L'acronimo WFBT sta per wildland Fire behavior training e come avevamo detto nel primo post sugli incendi di vegetazione, il comportamento del fuoco negli incendi di vegetazione è regolato da tre elementi principali, Topografia, Meteo e Combustibile. Le nostre scelte tattiche saranno influenzate da questi tre elementi.
Questi tre elementi sono direttamente collegati al comportamento del fuoco, ad esempio, l'intensità del vento sarà direttamente collegata a come il fuoco si propagherà la sua direzione, la quantità di combustibile, invece ci dirà quanto calore sarà dissipato e cioè l'intensità e l'altezza delle fiamme. Per quanto riguarda l'aspetto topografico, un terreno in salita, ci dirà che vi sarà una rapida propagazione ed una lunghezza delle fiamme, che scaldano e pirolizzano il combustibile più in alto. Tutti questi aspetti sono fondamentalmente le principali misurazioni che possiamo effettuare sul nostro incendio di vegetazione che poi sono 4 : ( ripeto, Ogni lato del triangolo le altera )
Tasso di propagazione
Intensità
Lunghezza delle Fiamme
Larghezza del fronte
Tasso di propagazione
Il tasso di propagazione è la distanza che l'incendio copre nel tempo, di solito è Centiara - ca (1m2) in un minuto, (centiara ca - 1m2, ara a - 100m2, ettaro ha - 10.000m2). Forte vento, vegetazione secca e continua ed un terreno in salita, daranno un forte tasso di propagazione. Saperlo ci darà la distanza per una linea di attacco indiretta che dovrà essere pronta per quando arriverà il fuoco, calcolare anche un certo margine di sicurezza ovviamente.
ES. sotto
10m2 al minuto la velocità del fronte
Attacco indiretto pronto in 60 minuti
10m2 X 60 minuti = 600 m2 di distanza piùmargine di sicurezza.
Intensità
Essa è calcolata in Kilowatt per metro al secondo (o BTU per piede al secondo, come nella foto sotto), ed è l'energia quindi la sua potenza, rilasciata nel tempo per ogni metro di combustibile consumato al secondo, la vegetazione secca darà forte intensità. Capire l'intensità ci darà una indicazioni su cosa ci aspettiamo dal fuoco e per un piano d'attacco, Esempio un attacco diretto da terra sarà evitato per la forte intensità del fuoco.
Lunghezza delle Fiamme
Da non confondere con l'altezza delle fiamme, essa è calcolata dalla base alla punta delle stesse è può essere vista come l'ipotenusa di un triangolo rettangolo. Forte vento e vegetazione alta ed in salita hanno un forte impatto su questo aspetto. Più saranno alte e lunghe le fiamme e più faville incandescenti causeranno incendi secondari a distanza dal fronte, oltre che un attacco diretto da terra sarebbe molto rischioso.
Larghezza del fronte
L'incendio comincia da un punto e si propaga in direzione del vento con una forma ad ellisse, essa sarà formata da un fronte, origine, coda e fianchi, il vento ed il tipo di vegetazione, la morfologia del luogo ed il meteo ci daranno l'estensione del fronte. I fianchi solitamente bruciano meno veloce del fronte, ma un cambio improvviso del vento può far divenire un fianco, un fronte come nella foto sotto.
Anche il tipo di combustibile è associato al comportamento del fuoco, un incendio di sotto superficie e si muoverà molto lentamente ed sarà poco intenso. Un incendio di superficie invece ha un tasso di propagazione più alto del sottosuolo. Un incendio di chioma quindi aereo avrà un alto tasso di propagazione ed una fortissima intensità rilasciando un enorme quantità di energia in un tempo brevissimo. E' importante sapere che questi tre tipi d'incendio possono avvenire simultaneamente.
