La PCF o CFR - critical flow rate in inglese dice
qunto segue:
Il PCF è la portata
minima in litri minuto, sotto il quale non avremmo possibilità di spegne quei determinati
metri quadrati d’incendio.
In molti paesi si sono sviluppate diverse formule che tutte
portano più o meno alla stessa considerazione teorica, detto ciò possiamo ora
definire in modo matematico e successivamente “pompieristico” come possiamo
sapere qual’è in nostro PCF e così adottare la soluzione migliore con le tecnologie a disposizione.
Volume (Sq in ft)/100
= galloni/min (US – Iowa University
formula Royer/Nalson)
Area (Sq ft)/3 = gallon/min
(US – National Fire Accademy)
Area (Sq m)x4/6 = litri/min
( Tattical Flow Rate - Paul Gimwood)
Area (Sq m)x5 = litri/min (Corso per Vigili del Fuoco cultura
professionale anno del libro 1942 – xx)
Possiamo vedere una dimostrazione pratica della portata critica di flusso nel seguente link:
Dalle formule sopra sono state dedotte le portate
occorrenti per avere il controllo dell’incendio nei primi 3- 5 min durante la
crescita e sviluppo.
Quindi possiamo creare ora in modo “
pompieristico” delle tubazioni ideali che garantiscano l’estinzione e la
protezione degli operatori nelle prime fasi dell’attacco interno. In molti
paesi vi è una portata minima di flusso garantita nel primo attacco in modo di
avere oltre la soppressione del fuoco una protezione degli operatori come citato i precedenza. Essa è
stata calcolata sulla base di studi è prove, ed è regolamentata da norme ben definite
che hanno il loro peso in corte di legge.
Cito alcuni esempi:
NFA
portata di flusso 133
galloni/min (500 litri/min)
Portata
di flusso Tattico (Metrica) 120 galloni/min (450
litri/min)
IOWA
Portata di flusso 64 galloni/min (242 litri/min)
NFPA Formula 0.16 galloni/min per sq
ft di fuoco Più una tubazione secondaria di copertura (USA)
Dunn
(FDNY) 0.12 galloni/min per sq ft di fuoco Più una tubazione secondaria di
copertura
Grimwood 0.10 a 0.15 galloni/min per sq ft di
fuoco Più una tubazione secondaria di
copertura (LFB)
Sardqvist 0.3
galloni/min per sq ft di fuoco
Non correlato al numero di
tubazioni (Svezia)
Questo è stato stabilito su di
un incendio di 75mq nel massimo potere radiante di circa 5MW. (fonte Euro
Firefighter Paul Grimwood)
Qui di seguito due punti chiave della NFPA 1710 degli USA una delle tante
legiferazioni sul’argomento.
Questa dice che si deve provvedere a:
·Stabilire un approvvigionamento idrico
per almeno 30 minuti di 1,480 litri/min.
·Stabilire due linee di tubazioni una di
attacco ed una di copertura sostenute da due operatori ciascuna e con portata di almeno 370 litri/min minimo l’una, ideale di 570 litri/min l’una, alimentate
entrambe.
Con questo in mente si può creare
una tubazione ideale per avere una portata di flusso che ci permetta
l’estinzione e la sicurezza degli operatori di almeno 500 litri/min.
Con le tecnologie
disponibili possiamo garantire, grazie alle numerose lance antincendio disponibili sul
mercato, la porta precedentemente detta.
Ne vediamo una qui di seguito:
Lancia
Fogfighter 45 millimetri
Nel caso delle lance
convenzionali adottate dal corpo nazionale come le lance UNI 45 e UNI
70 che fornirebbero nel caso della prima e poi della seconda alla pressione di
2 – 3 bar, una portata di 135 - 250 litri/min con le quali possiamo trattare 27 mq e 50 mq d'incendio, si dovrebbero creare linee multiple
con ognuna almeno due operatori, per eguagliare la portata di una lancia
di nuova concezione come in figura per non parlare dei diversi modi di attacco possibili, alla fase gassosa e a quella solida dell'incendio.Nel caso dell'attacco alla fase gassosa (pre flashover) le portate basse servono a raffreddare i gas tramite le goccioline con l'attacco 3D e non perturbare l'ambiente con troppo vapore acqueo, ma nell'attacco alla fase solida (flashover e decadimento) dove i gas stanno bruciando insieme a tutto il locale, un attacco diretto al combustibile deve essere guidato secondo le leggi sopra.
