giovedì 17 novembre 2022

PRF e Fattori Ambientali e Comportamento del Fucoco

 

                                                           Battalio Chief Officer Shan Raffel

Nella lettura dell'incendio attraverso il metodo BE-SAHF del Grande Shan Raffel 1999 (consultare l'articolo sul BE SAHF) troviamo la famosa lettera E, che fu introdotta dal Chief Peter McBride Ottawa fire service, USA nel 2008.  McBride introduceva i fattori ambientali (E- enviromental) che possono in qualche modo intensificare o comunque alterare gli effetti dei progressi rapidi del fuoco che si sviluppano negli ambienti confinati, già discussi ampiamente in questo Blog. 

Tra i più critici abbiamo il Vento (Fuoco guidato dal vento) dove la direzione e velocità, sono i parametri fondamentali. L'urbanistica o l'ambiente possono alterare questi fattori, agendo come scudo sull'edificio dove lavoriamo oppure avere effetti di deflessione del vento creando turbolenze dove queste possono creare pressioni negative proprio in direzione opposta al vento principale cioè nella parte sottovento, come un cambio di direzione.

Zona 13 pressione negativa

Essendo consapevoli che il fumo si sposta da un area ad alta pressione verso una di bassa pressione, questo diviene un fattore importante quando si pianifica un apertura di ventilazione. Pensando ad un effetto sull'incendio, se ne crea un altro magari a svantaggio tattico. Allo stesso tempo il medesimo  effetto si può trovare quando il vento si muove tra i palazzi ad una certa velocità. Nelle conformazioni  a griglia il vento soffiando tra gli edifici da una determinata direzione, questo può creare regioni di bassa pressione attraverso l'effetto venturi che risucchia aria lateralmente ad alta velocità. 

                                                  Conformazione di edifici detta a Griglia

Molta attenzione và anche data nelle circostanze dette Water Front ossia fronte acqua come mare e laghi questi ultimi di una certa dimensione. La corrente che soffia da mare verso terra di giorno e di notte cambia il suo flusso da terra verso mare è detta brezza marina. Il sole di giorno scalda la superficie del suolo e l'aria calda sale ad una data velocità dipende dalle condizioni meteo del giorno, risucchiando aria dal mare. Di notte la superficie si raffredda più veloce dell'acqua ed il mare è più caldo quindi l'effetto si capovolge.

                                                                     Brezza marina

Passiamo all'umidità, anch'essa altera come già visto per gli incendi boschivi la propagazione del fuoco anche se con molta minor entità negli incendi di abitazione. Giornate calde possono far si che l'umidità del materiale sia veramente bassa facilitandone l'ignizione e la pirolisi dei materiali circostanti con una rapida propagazione.

Al contrario in giornate più fredde. In questo caso però, abbiamo altre problematiche. La bassa temperatura può alterare visivamente i segnali che solitamente leggiamo per trarne un vantaggio tattico ad esempio nel guardare il fumo (metodo Shan Raffel S - smoke). Quando leggiamo un fumo veloce esso ci indica che l'incendio è nelle vicinanze e sopra tutto il fuoco è in rapido sviluppo verso il flashover. Ma quando questo fumo percorre distanze considerevoli nella struttura, esso rallenta perchè si raffredda dando una lettura falsata rispetto a quello che poi sta avvenendo realmente nella struttura. Climi freddi posso intensificare questa particolare condizione dando l'apparenza di un incendio in stato di crescita invece di pienamente sviluppato. 

Altre considerazioni vanno fatte sui climi freddi. In un metro cubo di aria fredda vi è più ossigeno che in un metro cubo se l'aria ha una temperatura più alta, in quanto è più espansa secondo la legge di Charles. Questo può aumentare la probabilità di backdraft in quanto l'aria risucchiata ha molto ossigeno. Il clima freddo ha effetti anche sui Fire gas ignitions il fumo si raffredda in fretta e non sale verso l'alto stagnando e mescolandosi con l'aria all'interno della struttura.

I fattori che regolano la lettura del fuoco e le scelte tattiche da intraprendere sono sempre più complesse. L'analisi dovrebbe partire da un controllo accurato delle aperture di ventilazione e dotare la squadra di attacco di portate sufficientemente alte per avere un potere adeguato sulla soppressione del fuoco.



giovedì 4 agosto 2022

Gel Antincendio che cosa è?


IL Gel antincendio è un prodotto chimico inventato negli Stati Uniti durante il 1998 ed il suo primo impiego è stato durante l'incendio boschivo allo Slave Lake Alberta Canada ed in Florida nello stesso anno. Questo prodotto contiene polimeri o altri agenti che aumentano le performance dell'acqua, facendola aderire alla vegetazione, nel caso che l'attacco al fuoco sia da terra o dal celo. Questo prodotto aumenta la tensione superficiale dell'acqua facendola aderire al combustibile e minimizzando il ruscellamento e l'assorbimento nel suolo, creando di fatto una barriera d'acqua. Questa sostanza chimica è largamente usata nell'applicazione tramite velivoli, così da limitare la dispersione nel lancio e distribuendola quasi in blocco nel punto designato. Il fire gel può essere colorato per identificare il punto di applicazione come il ritardante.

Questo prodotto è disponibile sia liquido che in polveri e va miscelato in determinate proporzione (solitamente al 3%) all'acqua aumentandone le caratteristiche. Se mal miscelato crea coaguli che possono bloccare i dispositivi di applicazione. Può essere miscelato anche con i normali pre-miscelatori in linea, ma dobbiamo considerare che gli attriti nella tubazione sono maggiori che con l'acqua.