Nel combustibile aereo quindi incendi di chioma abbiamo tre diverse tipologie e di comportamento del fuoco, qui di seguito descritti:
Passivo/Torcia
Attivo/dipendente
Indipendente (molto raro)
Passivo/Torcia
L'incendio di chioma passivo (effetto torcia) coinvolge un singolo albero totalmente oppure un piccolo gruppo di alberi. Esso è creato da un incendio di superficie che coinvolge poi un singolo albero. Per evitare ciò, bisognerebbe tagliare ciò che potrebbe causare tale effetto, durante l'attacco indiretto oppure bagnare o coprire di schiuma l'albero.
Attivo
L'incendio di chioma attivo si muove velocemente di chioma in chioma ed è sostenuto dall'incendio di superficie sottostante, divenendo così un fronte unico. L'Intervento aereo è necessario con un dispiego per attacco indiretto lontano dal fronte e bonifica con attacco diretto in seguito.
Indipendente/incendio di chioma
Esso si propaga di chioma in chioma non è sostenuto da un incendio sottostante, ma le faville che cadono in terra innescheranno un incendio di superficie. Questo evento avviene raramente ma una vota innescatosi occorre supporto aereo.
Abbiamo visto il comportamento degli incendi di vegetazione, questo ci aiuterà a capire come il fuoco si comporterà nel paesaggio circostante e quindi sulle decisioni tattiche da intraprendere.
Allego alcuni video degli avvenimenti che stanno imperversando nel mediterraneo attualmente.
(metti versione web per visualizzare in video sotto)
La decisione è critica, quando si approccia un incendio di vegetazione, sulla strategia da applicare, se effettuare un attacco offensivo, difensivo o una combinazione di entrambi. Rivediamoli sotto:
Offensivo: Quando le risorse sulla scena sono sufficienti per controllare il fuoco.
Difensivo: Quando il personale è limitato e le azioni da compiere sono anch'esse limitate.
Nella situazione offensiva abbiamo due strategie di controllo degli incendi di vegetazione qui di seguito elencate:
Attacco diretto: Si attacca il fuoco sul bordo o parallelo ad esso che offre anche una certa sicurezza se dal lato già bruciato (il nero).
Attacco indiretto: Questo comporta la costruzione di una linea di controllo lontano dalla testa dell'incendio che procede verso la linea di controllo, usando il sistema del contro-fuoco o applicando schiuma, oppure ritardante e nel migliore dei casi rimuovendo la vegetazione e quindi il combustibile.
In entrambe le strategie abbiamo vantaggi e svantaggi, ma in tutte e due i casi l'uso della schiuma di Classe A ci offre un grande aiuto. L'abilità della schiuma o agente bagnante di mantenere il combustibile bagnato, da la possibilità al team di attacco di spostarsi in altra area. Nel caso si usi la schiuma, essa deve essere più fluida possibile in modo da penetrare la vegetazione compatta.
L'attacco diretto
Questa è una operazione intrapresa direttamente sul combustibile che brucia. L'applicazione di agenti bagnanti o schiume per classe A penetrano a fondo il combustibile anche se compatto, evitando la riaccensione ed inoltre nel caso dell'uso di schiume le faville rimangono intrappolate all'interno non creando altri incendi secondari. L'uso della schiuma Classe A è consigliato quando vi è molto vento.
L'attacco diretto è consigliato dove l'incendio è di piccole dimensioni, durante lo spegnimento di incendi secondari, quando l'incendio corre velocemente a causa del forte vento e della continuità di vegetazione, quando l'area persa si deve ridurre il più possibile come ad esempio in aree forestali di tipo commerciale o protette.
Abbiamo varie strategie di attacco diretto tutte partono dal NERO, il posto più sicuro.
Attacco frontale
Attacco alla testa del fuoco che parte dalla testa e continua sul fianco. Il vento, densità e altezza del combustibile, potrebbe fare dell'attacco frontale, una attacco non sicuro.
Attacco al fianco
Attaccare i fianchi simultaneamente o uno alla volta, l'attacco comincia da locazione sicura e si avvicina alla punta o testa. Ottimo se la testa viene spenta o fermata da mezzo aereo diventando così attacco in tandem.
