giovedì 29 agosto 2013

CFBT - Portata Critica di Flusso

Portata Critica di Flusso



La PCF o CFR - critical flow rate in inglese dice qunto segue:

Il PCF è la portata minima in litri minuto, sotto il quale non avremmo possibilità di spegne quei determinati metri quadrati  d’incendio.

In molti paesi si sono sviluppate diverse formule che tutte portano più o meno alla stessa considerazione teorica, detto ciò possiamo ora definire in modo matematico e successivamente “pompieristico” come possiamo sapere qual’è in nostro PCF e così adottare la soluzione migliore con le tecnologie a disposizione.

Volume (Sq in ft)/100 = galloni/min  (US – Iowa University formula Royer/Nalson)

Area (Sq ft)/3 = gallon/min (US – National Fire Accademy)

Area (Sq m)x4/6 = litri/min ( Tattical Flow Rate - Paul Gimwood)

Area (Sq m)x5 = litri/min (Corso per Vigili del Fuoco cultura professionale anno del libro 1942 – xx)

Possiamo vedere una dimostrazione pratica della portata critica di flusso nel seguente link:

Dalle formule sopra sono state dedotte le portate occorrenti per avere il controllo dell’incendio nei primi 3- 5 min durante la crescita e sviluppo.
Quindi possiamo creare ora in modo “ pompieristico” delle tubazioni ideali che garantiscano l’estinzione e la protezione degli operatori nelle prime fasi dell’attacco interno. In molti paesi vi è una portata minima di flusso garantita nel primo attacco in modo di avere oltre la soppressione del fuoco una protezione degli operatori come citato i precedenza. Essa è stata calcolata sulla base di studi è prove, ed è regolamentata da norme ben definite che hanno il loro peso in corte di legge.

Cito alcuni esempi:

NFA portata di flusso                                                  133 galloni/min (500 litri/min)

Portata di flusso Tattico (Metrica)                           120 galloni/min (450 litri/min)

IOWA Portata di flusso                                                 64 galloni/min (242 litri/min)

Sardqvist  (Svedese)                                                    200 galloni/min(750 litri/min)

NFPA Formula 0.16 galloni/min per sq ft di fuoco         Più una tubazione secondaria di copertura  (USA)

Dunn (FDNY) 0.12 galloni/min per sq ft di fuoco           Più una tubazione secondaria di copertura 

Grimwood  0.10 a 0.15 galloni/min per sq ft di fuoco  Più una tubazione secondaria di copertura  (LFB) 

Sardqvist 0.3 galloni/min per sq ft di fuoco                    Non correlato al numero di tubazioni  (Svezia) 

Questo è stato stabilito su di un incendio di 75mq nel massimo potere radiante di circa 5MW. (fonte Euro Firefighter Paul Grimwood)

Qui di seguito due punti chiave della NFPA 1710 degli USA una delle tante legiferazioni sul’argomento.

Questa dice che si deve provvedere a:

·         Stabilire un approvvigionamento idrico per almeno 30 minuti di 1,480 litri/min.
·         Stabilire due linee di tubazioni una di attacco ed una di copertura sostenute da due operatori ciascuna e con portata di almeno 370 litri/min minimo l’una, ideale di 570 litri/min l’una, alimentate entrambe. 

Con questo in mente si può creare una tubazione ideale per avere una portata di flusso che ci permetta l’estinzione e la sicurezza degli operatori di almeno 500 litri/min.

Con le tecnologie disponibili possiamo garantire, grazie alle numerose lance antincendio disponibili sul mercato, la porta precedentemente detta.
Ne vediamo una qui di seguito:

Lancia Fogfighter 45 millimetri
                                                                             

Nel caso delle lance convenzionali adottate dal corpo nazionale come le lance UNI 45 e UNI 70 che fornirebbero nel caso della prima e poi della seconda alla pressione di 2 – 3 bar, una portata di 135 - 250 litri/min con le quali possiamo trattare 27 mq e 50 mq d'incendio, si dovrebbero creare linee multiple con ognuna almeno due operatori, per eguagliare la portata di una lancia di nuova concezione come in figura per non parlare dei diversi modi di attacco possibili, alla fase gassosa e a quella solida dell'incendio.Nel caso dell'attacco alla fase gassosa (pre flashover) le portate basse servono a raffreddare i gas tramite le goccioline con l'attacco 3D e non perturbare l'ambiente con troppo vapore acqueo, ma nell'attacco alla fase solida (flashover e decadimento) dove i gas stanno bruciando insieme a tutto il locale, un attacco diretto al combustibile deve essere guidato secondo le leggi sopra.