Nel link sotto vediamo la spiegazione di
alcuni tipi di lance ed il relativo utilizzo.
Come abbiamo visto nel comportamento del fuoco nei
compartimenti, le aperture di ventilazione hanno un ruolo importante nello
sviluppo dei progressi rapidi del fuoco, una porta o finestra aperta fatta volontariamente
od accidentalmente, può cambiare le condizioni interne del locale coinvolto in meglio o in peggio !!!!
Per
questo la ventilazione deve essere fatta con uno scopo ben preciso, con una
cognizione tattica delle possibili influenze che questa avrà sull’incendio e di
pari passo all’estinzione se non prima!
Tutte le considerazioni sulla possibilità di
ventilare devono partire dall’Antiventilazione e dalle condizioni del vento esterno.
L’ANTIVENTIZIONE
L’antiventilazione è
semplicemente quell’azione di non dare aria all’incendio chiudendo una porta ad
esempio, perché con i tempi della stesa di una tubazione le condizioni dell’incendio
possono aumentare e raggiungere il Flashover oppure provocare un Backdraft con
l’apertura della porta al piano del focolaio o semplicemente fatta per non
mandare il fumo nelle scale sostenendo una evacuazione dei residenti dai piani
superiori a quello dell’incendio.
Come si vede partendo
dall’antiventilazione possiamo poi aprire le finestre che danno all’esterno
dove faremmo uscire calore e fumo e vapore acqueo prodotto dalla squadra di
attacco, sempre che il vento non soffi nella direzione dove dobbiamo aprire le
finestre.
VENTILAZIONE IMPREVISTA
Le condizioni del vento
non devono essere mai sottovalutate e devono essere riportate al capo squadra
se esso ha dato ordine di aprire una determinata finestra (sempre quella più
vicina al fuoco). La squadra di attacco può tutelarsi da una ventilazione
errata o accidentale data dal collasso sotto il calore, adoperando alcuni
accorgimenti mentre attacca l’incendio. Quando si effettua il passaggio porta e
si chiude la porta dietro, essa non solo serve a non far progredire l’incendio
verso la fase flashover ma anche nel caso collassi o si rompa una finestra, non
creerà quelle correnti punto - punto
che possano portare l’incendio proprio verso la squadra di attacco. Sarebbe un
buon accorgimento chiudere tutte le porte che si incontrano evitando anche le
azioni di qualche pompiere che lavora “freelance” o esegue VES (Ventilation
Enter and Search).
Aprire una finestra,
eseguire questa azioni di ventilazione, può avere effetti notevoli sulle
operazioni antincendio elevando lo strato di fumo aumentando la visibilità
interna e rendendo l’incendio visibile ed anche sulle operazioni di salvataggio
e la possibilità per le vittime di avere aria sul pavimento.
Ma questa azione può nello stesso tempo aumentare le
condizioni dell’incendio come detto prima, quindi occhio alla portata alla
lancia requisito fondamentale quando si attacca l’incendio!!
La ventilazione quindi
deve essere fatta sotto tre scopi principali:
PER LA VITA
PER IL FUOCO
PER LA SICUREZZA
Vita :
Aumentare l’aria all’interno per elevare lo strato di fumo dal pavimento per le
vittime anche con l’uso della PPV(non se questi sono alle finestre a chiedere
aiuto).
Fuoco:
Rendere l’incendio visibile e far uscire fumo e calore ed il vapore acqueo
dell’attacco anche con l’uso della PPV.
Sicurezza: Lenire
condizioni di Backdraft o fire gas ignition ed aumentare la visibilità.