Attacco a pinza
Attacco simultaneo da due direzioni, utile se l'incendio è debole su tutti e due i fianchi e in testa. Il successo è determinato dal personale disponibile.
Attacco mobile
Il mezzo segue l'attacco, ottimo su erba e terreni dove il mezzo può andare.
L'applicazione della schiuma Classe A finita (cioè espansa) in bassa espansione con rapporto da 1:5 (ottimo il CAFS), va applicata alla base delle fiamme sul combustibile che deve ancora bruciare per due motivi fondamentali, uno per evitare che la schiuma venga portata via dai moti convettivi e l'altra è perché il fuoco sarà fermato e spento per l'umidità del combustibile.
Svantaggi dell'attacco diretto: Lavorare sul bordo dell'incendio espone il pompiere ad intenso fumo e calore. Molto più sicuro lavorare dalla parte già bruciata specialmente il condizioni di vegetazione alta e fitta ed in condizioni meteo di forte vento. La linea della tubazione potrebbe dover essere molto lunga perché il fuoco brucia in modo irregolare, le faville potrebbero creare incendi dietro i pompieri tagliando la via di fuga, se lavorano sul verde (come sotto).
Attacco indiretto
Questa tipologia di attacco è scelta perché negli incendi di vegetazione l'approvvigionamento idrico è scarso e quindi si sceglie di rimuovere il combustibile per eliminare un lato del triangolo della combustione oppure perché le fiamme sono troppo intense, alte e veloci. Nell'attacco indiretto la linea di controllo è fatta molto lontano dal bordo dell'incendio, che esso possa essere il fianco o la punta/testa o la coda, questo dipende dalle nostre priorità. Solitamente la distanza tra la linea di controllo ed il fuoco viene bruciata in quello che è chiamato contro-fuoco. Il successo della linea di controllo nell'attacco indiretto dipende da dove si sceglie di farla, inoltre essa deve essere larga a sufficienza da prevenire una fuoriuscita del fuoco. Come regola generale una volta e mezza l'altezza delle fiamme.
La locazione di costruzione di tale linea dovrà rispondere ad importanti requisiti di sicurezza, essa sarà vicino ad una strada, uno specchio d'acqua o aree già bruciate. Inoltre non si faranno più linee se non si possono controllare, ed si eviteranno posti con vegetazione molto densa.
Rimuovere il combustibile
Utilizzare motoseghe, rastrelli per eliminare il fogliame ed ottime anche zappe per raggiungere il così chiamato suolo minerale.
Linea Umida con l'uso dello schiumogeno Classe A
Si usa per costruire una barriera umida, utilizzando una schiuma abbastanza espansa (media espansione) che rimanga e non dreni subito, ottimo se in discesa. Si può utilizzare la schiuma per ricoprire la vegetazione circostante (ottimo il CAFS). Vento, umidità e temperatura circostante determineranno il successo della linea umida. Essa durerà almeno cinque volte rispetto all'acqua. Il personale sarà pronto a spegnere ogni possibile fuoriuscita dalla linea o applicare nuova schiuma dove necessario. L'utilizzo di una schiuma più fluida è permesso in condizioni di vento forte e combustibile compatto nel terreno sia di superficie che sotto la superficie.
linea di ritardante
Il ritardante è una sostanza chimica (sali di polifosfato d'ammonio) che aumenta la ritenzione idrica della vegetazione, ossia evita l'evaporazione dell'acqua contenuta nelle piante che poi bruciano, aumentandone così la loro durata. Solitamente viene rilasciata da un mezzo aereo, ed è colorata di rosso per la sua visibilità ma può anche non esserlo. Il ritardante è miscelato con acqua che evapora e lascia la soluzione intorno alla pianta racchiudendola. Ultimamente si sta verificando la sua compatibilità con l'ambiente come lo è stato per lo schiumogeno. Evitare rilasci vicino laghi e corso d'acqua.
