venerdì 14 agosto 2020

DANNEGGIAMENTI DA TROPPA ACQUA

Plattsmouth, Nebraska.

Negli Stati Uniti tra il 1950 e dopo il 1970 ci fu un largo uso dell'attacco indiretto di Layman e l'utilizzo quindi, di getti frazionati, ciò non è stato interamente attribuito alle scoperte di Lloyd, ma soprattutto alle richieste di risarcimento da danni causati dall'acqua, che le compagnie assicurative hanno indirizzato all servizio antincendio Americano durante il 1960 e 70 detti "gli anni di guerra" quando i reparti antincendio dovettero rispondere ad un incendio di seguito ad un altro. In molti di questi incendi i danni causati dalla troppa acqua superavano i danni causati dal fuoco. 
Le compagnie assicurative studiarono le operazioni antincendio, tattiche e gli attacchi che i pompieri usavano. La lobby delle assicarazioni hanno spinto il servizio antincendio Americano ad implementare nuovi metodi, per ridurre il danneggiamento da troppa acqua. 
Dalle stanze con aria condizionata e sedie comode intorno ad un tavolo hanno deciso come doveva essere combattuto un incendio e in che maniera doveva essere rilasciata l'acqua, in un ambiente pericolo ed incontrollato.
Hanno studiato le tecniche di Lloyd e promosse per salavare i loro soldi e chimato l'attacco indiretto uso cosciente dell'acqua.

Storie Italiane di risarcimento danni, da troppa acqua, ancora non ne ho sentito parlare penso non manchi molto.
Quando sono entrato nel corpo dei Vigili del Fuoco i veterani mi hanno bombardato sul fatto di non usare troppa acqua, questo anche però a discapito di un controllo rapido dell'incendio e quindi dell'ambiente.
Nelle priorità tattiche abbiamo la conservazione della prioprietà come terza opzione, prima abbiamo la sicurezza della vita, compresa la nostra, e per seconda la stabilizzazione dell'ambiente.

L'utilizzo inappropriato di tecniche come l'uso di getti frazionati sul combustibile solido in pieno rilascio di energia a discapito di getti pieni, mette in pericolo i pompieri e non ha effetti immediati sul fuoco non stabilizza l'ambiente creando pericolo per occupanti ed ulteriore danneggiamento della proprietà.

Il momento in cui dobbiamo stare attenti ai danni creati dall'acqua è quando attacchiamo dall'esterno senza colpire il combustibile e sulla fase finale, quando smassiamo, bagnamo e siamo esausti, andando un po giù di attenzione sulla valvola della lancia e continuando a bagnare braci oramai spente, magari col selettore della DMR sui 500 L/min.

foto da internet

Già nel 1800 secondo James Braidwood (1800–1861), l'attacco interno era preferibile per prevenire i danneggiamenti dovuti alla troppa acqua rilasciata. 
Inoltre, in una ricerca sulla efficienza dell'applicazione dell'acqua di Stefan Sardqvist, risulta una efficacia del 50% nel sottrarre energia ad un flusso di 10 L al secondo cioè 600 L minuto ad un incendio di 10 MW con un getto dall'esterno. 
Ciò vuole dire che saremo in grado di togliere solo 5MW con tale flusso all'incendio. 
Il resto sarà danno d'acqua! 

Si vedono molti video di acqua rilasciata dall'esterno con un ritardo nell'ottenere un vantaggio tattico che crea un successivo danno allo stabile.
Specialmente in Italia l'attacco dall'esterno con l'autoscala viene di frequente preferito.

nel link seguente si noterà la frequenza di questa azione semplicemente digitando incendio appartamento su youtube.


Buon ferragosto 


Nessun commento:

Posta un commento