Essa può essere forzata con l’ausilio di ventilatori
o naturale
-Naturale La ventilazione naturale è la più veloce da eseguire
ed anche la sola in determinati ambienti. Generalmente si effettua ritagliando
buchi nel tetto, sfruttando la naturale elevazione del fumo verso l’alto –
ventilazione verticale, possiamo effettuarla attraverso le finestre come citato
prima con determinati accorgimenti e si chiama ventilazione orizzontale. Vediamo la ventilazione dal tetto: https://www.youtube.com/watch?v=jCzviBJxnqU
-Forzata con Ventilatori Con l'ausilio dei ventilatori possiamo accellerare il processo di ventilazione che naturalmente sarebbe molto più lento. ATTACCO IN PRESSIONE POSITIVA - PPA
L’attacco con
ventilazione positiva detto PPA -
pressure positive attack è l’attacco migliore che si possa fare per una
squadra.
1.Aumenta la visibilità per individuare vittime e
pericoli oggettivi.
2.Diminuisce le condizioni del calore all’interno.
3.Aumenta la sopravvivenza delle vittime. (NON se esse
sono alle finestre)
Per effettuarla occorre
una corretta comprensione dei progressi rapidi del fuoco, comprensione del critical flow rate, eduna coordinazione tra i membri del team
data da addestramenti continui.
Vediamo qui di seguito tutte le considerazioni
da prendere, prima di effettuare un attacco in pressione positiva:
Deve essere localizzata prima in modo
approssimativo la posizione dell'incendio nella struttura.
L'apertura deve essere più vicino
possibile alle fiamme.
Il punto di entrata dell'aria sia adatto
geometricamente all'uscita dell'aria.
Le uscite devono essere almeno per il
50% dell'aria che entra.
I pompieri non devono rendere
impraticabile il flusso dell'aria al punto d'entrata.
Nessuna PPV dove essere usata in
condizioni o sospetto di backdraft.
Nessuna PPV deve essere fatta nei grandi
compartimenti dove l'incendio è in ventilazione controllata.
Nessuna PPV deve essere fatta a meno che
l'IC ha la comunicazione chiara con gli equipaggi interni.
Il controllo della ventilatore deve
essere un compito e deve essere fornito di personale.
La disposizione del ventilatore è
critica - non troppo vicino!
La non conoscenza della proprietà o
struttura non và bene per questo approccio. strategico.
Termocamere possono assistere nella
localizzazione dell'incendio.
Considera l'effetto del sistema di
ventilazione meccanica, dove è installato.
Dove è praticato VES, la PPA non è una
tattica vitale a meno che attentamente coordinata con una sola stanza controllata (punto di ventilazione).
Misure di Controllo del Rischio dovrebbe
includere una tubazione di copertura nei punti dove le fiamme escono
all'esterno e possono provocare problemi alle esposizioni.
Il flusso d'aria della PPA non dovrebbe
essere applicata mai dopo che entrata è stata fatta.
Per la PPA dovrebbero passare almeno 30 secondi tra l'attivazione
del flusso e l'entrata, per lasciare
spazio alla stabilizzazione del fumo mescolato e alla creazione della forza che
cambia la direzionale (il NIST suggerisce almeno 120 secondi prima che accade
la stabilizzazione).
Se, in un palcoscenico, la condizione del fuoco
sembra peggiorare nella struttura, richiami la squadra interna per evacuazione
e non tolga il flusso dell'aria dall'entrata per assisterli, ma dove
l'incendio sta minacciando la fuga dei pompieri tolga subito il getto dall’entrata (Capitolo 2 - Euro firefighter – Paul Grimwwod)
Rispettare sempre !!!VENTILATORE – UOMINI – INCENDIO – PRODOTTI
Fonte - Euro firefighter - Paul Grimwood -capitolo 2
I VENTILATORI
Vi sono molti tipi di ventilatori
a scoppio, idraulici ed elettrici.