Nel link sotto vediamo la spiegazione di alcuni tipi di lance ed il relativo utilizzo.

22 commenti:

  1. Un ottimo articolo come sempre :)
    se posso aggiungere un piccolo contributo, ti dico questo : di CFR ha interesse parlarne esclusivamente con lance tipo Fogfighter/DMR, in quanto sono le uniche a fornire un getto nebulizzato corretto, infatti l'acqua, per essere efficace nell'estinzione, deve essere ben distribuita sulla superficie. Il binomio di attacco, poi, deve potersi proteggere in caso di Flashover, (ombrello d'acqua e 500 l/min alla lancia secondo GNR EF-EGE) e questo si può fare solo con le DMR .
    Le lance tipo Uni 45 e UNI 70 "a leva" prima le abbandonate e meglio è ;). Non hanno più alcun interesse operativo ( i pompieri francesi non le usano più da 20 anni) e possono essere rimpiazzate in tutto e per tutto dalle LDMR (non solo negli incendi al chiuso)

    Sostanzialmente i calcoli portano alla necessità di avere circa 500 l/min su una linea e le lance Fogfighter necessitano di una pressione di utilizzo di 6/7 bar per fornire un getto corretto, in paticolar modo i modelli "automatici". Ciò crea un piccolo problema che io ti pongo con uno schema di un impianto : Hai una linea semplice (senza divisore) con 60 metri di 45mm ed una LDMR che necessita di 6 bar per ottenere 500 l/min. la linea è tutta al livello della strada.
    La domanda è questa: che pressione metteresti alla pompa ?

    Ciao ed a presto
    Federico

    RispondiElimina
  2. Continuando con il problema delle perdite di carico, queste variano col quadrato della portata. Conoscendo il valore della p.d.c. J, per una data portata Q in un determinato diametro di tubazione, essa varia al variare di Q secondo la formula J2=J1*(Q2/Q1)^2 .
    Conoscendo che per Q= 250 l/min si ha J=1,5 bar/100 m di linea di diametro 45 mm, volendo conoscere la p.d.c J per Q=120 l/min e per Q=500 l/min, si ha
    - J(120)=1,5*(120/250)^2 -> 1,5*0,23 = 0,35 bar/100m
    - J(500)=1,5*(500/250)^2 -> 1,5*4 = 6 bar/100m

    Ed ecco che siamo arrivati al punto del problema con l'utilizzo di lance ad alta portata tipo DMR 500 al posto di UNI 45 a leva :
    1) 120 l/min -> J=0,35 bar/100m ovvero J=0,07 bar/manichetta da 20m -> per una linea da 45 che alimenta una lancia UNI 45 a leva la p.d.c dovuta all'attrito interno è trascurabile
    2) 500 l/min -> J=6 bar/100m ovvero J=1,2 bar/manichetta da 20m -> per una linea da 45 che alimenta una lancia DMR/Fogfighter regolata a 500 l/min la p.d.c. dovuta all'attrito interno non è assolutamente trascurabile

    Perciò anche per una semplice linea da 60m di 45mm, con una LDMR che richiede 6 bar per funzionare, servono ben 1,2*3 + 6 =9,6 bar alla pompa se si vogliono ottenere i 500 l/min. A questi vanno aggiunte le p.d.c. dovute al dislivello in altezza (1 bar/10m).
    Ne serviranno ancor di più nel caso si tratti di una linea da 70mm biforcata in 2 da 45mm con una LDMR 500 ciascuna