Addizionare ulteriore acqua al gel già applicato potrebbe non avere l'effetto desiderato, ossia di rigenerare il gel, anzi potrebbe lavarlo via dalla vegetazione o dalle strutture che si vogliono proteggere. Una volta che il prodotto si è seccato non torna alle proprietà precedenti, se viene aggiunta quindi, nuovamente l'acqua.

Il suo potenziale è nella soppressione, ed è poco efficace come ritardante. Una volta che l'acqua contenuta all'interno evapora, generalmente nel giro di un paio d'ore, deve essere applicato nuovamente.

Ha un effetto maggiore sul combustibile leggero (foglie, aghi di pino, arbusti) rispetto a quello pesante (rami, tronchi d'albero anche secchi). Il suo punto vincente è nella soppressione e se applicato da terra invece che dal cielo. 


Non è compatibile con i sali dei ritardanti quindi e meglio separare i contenitori e le attrezzature per la sua applicazione.

Si può aumentare la consistenza del gel in base a cosa si vuole fare, aumentando o diminuendo la percentuale di miscelazione all'acqua. Quando si attacca il fuoco e meglio diminuire la consistenza, mentre deve essere più consistente quando si vuole proteggere la vegetazione o le strutture. Il Fire Gel aderisce su vetro, metallo, tetti molto inclinati, legno e altri solidi infiammabili. Il Fire Gel fornisce una protezione anche dopo molte ore che è stato applicato, anche sotto condizioni atmosferiche importanti.

Ci sono stati test dove è stata applicata una torcia a 1900°C su di un legno trattato con il fire gel dopo 10 minuti ancora non bruciava. 


Non è raccomandato per il minuto spegnimento, un tensioattivo che DIMINUISCE la tensione superficiale dell'acqua, è più performante.

Molti studi dimostrano che la sua efficacia sia maggiore come agente di soppressione più tosto che come ritardante.


Ci sono alcuni aspetti intorno la sicurezza, che vanno considerati. Il fire gel aumenta la possibilità di scivolamento del personale sulle rocce o sulle radici degli alberi fuori dal terreno, serve molta acqua per rimuoverlo dalle superfici o dalle attrezzature una volta esposte. Quando viene sganciato dai velivoli è molto pericoloso, il peso dell'acqua è considerevole e può creare situazioni pericolose.

Nel video sotto viene sganciato il ritardante ma il fire gel ha la stessa consistenza e lo stesso peso.




giovedì 30 giugno 2022

L'Allineamento negli incendi di Vegetazione

 



Le tre maggiori forze che influenzano il comportamento del fuoco negli incendi boschivi, già viste in precedenza, sono il combustibile, meteo e topografia. Questi tre elementi intervengono nell'incendio boschivo e nell'intensificazione del fuoco tramite vento, inclinazione ed il combustibile, in maniera molto importante se pre-riscaldato. Il Vento e l'Inclinazione hanno, normalmente una influenza nell'orientamento del fuoco sul letto di combustibile. Ma quello che ne altera la sua intensità è il sole, esso è il fattore moltiplicatore da addizionare al vettore vento-inclinazione, ma in che modo lo fa'?

Queste forze possono lavorare insieme o una contro l'altra ma quando lavorano insieme, abbiamo L'ALLINEAMENTO DELLE FORZE, con il fuoco alla sua massima intensità. Ogni parte del fuoco dell'incendio boschivo, la testa i fianchi e la coda lavorano in un diverso allineamento e quindi con una diversa intensità. 

Durante le ore del giorno potremmo avere differenti modi di propagazione su più incendi nello stesso posto con uguale combustibile. 

Un incendio allineato avvenuto nelle prime ore del mattino potrebbe cambiare il suo allineamento nelle ore del primo pomeriggio e cambiando quindi nell'intensità

Un altro fattore che influenza il pre-riscaldamento del combustibile è l'ombra, La parte in ombra può contenere fino all'8% in più di umidità nel combustibile, rispetto a quello al sole, quindi una buona domanda sarebbe, quanto il combustibile è stato a contatto con i raggi del sole in tutta la giornata? L'Esposizione del combustibile al sole, dipende da dove esso è situato nei quattro punti cardinali ed è chiamato ASPETTO.

Campbell Prediction System

Il fuoco avrà una intensità maggiore a SUD ed OVEST e minore ad EST e NORD. Sarà più intenso nel primo pomeriggio e fine mattino ad est e la sera ad ovest e a sud. Queste sono tutti fattori da considerare quando si attacca il fuoco. Primo fattore su tutti la SICUREZZA e secondo la riuscita delle operazioni. Un fronte che spinto dal vento si dirige verso l'ombra o comunque verso est o nord rallenterà di velocità e d'intensità, rispetto al fianco che magari è spinto dall'inclinazione e rimane a sud. Cambiando così il comportamento. Potremmo avere un fronte che rallenta ed un fianco che rinvigorisce, cambiando di fatto quelle che erano le nostre priorità!

Potremmo  riassumere dicendo che

  • Aspetto a NORD:  Combustibile pesante ed umido, bassa temperatura, bassa propagazione del fuoco.
  • Aspetto ad EST: Combustibile che varia in quantità d'umidità, nelle prime ore è caldo e tardi è fresco.
  • Aspetto a SUD: Combustibile più leggero e secco, con alta temperatura, alta propagazione della fiamma e combustibile stagionato.
  • Aspetto ad OVEST: Combustibile che varia in quantità d'umidità, nelle prime ore del giorno è fresco e si riscalda alla fine della giornata.  