1.Ventilatori a scoppio
Questo tipo di
ventilatori di grande potenza e possono avere sia coni stretti nelle unità
turbo che larghi con una potenza ridotta, sono di largo impiego e lavorano
generalmente in pressione positiva.
Moto ventilatore PPV
Ma vi sono anche unità
che posso effettuare anche la NPV con tubi che permettono l’aspirazione dei
fumi dove la PPV non si può effettuare.
Moto ventilatore PPV - NPV
2. Ventilati
Idraulici
Essi sono generalmente
impiegati in atmosfere potenzialmente esplosive, sono dotati di scarico massa
data la carica elettrostatica della turbina e possono essere usati sia in PPV
che in NPV con abbattitore di fumi con acqua nebulizzata che può a sua volta
essere impiegato in PPV per raffreddare ambienti che sono stati sottoposti ad
alte temperature.
Ventilatore idraulico con tubo
Abbattitore dei fumi NPV o
raffreddamento dell’area PPV e lo scarico massa
Possiamo inoltre fare
una sorta di moto ventilare con acqua usando una lancia con apertura parziale
della maniglia in modo che l’acqua vada sulle pale che infrangeranno il getto,
in questo caso è estremamente importante che la lancia non sia totalmente
aperta altrimenti si potrebbe danneggiare l’unità. Possiamo usare questa
tecnica dove l’incendio è spento o comunque dove non sono impiegate squadre all’interno.
Motoventilatore con acqua per
raffreddamento
3. Ventilatori elettrici
Essi sono molto
versatili e più leggeri delle unità a scoppio ed idrauliche, inoltre la totale
assenza di rumore facilità di molto le comunicazioni verbali e messaggi radio.
Possiamo impiegarli anche in prossimità del locale coinvolto anche se
parzialmente invaso dal fumo non avendo un motore a scoppio. Durante
le ricerche del NIST National institute and Technology sulla PPV con i moto ventilatore si è vista grande rumorosità dell’unità a
scoppio che è tra i 100-110 db, queste unità elettriche possono risolvere l’inconveniente.
Ventilatore
PPV elettrico
I modi i cui queste unità possono essere posizionate
sarà data dalla geometria della costruzione e ed ubicazione dell’incendio e l’uscita
dei prodotti per una PPV o del locale/i invasi dal fumo. vediamo qui di seguito alcuni video dove la ventilazione naturale e forzata ha assistito le operazioni e dove è stata fatta in modo tattico e dove ha messo in serio pericolo la squadra di attacco. Ventilazione naturale verticale tatticamente coordinata:
Ventilazione naturale orizzonatale tatticamente coordinata:
Ventilazione forzata PPV tatticamente coordinata:
Ventilazione Forzata PPV tatticamente ERRATA !!!
Nell'ultimo link vediamo che non sono state aperte le uscite dei prodotti della combustione e l'aria ha portato l'incedio subito al flashover mettendo in pericolo le unità di attacco all'interno.
La normale conformazione delle
manichette dette a “chiocciola” per l’attacco
all’incendio in edifici dove si devono salire scale e lavorare in spazzi
ristretti non è adeguata allo scopo.
In altri paesi come USA e Francia
si è arrivati ad un tipo di conformazione delle manichette dette a “Z” ed “O” - Francia ed Clevelan method - USA molto adatte a questo tipo
d’intervento.
Le due conformazioni rendono la
stesa della linea più veloce ed ordinata senza strozzature le stesse potrebbero dare luogo a perdite di pressione o bloccare l'apporto idrico in un momento critico mettendo a rischio l'operatore.
La tubazione fatta a “Z” è la normale manichette utilizzata
dagli Stati Uniti, essa è utilizzata per salire fino al piano coinvolto dove poi viene attaccata una tubazione fatta ad “O”
e cioè a cerchio che rimarrà ben compatta sul piano senza creare strozzature,
essa si può adattare benissimo anche a spazzi molto stretti perché, potrà
essere posizionata anche in verticale senza problemi.