    Conclusioni:
    1)Per ottenere un CFR corretto occorre che le lance siano alimentate alla pressione di funzionamento indicata dal costruttore e perciò si deve tener conto sempre delle p.d.c, altrimenti vengono vanificati tutti i calcoli su CFR e n° di tubazioni da impiegarsi.
    2)le lance Fogfighter/DMR ad alta portata richiedono pressioni più elevate alle pompe, pur restando nell'ambito della media pressione, per coloro che le utilizzano da decenni non è affatto inusuale mettere 15 bar alla pompa (in USA anche 17 bar/ 250psi). Nel 1991 a Philadelphia morirono 3 firefighters nell'incendio del Meridian Plaza in quanto non avevano pressione sufficiente alla lancia per combattere il fuoco. Ed era una LDMR automatica

    Scusa se ti ho annoiato con tutti questi calcoli, ma anch'io mi interesso alle nuove tecniche, anche se solo da appassionato :)
    Ciao, Federico

    RispondiElimina
  3. Ciao grandioso come sempre!!!
    Pensa che ho un libro dei pompieri del 1942 ventennio fascista dove si raccomandava di non sovrapporre più manichette da 45mm perché a 4 manichette si perdevano 5 atm.
    Ora invece facciamo linee ancora più lunghe !!!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao!
      Il limite di 4 manichette da 45mm indicato dal libro del 1942 è assolutamente esatto, infatti si ha 4*1,2 atm = 4,8 atm. Questa limitazione di 80m è tutt'ora impiegata in molti corpi, soprattutto francesi e americani, che utilizzano LDMR. Negli 80m va considerato tutto: tratto dal divisore al punto di attacco (da 1 a 2 manichette), riserva di 20m (1 manichetta) davanti il punto di attacco fatta ad O oppure ad U, eventuale prolungamento di 20m.
      Tutto il tratto precedente va realizzato in 70mm, anche se si tratta di una notevole lunghezza.
      Infatti se consideriamo che per il 70mm come p.d.c. si ha:
      - J(500)= 0,55 bar/100m (divisore che alimenta una linea da 45mm a 500 l/min)
      - J(1000)= 2,2 bar/100m (divisore che alimenta 2 linee a 500 l/min cadauna)
      Come vedi sono molto inferiori rispetto alle p.d.c. del 45mm

      Perchè vengono realizzate linee da 45mm lunghe più di 80m? Secondo me sostanzialmente per questi motivi:

      1) Si trascura il fatto che per estinguere l'incendio rapidamente e in sicurezza ci vuole l'acqua. E acqua significa portata elevata (da 400/500 a 1000 l/min). Portata che non può essere ottenuta nè con un naspo, nè con una lancia tipo UNI 45 a leva. Ora, come le lance Fogfighter sono poco diffuse in Italia, viene ignorata la p.d.c. per attrito interno datosi che la portata resta bassa (120-150 l/min)

      2)Il 45mm è comodo e maneggevole; il 70mm è scomodo e pesante
      Tirare una lunga linea da 70mm richiede fatica e personale.
      (logico !) . Ma ciò è vero soltanto se si usano le manichette arrotolate su sè stesse (a "chiocciola"/ a "corona"). Queste vanno bene solo se la distanza pompa /divisione è di 1 o 2 manichette, altrimenti è bene studiare sistemi diversi di stendimento:
      - tubazioni da 70mm pre-raccordate e disposte a matassa in uno scomparto: si prende e si tira (vedi le APS americane) e ciò va bene sino a 80/100m max con un binomio.
      - tubazioni pre-raccordate e arrotolate su un "naspo-mobile" ("devidoirs mobiles" attaccati dietro alle APS francesi) e ciò va bene sino a 200m con un binomio, sino a 400m con 2 naspi-mobili e 2 binomi.

      Spero di esserti stato utile e di averti fornito delle buone informazioni :)
      Ciao, Federico

      Elimina
  4. Ciao Federico grazie per i tuoi esaudienti commenti!!
    non ci sarà bisogno di fare un'altra pagina nel blogg sulle perdite di carico !!!

    RispondiElimina
  5. Quindi data la formula J2=J1*(Q2/Q1)^2 se non ho spagliato qualche calcolo con una tubazione da 70 mm che fluisce con una lancia da
    230 l/min le perdite di carico dovrebbero essere intono 0,13 bar ogni 100m
    Giusto ??

