venerdì 16 ottobre 2020

INCENDIO AL ONE MERIDIAN PLAZA




L'incendio del ONE MERIDIAN PLAZA fu un evento significativo nella storia del servizio antincendio Americano. Questo evento sarà per sempre, uno degli incendi di grattacielo più studiato e le lezioni apprese saranno  tenute e sviluppate per anni. 


Il ONE MERIDIAN PLAZA era un grattacielo di 38 piani adibito ad uffici, nel cuore di Philadelphia (USA).
L'incendio scoppiò verso le 20:40 del 23 febbraio del 1991, in un ufficio al 22 piano. da un mucchio di stracci imbevuti di olio di semi di lino, bruciando poi, per 19 ore.
L'incendio ha consumato 8 piani  e ci sono voluti più di 300 pompieri, dove tre di questi persero la vita.

  • Captain David P. Holcombe, di anni 52
  • Firefighter Phyllis McAllister, di anni 43
  • Firefighter James A. Chappell, di anni 29
Al Piano coinvolto si attivò l'allarme antincendio ma i soccorsi vennero chiamati dopo che il personale che lavorava nel grattacelo investigasse sull'accaduto, infatti uno di loro fu sopraffatto dal fumo in un ascensore e dopo che venne salvato dai colleghi, fu dato l'allarme, a quel puto l'incendio aveva acquistato una considerevole potenza. 

Le squadre trovarono subito difficoltà per entrare al 22° piano che era fornito di una porta con blocco a codice, ci sono voluti parecchi sforzi per forzare l'entrata.

Quando cominciò l'attacco si verifico un problema alla valvola di regolazione della pressione dell'idrante PRV (pressure regulating valve) fornendo così una bassissima pressione alla lancia automatica (fog nozzle) che era collegata a sua volta ad una manichetta  da 45 mm, la bassa pressione fornita non supportava le perdite di carico del 45 mm fornendo così una bassa portata. 

L'assenza di apparati di ventilazione antincendio hanno permesso che l'incendio ed il fumo si propagasse verticalmente ed orizontalmente. 

I tre pompieri che perirono in questo incendio tentarono di ventilare la torre delle scale. La trasmissione radio di aiuto fu richiesta quando erano al 30° piano, dopo parecchi sforzi di salvataggio i loro corpi furono trovati al 28° piano che non era ancora bruciato ma sotto pesantissime condizioni di fumo e calore.

Il fuoco cominciò la sua propagazione attraverso la facciata dell'edificio dopo che i vetri collassarono fu il primo motivo di propagazione.

Tutti i sistemi fire proof collassarono dopo la continua esposizione a così alte temperature, le operazioni di spegnimento interne furono abbandonate dopo 11 ore di incendio in crescita e problemi di stabilità strutturale.

Il fuoco si fermo quando raggiunse il 30° piano e fu spento dal sistema automatico a sprinkler.

Molto importante nelle cause di una così alta propagazione a parte i problemi di staff, materiali di costruzione e codici di costruzione per la progettazione antincendio, fu il settaggio della PRV pressure rugulation valve. 
( regolatore di pressione che si trova sull'idrante, per abbassare la pressione che altrimenti sarebbe troppo forte per l'operatore) 

Una investigazione scoprì che la PRV era stata settata male dall'installazione, durante l'incendio essa non forniva più di 4 bar, insufficienti per la lance automatiche in uso in quegli anni nel dipartimento di Philadelphia e molto in voga da noi oggi. 

Quando capirono il problema e settarono molte delle PRV, l'incendio era oramai fuori controllo.

Perché vi ho raccontato di questo incendio ? 
Cosa possiamo imparare da questo incendio noi Italiani??

Innanzi tutto che noi :
  1. Non abbiamo una procedura operativa per incendi di grattacielo.
  2. Stiamo usando lance DMR al quale occorrono molti bar per funzionare invece delle smooth bore utili quando si hanno pochi bar.
  3. Useremo per attacco interno di un grattacielo tubazioni da 45 mm invece dei 60 mm come avviene anche a Londra, sempre per sopraffare le perdite di carico.
  4. Non useremo i 70 mm troppo ingombranti ma ottimi per gestire le perdite di carico se raccordati all'idrante da 45 mm attraverso il raccordo diffussore 45 / 70.
  5. In fine non abbiamo un regolatore di pressione con manometro per verificare quanta pressione effettiva abbiamo al piano.
 Quindi detto ciò potremmo essere soggetti a ripetere  gli stessi errori. 

memoriale delle tre vittime dell'incendio al One Meridian Plaza

Personalmente ho sviluppato una procedura operativa standard per grattacielo, molti anni fa dopo aver tradotto un importante libro che trattava l'argomento. I punti chiave sono innumerevoli tra logistica e tattica. 
Non può essere trattato come un normale incendio di un edificio basso con piani nettamente inferiori. 
Sarebbe un grave errore di sottovalutazione dell'evento.