Tubazione
a “Z”
Distanza da tallone a tallone
Manichetta a “Z” finita
Chiusura con nastro transennamento
Tubazione a “O”
Distanza
ampiezza un poco più delle spalle attenzione non troppo stretta!
Chiusura
con nastro transennamento consigliato non mettere lancia se con nastro
Con questo metodo la stesa della
tubazione sarà più agevole ed ordinata.
Il trasporto posizionando tali
tubazione sulla bombola dell’autorespiratore, rispetto alle manichette a
chiocciola tradizionali è più comodo e mantiene le mani libere per portare
ulteriore attrezzatura come per esempio attrezzi di forzatura.
Trasporto
e stesa
Trasporto
e pronto per stesa sulle scale
Per
trasportare anche più di una manichetta ed eventuale altra attrezzatura (Mani
libere)
Stessa
della tubazione a “Z” sulle scale
Riempimento
tubazione “O”
Manichetta
“O” riempita
Manichetta ad “O” messa in verticale per spazzi ristretti
Se si vuole inserire anche la
lancia così d’avere tutto pronto all’uso, si deve disporre di fasce o pre-pak. Le
manichette devono essere chiuse con delle fasce a strappo oppure vi sono dei
pre-pack per lo scopo che vengono trasportati su per le scale e la manichetta
fatta cadere mentre si prosegue per il piano coinvolto.
Fasce
tubazione ad “O”
Pre-pak
per edifici alti con tubazione “Z” ed “O”
Per fare la manichetta a “Z” in maniera adeguata basta prendere
una distanza un poco più ampia delle spalle o da tallone a tallone come in
foto, mentre si è a terra in ginocchio e cominciare a “serpeggiare” la
manichetta, indifferente se dal maschio
o dalla femmina, e poi chiuderla con nastro transennamento se non si hanno le
fasce o pre pak.
Per creare la manichetta ad “O” stessa distanzapiù ampia dellespalle
mentre si è in ginocchio in questo caso è importante non farla troppo stretta
se no, si avrà difficoltà di riempimento perché si creeranno cerchi troppo piccoli.
Possiamo, attraverso un semplice
metodo, trasformare la manichetta “Z”
nella “O” e consiste nel prendere la
manichetta a “Z” posizionarsi fronte
lancia, prendere le spire che vanno verso la lancia ed infilarle nel braccio
una ad una, alzarsi in piedi ed aprire il cerchio ottenuto “O” posizionandolo fronte voi , quindi riempire poi la manichetta,
attenzione nell’esecuzione di questa manovra, se fatta in modo errato, potreste
far posizionare la lancia sotto la tubazione con conseguenze problematiche come
strozzature e nodi !!
L’ideale se già pronte almeno
due manichette a “Z” ed una ad “O”.
Passaggio
da “Z” ad “O”
Posizionamento
fronte lancia e prendere le spire una ad una ed inserirle nel braccio sx
Aprire
il cerchio ottenuto e metterlo a terra fronte a voi
Cerchio
ottenuto dalla trasformazione dalla “Z” nella “O”
Con due manichette a “Z” possiamo coprire fino a tre piani,
stendendo le manichette sui gradine delle scalinate dove poi al piano coinvolto
attaccheremo la manichetta ad “O”, così
d’avere una lunghezza di 20m da utilizzare per l’attacco interno. La manichetta ad "O" può essere fatta anche doppia cioè con due manichette pre connesse e fatte insieme onde avere 40m per l’attacco interno, ma attenzione alle perdite di carico !!!
(25 aprile 2022 - Aggiungo una info da poco appresa grazie al mio Stimabile Amico Federico, che colui che ha portato questo metodo in Europa si chiama Lt Frank Bernard di Nates ha scritto un manuale segue il link https://www.iconegraphic.com/equipier/473-le-livre-tuyaux-en-echeveau.html. Bernard viaggio in Canada Quebec nel 1996 e fece adottare le manichette a Z nel 2003 presso la sua brigata in Francia scrivendo le manovre da E1 a E6 così sono denominati gli stendimenti in francia).