Vantaggi dell'attacco indiretto
La linea è facile da proteggere, qui non bisogna correre sul bordo del fuoco, tra calore e fumo. La locazione della linea di controllo inoltre è vicino a barriere naturali che possono essere usate anch'esse come barriera laghi, fiumi, rocce o strade.
Svantaggi dell'attacco indiretto
Se non viene effettuato il contro-fuoco, i vigili potrebbero essere in pericolo, una grande area è sacrificata alle fiamme, sono lontani dalla parte già bruciata dall'incendio spesso usata come ancora di salvezza e punto di attacco diretto, si possono creare pericolose condizioni di spot fire ed infine, il vento potrebbe fare cambiare direzione al fuoco mettendo in pericolo il personale.
Nella situazione Difensiva invece, la squadra sarà schierata a protezione di una abitazione ad esempio, come avviene nell'interfaccia urbana, perché le risorse non permettono altre manovre.
L'utilizzo della schiuma Classe A, in questo caso, sarà fondamentale per non degradare le già scarse risorse idriche.
Quando proteggiamo una struttura, dobbiamo vedere se essa è proteggibile, per prima cosa la via di fuga della squadra non dovrà mai essere compromessa dalle fiamme, poi dobbiamo vedere quanta vegetazione, quindi combustibile si ha intorno. Chiudere porte e finestre della struttura e rimuovere più vegetazione possibile. Una rapida occhiata intorno alla struttura ci farà decidere se essa è proteggibile oppure no.
Nella foto sopra questa struttura è completamente immersa nella vegetazione. Quindi recarsi in un'altra struttura anch'essa minacciata dal fuoco ma più proteggibile, come sotto.
Le tubazioni da 25 mm
In incendi di boscaglia sono utili le tubazioni da 25 mm ancor più dei naspetti che hanno una bassissima portata. Sono facili da ripiegare attraverso il metodo ad "8" (foto sotto - avvolgere ad otto intorno i polsi la tubazione da 25 mm) che ne permette un nuovo dispiego inseguito e possono essere lasciati in loco per una rapida ritirata. Vi sono tipologie che si inumidiscono per aumentarne la durata sul nero quando si attacca. Considerare le forti perdite di carico di questa tubazione non farle troppo lunghe mediare con i 45 mm.
Come ultima informativa vorrei farvi vedere un ottimo approccio COMBINATO, ossia difensivo delle abitazioni con mezzo aereo ed attacco indiretto con contro-fuoco dalle squadre AIB, sfruttando il terreno inumidito dal mezzo aereo ed usato come linea umida, nei recenti avvenimenti in Sardegna. Al quale va il mio augurio di una forte ripresa.
Continuo questo post, aggiungendo alcuni video che mi sono stati suggeriti dal mio carissimo amico Federico con il quale da sempre mi confronto e mi consegna i migliori suggerimenti per questo Blog.
Grazie Federico!
(Metti "versione Web" per visualizzare i video sotto)
Manovre antincendio boschive:
Alcuni mezzi per il boschivo:
Come ultimo video una manovra di autosalvataggio con mezzi idonei che lo permettono !
Impensabile attaccare incendi di vegetazione con mezzi per gli interventi quotidiani.
Generalmente gli incendi di vegetazione, una volta che hanno inizio, continuano il loro percorso e non sono comparabili con altre tipologie d'incendio.
Molti fattori influenzano la continuità degli incendi di vegetazione, i più importanti sono il combustibile, condizioni meteo e la topografia.
Il combustibile
Il combustibile è suddiviso in aereo come le fronde ed i rami anche alberi morti. poi abbiamo combustibile di superficie con vegetazione bassa, foglie cadute, erba e tronchi. Invece quello di sotto superfice è composto da pattume e radici.