Vediamo di dare una comprensione totale alle info appena spiegate. Il fuoco generalmente quando inizia ha una forma circolare, dopo di ciò trova l'allineamento propagandosi con una forma ad ellisse. La sua intensità sarà dettata dal combustibile e la sua temperatura, dal meteo quindi dall'intensità del vento e dalla topografia e quindi l'inclinazione del terreno.

Nel video sotto vediamo l'incendio che inizia su di un combustibile omogeneo cioè uguale per tutta l'area interessata, dove il fronte per direzione del vento si porta in un'area in ombra. E' molto evidente che la fiamma rallenta la sua velocità ed intensità.


Questo sistema di previsione del comportamento del fuoco è chiamato Compbell Fire Prediction System. Questo sistema di previsione osserva le maggiori forse che intervengono nel cambiamento del comportamento del fuoco.

  1. Direzione del Vento e la sua Velocità
  2. La infiammabilità del combustibile in base all'aspetto e l'ora del giorno
  3. Variazione della pendenza
  4. Allineamento delle forze viste sopra
Riuscire a capire ed osservare la relazione e l'interazione degli elementi sopra può aiutarci nel predire il comportamento del fuoco.
Il fuoco si setta in base all'allineamento di queste forze ovviamente c'è bisogno di vento o pendenza e combustibile, creando il fronte i fianchi e la coda ognuno con differenti allineamenti.
Capire i grilletti che scatenano il comportamento del fuoco ci farà avere un certo margine di previsione sul suo comportamento. Ci sarà un posto dove il cambio di allineamento cambierà il comportamento del fuoco. Questo ci darà delle opportunità o dei pericoli. Il punto di grilletto sarà un MOMENTO o un POSTO dove applicare la tattica o aumentare le risorse per un livello maggiore di sicurezza. 
Ci sono DUE punti critici da stabilire:
  1. Dove il fuoco Cambierà
  2. Dove e quando il fuoco o il paesaggio darà il grilletto per la decisione di cambiare tattica.
Selezionare i punti di grilletto di cambio del fuoco o cambio di tattica ed aggiustamenti vari, richiede esperienza. 
Ci sono stati casi, di cui anche un film basato su di una storia vera, dove i pompieri sono stati travolti dal fuoco nei loro Fire Shelter, era proprio il 30 giugno di 9 anni fa'.
E sto pubblicando casualmente proprio oggi questo post!


                  Granite mountain hotshots 


E' importante essere dinamici, l'incendio di vegetazione è un fuoco errante non statico come può essere quello strutturale.

In questo caso più che mai...SIATI DINAMICI COME L'INCENDIO STESSO!!! 

Ne vale della vostra SICUREZZA.

lunedì 25 aprile 2022

Le Faville di Braci



Da poco tempo mi sono immerso, e lo avrete capito, nello studio intensivo degli incendi di vegetazione che da sempre sono stati sottovalutati e solo da qualche anno a questa parte, si è veramente compreso, soprattutto dalle istituzioni, che possono creare ingenti danni alle comunità. Essi si propagano con intensità e velocità diverse a seconda della topografia, condi-meteo e combustibile. Ma tutti hanno una cosa in comune....LE FAVILLE....
Potreste non credere a ciò che sto per illustrarvi, le faville possono creare molti danni prima che il fronte del fuoco vero e proprio colpisca!
Vi sono molti studi sul loro comportamento e su come innescano le strutture, in speciale modo dalle assicurazioni. Cominciamo col dirvi che il comportamento delle faville può essere diviso in tre parti distinte: Generazione, Trasporto ed Ignizione del combustibile recipiente. 

Tempesta di faville -Studio della IBHS 

Generazione
Durante un incendio di vegetazione, milioni di faville possono essere trasportate dal vento, piovendo sulle case o sulla vegetazione stessa. Essi possono essere parti di ramoscelli o scaglie di corteccia, pigne o pezzi di tetto di case che bruciano. Queste occorrono sempre durante gli incendi di vegetazione e sono la causa diretta dell'ignizione delle abitazioni nell'area di interfaccia urbana. Si stima siano il 50% delle case bruciate. Nel caso della sola vegetazione creano incendi secondari che distolgono risorse dal fronte principale che continua il suo percorso unendosi anche a volte con gli incendi secondari divenendo un fronte unico e più grande.

Trasporto
La lunghezza della fiamma nell'incendio di vegetazione, oltre agli aspetti tattici ed il tipo di combustibile coinvolto e cioè la chioma di tipo attivo o indipendente (vedi incendi di vegetazione), comporta la generazione di un incendio molto intenso che crea dei forti moti convettivi, correnti ascensionali, dove generalmente il fumo le segue. All'interno del fumo vi saranno le faville che verranno catturate dai venti in quota e trasportate anche per chilometri. Alcune di queste faville possono cadere immediatamente davanti al fronte, altre possono cadere sulle possibili case incontrate durante il loro cammino nei venti.