Dal rapporto Lund 1019, Bengtsson che da una
definizione di un 'brand gas explosion' (fire gas explosion):
Il
concetto di fire gas explosion non è
definito in nessun standard ISO. Questo concetto è, comunque, usato in molti
paesi e quelle definizioni esistenti sono molto simili.Una possibile definizione è data
sotto:
'Quando
i gas dell'incendio (fire gas) si perdono in un'area adiacente ad un
compartimento che sta bruciando essi possono ben mescolarsi con l'aria in quel
compartimento adiacente. Questa miscela può riempire tutto o parte del volume
disponibile e può essere all'interno dei limiti di infiammabilità. Se la
miscela è infiammabile questa può provocare un grande aumento di pressione. E
questo stato è chiamato fire gas explosion.' Un fire gas explosion avviene
senza cambiare nessuno stato di nessuna apertura nel compartimento. Il cambio
di ventilazione cambia le condizioni nel compartimento per il backdraft che
deve cambiare durante lo sviluppo del fuoco. Naturalmente, il confine tra i due
concetti può essere un poco confuso.'
(Fonte Euro Fire fighter di Paul Grimwood)
Fire gas ignition
Che cosa succede nel compartimento? (Adiacente o non)
Nel compartimento adiacente a quello coinvolto dall'incendio, potrebbero accumularsi quantità di fumo tali da portarlo ad essere nel campo d'infiammabilità ben miscelato con l'aria che era già presente nel compartimento, aspettando solamente l'innesco. Questi fire Gas Ignition potrebbe presentarsi in molti modi, e quello descritto sopra è soltanto uno dei possibili. Un'altro esempio può essere del fumo che esce da una finestra sorvolando delle fiamme che escono da una finestra ed esso si accende etc.
Vediamo un fire ga ignition nell'unità FDS
Vediamolo nella Mia Fire Box a doppio piano
Vediamolo nella realtà durante un incendio.
La fiammata potrebbe essere più o meno forte, questo è dato dal punto in cui in fumo si trova nel campo d'infiammabilità, potremmo avere un Flash Fire o una Smoke Explosion quest'ultima potrebbe essere anche più violenta del backdaft ed a dirittura detonante in quanto si troverebbe trovare nel punto stechiometrico del campo di infiammabilità.
Vediamo il campo d'infiammabilità
Campo d'infiammabilità del Fumo CFBT - US
Come intervenire!!Nel caso che il fumo sia in un compartimento adiacente a quello coinvolto rimuovere il fumo prima dell'accesso al compartimento con l'incendio, nel caso che escano da una finestra, raffreddare il fumo in uscita dalla finestra per limitarne l'accensione e non sostare in accumuli di fumo che fuoriescono dall'incendio, posizionarsi sempre sopra vento, non cambiare mai il verso dell'incendio con una ventilazione indiscriminata il controllo dei fumi è importante per le molte ragioni viste in questo blogg.
Altre info su www.firetactics.com,www.cfbt-us.com, http://www.tantad.com
C.
Fleischmann e P. Pagni definiscono il backdraft come segue:
Se
il compartimento è chiuso, gli eccessi di pirolisi si accumulano, pronti a
bruciare quando una ventilazione è aperta improvvisamente, per esempio, come
può accadere quando una finestra si rompe dovuta al fuoco indotto da uno stress
termico o un pompiere che entra nel compartimento. Su di una ventilazione, la
gravità corrente porta aria fresca nel compartimento. Questa aria si mescola
con l'eccesso di pirolisi per produrre un miscela infiammabile, premiscelata
con il gas che può essere accesosi in molti modi.