Il Meteo
Il meteo ha un forte impatto sugli incendi di vegetazione specialmente il vento, temperatura atmosferica e l'umidità dell'aria. Il vento in particolare, che sbatte sul fianco di una montagna o soffia sulle pianure acquista potenza rendendo veramente intensa la combustione.
La Topografia
La configurazione del terreno può rallentare o velocizzare il comportamento del fuoco. Un terreno in salita velocizza la combustione dando sempre continuità di combustibile che pirolizza per il calore e poi brucia. D'altro impatto la combustione in discesa che rallenta il fuoco.
Per rendere più efficaci le operazioni di spegnimento è importante conoscere la composizione di un incendio di vegetazione in modo da impartire ordini chiari a tutti.
Origini: Area dove l'incendio ha avuto inizio, è molto importante proteggere questo punto potrebbe avere evidenti fonti investigative.
Testa o Fronte: La parte dove c'è la sua maggiore propagazione e dove generalmente soffia il vento.
Dita: Propagazioni strette che si staccano dal corpo principale del fuoco e possono formare altri fronti.
Perimetro: Tutti i confini del fuoco e la parte bruciata detta anche bordo.
Coda: La parte opposta al fronte, questa solitamente brucia con meno intensità.
Fianco: Bordo che brucia al fianco del corpo principale del fuoco, i due fianchi sono separati dalla testa e dalla coda. Sono generalmente identificati come fianco destro e sinistro.
Isola: Area non bruciata all'interno del perimetro di fuoco.
Incendio a Chiazze: Nuovi incendi innescati a causa delle faville che vengono portate in su dalla convezione e poi spinte in avanti dal vento. Gli uomini potrebbero essere presi in trappola in mezzo ai due fuochi.
Fuoriuscita: E' l'incendio che esce da una barriera, che essa possa essere naturale come rocce oppure no, come una strada od una linea di sbarramento fatta appunto per fermare il fuoco (attacco indiretto seguirà post).
Verde e Nero: sono le due aree, una che deve ancora bruciare, la verde ed l'altra che è già bruciata, la nera. Quest'ultima è un sicuro punto da dove attaccare o mettersi al sicuro, ma può essere scomoda essendo calda e fumosa.
Come accennato sopra, abbiamo tipologie diverse d'incendio di vegetazione, perché vi sono vari combustibili a diverse quote nella vegetazione ed ognuna ha le sue problematiche riguardo l'estinzione.
Aerea: Tutto il combustibile che fisicamente è separato dal terreno, l'aria qui circola liberamente e ne causa una rapida combustione.
Di Superficie: Tutta la vegetazione che si trova in superficie come erba, tronchi morti, sterpaglie, aghi di pino etc. questi ultimi s'incendiano molto facilmente.
Sotto superficie: Tutto il materiale sottostante la superficie come le radici ed il materiale organico decomposto che ha creato uno strato sottostante la superficie, esso difficilmente brucia, ma una volta accesosi è difficile da spegnere.
La tipologia di vegetazione brucia diversamente da luogo in luogo ed i vari comandi devono essere consapevoli della tipologia d'incendio che può presentarsi nel proprio territorio di competenza.
Segue video 360 del NIST di un incendio di boscaglia.
Quello che segue è un estratto da un documento del Capo Andy Frederiks, un delle massime autorità nell'antincendio del NYFD, fautore di moltissimi documenti.
Cinquant'anni dopo "Little Drops of Water" di Layman, è tempo di ammettere che i flussi nebulizzati non sono la risposta. Sostengo fortemente un ritorno al metodo di attacco diretto collaudato nel tempo.
La sua semplicità ed efficacia, insieme al livello di sicurezza che da al team, si adatta bene agli imprevedibili incendi del nuovo millennio. Mentre i getti solidi (smooth bore) sono preferibili, i flussi diritti (DMR) possono sostituirli, a condizione che i flussi all'interno dell'incendio non siano compromessi.