Propagazione del fuoco
Quando le faville atterrano e si depositano sulla vegetazione ornamentale delle case o sul mobilio da giardino o del portico oppure proprio sul tetto o sulle auto, possono innescare l'incendio. Può avvenire a molta distanza dall'incendio principale e le persone potrebbero avere un falso senso di sicurezza stando lontano. Essa è chiamata Red Snow e si deposita nelle grondaie, nel comignolo del camino, sul tetto, nei lucernai, nelle prese d'aria, nei cumuli di legna all'esterno etc. (Vedi foto sotto)

Possibili fonti d'innesco da faville

Potrebbe accadere che un incendio da faville avvenga nel capanno degli attrezzi generalmente costruito con materiali meno nobili e la casa principale sia compromessa poi da un incendio secondario.
Non si può prevenire che le Faville cadano sulle case, l'unico modo è gestire il combustibile, la casa e cosa c'è intorno alla stessa. Tenere le grondaie pulite, da accumuli di foglie, avere una certa distanza da eventuale vegetazione ornamentale, non accumulare cose combustibile sull'abitazione, avere più distanza tra la casa e la vegetazione del paesaggio. Questa pratica è ben definita in altri stati dove si incentiva la popolazione che vive in aree immerse nei boschi di dare distanze tra l'abitazione e la vegetazione.

Spazio di difesa

Questo aspetto deve essere calcolato dal capo posto delle APS o ABP durante il triage delle abitazioni difendibili, prima di piazzare l'autopompa  alla prima casa minacciata.
Segue sotto un video esplicativo sulle faville ed il loro ruolo negli incendi di vegetazione.


 

Segue sotto il video di un incendio di vegetazione, avvenuto il 16 Luglio 2017 nella mia città, Civitavecchia (RM), dove c'è stata la propagazione dell'incendio, iniziato nella zona nord fuori città e progredito poi fino alla zona urbana, creando situazioni molto pericolose e panico. La causa di questa forte propagazione è attribuibile alle faville partite dal fuoco principale, che hanno viaggiato nel forte vento di quel giorno. 

Dati meteo su Civitavecchia (RM) del 16 Luglio 2017 - fonte ....il meteo.it 

Temperatura massima            33° C
Umidità media                       34 %
Velocità del vento massima   35 Km/h
Condizioni Meteo                  Sole e Caldo
       

Civitavecchia 16 Luglio 2017












mercoledì 30 marzo 2022

INCENDI DI INTERFACCIA URBANA


Gli incendi di vegetazione possono divenire catastrofi per intere comunità, ne abbiamo sentito parlare per decenni alle nostre TV, la loro gestione è molto complessa ed in questo post verranno soltanto date delle informazioni riguardo questo arduo compito.

Cominciamo col dire che il termine interfaccia urbana è stato coniato da poco, per distinguere quello che è un incendio di pura e "semplice" vegetazione, da vegetazione ornamentale/incuria e strutture urbane. Un incendio che si muove in una area sviluppata presenta speciali valutazioni tattiche e strategiche e ribadiamo ovviamente che la nostra priorità sarà la salvaguardia della vita umana e poi la protezione delle proprietà.

Quest'ultima sotto speciali condizioni, dove la vita dei pompieri non deve essere messa in pericolo. Già affrontato in un post  precedente (attacchi agli incendi di vegetazione) la salvaguardia delle abitazioni e la loro, diciamo, possibilità di essere protette è dettata dalle condizioni circostanti ovviamente non tutte le strutture possono essere salvate. 

Negli incendi di interfaccia possono esserci numerose strutture minacciate, ed il numero delle strutture potrebbe eccedere al numero delle autopompe presenti sul posto. In questo caso bisogna rimanere mobili ed effettuare un triage delle strutture.

Importante essere consapevoli che il fuoco è fuori dal nostro controllo e noi siamo in modalità difensiva e reagiamo soltanto alla propagazione verso le strutture. L'acqua è limitata e non va assolutamente sprecata. Ci dobbiamo muovere di casa in casa a seconda delle esigenze, essere mobili è la chiave del successo.

Le azioni da compiere e la strategia da impiegare deve essere in funzione delle giuste domande da porci come :

  • Quale sarà il comportamento del fuoco (comportamento del fuoco)?
  • Cosa minaccia la struttura Radiazione termica, faville (da non sottovalutare) o contatto con le fiamme?
  • Quando arriveranno i rinforzi?
  • La struttura è salvabile (Triage)
Triage della struttura

Ci sono tre categorie di strutture: non minacciate, quelle troppo pericolose da proteggere (ES. con una unica strada di sfuggita che potrebbe essere compromessa) e quelle minacciate dal fronte di fuoco ed hanno il potenziale per essere salvate. Non pensate di mettervi ad una abitazione e lasciare il resto al fuoco, agite con la probabilità di riuscita. I seguenti punti sono da considerare nel Triage:

  1. L'incendio si fa sostenuto e si muove nella vegetazione viva, l'abitazione intorno è poco o nulla pulita dalla vegetazione. L'abitazione è fatta con materiale combustibile.
  2. Il comportamento del fuoco è estremo con incendi secondari, superando la vostra abilità si controllo.
  3. La nostra acqua non è sufficiente per mantenere il controllo, in tutta la durata della minaccia.
  4. L'intensità del fuoco è altissima siete costretti a lasciare l'area oppure la via di fuga può essere compromessa.
  5. Il tetto è già convolto per almeno 1/4.
  6. C'è il fuoco nella struttura le finestre sono rotte e ci sono condizioni di forte vento.


Assolutamente da non sottovalutare le faville vi sono studi del NIST - national institute standard and tecnology sul comportamento delle faville durante un incendio di vegetazione ed interfaccia.