(Fonte Euro Firefighter P:Grimwood)
Che cosa succede nel compartimento? In un compartimento totalmente chiuso l'incendio comincia in condizioni tradizionali, dopo aver esaurito completamente l'aria (l'ossigeno scende sotto il 15%) il fuoco diventa in uno stato di cenere covante che brucia l'ossigeno residuo dal combustibile. Il compartimento si riempie di fumo e prodotti di pirolisi della mobilia sparsa per l'intenso calore, appena avverrà una ventilazione al piano del focolaio ad esempio rottura di una finestra o apertura di una porta, il fumo in alta pressione data dall'espansione dei gas uscirà dal compartimento creando un risucchio nella zona di sotto pressione, il risultato sarà una miscela di fumo ed aria nel campo di infiammabilità che verrà innescata dalle braci dell'incendio covante, con la conseguente esplosione chiamata beckdraft. Osserviamo un Backdraft https://www.youtube.com/watch?v=4cQOUuJ1DWI
Mentre l'incendio avanza nel suo naturale decorso si ha un effetto transitorio dato dalla poca aria all'interno del compartimento per poi aumentare appena viene aperta una ventilazione con successivo flashover.
I segni premonitori
Difronte ad un compartimento totalmente chiuso senza aperture di ventilazione o anche piccole ma insufficienti a sostenere la combustione, la porta potrebbe essere calda anche nella parte bassa, possiamo percepire che il piano neutro è crollato fino a terra quindi la mobilia è completamente sommersa dal calore producendo gas di pirolisi, possiamo poi vedere se nei contorni della porta vi sono degli sbuffi di fumo giallastro o brunastro forte indice di una elevata temperatura all'interno. Il fumo potrebbe sbuffare fuori per poi rientrare all'interno, le finestre sono completamente annerite il fuoco non è visibile, potrebbe esserci un forte calore per irraggiamento.
Se noi apriremo una porta con questi segnali senza fare una apertura alta in modo da rilasciare questi gas oppure non lo facciamo in modo defilato saranno guai!!!
Vi sarà un'onda di sovra pressione con fiamma che potrebbe si o no superare la velocità del suono (dipende dal punto stechiometrico del campo d'infiammabilità) con le conseguenze che potete immaginare!!!Rilasciare questi gas o innertizzarli sarà la nostra priorità.
Come fare??
Creare una ventilazione sul tetto del locale per rilasciare in atmosfera i gas caldi, oppure creare una piccola apertura nella parte alta della porta o finestra ed inserire una lancia raffreddando ed inertizzando l'atmosfera esplosiva o creare il backdraft se non ha conseguenze pericolose (es locale isolato)
Oppure avvalersi di lance apposite chiamate pircing nozzle.
Vedi percing nozzle https://www.youtube.com/watch?v=M7Z8urp_9pY
altre info su www.firetactics.com,www.cfbt-us.com, http://www.tantad.com
Vi sono molti tipi di attacchi al fuoco a seconda dello sviluppo dell'incendio la geometria del locale e le ventilazioni presenti.
Verranno descritti qui di seguito, alcuni tipi di attacchi al fuoco effettuati con una lancia DMR 500.
Vediamoli nel link https://www.youtube.com/watch?v=19XbLjlzkoc 1 - Attacco 3D - Pulsing L'attacco 3D si riferisce al raffreddamento della fase gassosa dell'incendio nelle condizioni di pre flashover e consiste nel raffreddamento del fumo caldo prima dell'ignizione o dopo l'ignizione (rollover). Questo attacco è stato concepito dai due ingegneri Svedesi Rosander e Giselson che con la costruzione di una lancia apposita, la lancia Fog fighter, riuscirono a calibrare il giusto attacco per nebulizzare l'acqua a sufficienza per raffreddare i gas caldi e cercare contemporaneamente di non produrre troppo vapore acqueo facendo rimanere l'ambiente più confortevole per i pompieri. Vediamo di cosa si tratta. https://www.youtube.com/watch?v=Csm8GWx_cPw L'esecuzione dell'attacco ad impulsi si esegue appositamente con una lancia Fog fighter (Getto Cavo) Che fornisce sia una portata minima di 150 litri/min che di una portata massima di 500 litri/min. Questa lancia produce delle goccioline, alla portata minima di 150 litri/min, che vanno dai 300 ai 400 micron, quindi uno spray che può interagire con i gas della combustione inertizzandoli. Gocce d'acqua troppo grandi non raffredderebbero i gas oltrepassandoli e sbattendo poi contro il soffitto, producendo troppo vapore acqueo che a sua volta spingerebbe i gas caldi a terra. L'espansione del vapore acqueo è una cosa a cui, il pompiere in attacco, deve rapportarsi perché potrebbe farsi bollito da solo!! Le pulsazioni saranno di mezzo secondo a rotazione nel compartimento con un angolo dello stream di 60° in modo da prendere più porzioni di fumo possibile ed un angolo della lancia da terra di 45°. Vediamo l'espansione del vapore acqueo nella tabella.