Le seguenti tattiche e tecniche garantiranno il successo quando viene impiegato un attacco diretto interno: a causa della volatilità degli incendi odierni, con un flusso d'acqua minimo di 500 L/min che è raccomandato per gli incendi di abitazione. Questo flusso è facilmente ottenibile utilizzando una tubazione da 45 mm, a condizione che le perdite per attrito siano determinate con precisione e la pompa lavori alla pressione corretta.
Gli incendi degli edifici commerciali richiedono un flusso di 1000 L/min, e questo è meglio erogato attraverso una tubazione da 70 mm con lancia smooth bore. Altri parametri che meritano considerazione includono la gettata e la reazione della lancia.
A differenza di ciascuno dei metodi antincendio a getto nebulizzato che prevedono l'applicazione di acqua nei gas super caldi per il loro raffreddamento, l'attacco diretto va alla causa principale del problema la fonte di produzione del gas. David Fornell, utilizza l'analogia di una bombola di propano che perde creando un dardo di fuoco. Il solido riscaldato arredi e finiture all'interno di una stanza ardente sono paragonati al cilindro che perde; il monossido di carbonio infiammabile sostituisce il gas di propano. Nel controllare una perdita e la bombola di GPL in fiamme, l'obiettivo è controllare l'alimentazione del carburante, la causa del problema, al contrario di spegnere prima il gas in fiamme che è solo un sintomo. L'obiettivo, il GOAL, dell'attacco diretto interno consiste nell'applicare acqua direttamente sui materiali solidi riscaldati all'interno dell'area dell'incendio, riducendone la temperatura e arrestando la produzione di carbonio infiammabile (monossido).
Gettare acqua sui materiali riscaldati, tuttavia, è spesso più facile a dirsi che a farsi.
Oltre a utilizzare la portata offerta da flussi solidi e diritti, il soffitto e le pareti superiori possono essere utilizzate per reindirizzare il flusso in caso di condizioni di calore o ostacoli (tramezzi, cataste, porte semichiuse) dove attacca la base del fuoco impossibile.
Spazzare il soffitto con il flusso da un lato all' altro lato o il movimento in senso orario aiuta anche ad eliminare la minaccia rappresentata dai gas riscaldati senza eccessiva produzione di vapore e l'indesiderata e violenta interruzione dell'equilibrio termico caratteristica dei metodi dell'attacco indiretto e combinato (dove si utilizzano getti nebulizzati all'interno dei locali).
Nelson lo chiama l'attacco "flusso diretto dal soffitto" e afferma che è altamente efficace interrompendo il flusso di ossigeno dato dalla gravità corrente, riducendo così le minacce di rollover e flashover.
A seguito della morte di due vigili del fuoco svedesi in un flashover nei primi anni '80, sono state ideate, per contrastare gli effetti dell'accensione del gas del fuoco e prevenire lesioni da flashover e backdraft, degli attacchi nebulizzati ad impulsi. Definita applicazione d'acqua nebulizzata “offensiva” o “tridimensionale”, queste tecniche sono state spiegate in grande dettaglio negli scritti di Paul Grimwood, un vigile del fuoco veterano di 26 anni di servizio oggi in pensione, dei vigili del fuoco di Londra.
Grimwood è stato così gentile da rispondere alle mie domande e preoccupazioni sull'attacco "3D". Anche se sono d'accordo con la sua valutazione dell'ambiente antincendio moderno e i relativi rischi, in particolare la natura volatile dei gas dell'incendio e i crescenti flashover e correnti d'aria, non sono d'accordo con molte delle tattiche che egli invece sostiene.
Il breve esame dell'attacco 3-D e le tecniche qui contenute è tratto da un opuscolo intitolato “Flashover & Nozzle Techniques” preparato da Grimwood. L'applicazione offensiva di getti nebulizzati con gocce piccole (circa 400 micron) prodotte da una lancia speciale possono essere diretti negli strati di gas sopraelevati in brevi raffiche o "impulsi". L'obiettivo è quello di sospendere le goccioline nei gas per raffreddarli e ritardarne l'accensione (in in altre parole, mettere l'acqua sul fumo come misura preventiva).