Dove posizionare l'autopompa?

Le intere operazioni ruotano intorno l'autopompa, la sua posizione deve essere di facile utilizzo per le operazioni ma anche pronta ad andare via. Ci sono molti punti che ruotano intorno l'accesso alla struttura e la posizione dell'autopompa.

  1. Prendi dei riferimenti sulla zona, lungo la strada, calcola che dovrai lasciare l'area di fretta e sotto condizioni di fumo. Prendi spunti per una eventuale zona di sicurezza es. campo sportivo etc.
  2. Lascia l'autopompa accesa ed in posizione di pronta partenza.  Se il vialetto è stretto considera di lasciare l'autopompa sulla strada.
  3. Non mettere l'autopompa che blocca gli altri veicoli e soprattutto non vicino alla vegetazione alta, in cima ai declivi da dove arriva il fuoco, pali dell'alta tensione, dove potrebbe prendere alte temperature o vicino bombole di GPL.
  4. Parcheggia dove potrai facilmente stendere le tubazioni.
  5. Chiudi finestrini e porte dell'autopompa.
  6. Non lasciare giacche o altri oggetti infiammabili sul tetto o cofano dell'autopompa.
  7. Delinea tutti i rischi o punti sensibili dell'abitazione, fossati dell'acqua pluviale, fosse settiche, cavi, bombole GPL, animali da guardia o allevamento.
  8. Se vi è un tubo da giardino lascialo aperto nella cisterna dell'autopompa.
Una volta che l'autopompa è stata posizionata nel giusto posto, dispiegare le linee che si possano controllare con il personale disponibile. Coprire l'intero perimetro con la tubazione, evitare l'utilizzo del naspo, non è di rapido abbandono come le manichette e se si possiedono,  utilizzare i 25 mm invece se si hanno solo 45 mm mettere le lance DMR sulla portata più bassa possibile. Posizionare una scala (la propria) per l'eventuale protezione del tetto (le grondaie potrebbero essere pieni di foglie e aghi di pino).  Coprire l'abitazione con la schiuma Classe A, può aumentarne  notevolmente la probabilità di salvataggio, ottima se DRY con CAFS. In alternativa bassa espansione va benissimo e "imbrattando" anche la vegetazione attorno. Rimuovere più combustibile possibile attorno l'abitazione come vegetazione ornamentale siepi o alberi (ovviamente di dimensioni medio, piccole purché non diventino un grande sforzo) e mobilio da giardino di natura combustibile, chiudere le finestre e porte dell'abitazione.


Vorrei rimarcare l'importanza della ZONA DI SICUREZZA, essa può essere di qualsiasi tipo o inattaccabile dal fuoco o lontano da esso, se non hai la possibilità di raggiungerla in pochissimo tempo, la casa che stai proteggendo o hai intenzione di proteggere, non è un posto dove stare!

Segue video esplicativo:



sabato 5 marzo 2022

L.A.C.E.S.

Laces che in italiano vuole dire Lacci è un acronimo USA utilizzato nella lotta all'incendio boschivo coniato da Paul Glison nel 1991. L'acronimo prende una parola semplice come i lacci degli stivali antincendio per ricordare alcune priorità che ruotano attorno alla sicurezza della squadra. L'acronimo L.A.C.E.S. ci ricorda le priorità per garantire la sicurezza. Vi ricordo che l'attacco indiretto ossia la rimozione del combustibile è preferibile quando l'altezza delle fiamme è la lunghezza delle stesse è notevole e non permette un attacco diretto neanche dal nero che rimane estremamente caldo e l'irraggiamento delle fiamme non permette l'avvicinamento. Rivediamo l'acronimo LACES:

L = Lookout = Vedetta

A = Awareness = Consapevolezza

C = Communications = Comunicazioni

E = Escape Routes = Vie di fuga

S = Safety Zone = Zona di Sicurezza

Vedetta: La vedetta sono gli occhi della squadra. Dalla sua posizione è in grado di vedere i colleghi che lavorano sulla linea ed il fuoco. Dovrebbe essere in grado di riconoscere particolari situazioni rischiose ed riportarle alla linea.


Consapevolezza:  Questa riguarda tutta la squadra. Riguardo la vedetta essa deve essere a conoscenza della locazione del fuoco e dei suoi comportamenti, inoltre guardare il meteo e farlo ad intervalli regolari. Tutta la squadra deve conoscere il piano di attacco ed il fuoco cosa sta facendo. Chi è al comando deve comprendere cosa la vedetta gli sta dicendo. La consapevolezza riguarda l'intera squadra. In qualche sito potreste trovare Anchor point. Invece di Awareness. Questo è il punto da dove intraprendere l'estinzione del fuoco che sia diretto o indiretto, dovrà essere in locazione sicura da dove il fuoco non potrà scappare e circondare la squadra. Può essere una strada, un fiume o delle rocce ad esempio.

Comunicazione: Chi è al comando e la vedetta o vedette devono avere una veloce ed affidabile possibilità di comunicare o attraverso la radio o attraverso vedette. Nel caso stiate usando una radio abbiate un backup pronto se la radio non funziona per qualsiasi ragione.

Vie di fuga: Notare il plurale. Abbiate sempre almeno due vie di fuga Se una viene compromessa sapete cosa dovete fare. Ognuno deve conoscere il piano. La via di fuga potrebbe essere utilizzata anche per eventuali sganci errarti da parte di mezzi aerei o per il rotolamento di materiale da zone più alte.