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Si, il calcolo che hai fatto è giusto (anche a me viene lo stesso risultato).
      Adesso ti fornisco un'altra formula interessante per le p.d.c.:
      J2=J1*(D1/D2)^5
      Con questa si può calcolare come varia la p.d.c J per una data portata Q, al variare del diametro D della tubazione.
      Ad esempio si può calcolare la p.d.c. di una linea da 25mm a partire da quella del 45mm
      J(45mm)=1,5 bar/100m per Q= 250 L/min
      J(25mm)=1,5*(45/25)^5 -> J(25mm)= 28 bar/100m a Q=250 l/min

      Per risolvere in maniera pratica il problema "idraulico" p.d.c. con uso di lance tipo Fogfighter ad alta portata, è bene raccogliere i risultati dei calcoli in forma di tabella, mettendo in fondo a questa tutte le limitazioni e prescrizioni necessarie (ad es. max 80m di 45mm, max 2 linee a 500l/min su un divisore alimentato da un 70mm, ecc...) e conservarli in modo da poter essere usati al momento opportuno.

      Ciao, Federico



      Elimina
  6. Con questi calcoli e le tecnologie a disposizione possiamo sapere come comportarci e definire procedure operative che standardizzino cosa si può o non si può fare !!
    senza dover calcolare in loco ;))

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Esatto! Niente più deve essere lasciato al caso, in quanto la pompieristica europea tende a cambiare in un verso che lascia molto meno spazio all'approssimazione.
      Ad esempio se si ha una lancia Fogfighter tipo automatico (es. TFT Ultimatic o Midmatic tanto per citarne alcune diffuse in europa) e questa non riceve i 6/7 bar previsti, il binomio di attacco può trovarsi in grave pericolo (vedi caso One Meridian Plaza a Philadelphia citato sopra).

      Un'altra cosa che è necessario vedere è la pressione max che può essere messa in pompa. Questa, con l'uso di LDMR 500 deve essere rivista in rialzo, ad esempio 15 atm. Ora una pompa varia con la pressione anche la portata in uscita; per esempio una 3000l/min a 10 bar ne darà soltanto 2000 a 15. Ciò è bene saperlo sia per lunghe condotte di mandata con uso di LDMR, sia per le operazioni di pompaggio in altezza (10 piani = 30 m = 3 bar p.d.c. per altezza; 15 piani = 45 m = 4,5 bar p.d.c.), e su questo ci saranno molto da dire in un articolo sugli incendi in grattacieli o comunque in edifici alti ( high-rise fires ).

      Ciao, Federico

      Elimina
  7. Riguardo agli high rise fire le lance smoth bore danno più di 500 l/min a 3 bar oppure le lance con cursore di emergenza a 3 bar potrebbero sopperire alle perdite di carico e fare un buon lavoro sulla fare gassosa a 6 bar ma almeno l'acqua arriva a 3 bar....
    l'FDNY ha risolto con questa tabella
    Piani Pressione della pompa(bar) Pressione della pompa (psi)
    1-10 10 bar 150 psi
    11-20 13.5 bar 200 psi
    21-30 17 bar 250 psi
    31-40 20 bar 300 psi
    41-50 24 bar 350 psi
    51-60 27 bar


    onde avere 3 bar per le smooth bore

    RispondiElimina
  8. Le lance bi-regolazione 3-6 bar hanno una certa diffusione nei corpi delle città europee aventi un buon numero di edifici alti (una molto diffusa è la Tft Midforce, ma vi sono diversi modelli); meno diffuse sono le smoothbore, che vengono utilizzate soprattutto da quei corpi che utilizzano sistemi CAFS sulle APS.