Segue Video dell'evento
Se non visualizzi il video entra in versione web




Da qui il dovere di essere consapevoli del rischio nell'usare le lance DMR in questa tipologia d'intervento.



 



giovedì 24 settembre 2020

CAFS PER GAS COOLING E GRANDI INCENDI

 

CAFS Applicazione da esterno

Abbiamo già parlato in questo blog del sistema di schiuma ad aria compressa chiamato CAFS molto tempo fà.

https://vvf-flashover-garofalo.blogspot.com/2014/08/cfbt-compressed-air-foam-sistem-cafs.html

Ma non abbiamo parlato delle sue potenzialità d'impiego negli incendi di compartimento per il raffreddamento dei gas super caldi e soprattutto nell'impiego su grandi incendi con grande superficie in combustione. Vi sono stati degli esperimenti dove il cafs veniva comparato con le lance DMR per il controllo della massa di fumo super calda nei compartimenti , ed il suo impiego in grandi incendi di grande superficie, ovviamente i dati che seguiranno sono frutto di studi su documentazioni, in quanto io personalmente non ho mai lavorato con il sitema CAFS su di un intervento perche ancora non è in dotazione presso il mio comando, però ho avuto la possibilità di provarlo in addestramento con incendio controllato.

Il sistema CAF generalmente usa pochissima quantità di soluzione schiumogena tra lo 0.3 e 0.6  % fino a l' 1 %, generando una schiuma molto omogenea attraverso l'immissione di aria o con un compressore o una bomola di aria compressa, il ratio di espansione che si crea va da umida 1 a 5, fluida da 5 a 10 o secca da 10 a 20 litri.

Le bolle create sono stabili così degradano lentamente, sono piccole ed omogenee, dando inoltre, alla schiuma, la possibilità di aderire sul verticale (possibile impiego come protezione delle esposizioni). Il compressore da molta energia alla schiuma dandogli un grande range di applicazione e la schiuma nella tubazione fa poco attrito di conseguenza, ha piccolissime perdite di carico (tubazioni molto lunghe). 

La lancia di applicazione raccomandata e la smooth bore, se si usa una DMR il ratio di espansione cambia creando una schiuma umida causato dalla lancia che distrugge le bolle.

La schiuma permette all'acqua di raggiungere il combustibile e l'acqua contenuta nel fino film della bolla quando la bolla esplode attraverso la dilatazione termica dell'aria nella bolla, permette all'aqua che si divide in finissime goccioline, di penetrare nel combustibile e vaporizzare istantaneamente assorbendo il calore.

Negli espermeti che hanno caratterizzato il documento dal quale ho preso queste informazioni vi il traffreddamento dei gas super caldi di combustione e le conclusione degli esperimenti fatti è la seguente:

  1.  Il CAFS con agente estinguente di classe A è superiore all'acqua nella soppressione e nella penetrazione dei materiali.
  2. Il CAFS raffredda i gas di combustione quando viene applicata sulle superfici calde quindi c'è un ritardo nel raffreddamento dei gas rispetto all applicazione dell'acqua nebulizzata con DMR. 
  3. La schiuma umida è più adatta rispetto a quella secca.
  4. La schiuma umida e meno performante rispetto alla nebbia creata dalle lance DMR.
  5. Nell'attacco di transizione il cafs è più efficace rispetto all'acqua.
Come si evince dai risultati, il raffreddamento dei gas super caldi attraverso il cafs è molto simile all'utilizzo dei getti pieni con le smooth bore con l'aggiunta di un agente bagnate di classe A, ottenendo lo stesso risultato ma in maniera più economica rispetto al CAFS. 
Dal mio parere utilizzare agenti schiumogeni dentro un compartimento ad uso abitazione, dove non è necessario ed inderogabile l'uso di tale agente, che potrebbe creare un rallentamento all'avanzamento della tubazione e possibili infortuni sulle scale (scivolamento). 

Applicazione della schiuma tramite cafs in Kent fire service UK 

Applicazione CAFS in addestramento presso scuola antincendio di Trento 

Per quanto riguarda l'applicazione del CAFS su vaste aree in combustione le informazioni sono state prese dal libro EUROFIREFIGHTER 2 di Paul Grimwood.