Zona di Sicurezza: La zona di sicurezza è un rifugio, dove la squadra può stare al sicuro. La zona sarà dettata dalla topografia, combustibile, condizioni meteo e il peggioramento del comportamento del fuoco.


LICES provvede ad una rete di sicurezza se qualcosa va storto. Questo acronimo va guardato come uno strumento aggiuntivo alle attrezzature della squadra come l'elmetto, guanti, pala, acqua etc. Gli elementi dell'acronimo sono interconnessi tra di loro come una catena. L'acronimo riguarda il fuoco ed il pericolo che ne comporta ma parlando di pericoli durante gli incendi boschivi dobbiamo estendere il nostro raggio ad altre minacce per la squadra:

Ceppi d'albero morti che potrebbero cadere. Essi fanno poco rumore mentre cadono qualcuno potrebbe essere colpito. Attenzione quando vi si lavora vicino.

Pietre che rotolano giù dal pendio. Quando si combatte un fuoco in pendenza, trochi e rocce possono essere un problema. Cercate di rimuoverle se non è possibile non lavorate nella loro zona di caduta. Questo è accentuato se si hanno mezzi che lavorano al di sopra. Mantenere la via di fuga.

Rilascio di ritardante. E' bene che le squadre non lavorino nella zona di sgancio del ritardante. Se avviene questo stare molto attenti perchè il ritardante è molto scivoloso. Se pensate invece di essere colpiti, uscite dal target se siete in tempo, no stare sotto gli alberi, grandi rami potrebbero staccarsi, non stare in piedi sotto lo sgancio questo accresce la possibilità di lesioni  ed mettersi dietro cose solide come rocce o l'autopompa.

Comportamenti estremi del fuoco. Quando ci sono comportamenti estremi del fuoco l'attacco diretto ed il controllo sono impossibili. L'intensità e la velocità di propagazione definiranno gli sforzi di soppressione. Stare molto attenti se c'è un intensificazione del fuoco, alto coefficiente di propagazione, fuochi secondari a lunga distanza (spotting), fuoco orizzontale a causa del vento ed improvvisa calma quest'ultima potrebbe dettare un cambio in direzione. 




L'acronimo LACES fa parte di un più ampio aspetto che garantisce la sicurezza della squadre che operano su di un incendio boschivo. Quello che seguirà sono detti "I 10 ORDINI" che assicurano una gestione del rischio, ovviamente il rischio come dicevamo in uno dei primi post di questo blog non può essere eliminato completamente, ma può essere gestito!

I 10 ordini della sicurezza 

  1. Tieniti informato sulle condizioni meteo
  2. Conosci  cosa sta facendo il tuo incendio
  3. Basa le tue azioni sul comportamento del fuoco attuale e previsto
  4. Conosci la tua via di fuga e la zona di sicurezza
  5. Posiziona una vedetta quando c'è pericolo
  6. Stai allerta, calmo, pensa chiaro e sii decisivo
  7. Mantenere la comunicazioni con tutti sulla scena
  8. Dai istruzioni chiare  e assicurati che siano comprese
  9. Mantenere il controllo di tutti sulla scena
  10. Attacca il fuoco ma la sicurezza prima di tutto








mercoledì 2 febbraio 2022

FIRE SHELTER



Cosa è il FIRE SHELTER ?

Un importantissimo strumento di sicurezza che viene largamente distribuito negli USA, come dotazione antincendio boschivo personale. Questo strumento ha salvato centinaia di vite, dai veloci fronti di fiamma in avanzamento. Esso consiste in un guscio fatto a strati e termo riflettente, che deve essere utilizzato come ultima risorsa nel caso in cui si rimane intrappolati tra le fiamme e non si può più accedere alla zona di sicurezza o alla via d'uscita. Dato che gli incendi boschivi possono cambiare direzione molto velocemente, avere con sè questo importante strumento, può significare vita o morte. Esso protegge dall'energia radiante, convettiva e al contatto con la fiamma diretta, esso intrappola al suo interno aria respirabile per il mal capitato. Vediamo la breve storia intorno all'evoluzione del FIRE SHELTER.



La Storia

IL primo uso del FIRE SHELTER risale al 1804, quando un ragazzo prese come scudo di protezione in un incendio di prateria una pelle di bufalo, si accorse che l'erba sotto non bruciò salvandosi così la vita. Il Capitano Clarck William registro' questo evento nel suo diario 29 ottobre 1804:

October 29, 1804, William Clark. “The Prarie got on fire and went with Such Violenc & Speed as to Catch a man & woman & burn them to Death, Several escaped. among other a Small boy who was Saved by getting under a green Buffalow skin….They say the grass was not burnt where the boy sat”.

Dettando così l'idea del moderno FIRE SHELTER. Molti anni dopo nel 1958, si sviluppò il primo FS in Australia, fatto da due fogli di alluminio che racchiudevano un panno in fibra di vetro a forma di campana.


Questa forma cambio brevemente nell'anno successivo in un modello orizzontale a tipo tenda canadese. Negli anni seguenti l' Australia con la collaborazione del Centro di sviluppo degli equipaggiamenti del servizio forestale di Missula USA, ordinarono centinaia di fire shelter specialmente nel 1977 dopo la morte di tre pompieri sprovvisti dello strumento.