    La tabella sviluppata dall'FDNY è una buona soluzione per il pompaggio nella colonna, tuttavia bisogna tenere a mente alcune cose:
    1)L'Fdny, oltre alle lance smoothbore, utilizza una tubazione da 2,5" = 65mm per attaccare un incendio a partire dagli standpipes. Ricordandosi i calcoli sviluppati prima:
    - 20m di 70mm a 1000 l/min = 0,44 atm di p.d.c.
    - 20m di 45mm a 500 l/min = 1,2 atm di p.d.c.
    dubito che in Italia vi sia qualche edificio equipaggiato di standpipes con uscita da 70mm, dunque nella quasi totalità dei casi la linea di attacco sarà in 45mm, e di questo bisogna tenere conto.
    2) Per ottenere pressioni elevate, superiori ai 250 psi (17 bar), l'Fdny dispone di APS tipo "high pressure pumpers" che possono far avere 500 gpm a 700 psi (semlificando 2000 l/min a 50 bar). Ciò è giustificabile datosi che quella città è piena di grattacieli, molto meno giustificabile in Italia, anche considerando la rarità di un simile tipo di incendio.
    Pertanto è bene mettere un limite a circa 20 bar, per ottenere i quali dalla media pressione sarà bene studiare soluzioni appropriate allo specifico tipo di grattacielo di volta in volta.

    Tenendo conto di tutti questi fatti, con 2 linee da 60m di 45mm innestate sulla stessa colonna (per esempio incendio piano 18°, 1° linea allacciata al 17°, 2° linea allacciata al 16°),e lance bi-regolazione, una tabella delle pressioni alla pompa, rivista con le dovute approssimazioni e correzioni è questa:

    Piani lancia a 3 bar lancia a 6 bar
    1-3 9 bar 12 bar
    4-6 10 bar 13 bar
    7-9 11 bar 14 bar
    10-12 12 bar 15 bar
    13-15 13 bar 16 bar
    16-18 14 bar 17 bar
    19-21 15 bar 18 bar
    22-24 16 bar 19 bar
    25-27 17 bar 20 bar
    28-30 18 bar 21 bar

    Spero di esserti stato di aiuto e di averti fornito informazioni utili. P.s. se cerchi su google: "fdny procedures" troverai un pò delle procedure di intervento di quel corpo.
    Ciao, Federico

    RispondiElimina
  9. Ciao Federico non sei.... utile sei indispensabile!!
    ma sei un mostro !!!
    non mi dire che ti sei calcolato tutte le portate !!!
    piano per piano !!!
    Riccardo

    RispondiElimina
  10. Tieni presente che sono valori teorici, molto probabilmente dovranno essere aggiustati al momento, nel caso di un uso reale "sul campo".

    Il ragionamento è questo per i piani 1-3 :
    -60m di 45mm a 500 l/min = 3,6 atm p.d.c.
    -lancia a 3 atm (valori a sinistra) oppure a 6 atm (valori a destra)
    -3 piani = circa 10m in verticale = 1 atm
    (ogni 3 piani aggiungi 1 bar)
    e siamo a 7,6 atm/ 10,6 atm per i piani 1-3

    la differenza per arrivare ai valori che ti ho indicato (9 atm/12 atm) è dovuta a 2 fattori:
    1) la p.d.c. per attrito interno alla colonna secca
    2) la p.d.c. della tubazione di mandata dall'APS alla colonna secca

    Queste possono essere soltanto stimate, non sono ben determinabili in linea generale per i seguenti motivi:
    -Può variare il diametro della colonna da edificio a edificio. Solo sapendo di quale specifico palazzo si tratta si saprà se la colonna (dry riser) è da 2,5", da 3" o da 4" e anche se cambia di diametro restringendosi a salire, nonchè la pressione max accettabile dalla colonna.
    -Non si conosce a priori la lunghezza del tratto di tubazione autopompa/innesto colonna, nè finora si è detto se la colonna dovrà essere alimentata da 1 o da 2 linee (e su questo ci sarà molto da dire).

    Tenendo conto di ciò una tabella del genere è comunque utile, molto meglio che andare a occhio ;)

    E' opportuno tenere presente che tutti i servizi antincendi il cui settore di intervento comprende edifici alti, operano esclusivamente per procedure di intervento stardardizzate (un incendio di quel tipo non si attacca in maniera improvvisata), ed in queste è possibile inserire una tabella delle pressioni pompa.

    Ciao, Federico

    RispondiElimina
  11. Ciao Federico alcuni calcoli li avevo fatti anche io
    sulla base delle formule...
    e si possono arrotondare i valori per eccesso qualche Bar in più fa comodo!!
    certo sulla colonna di carico l'attrito c'e' credo siano da 100 mm
    e se và bene si attacca una o due lunghezze di manichetta su di una lancia, due lance non c'è proprio la concezione, quindi figuriamoci sul resto che verrà sicuramente realizzato ad occhio...
    E sorgeranno dei problemi, come a Philadephia senza acqua!!
    La tabella gia fatta vedere al mio operatore alla pompa!!