Come abbiamo visto il CAFS migliora l'efficienza dell'acqua, aumentando la sua superficie di contatto con conseguente aumento del potere di raffreddamento. Ma una importante considerazione va fatta quando si tratta di incendi di grande superficie.

Quando si utilizza un getto umido a 5 bar vengono erogati approssivamente 240 L/min, se si possiede questa portata, nel gradiente di estinzione si può controllare soltanto una stanza con un rapido abbattimento delle fiamme rispetto l'acqua. In un incendio di vaste proporzioni il gradiente di applicazione di 6 L/min al m2 va cmq rispettato infatti nell' NFPA 11 il tasso di applicazione per agenti estinguenti di classe A non esiste e ci dice inoltre che l'aggiunta di un wetting agent non altera la portata critica di flusso prevista.  

Quindi non si può controllare un grande incendio con l'ausilio di un solo CAFS (a meno che non si abbia la possibilità di schierare  tanti CAFS per tanti quanti metri quadrati d'incendio si hanno oppure si possiedono CAFS con portate maggiori), ma bensì pensare di inserire un agente bagnante di classe A all'interno delle tubazioni designate per la soppressione dell'incendio rispettando la portata critica di flusso.

https://vvf-flashover-garofalo.blogspot.com/2013/08/portata-criticadi-flusso-la-pcf-o-cfr.html?m=1




martedì 1 settembre 2020

LA TUBAZIONE DI COPERTURA

spiegamento della tubazione di copertura


L'importanza di una linea (tubazione) di copertura, quando si commettono attacchi offensivi (interni) è stata già appresa da molti anni in nord Europa e Stati Uniti, divenendo uno standard regolamentato.

Nel NFPA 1710 (USA) c'è scritto, oltre alla minima portata critica di flusso da spiegare di 380 L/min, anche l'obbligo di creare una seconda tubazione con pari litri miuto o superiore per la copertura del personale.

Essa deve essere sempre creata alla prima occasione utile e fornita di personale. Se possibile attaccata ad una seconda autopompa nel caso accada un guasto alla pompa che sta apportando l'attacco.

Primo motivo fra tutti è la sicurezza dell'attacco interno, infatti esso potrebbe trovarsi in pericolo per varie raggioni anche viste nei post precedenti, ed una tubazione pronta e carica in loco potrebbe fare la differenza tra la vita e la morte dei nostri colleghi/fratelli, ed anche utilizzata dal team di RIT se richiesto per proteggere un salvataggio di pompiere abbatutto/intrappolato.

salvataggio di pompiere in difficoltà

Nei motivi seguenti, tutti di pari importanza, vi è la possibilità di utilizzare la seconda tubazione per aumentare la potenza dell'attacco se richiesto o una ricerca con tubazione, dietro la protezione dell'attacco per presunte persone all'interno, che ricordo, vi sono differenti livelli di rischio da intraprendere nel caso di nota vita a rischio e presunta vita a rischio, le priorità sono ovviamente differenti. 

Aumentare la portata dell'attacco.

Sotto la richiesta del team di attacco la tubazione di copertura potrebbe intervenire nell'attacco, aumentando i L/min per avere una portata critica di flusso corretta, in quanto l'attacco potrebbe percepire che la singola tubazione non è sufficiente nel sopraffare la potenza in MW dell'incendio. Oppure potrebbe notare che vi sono più locali incendiati, quindi vi sono più punti da dover attaccare.
Oppure l'attacco interno potrebbe capire che vi è bisogno di schiuma per estinguere l'incendio che a prima vista non appariva di classe B. La seconda tubazione potrebbe predisporsi per il cambio di erogazione dell'estinguente.
Ancora, nella protezione di esposizioni esterne anche distanti dall'ingresso da dove l'attacco e entrato.
Divenendo così da tubazione di copertura e tubazione secondaria.
In ognuna di queste opzioni si richiede l'immediata crezione di un'altra tubazione di copertura per il motivo principale sopra.. la sicurezza di una possibile ritirata del personale.

Linea di copertura in azione 

Usare la copertura come ricerca.

Se l'area di ricerca  è  grande e si estende oltre la grandezza di una singola unità residenziale, l'utilizzo di corde di ricerca o una tubazione come guida, ovviamente scarica per facilitare il movimento è raccomandata. Inoltre il team di ricerca ha sempre con se una tubazione che li può proteggere all'occorrenza. 
Anche in questo caso la tubazione di copertura diviene di ricerca  e va sempre ripristinata per i motivi di sicurezza descritti sopra.

In Italia questa possibilità è lasciata alla scelta di ogni singolo capo squadra che diviene così ancor più caricato di compiti da eseguire. Se fosse una pratica obbligatoria e consueta, quando si inviano più squadre, questo importantissimo ruolo vitale , potrebbe essere facilmente eseguito.




venerdì 14 agosto 2020

DANNEGGIAMENTI DA TROPPA ACQUA

Plattsmouth, Nebraska.

Negli Stati Uniti tra il 1950 e dopo il 1970 ci fu un largo uso dell'attacco indiretto di Layman e l'utilizzo quindi, di getti frazionati, ciò non è stato interamente attribuito alle scoperte di Lloyd, ma soprattutto alle richieste di risarcimento da danni causati dall'acqua, che le compagnie assicurative hanno indirizzato all servizio antincendio Americano durante il 1960 e 70 detti "gli anni di guerra" quando i reparti antincendio dovettero rispondere ad un incendio di seguito ad un altro. In molti di questi incendi i danni causati dalla troppa acqua superavano i danni causati dal fuoco. 
Le compagnie assicurative studiarono le operazioni antincendio, tattiche e gli attacchi che i pompieri usavano. La lobby delle assicarazioni hanno spinto il servizio antincendio Americano ad implementare nuovi metodi, per ridurre il danneggiamento da troppa acqua. 
Dalle stanze con aria condizionata e sedie comode intorno ad un tavolo hanno deciso come doveva essere combattuto un incendio e in che maniera doveva essere rilasciata l'acqua, in un ambiente pericolo ed incontrollato.
Hanno studiato le tecniche di Lloyd e promosse per salavare i loro soldi e chimato l'attacco indiretto uso cosciente dell'acqua.

Storie Italiane di risarcimento danni, da troppa acqua, ancora non ne ho sentito parlare penso non manchi molto.
Quando sono entrato nel corpo dei Vigili del Fuoco i veterani mi hanno bombardato sul fatto di non usare troppa acqua, questo anche però a discapito di un controllo rapido dell'incendio e quindi dell'ambiente.
Nelle priorità tattiche abbiamo la conservazione della prioprietà come terza opzione, prima abbiamo la sicurezza della vita, compresa la nostra, e per seconda la stabilizzazione dell'ambiente.

L'utilizzo inappropriato di tecniche come l'uso di getti frazionati sul combustibile solido in pieno rilascio di energia a discapito di getti pieni, mette in pericolo i pompieri e non ha effetti immediati sul fuoco non stabilizza l'ambiente creando pericolo per occupanti ed ulteriore danneggiamento della proprietà.

Il momento in cui dobbiamo stare attenti ai danni creati dall'acqua è quando attacchiamo dall'esterno senza colpire il combustibile e sulla fase finale, quando smassiamo, bagnamo e siamo esausti, andando un po giù di attenzione sulla valvola della lancia e continuando a bagnare braci oramai spente, magari col selettore della DMR sui 500 L/min.

foto da internet

Già nel 1800 secondo James Braidwood (1800–1861), l'attacco interno era preferibile per prevenire i danneggiamenti dovuti alla troppa acqua rilasciata. 
Inoltre, in una ricerca sulla efficienza dell'applicazione dell'acqua di Stefan Sardqvist, risulta una efficacia del 50% nel sottrarre energia ad un flusso di 10 L al secondo cioè 600 L minuto ad un incendio di 10 MW con un getto dall'esterno. 
Ciò vuole dire che saremo in grado di togliere solo 5MW con tale flusso all'incendio. 
Il resto sarà danno d'acqua! 

Si vedono molti video di acqua rilasciata dall'esterno con un ritardo nell'ottenere un vantaggio tattico che crea un successivo danno allo stabile.
Specialmente in Italia l'attacco dall'esterno con l'autoscala viene di frequente preferito.

nel link seguente si noterà la frequenza di questa azione semplicemente digitando incendio appartamento su youtube.


Buon ferragosto 


domenica 2 agosto 2020

Lancia Smooth bore vs DMR

Lancia smooth bore 

Sono molte le ragioni che mi hanno spinto a propendere per la lancia smooth bore contro l'uso della DMR, però prima di spiegarvi cosa ha cambiato questo mio modo di pensare, vorrei dirvi che io sono un profondo sostenitore della tecnica 3D di Mett Rosander ed Crister Giselson di raffreddamento dei gas caldi che si stratificano al soffitto e che se non raffreddati si auto-accendono irraggiando il materiale circostante fino al raggiungimento del flashover, invece attraverso l'inserimento di particelle d'acqua di 0.3mm all'interno dei gas mitiga l'effetto. Ma questa tecnica sviluppata negli anni 80 forse e secondo me, oggi 40 anni dopo non è più sufficiente....
Nelle motivazioni elencate sotto troveremo che è più utile operare con getti pieni, non solo per raffreddare i gas ma per operare su delle vere e proprie possibili situazioni, quindi trovo inutile dover dannarmi nel racimolare Bar di performance per le DMR a destra e sinistra tra tubi, pompa e strozzature se poi non ho, passatemi il termine,  "bisogno" di goccioline di 0.3 mm.
Per quanto riguarda il raffreddamento del gas super caldi di combustione con getto solido vi invito a leggere il mio precedente post ( vedi https://vvf-flashover-garofalo.blogspot.com/2020/02/ ) quindi possiamo ovviare attraverso l'impiego di una diversa tecnica il raffreddamento ed ottenere lo stesso risultato. Inoltre il getto pieno ci aiuta con la combustione dei nuovi materiali al soffitto e pareti.
Vi ho parlato nei post precedenti del cambio dei materiali di costruzione e l'isolamento dall'esterno che questi nuovi materiali offrono e delle condizioni di HOT WALL (vedi https://vvf-flashover-garofalo.blogspot.com/2019/09/ventilare-le-condizioni-di-hot-wall.html). In queste condizioni anche raffreddando i gas super caldi con un ottimo attacco 3D con le giuste gocce etc, non avremo l'effetto desiderato, il calore assorbito da soffitto e pareti ci irraggia nuovamente i gas che stiamo tentando di raffreddare...ed in questo particolare caso non stiamo facendo nulla di efficace per opporci a tale evento fisico che ci condurrà all'evento ostile del fuoco, flashover. Purtroppo la statistica gioca a nostro sfavore perchè quando interveniamo in un ambiente sappiamo poco o nulla sui materiali con i quale è stato costruito, infatti la tecnica di raffreddamento dei gas 3D attraverso le DMR a 7 bar 100 L/min è ottima nell'ambiente di addestramento CFBT (unità FDS) un ambiente controllato con combustibile stimato.
Differente sarà in un ambiente che non conosciamo con un diverso stage di combustione e carico d'incendio e soprattutto del quale non conosciamo i potenziali cambi improvvisi come collassi strutturali o di vetri delle finestre che cambieranno l'ambiente ed il fuoco.
Dove i materiali di costruzione vanno raffreddati per rallentarne il possibile collasso o dove il collasso di una grande vetrata mi fornisce grandi quantità di ossigeno all'interno, un rilascio veloce di grandi quantità d'acqua sarebbe importante in termini di efficacia/sopravvivenza, immaginate di dover giocare col selettore di porta delle DMR per passare da una portata bassa ad alta mentre stiamo operando nei gas ed avviene un cambio improvviso di potenza del fuoco in MW. 
Sempre nei materiali di costruzione ho trovato un altro fattore importante e cioè che alcuni materiale che normalmente non dovrebbero partecipare alla combustione, se esposti ad una certa temperatura possono cominciare il processo di pirolisi è il caso dei pannelli simile al cartone gesso ma al suo interno vi è del materiale che aiuta la perfomance energetica dell'abitazione, i gas combustibili escono attraverso il gesso,  anche i questo caso se non raffreddiamo i pannelli essi continueranno ad emettere i gas di pirolisi.

Pannelli gesso vecchio e nuovo a confronto durante la combustione - fonte euro firefighter 2, pag 118

Nella possibilità di collasso strutturale invece abbiamo i soppalchi in legno o capriate di tetti o travi di solai, specie in lightweight costruction che abbiamo già visto nel precedente post (vedi https://vvf-flashover-garofalo.blogspot.com/2020/02/i-nuovi-ambienti-richiedono-nuove.html?m=1)....

Se non fosse uno dei casi sopra potrei dirvi che un raffreddamento dei gas attraverso il 3D sarebbe giusto ma ricordiamo che sempre nello stage di pre-flashover, dove raramente riesco ad intervenire, la maggior parte dei nostri interventi avviene in pieno coinvolgimento dell'ambiente o in condizioni di sottoventilazione dove il calore è moltissimo e ritarda la nostra entrata e nel caso di collassi di vetri o aperture di porte avremo dei flashover indotti se non dei backdraft.

Se parliamo inoltre di avere un getto frazionato invece che piano durante un attacco interno per un miglio raffreddamento delle superfici, un getto del genere ha meno distanza rispetto al getto solido e richiede un nostro avvicinamento alla sorgente con l'assorbimento dell'energia da parte dell'indumento protettivo ed il conseguente deterioramento, per non parlare della quantità di vapore prodotto, secondo LEYMAN dove i getti frazionati assorbono molto calore superficiale generando vapore che a sua volta soffoca l'incendio, ma il tutto fuori dal compartimento coinvolto raccomandava Layman. Posso dirvi che usando una lancia DMR potremmo selezionare per errore un getto largo frazionato che colpisce pareti e soffitto e pavimento con effetto catastrofico in termini di vapore.
Cosa che non accadrebbe con un unico getto solido fornito dalle lance Smooth bore il getto solido si infrangerà contro la parete in un unico punto a sua volta le particelle create colpiranno altre parti creando vapore decisamente in minor quantità dato che colpisce un lato soltanto dove erroneamente è stato puntato, parlando sempre di apertura errata.
Il getto pieno della lancia DMR è un getto dritto, ma infranto, non solido come le smooth bore e quando giriamo la ghiera questo getto infranto da dritto diviene largo e pensiamo che lo schermo creato sia una protezione, uno scudo.....ma  invece stiamo spingendo, si proprio così, spingendo via !!!
Una lancia DMR spinge l'aria meglio di un motoventilatore quindi in luoghi cechi questa spinta trova resistenza e ci torna contro, o se posizionata in maniera errata a causa della scarsa visibilità, con il fuoco alle spalle, potrebbe aspirare le fiamme verso l'operatore, oppure spingere verso zone indesiderate e questo non vuol dire risolvere il problema vuol dire che lo sto mandando da un'altra parte.! Magari verso i colleghi o verso i civili.
La mia protezione e dei civili sarà quando metterò acqua direttamente nel combustibile...!
Finché un'adeguata portata d'acqua non  raggiungerà il combustibile solido, l'incendio continuerà a produrre fumo e calore.
Effettuando l'attacco pulsing raffreddo il fumo e spingo poco ma non raffreddo il combustibile che richiede un mio avvicinamento, invece ruotando fronte a noi un getto solido della smooth bore raffredderò il fumo quando lo infrango sul soffitto e comincerò ad immettere acqua sul solido combustibile quando scendo, il tutto da debita distanza.
Se ho chiaro dove sia il fuoco, questo attacco perturberà l'ambiente con il crollo del piano neutro la visibilità scenderà e tutto con l'operatore all'esterno del compartimento!
Nel caso in cui non ho chiaro dove è il fuoco e c'è troppo fumo...penso sarà il caso di richiedere una ventilazione dall'esterno, per elevare il piano neutro ed addoperarmi nel medesimo modo.
Se usassi invece per mettere acqua sul solido combustibile una tipologia di attacco pulsing pensiling esso richiederebbe continui cambi di getto tra la lotta al gas ed al solido...non vi nego che quando insegno questa tecnica, osservo molte volte, l'impaccio che crea questo tipo di attacco, ma con la pratica si risolve un po il problema.
La cosa più rapidità e praticità sarà cambiare tipologia di rilascio dell'acqua usando un unico getto che ruotare come nelle DMR ghiere di forma del getto e di portata ed ovviamente tipo di attacco.
Come altro fattore di scelta è l'ovvia pressione d'esercizio.
Il cruciale problema delle DMR è che lavorano a pressioni troppo alte, basta un tubo da 45mm di troppo che ci altera la pressione alla lancia con conseguente diminuizione della portata di acqua.
Le lance smooth bore soffrono pochissimo questo problema anche perché lavorano a bassissime pressioni offrendo altissime portata superiori alle DMR. Inoltre cambiando semplicemente bocchello si aumenta la portata ovviamente a discapito della lunghezza del getto.

Bocchelli diversi per diverse portate

In una simulazione durante delle prove di alcune lance tra cui una smooth bore, ho potuto far osservare la differenza di lunghezza di getto e portata tra la smooth bore e la DMR alla medesima pressione a molti miei colleghi. Oggi in italia le smooth bore vengono erroneamente impiegate soltanto per l'applicazione del CAFS, quando avrebbero un larghissimo mondo applicativo nella quotidiana lotta antincendio.
Specialmente nei piani alti dove le perdite di carico sono notevoli, nella foto sotto siamo al settimo piano di un castello di manovra con una tubazione tipo per la DMR e cioè pochissimi 45 mm alla tubazione come si nota, ad una pressione bassissima parliamo di 3 bar nettamente inferiore alla pressione d'esercizio di 6 bar delle DMR, si hanno 360 litri minuto.

prova con lancia smooth bore a 3 bar 360 Litri al minuto

Quanto detto sopra viene supportato in  molti testi e ne trovo riscontro tra i differenti paesi, vi riporto sotto una tabella estratta dal libro Euro firefoghter 2 dove si ha l'assorbimento in MW di un determinato incendio da parte di alcune Lance DMR - smooth bore - e naspi ad alta pressione:

Portata critica minima per ottenere la soppressione di un HHR di 2.46 MW 

Come si vede dalla tabella le lance smooth bore sono un validissimo strumento per la lotta agli incendi di oggi!

La manutenzione è di gran lunga minore sulle smooth bore, per ultimo aspetto ma non meno importante i detriti che potrebbero entrare in lancia come anche ghiaccio, nelle smooth bore sono facilmente risolvibili.


lunedì 20 luglio 2020

IL FUOCO PER PRIMO



Negli obbiettivi tattici della prima squadra in arrivo vi è al primo punto la salvaguardia della vita, infatti se ci sono occupanti che chiedono aiuto e possiamo raggiungerli con la scala, essi saranno sicuramente la nostra priorità!
Con lo staff limitatto della prima squadra, possiamo:
  • Salvare occupanti visibili e raggiungibili con la scala
  • Isolare il fuoco (chiudere la porta) e stabilizzare l'ambiente interno.
  • Piazzare una tubazione per proteggere una via di sfuggita.
  • Estinguere il fuoco se è facilmente accessibile.
Ovviamente con i tempi che avvolte ci separano dall'arrivo di una'altra squadra, per apportare un salvataggio ed estinzione contemporaneamente, bisogna invertire l'ordine per mantenere uno standard di sicurezza, come piazzare una tubazione per eseguire una ricerca o ventilare per vedere meglio ed aumentare le probabilità di sopravvivenza delle vittime.
Quando si riesce invece, ad intervenire direttamente sul fuoco, si controlla l'atmosfera (non vi sarà più creazione di fumo) e l'ambiente (non vi sarà più produzione di calore) che comporta una più efficiente ricerca di potenziali vittime e la protezione di quelle minacciate dal fuoco.
Nelle priorità di salvaguardia della vita come primo obbiettivo, vi è anche la vita dei pompieri, nel regno unito durante il 1996 la scelta di apportare come primo obbiettivo tattico la ricerca di una vittima all'interno di una abitazione, ha portato ad un evento catastrofico.
L'escaletion improvvisa ha portato ad una palla di fuoco e successivo flashover all'interno dell'abitazione.
Questo non vuol dire che ad ogni intervento il fuoco sarà la mia priorità, valuterò all'arrivo che facendo questa azione otterò il massimo beneficio.

La scelta di prendere il fuoco per primo sulla risposta iniziale è condivisa da molti esponenti internazionali...

Deputy Chief Jhon Coleman (Skip) fire department....
Se non sei efficace allo stesso tempo su tutti i compiti...Prendi per prima il fuoco... 

Chief Tom Brennam New York fire Department....
Alcune delle nostre strategie e testi sulla tattica del passato approvano il controllo del fuoco prima che le condizioni diventino troppo serie sull'esposizione di una possibile vita.

Assistent chief Ron Hiraki Seattle fire Department....
Dovremmo ricordare che il miglior modo per realizzare l'obbiettivo soccorso è tenere lontano o togliere il pericolo dalla vittima. Anche se il fuoco non è imediatamente sopresso o controllato, l'attacco subito rallenterà la sua propagazione dandoci tempo aggiuntivo per effettuare un salavataggio.

Chief Jhon Norman
Quando la manodopera non è sufficiente ad adempiere a tutti i compiti eseguire l'azione che salva il maggior numero di vite. 

Karel Lamber 

Ricordo che LA SEMPLICE azione di isolare il fuoco chiudendo la porta del locale incendiato ci darà TEMPO!!!

Estratto da EUROFIREFIGHTER 1 di Paul Grimwood 


lunedì 6 luglio 2020

PUO' BASTARE IL CFBT PER I VERI INCENDI ?

Condizioni pesanti d'incendio

Come è noto, il CFBT ci da un ampia visura del comportamento del fuoco all'interno dei compartimenti, e come riconocere e controllare i pericoli ad esso associati, come?
Leggendo le condizioni del fuoco e del fumo, guadagnare un'entrata sicura nel compartimento, stabilizzare le condizioni e contenere i progressi rapidi del fuoco in un ambiente relativamente sicuro e con un carico d'incendio stimato di approssimativamentedi 1 - 2 MW. 

Da molto tempo ribadisco che NON basta !!!

Non ci aiuta nelle tattiche antincendio, spiegamento delle squadre, funzioni decisionale e di comando e soprattutto gestire incendi che coinvolgono granti carichi di combustibile in rapida propagazione o incendi di multicompartimenti e della portata di flusso tattica di cui vi è realmente bisogno su varie dimensioni d'incendio che si potrebbero incontrare, praticamente non è il "vero mondo" degli incendi.

Vi sono altri corsi associati al CFBT  che vengono effettuati in altri paesi chiamati TDI tactical deployment Instructor dove c'è l'effettiva transizione tra le conoscenze apprese durante i corsi CFBT ed il mondo reale degli incendi. Questo speciale aspetto coinvolge lo spiegamento del personale in una varietà di incendi di multicompartimenti, approcci nelle hallway in carichi importanti d'incendio, situazioni di vento esterno ed alti flussi diretti nella fase combustibile.
Questa parte manacante,  nei primi approcci CFBT in Europa, ha portato ad un falso senso di sicurezza con attacchi a basse portate sulla tubazione, perchè si era appreso che con basse portate si controllava bene una massa gassosa in combustione.

TDI gli Obiettivi:

  1.       Stabilire obiettivi tattici sicuri ed efficace, basati su limite risorse disponibili ed i vari livelli di personale che potrebbero essere disponibile in seguito sulla scena.
  2.       Operare secondo le linee guida stabilite o direttive fornite Procedure Operative Standard (POS)
  3.       Imparare in modo efficace un 'Comando affermato', garantendo che il comando d’incidente diventi una funzione primaria ed influente dal momento in cui le squadre arrivano sulla scena di un incidente.
  4.       Stabilire la differenza tra la 'dimensione'dell'intervento e la 'valutazione del rischio' negli incendi ed avviare immediatamente su entrambi, i processi tattici dall’arrivo sulla scena.
  5.       Utilizzare approcci sicuri ed efficaci e di ricognizione dove necessari.
  6.       Garantire lo spiegamento sicuro ed efficace e la posizione delle linee di tubazioni primarie e secondarie di attacco, tubazione di copertura e di supporto (back-up).
  7.       Guadagnare un apprezzamento nelle situazioni in cui "prendere" velocemente e rapidamente il fuoco, potrebbero rivelarsi efficace, ed utilizzare un attacco veloce con tattiche di 'acqua rapida' dove necessario.
  8.           Imparare a valutare i requisiti delle risorse in una fase iniziale e attuare un  efficace piano strategico che offre il risultato più produttivo attraverso lo spiegamento ottimizzato delle risorse.
  9.       Utilizzare sicure ed efficaci tattiche di modalità di attacco basato sul rischio e la sicurezza che tale modalità sia comunicata sulla scena immediatamente. 
  10.       Priorità la protezione delle esposizione, ove necessario e utilizzare il mezzo più efficace per raggiungere questo nei limiti delle risorse sulla scena.
  11.       Stabilire tutti i mezzi a disposizione del team per la sua sicurezza entro nei confini dell'incendio di struttura.
  12.       Stabilire le portate minime necessarie nell'incendio del compartimento o struttura, sulla base semplificata ma affidabile della formula, in linea con lo scenario. Applicare attacchi diretti ad alto flusso di portata su fronti d’incendio pesante, che stabiliscono i limiti pratici delle varie portate antincendio.
  13.       Utilizzare sicuri ed efficaci spiegamenti per ricerca e soccorso basati sul rischio, avanti e dietro la posizione della tubazione d’attacco.
  14.       Utilizzare efficaciemente modelli di ricerca interni, compreso l'uso di corde di sicurezza e   termocamere (TIC).
  15.       Implementare sicure ed efficaci procedure per operazioni di ricerca interna.
  16.       Acquisire un più approfondito apprezzamento sulle tecniche di VEIS (Vent-Enter-Isolate-Search) nel contesto di squadra e spiegamento.



Unità di addestramento tattica