Esso ha subito molte trasformazioni specialmente nei materiali che rilasciavano gas tossici durante l'esposizione al calore. Nel 1994 ci fu un ulteriore cambio di forma ad U in una borsa con velcro a strappo e linguetta per aprirlo. I cambiamenti andarono avanti nel 2002 con l'avvento di nuovi materiali per aumentarne la protezione e la durata.


Come dicevamo sopra lo spiegamento di questo strumento ci può salvare la vita e la sua efficienza e quindi la nostra sopravvivenza dipende da alcuni dettagli. 

  • Non dispiegare lo shelter in punti a stretto contatto con le fiamme esempio in sommità ai pendii dove le fiamme si accentuano e i fumi sfogano, 
  • no nei canali dove si verifica l'effetto trincea. 
  • Cercare punti dove il fuoco non può camminare come ghiaie vicino ai ruscelli o nei ruscelli stessi sulla riva.
  • Sulle strade taglia fuoco nei pendii dove il fuoco salta questa parte che non viene toccata dalla fiamma, ma ATTENZIONE se ci sono mezzi nelle vicinanze potrebbero non vedervi.
  • Stare lontani da altro combustibile
  • Dispiegare nella vegetazione bassa o su suolo minerale
  • Tra le rocce è ottimo
Alcuni sopravvissuti grazie al FIRE SHALTER dicono :

Non importa cosa sentono sulla pelle o al di fuori del FS devono rimanere all'interno se vogliono tornare a casa!


Come uscire dal Fire shalter è altrettanto importante, uscire troppo presto significa essere esposti ad aria bollente e fumo estremamente caldo. Non vi è un tempo minimo e massimo, rimanere nello shelter se non si è sicuri delle condizioni esterne.

Ovviamente l'addestramento fa parte dell'efficacia, vi sono dei fire shalter d'addestramento per divenire pratici il più possibile.



Vediamo lo spiegamento del fire shelter.








venerdì 14 gennaio 2022

IL MISCELATORE IN LINEA AD EFFETTO VENTURI


Il miscelatore in linea di liquidi schiumogeni ad effetto venturi fa parte delle nostre APS da moltissimo tempo ed è il primo proporzionatore di schiuma più usato in assoluto, data la sua alta affidabilità. I miscelatori meccanici ed elettronici sono molto precisi nella miscelazione ed all'avanguardia, ma purtroppo non possiamo abbandonare questo miscelatore in linea definitivamente, fin tanto che non sarà rimpiazzato da uno strumento altrettanto affidabile e di costi contenuti come è il miscelatore ad effetto venturi.

Ma la sua affidabilità di funzionamento anche se semplice deve essere ben compresa ne vale del corretto funzionamento.

Questo dispositivo funziona se la pressione d'entrata e di uscita non viene compromessa, quindi ha poche regole ma cardine e cercheremo insieme di eliminare qualche concetto errato sul funzionamento del miscelatore, vi sarà capitato che non aveva un corretto funzionamento, osservate qui se sono state omesse alcune parti che vi illustrerò qui di seguito.


La pressione d'esercizio

Per prima cosa dobbiamo sapere è che questo miscelatore ha una pressione d'esercizio, ossia la pressione in cui teoricamente comincia a funzionare, se non si raggiunge tale pressione lo strumento non aspirerà il liquido schiumogeno e nello stesso modo se superata tale pressione non lo farà comunque. Quando si acquista questo strumento è importante verificare a che pressione comincia a lavorare, non fatevi "abbindolare" da quante possibilità di proporzioni possa effettuare se poi lavora  tra 11 e 14 bar in entrata. Dobbiamo vedere che MP (media pressione) abbiamo sulle nostre APS se 10 o 16 bar.


Perdite di carico

Questo strumento ha delle importanti perdite di carico a valle dello strumento stesso, dovute proprio al suo funzionamento, se noi ne aggiungiamo ulteriori andremo a compromettere il funzionamento. Le perdite che potremmo creare sono dovute alla lunghezza della tubazione tra lo strumento e la lancia, una forte elevazione della lancia rispetto allo strumento, restringimenti della tubazione es da 70mm a 45mm o anche per una non lineare stesa della tubazione (troppe curve strette).



Rispettare la portata

Questa parte è direttamente collegata alla pressione a valle dello strumento però per una migliore comprensione ve la spiego in una diversa chiave ossia la portata. Se abbiamo uno strumento da 70mm quindi parliamo di un miscelatore da 400l/min dobbiamo essere certi che vi sia uno scarico di tale portata, ossia vi sia una lancia da 400l/min nel sistema. Potremmo anche utilizzare due lance da 200l/min tramite un divisore a valle dello strumento, ma nel momento in cui chiuderemo una linea, il miscelatore ad effetto venturi terminerà il suo funzionamento perché ricollegandoci alle pressioni, non viene rispettata la pressione d'uscita.


Poter compensare le eventuali perdite di carico.

Come dicevamo dobbiamo rispettare le pressioni di entrata ed uscita dello strumento ed il suo range di funzionamento. Se io attaccassi per necessità molte manichette tra l'uscita dello strumento e la lancia esse creeranno delle ulteriori perdite di carico. Quindi alla lancia, che anch'essa deve funzionare ad una pressione d'esercizio (parliamo di lance schiuma dove generalmente si parla di 5 bar), non arriva ad erogare la sua corretta portata. In questo caso l'operatore pompa può compensare tali perdite aumentando la pressione d'entrata nel miscelatore, sempre che sia nel range di funzionamento dello strumento, questo diviene un problema se lo strumento è vicino la pompa. Per questo motivo vige la regola (che abbiamo sentito tutti) che il dispositivo va all'ultima manichetta, ma posso aumentare la distanza tra lo strumento e lancia pur sempre rimanendo nelle possibilità della pompa e nella pressione di funzionamento dello strumento che è tra X ed Y (Vi è un limite di manichette è bene verificate col proprio strumento).