Idealmente l'attacco 3-D impedirà l'accensione dei gas del fuoco, Grimwood afferma che la tecnica è adatta sia per incendi pre che post flashover. Mentre la nebbia d'acqua si trasforma in vapore e si espande di volume, è accompagnato da una corrispondente diminuzione o contrazione in volume dei gas dell'incendio, evitando gli effetti debilitanti associati ala produzione di vapore causata da flussi nebulizzati durante gli interventi antincendio interni.
Inoltre, evitando il contatto tra l'acqua e le pareti e il soffitto riscaldati (di fronte a ciò che richiede il metodo di attacco combinato), la produzione di vapore indesiderata è ulteriormente ridotto, mantenendo così condizioni sostenibili per il team.
Le tecniche di nebbia offensive richiedono un'esecuzione piuttosto precisa per avere successo. Grimwood afferma che i vigili del fuoco che impiegano tecniche 3-D dovrebbero essere "estremamente ben praticati nella manipolazione della lancia e nelle azioni “pulsanti”.
Dato l'ampio spettro di distrazioni affrontate dal moderno servizio antincendio (EMS, haz-mat, soccorso tecnico e così via [traduzione TPSS, NBCR, USAR etc]), le tecniche antincendio e di lancia devono essere mantenute semplici e dirette possibile. Indipendentemente dalla sua efficacia anche se riportata.
Credo che sia opportuno un approccio più tradizionale.
da ANDREW A. FREDERICKS Fire Engineering
March 2000
Ci sono molti sistemi di controllo del fumo che un pompiere potrebbe incontrare lungo la sua carriera è importante che ognuno di noi sia consapevole e capisca i principi di come questi sistemi lavorano. In alcuni edifici ci sono, sia sistemi di evacuazione dei fumi in modalità automatica e sistemi di condizionamento dell'edificio chiamati HVAC.
I primi provvedono ad evacuare il fumo che si accumula in corridoi o nella tromba delle scale etc.
I secondi mantengono l'edificio pressurizzato quindi l'aria potrebbe essere spinta dentro ed all'occorrenza si potrebbe invertire il flusso in estrazione, ovviamente ci sarà un pannello di controllo che deve essere movimentato da personale esperto.
Alcuni sistemi sono descritti qui di seguito:
Naturali (Evacuatori di fumo nelle scale o con aperture di finestre)
Pressurizzati (Pressione positiva che previene l'infiltrazione del fumo)
De pressurizzazione ( pressione negativa da dentro il compartimento coinvolto)
De pressurizzazione (estrattori di fumo a vetilatore negli evacuatori)
Push - pull ventilazione che si muove o verso dentro o verso fuori l'edificio in genere spinge verso gli evacuatori di fumo ma può lavorare anche all'inverso se richiesto.
In alcuni casi le scale potrebbero essere in sovra-pressione in maniera da non essere contaminate dal fumo, questo per i pompieri che attaccano il compartimento in lunghi corridoi fino al compartimento coinvolto oppure per l'esodo dei civili è un grande vantaggio.
In un recente studio Olandese sulla propagazione del fumo negli edifici, si è visto che la propagazione orizzontale è molto rapida in un corridoio dove la porta di un compartimento incendiato è lasciata aperta, diviene pieno di fumo in soli 4-7 minuti a causa dei nuovi materiali che costituiscono la nostra mobilia.
In generale, il fumo si propaga principalmente attraverso porte aperte e i condotti di ventilazione. La propagazione orizzontale del fumo avviene principalmente attraverso le porte.
Le condizioni che influenzano la possibilità di fuga e la sopravvivenza degli occupanti in caso di incendio sono:
gas irritanti e asfissianti;
calore;
visibilità.