    RispondiElimina
  12. Concordo con te su tutto, purtroppo non c'è un reale interesse verso un incendio di quel tipo. La cosa peggiore nell'incendio del Meridian Plaza di Philadelphia è che quei vigili sono morti per combattere contro un incendio in un edificio completamente vuoto!!! Un altro esempio è la torre Windsor di Madrid: bruciata del tutto dalla base al tetto !

    Ma a mio avviso, indipendentemente da p.d.c. ed incendi in edifici alti, il problema principale è questo:
    -formazione lotta flashover/backdraft a impulsioni
    -formazione ventilazione ed antiventilazione
    -concetto di lavoro in binomi e R.I.T. (rapid intervention team)
    -formazione nuove tecniche per stendere le linee (matasse Z ed O) + manovre tipo standardizzate (vedi x es. manovre francesi in binomi M3-M4-M5-M6 su youtube)
    -formazione incendi in edifici alti più di 10 piani
    -sostituzione lance tipo UNI 45/70 a leva con LDMR 500/1000 e formazione connessa per le pressioni alla pompa
    -sostituzione raccorderia UNI a vite con raccorderia rapida in alluminio (compresi tutti gli accessori: divisori,riduzioni,ecc..)
    -eliminazione dei naspi dagli automezzi per incendi civili
    -formazione adeguata per il forzamento degli accessi+ materiale connesso (ad esempio ascia + Halligan tool, apriporta idraulici...)

    Il nocciolo della questione è che si tratta di una montagna di roba!!! Sia dal punto di vista concettuale/formativo che da quello materiale! Per mettere in campo tutto ci vorrà tempo, molto tempo e molto impegno. Buona fortuna e buon coraggio !!

    Ciao, Federico

    RispondiElimina
  13. Grazie Federico !!!
    Tanti altri pompieri cercano, vedo su internet, di esternare in qualche modo queste nuova concezione di lavoro.
    Di mio mi sono veramente sbattuto tra documenti e libri tutti in altre lingue rigorosamente come sai bene e ho cercato di fare video e blogg che aiutino un po.
    Ho tradotto i libri:
    "Euro firefighter" e "rescue and survivor" e ho un'altro libro che dovrò cominciare prima o poi unicamente sulla PPA un libro che parla solo di quello pensa.
    Ritorno un attimo alle perdite di carico...
    ho fatto delle prove in caserma con il tubo di pitot ovviamente i calcoli sono esatti ;))
    Tutto quello che manca l'hai evidenziato tu nel post questi sono anni di lavoro!!!
    speriamo di vederlo realizzato............

    RispondiElimina
  14. L'incedio di madrid è descritto bene nel libro euro firefighter capitolo 11 "high rise firfighting the basic"

    RispondiElimina
  15. Sono contento che la prova pratica abbia confermato il calcolo teorico :) Certamente hai delle basi molto solide, ti basti pensare che l'autore di "Euro firefighter" ( Grimwood )è conosciuto in tutto il mondo.
    Visto che hai mostrato molto interesse nei ragionamenti, adesso ti pongo altri 2 problemi, da me studiati (purtroppo solo teoricamente) per pura curiosità ed interesse personale (come tutto il resto!).

    Le due questioni di cui ti parlavo sopra, sono connesse indirettamente a tutto ciò che riguarda il CFR, le lance Fogfighter e le p.d.c. e rappresentano evoluzioni ad esse collegate:
    1)Approvvigionamento idrico con utilizzo di lance tipo Fogfighter ad alta portata: necessità di continuità della catena idraulica (non deve mai mancare l'acqua alle lance)
    2)Elevate pressioni in pompa nel caso di immobili di grande altezza

    Problema 1. si possono considerare 2 casi
    -incendi senza necessità di alimentazione: studi e ricerche (tutti in altre lingue) hanno mostrato che il 90% degli incendi può essere estinto con 2500 l di acqua e 1/2 LDMR 500. Il restante 10% ne richiede molta di più, dunque si ha necessità di alimentarsi. Tanto per curiosità, mediamente le autopompe europee portano tra i 2000 e i 3000 l, la maggioranza circa 2500 l.
    -incendi con necessità di alimentazione: è il restante 10%, per esempio stabiliamo che occorrano 2 lance per 1 ora di tempo.