ES. Aggiungendo molte manichette a valle del miscelatore.

Pompa 10 bar -----> Mix uscita 5 bar (effetto venturi)----------------> lancia 1 bar. (non funziona)

In questo caso dovrei aumentare la pressione dalla pompa per avere i 5 bar alla lancia ma uscirei dalla pressione d'esercizio del miscelatore o dalle possibilità della pompa dell'APS.


Utilizzare lance DMR

Sempre per gli stessi motivi descritti sopra, se noi attacchiamo una lancia DMR alla fine della tubazione anche se corta tra miscelatore e lancia dobbiamo essere sicuri che dalla lancia escano i litri minuto per il quale il miscelatore è stato concepito (pressione entrata/uscita).  Le lance DMR hanno un selettore di portata ed esso è affidabile se la lancia lavora alla sua pressione d'esercizio che generalmente è di 6/7 bar. Ma se essa è in un sistema con miscelatore ad effetto venturi non riuscirà ad avere la pressione corretta a discapito che il miscelatore esca dalla sua pressione d'esercizio. Quindi siamo noi che con il selettore di portata andremo incontro ai litri al minuto del miscelatore, come? Ruotando il selettore di portata al massimo intercettando così il flusso del miscelatore.

ES. Pompa 10 bar -------> Mix uscita 5 (effetto venturi)---> 1 bar teorico perso in un tubo----->lancia 4 bar.

In questo caso sempre teoricamente, il selettore di portata a 500l/min (normalmente a 7 bar) sta erogando 200l/min a 4 bar. Intercettando così la pressione d'uscita o il flusso in uscita del miscelatore ed effettuando l'aspirazione della sostanza schiumogena.



Questi sono i concetti base dei miscelatori ad effetto venturi se li fate vostri avrete capito il funzionamento di tutti, così da aggiustare eventuali correzioni di pressioni/portate.

Altre info:

  • La pallina nel miscelatore non ha funzioni nell'effetto venturi ma è stata concepita per dare la possibilità di chiudere la lancia di erogazione senza che l'acqua, trovando la lancia chiusa, si riversi nel contenitore dello schiumogeno. Infatti molte lance schiuma non hanno la valvola di chiusura, ma se usate una DMR o una lancia schiuma nuova con valvola d'intercettazione, la pallina è essenziale che sia al suo posto bloccando il buco di aspirazione. 

  • Un'altra cosa importante e poco conosciuta è che la lunghezza del tubo di pescaggio non deve eccedere gli 1.8 m e dare la possibilità di alzare il miscelatore troppo rispetto al fustino di schiumogeno. Ma se ve ne è bisogno si potrebbero addizionare più tubi pur sempre restando alla quota della tanica.


  • Attenzione al filtro del tubo che è ottimo per non aspirare le impurità dei vecchi schiumogeni FFFP ma se aspirate un liquido schiumogeno AFFF - AR pseudoplastico il filtro potrebbe ridurre troppo la possibilità di aspirazione.  Rimuoverlo se necessario.
  • Il tempo di transizione è poco conosciuto ed importante saperne l'esistenza. Si tratta del tempo in cui la soluzione schiumogena viene aspirata e poi rilasciata dalla lancia in schiuma finita (areata). Sarebbe ottimo prendere manualità con questo tempo che dipende dal miscelatore in uso, dai tubi impiegati e dal diametro di questi ultimi. Il tempo di transizione potrebbe sembrare una eternità in situazioni di stress e far pensare di aver sbagliato qualcosa e spingere l'operatore pompa nell'aumentare o diminuire la pressione della pompa oppure l'operatore alla lancia nel selezionare diverse portate su quest'ultima se usasse una lancia DMR. Esso può variare dai 20 ai 30 secondi. Questo effetto si ha principalmente con la linea già carica d'acqua e poi il tubo viene inserito nel fustino.
  • Un'altra importantissima informazione che vorrei condividere è l'uso del miscelatore venturi con i Fluorine Free o anche detti schiume F3 - Fluorine Free Foam, già discussi in questo Blog. Essendo gli F3 - AR estremamente viscosi alcune ditte suggeriscono di utilizzare un tubo di aspirazione di diametro superiore al normale tubo che si usa per gli AFFF. In recenti prove effettuate, si è visto aumentare il tubo di aspirazione fino a 38mm. Questo ha dato un'ottima risposta con gli F3.

Consiglio di fare dei test col proprio miscelatore ad effetto Venturi in caricamento al proprio APS in maniera da stabilire le limitazioni dello strumento. 

  1. Pressione d'esercizio minima e massima.
  2. Compatibilità con lo schiumogeno in dotazione al distaccamento (rimozione del filtro).
  3. Se ha manomissioni, come ad esempio la pallina è stata rimossa.
  4. Se ha miscelazione per aspirare gli schiumogeni per CLASSE A che vanno dallo 0.5 all' 1%.
  5. Se compatibile con lance DMR in possesso al distaccamento. Es. miscelatore da 70mm da 400L/min e lancia DMR da 70 mm ma da 500L/min invece che da 800L/min.