Grimwood.P – Fog Attack – 1992
Vediamo la temperatura che va dai 600 agli 800 °C che è quella presente in un compartimenti dove l'incendio va verso il Flashover. Quindi ATTENZIONE AL VAPORE ACQUEO!!! Il problema si può ovviare con una ventilazione tattica, se possibile farla, creando uno sfogo dalla parte opposta, una finestra ad esempio, cosi che il vapore acqueo esca con il fumo ed il calore. Nella procedura di entrata al compartimento, insegnata durante i corsi CFBT, dopo aver visto a che punto è il piano neutro e raffreddato l'interno del locale con acqua nebulizzata verso il soffitto, si entra se la temperatura lo permette, lo si potrà apprezzare, vedendolo dalla vaporizzazione o non della pulsazione d'acqua data, quindi si chiude poi la porta proprio per non dare aria all'incendio che aumenterebbe d'intensità ed anche per le ventilazione impreviste punto - punto, si avanza di 1,5 m circa e si effettuano le pulsazioni inertizzando la piuma di fiamma, i rollover ed i gas in sospensione fino al raggiungimento del focolaio. Come abbiamo visto nel video, abbiamo molte varianti dell'attacco 3D a seconda dell'intensità della piuma del fuoco e della possibilità o non di raggiungere il focolaio. Vediamo il link di un attacco pulsing con raffreddamento dei gas attraverso la termocamera: http://www.youtube.com/watch?v=c0rac7Jgw2Y 2 - Attacco massiccio
Questo attacco è un attacco che si effettua in fase di flashover o comunque in un incendio pienamente sviluppato o in fase di decadimento quando le pareti stanno trattenendo molto calore all'interno e l'entrata è ormai sconsigliata. A questo punto dell'incendio abbiamo a che fare con la fase combustibile dell'incendio che pretende portate maggiori rispetto a quella richiesta dalla fase gassosa. L'esecuzione di questo attacco che può essere effettuato in molti modi tra cui l'esecuzione delle lettere ZOT oppure in rotazione disegnando un "8" agisce per raffreddamento e soffocamento del fuoco con la massiccia produzione di vapore acqueo, questo crea un diluizione dell'ossigeno come avviene per gli impianti fissi "hi fog". La sua esecuzione con portate alte dell'ordine di 500 litri/min darà la completa estinzione del fuoco. In questo caso dato che non è richiesta ormai la nostra penetrazione all'interno del locale data dall'intensità del calore in alcuni casi dell'ordine di 6 MW (fonte Tattical Firefighting P. Grimwood) si potra produrre il vapore acqueo sufficiente per l'estinzione, se contemporaneamente viene aperta una ventilazione tattica nella parte opposta del locale il tutto sarà supportato anche da un buon confort (visibilità, calore per irraggiamento e ritorno di vapore fuori dal locale) per chi sta commettendo l'attacco. Vediamo link di una attacco massiccio. http://www.youtube.com/watch?v=mBb2qMZMrZQ Video di un attacco con ventilazione. http://www.youtube.com/watch?v=Nac9cJiB-s8
L'uso della ventilazione "TATTICA" e NON INDISCRIMINATA per rilasciare il calore ed il vapore è una pratica da tenere in considerazione quando si effettua un attacco offensivo ad un incendio pienamente sviluppato.
Altre info su www.firetactics.com,www.cfbt-us.com, http://www.tantad.com