    Vediamo le tecniche possibili di alimentazione:
    -> alimentazione "dinamica" con utilizzo di autobotti (è il caso comune in italia). Ora vedi come cambiano le cose cambiando lancia:
    - 2 lance UNI 45 -> 250/300 l/min -> 1 ora = 15000/18000 l
    - 2 LDMR 500 -> 1000 l/min -> 1 ora = 60000 l
    Nel caso delle UNI45 ciò vuol dire che con una autopompa da 2500 l si hanno 8/10 min, tempo sufficiente per l'arrivo di una autobotte, che a sua volta avrà 30 min di autonomia, tempo sufficiente per farne venire una seconda.
    Come logica conclusione, nel caso di lance tipo tradizionale o naspi a bassa portata, l'alimentazione "dinamica" non è un grosso problema.
    Nel caso delle lance Fogfighter ad alta portata tutto ciò è rivoluzionato: 2500l = 2,5 min di autonomia -> necessità immediata della autobotte, che avrà solo 7/8 min di autonomia. Con un rapido ragionamento si desume che, avendo l'acqua disponibile vicino (200/500m) serviranno 2 autobotti in contemporanea, se si suparano i 500m, ad esempio il punto dove prendere acqua si trova a 1km dal luogo dell'incendio, ne occorreranno ben 3 in contemporanea, per alimentare "soltanto" 2 LDMR 500 (oppure una sola LDMR 1000 su tubazione da 70mm) senza rompere la continuità idraulica.
    E' quindi evidente che ciò che è andato bene fino ad un certo punto (con lance tipo UNI o naspi), incomincia ad essere problematico dopo.
    Adesso dimmi: E' giusto come ragionamento oppure no? (se si, successivamente ti dirò una possibile soluzione al problema 1, ovvero l'alimentazione "fissa")

    A presto, Federico

    RispondiElimina
  16. Quanto dici è indiscusso sul problema della continuità idraulica
    sono curioso della risposta....
    La mia è la seguente con le lance DMR 500 io intendo dotare al pompiere una risorsa idraulica per una ipotetica difesa quindi un grande potere idraulico per attacchi interni per avere acqua sufficiente all'estinzione entro tre minuti di una superficie di 50 70 mq in flashover come nel caso di appartamenti, quindi un APS sarà sufficiente.
    Se devo effettuare attacchi di tipo difensivo o una protezione delle esposizioni avrò bisogno di una continuità idrica allora userò le lance UNI, ottimizzo la risorsa idraulica se da una unica botte, se invece da idrante lo sai già quindi tutto in base a quello che posso avere disponibile.

    RispondiElimina
  17. Il mio ragionamento parte appunto dal fatto che un incendio sprigiona energia, e l'acqua serve per neutralizzarla (da qui tutto il discorso sul CFR).
    Il problema nasce appunto se l'energia sprigionata è maggiore o se sono maggiori le superfici (> di 50/70 mq), che gli studi hanno mostrato essere solo il 10% circa di questa tipologia di incendio.

    Se si tratta di semplice contenimento, allora la tua soluzione è ottima, impeccabile. Se invece l'idea è di realizzare un attacco "di potenza", allora l'apprvvigionamento idrico è un punto da prendere in considerazione, proprio per garantire la continuità idraulica.
    Come ti ho mostrato prima con "solo" 1000 l/min per 1 ora in continuo, l'alimentazione "dinamica" tramite autobotti può essere difficoltosa, figurati con portate maggiori (es. 2000 l/min in continuo). E' quindi logico cercare soluzioni alternative e complementari ad essa. Una possibile soluzione è questa:

    -L'alimentazione "fissa"
    E' la norma in europa ed Usa per gli incendi strutturali, come definizione possiamo dare questa: tirare una o più linee di alimentazione che colleghino l'autopompa ad un "punto d'acqua fisso".
    Piccola parentesi: l'APS che invia acqua alle lance è da considerarsi posizionata "al fuoco" ovvero in prossimità del punto di attacco, indipendentemente da dove si trova il punto d'acqua fisso ("l'acqua"), non ha quindi senso considerare l'eventualità che QUESTA autopompa sia in aspirazione.
    Detto ciò, il collegamento autopompa/punto d'acqua può essere realizzato in 2 modi:
    1) Direttamente: in questo caso il punto d'acqua è un idrante situato nelle vicinanze dell'incendio, e l'Aps vi si collega. Qui c'è da discutere 2 cose, ovvero il concetto di "vicinanza" e le caratteristiche idrauliche dell'idrante.
    - vicinanza: se l'autopompa è dotata di portamanichette a bobina (devidoirs mobiles) può considerarsi "vicino" anche un idrante situato a 200m dall'autopompa. Se invece, come ad esempio nel tuo specifico caso (CNVVF), questi non sono presenti e la condotta deve realizzarsi "a mano", questa distanza si accorcia anche di molto ( 80/100m), in base al caricamento di manichette della autopompa, tolte quelle per l'attacco.
    - caratteristiche idrauliche: un idrante è da considerarsi "buono" se ha pressione e portata adeguate. In quanto alla portata dovrebbe dare sempre almeno 1000 l/min, tenendo presente che questa è la portata minima prevista per gli idranti in Francia e che in USA è di 500gpm (1900 l/min).
    2) tramite un "pompaggio in serie": questo caso è da considerarsi quando si ha un idrante "lontano" oppure quando il punto d'acqua fisso sia diverso dall'idrante (es. fiume/lago/piscina/riserva d'acqua interrata) e vi sia bisogno di aspirazione.
    Lo schema è questo:
    ACQUA -> Pompa 2 -> condotta di alimentazione -> Pompa 1 -> lance

    Anche questo è comune in europa, con 2 autopompe si ha:
    1° mezzo al fuoco (pompa 1), missione: attacco e salvataggi
    2° mezzo all'acqua (pompa 2), missione: alimentazione del 1° mezzo , R.I.T., personale di appoggio, ecc...

    Scusa se sono stato un pò lungo, ma l'argomento è così vasto che non si può condensare più di tanto. Dimmi cosa ne pensi, successivamente ti dirò qualche altro "dettaglio" sulla tubazione di alimentazione: perdita di carico, tipi di collegamento all'APS (tramite serbatoio o diretto), uso di L.D.H.(large diameter hose) con tutti i pregi e i difetti.

    Ciao, Federico

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Rileggendo un attimo il mio ultimo commento mi rendo conto di essere stato un pò impreciso nella risposta.
      La sostanza del mio pensiero era questa:
      se è disponibile almeno un punto d'acqua fisso (in grado di fornire acqua in abbondanza ed in maniera continua per un determinato lasso di tempo), anche se esso è situato a media distanza (pompaggio in serie), allora si potrà pensare ad un attacco "di potenza" ad un incendio strutturale (in post-flashover) anche se le superfici e l'energia sprigionata sono maggiori di quelle prese in conto nel calcolo di CFR. Altrimenti vi potrà essere solo un attacco difensivo con contenimento dell'incendio.
      Ovviamente, in linea teorica, esistono molte altre soluzioni, ad esempio i sistemi CAFS che aumentano l'autonomia di un APS. Ognuno deve vedere quale è il più opportuno al suo specifico caso.

      Ciao,Federico

      Elimina
  18. Ciao Federico,
    certamente additivi e nuovi dispositivi come il CAFS o ONE SEVEN aiuterebbero molto senza rete idrica.
    Purtroppo la rete non è così capillare in alcune parti d'italia e così i mezzi di supporto come le botti per un supporto idrico ininterrotto.
    Metodologie ce ne sono molte la prima fa la ricognizione a vista e si dirige all'idrante etc. atc.
    L'importante (purtroppo di ripiego) è sapere che senza un CFR adeguato ed ininterrotto, nessun pompiere deve essere impiegato per un attacco offensivo. La maggior parte delle volte anche per un attacco difensivo servono grandi flussi se no si perde la struttura ed anche quelle vicino.

    RispondiElimina