Questi sistemi mantengono condizioni vitali per la fuga dei civili ma avvolte potrebbero far trovare i pompieri nel lato sbagliato del percorso di flusso (come nell'immagine sopra, l'estrazione è davanti la porta che da sulle scale da dove attaccheranno le squadre), senza una corretta configurazione. Ma non solo... questi sistemi potrebbero avere anche un impatto avverso sul comportamento del fuco.
Possibili impatti sul comportamento del fuoco:
Sistemi di pressurizzazione nei corridoi dove sono siti gli appartamenti potrebbero dare aria aggiuntiva all'incendio come un motoventilatore in modalità moderata.
Un'estrazione da parte di un sistema a depressurizzazione potrebbe porre le squadre di attacco nella parte sbagliata del flusso d'aria (foto sopra).
Evacuatori naturali di fumo sulle pareti dell'edificio che danno all'esterno potrebbero essere affetti dal vento esterno influenzando l'approccio delle squadre.
In centri commerciali i sistemi di evacuazione sono generalmente configurati per assicurare un bilanciamento tale da permettere un'evacuazione delle persone, questo può aiutare le squadre, ma se si interviene dopo 20 30 minuti il fumo scenderà fino a terra, creandosi un flusso d'aria tra l'entrata e l'uscita dei fumi con un forte deterioramento delle condizioni interne.
Termino l'articolo con una risposta del Deputy assistent Commisssioner Terry Adams (LFB) ad una domanda posta da Officer retired Paul Grimwood (LFB) nel libro Eurofirefighter 2007
PG : Quando non ventileresti?
TA : IN EDIFICI CON ARIACONDIZIONATA CONTROLLATA DAL COMPUTER O IN SISTEMI DOVE LA VENTILAZIONE PUO' CREARE UNO SBILANCIAMENTO.
Già vista in un post precedente la termocamera - TIC è un dispositivo ampiamente sposato dai vigili del fuoco di tutto il mondo.
Esso non ci aiuta fisicamente nell'estinzione dell'incendio, ma può aumentare la sicurezza, l'efficienza e l'efficacia.
Ovviamente la sicurezza è al primo posto, nell'uso della TIC. Divenire disorientati in una struttura in fiamme, può essere un'esperienza terribile. La tic può essere di pieno aiuto, nell'eseguire il compito assegnato, altrimenti difficoltoso con bassa visibilità. La tic ci da la possibilità di orientarci nella struttura, vedere porte per un'uscita d'emergenza, mobilio e l'integrità della struttura al soffitto ed ostacoli. E' bene tenere con se la tic per tutto il tempo.
Tecnicamente la dovrebbe avere il CI - comandante d'incidente per effettuare la ricognizione, e l'evoluzioni dell'incidente, all'esterno della struttura, ed il team interno che sia dispiegato per un attacco al fuoco o per una ricerca e soccorso.
Nell'eventualità ve ne fosse una la priorità va al CI che avrà una lettura migliore per scegliere se commettere personale all'interno oppure no.
Come usare la TIC
Quando si entra in una struttura dare una scansionata con la tecnica in tre passi.
Primo: Scansionare il soffitto, per localizzare la quantità di calore accumulata al soffitto, potenziali punti di ventilazione e l'integrità strutturale.
Secondo: Scansione a metà della stanza per vedere il layout ed il mobilio ed eventuali entrate secondarie.
Terzo : Scansionare il pavimento per localizzare vittime ed altri possibili pericoli sul percorso.
Le scansioni devono durare meno di 10 secondi e assolutamente non utilizzerò la termocamera per orientarmi nell'ambiente, ma userò le metodologie di ricerca con il muro o mezzo corde, che saranno più veloci grazie alla termocamera.
Se mi appoggiassi interamente alla termocamera, la sua perdita o la cessazione della batteria mi potrebbe mettere in seri guai.
Quando arrivati, Più o meno alla metà del percorso, una nuova scansione a tre passi va eseguita, per verificare un cambio delle condizioni , un'orientamento maggiore e la ricerca di vittime da un'altra angolazione.