. Così da saturare tutta l'emoglobina non lasciando posto all'ossigeno. Il 5% di monossido nell'atmosfera causa una saturazione del sangue del 50% in 30/90 secondi.

           Courtesy Paul Grimwood

Acido Cianidrico: A temperature elevate è un gas incolore con odore simile alle mandorle. E' prodotto  durante la combustione, mentre le sostanze reagiscono con l'AZOTO presente in atmosfera. L'acido cianidrico interferisce con la respirazione cellulare e dei tessuti. Esso deattiva certi enzimi che non fanno usare l'ossigeno alle cellule ne provoca la morte. Già a basse concentrazioni l HCN aumenta il battito cardiaco, la frequenza respiratoria, si ha mal di testa e uno stato confusionale. Esposizione ad alti livelli conduce al blocco della respirazione ed alla morte cardiaca. Qui sotto i livelli d'esposizione a differenza del monossido di carbonio già in concentrazioni minori si hanno gravi effetti nello stesso lasso di tempo.

           Courtesy Paul Grimwood

Per chi NON indossa l'AVR - Autoprotettore Vie Respiratorie, l'esposizione massima è di 150 ppm per il monossido di carbonio e 10 ppm per l'acido cianidrico e sapere che in mezz'ora a questa esposizione potrebbero insorgere dei problemi, sarebbe opportuno indossare l'AVR o una maschera a filtri o un cappuccio d'evacuazione per chi non è addetto ai lavori e lo stiamo allontanando dalla zona di rischio e ci occorre del tempo nel tragitto di esodo. Il monitoraggio può avvenire tramite multigas. 

            Courtesy Paul Grimwood

E' bene sapere che il fumo prodotto dagli oggetti di 30 anni fà era molto diverso da quello di oggi, non dico che facesse bene ma proveniva da oggetti di cellulosa come cotone, legno, Invece con i materiali plastici di oggi si sviluppa un fumo che è due volte più pericoloso di quello di ieri, con una grande quantità di acido cianidrico che è 33 volte più pericoloso del monossido di carbonio.

Dobbiamo abbandonare pratiche vecchie e pericolose che non ci faranno avere una bella vecchiaia e neppure una bella vita, ed intraprendente un estensivo uso dell'autoprotettore AVR su ogni scenario dove siamo coinvolti ed avvolti in sostanze pericolose.
Non dimentichiamo che queste sostanze si attaccano ai nostri DPI ed appena siamo in caserma  li dobbiamo cambiare e mandare a lavare. Questa pratica ovviamente non ci esulerà dal rischio totalmente (siamo pompieri lottiamo nel fumo) ma buone pratiche sicuramente avranno un forte impatto sulla nostra salute. Sarà la nostra priorità indossare l'AVR in:

Lotta all'incendio strutturale interno
Incendio di veicoli
Incendio di spazzatura

Anche come corpo nazionale dobbiamo crescere nell'uso degli autorespiratori, servendo modelli più innovativi con led sul visore che ci possano indicare lo stato dell'aria senza dove andar a vedere di tanto in tanto il manometro. 
Integrare gli  AVR con dispositivi PASS e creare una attenta gestione del personale che lavora con AVR attraverso targhette nominative da dare ad un controllore apposito che monitora il personale che è "on air" ed estendere la concezione di uscire prima che l'allarme di bassa pressione suoni.
Integrare gli interventi con squadre di salvataggio RIT, ma soprattutto insegnare tutti metodi di respirazione per conservare l'aria durante il lavoro e soprattutto in condizioni di emergenza per sopravvivere. Bastano pochi secondi di inalazione di un ambiente con alte percentuali dei GEMELLI per morire.


in questo link che segue potrete scaricare un articolo della Drager proprio sui Gemelli tossici: