lunedì 9 giugno 2025

IL COLLETTORE

Collettore su pompa UK

Da quando sono state introdotte le lance DMR nel corpo nazionale, che lavorano alla pressione di 6/7 bar, abbiamo riscontrato dei problemi di portata, che nella maggior parte dei casi, purtroppo non veniva neanche percepita. Tutt'oggi il loro corretto utilizzo è ancora parzialmente omesso. Infatti, esse sono spesso utilizzate sotto portata raggiungibile non lavorando alla pressione corretta.

Il problema spesso avviene quando si utilizzano troppe tubazioni da 45 mm che hanno grandi perdite di carico rispetto ai 70 mm e/o si utilizzano vecchie APS dove la pompa e' progettata per l'utilizzo delle vecchie lance AWG PN 3 bar a 120 l/Min i 45 mm e 270 l/Min i 70  mm.

Per utilizzare le DMR in maniera corretta dobbiamo, essere impeccabili nella costruzione della tubazione, la pompa dell'APS se pur di nuova concezione, non possiede una potenza infinita. Quindi quando operiamo su di un incendio, specialmente in altezza, dobbiamo, ASSOLUTAMENTE essere precisi nell'utilizzo delle tubazioni da 45 mm, che sono molto agili nell'incendio ma "cattive" con le perdite di carico.

Perdite di carico per tubazione di Alessio Funghi

Ora facendo un rapido calcolo possiamo vedere quanta pressione occorre per alimentare una lancia DMR correttamente al 3° piano di un edificio con tubazione tipo rampante. Dove la lancia fluisce a 500L/min. (ricordarsi che parliamo sempre di litri al secondo per essere IMMEDIATAMENTE efficaci).

Calcolando che occorrerebbero circa totale 3 tubi da 70 mm e 2 tubi da 45 mm  

  • 1 Tubo APS ---> divisore 70 mm due vie 70mm per scarico colonna e raggiungimento portone.
  • 2 Tubi per la scala dove verranno coperti circa 1 piano e mezzo a tubo fino al divisore 70mm--->2 vie 45mm.
  • 2 tubi da 45mm per essere sicuri di coprire la lunghezza dell'intero appartamento ed eventuale piano superiore perché non se ne conosce il layout.

Quindi seguendo la tabella sopra:

0.6 bar circa sulle 3 tubazioni da 70 mm

3 bar sulle tubazioni da 45 mm

1 bar dovuta all'altezza 3 piani 10 m.

6/7 alla lancia 

Tot = 11/12 Bar circa

La pompa delle APS se pur nuova concezione a pressione nominale di 15 Bar, in molti casi non fornirà più di 13 Bar. Quindi siamo al massimo della prestazione della pompa per alimentare una lancia DMR a 500L/min al 3° piano, pensate di salire al 4° o 5° piano, ovviamente se scendiamo di portata le perdite di carico diminuiscono e la prestazione della pompa aumenta, ma la nostra esposizione al potere dell'incendio aumenterà anch'essa, avendo meno portata per estinguere l'incendio in un tempo minimo. Possiamo ancora aiutare la pompa utilizzando le tubazioni in verticale, ove possibile, ossia nella luce della scala, minimizzando il loro impiego, ma il loro peso non è trascurabile, un tubo da 70mm pieno d'acqua pesa circa 100 Kg.

Un altro aspetto importante e che sarebbe opportuno, avere SEMPRE la possibilità di alimentare 2 Lance DMR, dove la seconda è la tubazione di copertura, in questo caso, dovrebbe essere sempre creata e non caricata, ma comunque pronta all'uso. L'ottimale è creare linee separate ossia attacco e copertura direttamente da APS separati. Quando non vi è una vita nota a rischio l'esposizione degli operatori andrebbe coperta il più possibile con portata adeguata di 500L/min ed una squadra subito dietro, pronta all'entrata in scena, per qualsiasi motivo. Anche perchè nessuno di noi ha mai pensato (forse a qualcuno è accaduto) che la pompa si guasti nel momento dell'attacco ed avere una tubazione di back up dietro fa una grande differenza.

Io sono un Vigile del fuoco e lavoro in un distaccamento, non lavoro in una centrale e so benissimo cosa vuol dire essere SOLI per molto tempo non avendo personale per costruire una seconda tubazione!

Quindi non ci giro troppo intorno....Come possiamo avere 2 Lance DMR alimentate correttamente con 500L/Min alla lancia?

Abbiamo diverse opzioni a seconda dello scenario.

1 l'incendio e vicino L'APS, la pompa avra' forza sufficiente nel fornire la pressione corretta ad entrambe le lance ma in questo caso dobbiamo fare molta attenzione a quando chiudiamo una lancia, tutta la pressione andra' sull'altra, avvisare l'operatore pompa e' imperativo, la reazione della lancia sara' ingestibile.

2 L'incendio e' lontano a questo punto si fanno due tubazioni alimentate da APS separati, oppure APS e ABP e questo ci dara' un ottimo vantaggio in termini di una alimentazione corretta, Beck up della pompa ed apporto idrico semi ininterrotto e si possono chiudere le lance senza problemi nonché utilizzare due lance con pressione d'esercizio differenti per es. PN6 e PN 2.

3 Se l'incendio e' comunque lontano e siamo soli per un certo tempo attendendo la seconda APS o ABP in supporto intanto possiamo approntare il lavoro utilizzando il COLLETTORE!

Divisore 70mm in modalità COLLETTORE


Utilizzando i pezzi speciali, doppio maschio e doppia femmina, possiamo attaccare 2 APS o APS e ABP ad un unica tubazione gia' in loco.

Usare il divisore 70mm 2 vie 70 mm, in modalità collettore porta innumerevoli vantaggi:

  1. Possiamo alimentare correttamente 2 lance DMR al piano coinvolto tramite divisore 70mm-->2Vie 45mm.
  2. Abbiamo un approvvigionamento idrico quasi ininterrotto.
  3. Possiamo fare una tubazione oltre il 5 piano compensando le perdite di carico e utilizzando comunque i 45mm per attacco interno.
  4. Abbiamo una pompa di copertura nel caso la prima si blocchi
  5. Possiamo scaricare la colonna d'acqua che sale nell'edificio direttamente in strada senza causare danni aggiuntivi allo stabile.

MA ATTENZIONE!!!

Le due APS o APS e ABP NON dovranno avere tutte e due la pressione massima, perchè le tubazioni potrebbero scoppiare vanificando tutti i nostri sforzi.

La prima APS lavorerà nella modalità corretta a seconda del piano che si vuole raggiungere e l'altra darà solo 3/4 bar per compensare quelle perdite di carico dovute ai 45mm o all'altezza dell'incendio. Ricordiamoci che in molti distaccamenti NON si utilizzano tubazioni fatte per il lavoro intensivo a doppia calza PN 25 e con scoppio a 60 bar......ma più tosto delle tubazioni PN 16 e scoppio a 40 bar per cassette antincendio utilizzate nella UNI 10779 idranti a muro, ovviamente lavoro NON intensivo.

Tubazioni PN 25, Sx e tubazione PN 16 a Dx a confronto 

Le nostre tubazioni sono tutt'altro che nuove quindi vi invito ad utilizzare questo dispositivo con cautela e magari mettere il 70mm più buono che abbiamo caricato in partenza e posizionarlo subito dopo il collettore, nel posto in cui avrei la massima pressione.

I colleghi d' Europa hanno provveduto al problema di alimentare correttamente le lance DMR con un collettore attaccato direttamente sulla pompa. Questo gli permette di prendere anche i bar dalla rete idrante stradale o da altro APS se necessario.

                                                              Collettore per pompa 

Nelle mie continue ricerche ho trovato traccia del collettore nel nostro passato di VVF Italiani e per precisione nel manuale per allievi VVF del 1966. Anche noi in passato abbiamo avuto il problema di alimentazione più lance o fornire più potenza ad una lancia soltanto. Avendo poca pressione disponibile con le vecchie pompe i nostri predecessori avevamo risolto con il COLLETTORE!

Dal libro manuale di istruzione per Vigili del Fuoco del 1966


  

venerdì 17 gennaio 2025

THE KILL ZONE

Zona di pericolo 

(In questo articolo verranno omesse specifiche particolari su cosa siano i Progressi Rapidi del Fuoco, il piano neutro, la portata della lancia ed il tipo di attacco 3D pulsing per Gas Cooling. Si intende che si conoscano già questi elementi per comprendere l'articolo e comunque se ne farà riferimento con link di collegamento a post precedenti.)

Per Kill Zone intendiamo tutta la parte che si estende dall'entrata al compartimento coinvolto fino al raggiungimento della sorgente (l'incendio vero e proprio). Ora seguiremo passo passo cosa dovremmo fare e la scienza dietro le nostre azioni per una più accurata progressione nella KILL ZONE. Nella Kill zone tratteremo quello che è il SINTOMO e cioè i prodotti della combustione i gas super caldi per poi arrivare alla MALATTIA l'incendio (non tratteremo il processo di estinzione). Questa progressione sarà spiegata secondo l'utilizzo del metodo di applicazione dell'acqua 3D pulsing per controllare una zona in particolare del compartimento coinvolto tutta la massa gassosa prima dell'incendio.

Per cominciare dobbiamo comprendere la differenza tra la così detta Safe Zone e la Buffer Zone. Questi sono due tipologie di ambiente dove il pompiere staziona con due livelli differenti di sicurezza ove è sito l'incendio e che il pompiere deve assolutamente comprendere.

La Safe Zone lo dice la parola stessa è una zona di sicurezza nel compartimento coinvolto, dove il pompiere riesce ad ottenere la sua massima sicurezza appunto, per poter operare sul fuoco od effettuare un salvataggio. Questo si ottiene se nel compartimento, si riesce ad isolare il fuoco, magari confinandolo in una stanza (azione tentabile alla prima occasione) ed isolare quindi la parte non coinvolta dall'incendio e poi effettuare in questa zona ora sicura azioni di ventilazione per i motivi legati ai progressi rapidi del fuoco (Fire Gas Ignition) e per effettuare la ricerca e soccorso.

La Buffer Zone si tratta di una zona localmente e temporaneamente sicura perchè i pompieri NON  riescono ad isolare il fuoco quindi il compartimento totale dove i pompieri si muovono e collegato all'incendio. Per ottenere questo si effettuerà il raffreddamento locale dei gas di combustione che sono al soffitto fino a raggiungere la sorgente dell'incendio e questo può essere effettuato sia con getto pieno che con il getto frazionato emesso ad impulsi (tecnica 3D appunto) l'importante è raffreddare i gas per prevenire l'avvento fisico del Flashover.

La creazione della safe zone può e dovrebbe essere fatta seguendo da prima una la linea di creazione della Buffer Zone.

Partiamo dall'entrata quindi, dopo avere appurato una lettura della porta e scongiurato  l'assenza di segnali di backdraft, dobbiamo mitigare ogni tipo di accensione dei fumi caldi in uscita dal compartimento, durante l'apertura del compartimento stesso, per effettuare una serie di letture all'interno. L'azione di mitigazione sarà attraverso una prima sospensione di gocce nella parte superiore della porta e poi si effettua l'apertura. Appena la porta viene aperta il gas espanso lascia il compartimento incontrando la nostra prima Buffer Zone che dura pochissimi secondi ed è sopra di noi che approcciamo il compartimento, l'aria fresca invece, viene risucchiata sotto, a questo punto daremo una prima occhiata al fumo interno guardandone il colore e al piano neutro (metodo Be Safh)  e cioè l'altezza del fumo rispetto al pavimento. Dopo aver effettuato la nostra lettura creeremo la nostra buffer zone subito dopo la porta, all'interno questa volta, usando La tecnica 3D di applicazione dell'acqua per controllare quella porzione di spazio subito dopo la porta. Sarà emesso un primo colpo in alto di due tre secondi (non tre colpi come di solito si vede fare)  e poi sarà chiusa la porta per 5...10 secondi.......

Perchè....

Il primo getto raffredderà i gas super caldi, vaporizzandosi ed espandendosi, il vapore creato continuerà il suo viaggio più a fondo verso l'interno spinto dal continuo getto della lancia, sottraendo energia al fumo e continuando la sua espansione, la continua acqua dei secondi successivi, colpirà, invece, il soffitto anch'esso caldo, il quale passerà la propria energia all'acqua creando ancora vapore. A questo punto chiuderemo la porta per 5...10 secondi creando e stabilizzando la nostra prima buffer zone. L'energia passera dal fumo all'acqua gocciolante dal soffitto ed il vapore creato si stabilizzerà nella regione di sovra pressione che in questo momento è bloccata dalla porta, nuovamente chiusa. 

La chiusura della porta è importante perchè, per effetto della gravità corrente,  la zona del fumo in sovra pressione spingerà via la nostra buffer zone fatta di vapore che inertizza l'accensione dei gas infiammabili, ma bisogna fare molta attenzione al vapore che noi abbiamo creato, perché ancora contiene l'energia del gas precedente e potrebbe scottarci, ma fortunatamente la fisica in questo ci viene in contro... in che modo??

Contrazione dei gas di combustione ed espansione del vapore
 

Come si vede nella figura sopra il Gas super caldo si contrae perché raffreddato per 3/3 ed il vapore acqueo si espande per 2/3 quindi, il vapore trova il suo posto nel compartimento e sempre per effetto della gravità corrente rimarrà appeso al soffitto.

Riguardo il vapore dobbiamo fare delle considerazioni, molte volte ci hanno detto di non creare troppo vapore in quanto il vapore sopra i 100° che detiene molta energia e non è visibile, può bruciarci. Per inertizzare la KILL ZONE noi DOBBIAMO creare vapore perché è il vapore che inertizza l'ambiente ma dobbiamo farlo con la giusta quantità e nel giusto posto. 

I Gas Prima e dopo l'applicazione dell'acqua


Tornando alla nostra porta di entrata (perché ai me non siamo ancora entrati....:) 

Se al nostro primo apporto di acqua al soffitto non vediamo ricadere a terra l'acqua dobbiamo quindi effettuare un secondo ciclo di raffreddamento interno sempre verso il soffitto, attendere con porta chiusa e ripetere l'azione fino a che l'acqua non cade la suolo....a questo punto avremo una buona Buffer Zone dove la temperatura e sicuramente più confortevole rispetto ad una zona non temporaneamente trattata e "messa in sicurezza".

A questo punto possiamo entrare e per i motivi descritti sopra e le dinamiche del fuoco chiudere immediatamente la porta sulla tubazione...

Ora siamo all'interno e cominceremo la nostra progressione verso la sorgente, effettuando il raffreddamento della KILL ZONE. 

Il raffreddamento e quindi la creazione di una più ampia Buffer Zone, funziona nella medesima maniera dell'entrata al compartimento soltanto che questa volta i colpi saranno tre SE non ci sono rollover insistenti (quindi colpo lungo). I nostri colpi di lancia saranno tre in tre diverse zone destra, centro e sinistra, il motivo e ampliare il più possibile la nostra Buffer Zone.

Creazione della Buffer Zone

IMPORTANTE... E' indispensabile sapere che il LIMITE di questa tecnica 3D pulsing e di 70m^2 di superficie da trattare ossia una KILL ZONE inferiore a 70m^2 o se si apre una apertura ossia il vetro di una finestra collassa portando via, sempre per gravità corrente la nostra BUFFER ZONE, ancora nel caso vi sia una scala interna che porti al piano sopra sopra è possibile che l'espansione del vapore creato, trovi la via per salire sopra di fatto sopra le nostre teste non c'è vapore ma gas caldi di combustione.

Spero di aver dato una più completa comprensione di cosa facciamo quando applichiamo la tecnica 3D Gas Cooling.

Riccardo Garofalo