venerdì 17 gennaio 2025

THE KILL ZONE

Zona di pericolo 

(In questo articolo verranno omesse specifiche particolari su cosa siano i Progressi Rapidi del Fuoco, il piano neutro, alla portata della lancia ed il tipo di attacco 3D pulsing per Gas Cooling. Si intende che si conoscano già questi elementi per comprendere l'articolo e comunque se ne farà riferimento con link di collegamento ad altri post.)

Per Kill Zone intendiamo tutta la parte che si estende dall'entrata al compartimento coinvolto fino al raggiungimento della sorgente (l'incendio vero e proprio). Ora seguiremo passo passo cosa dovremmo fare e la scienza dietro le nostre azioni per una più accurata progressione nella KILL ZONE. Nella Kill zone tratteremo quello che è il SINTOMO e cioè i prodotti della combustione i gas super caldi per poi arrivare alla MALATTIA l'incendio (non tratteremo il processo di estinzione). Questa progressione sarà spiegata secondo l'utilizzo del metodo di applicazione dell'acqua 3D pulsing per controllare una zona in particolare del compartimento coinvolto tutta la massa gassosa prima dell'incendio.

Per cominciare dobbiamo comprendere la differenza tra la così detta Safe Zone e la Buffer Zone. Questi sono due tipologie di ambiente dove il pompiere staziona con due livelli differenti di sicurezza ove è sito l'incendio e che il pompiere deve assolutamente comprendere.

La Safe Zone lo dice la parola stessa è una zona di sicurezza nel compartimento coinvolto, dove il pompiere riesce ad ottenere la sua massima sicurezza appunto, per poter operare sul fuoco od effettuare un salvataggio. Questo si ottiene se nel compartimento, si riesce ad isolare il fuoco, magari confinandolo in una stanza (azione tentabile alla prima occasione) ed isolare quindi la parte non coinvolta dall'incendio e poi effettuare in questa zona ora sicura azioni di ventilazione per i motivi legati ai progressi rapidi del fuoco (Fire Gas Ignition) e per effettuare la ricerca e soccorso.

La Buffer Zone si tratta di una zona localmente e temporaneamente sicura perchè i pompieri NON  riescono ad isolare il fuoco quindi il compartimento totale dove i pompieri si muovono e collegato all'incendio. Per ottenere questo si effettuerà il raffreddamento locale dei gas di combustione che sono al soffitto fino a raggiungere la sorgente dell'incendio e questo può essere effettuato sia con getto pieno che con il getto frazionato emesso ad impulsi (tecnica 3D appunto) l'importante è raffreddare i gas per prevenire l'avvento fisico del Flashover.

La creazione della safe zone può e dovrebbe essere fatta seguendo da prima una la linea di creazione della Buffer Zone.

Partiamo dall'entrata quindi, dopo avere appurato una lettura della porta e scongiurato  l'assenza di segnali di backdraft, dobbiamo mitigare ogni tipo di accensione dei fumi caldi in uscita dal compartimento, durante l'apertura del compartimento stesso, per effettuare una serie di letture all'interno. L'azione di mitigazione sarà attraverso una prima sospensione di gocce nella parte superiore della porta e poi si effettua l'apertura. Appena la porta viene aperta il gas espanso lascia il compartimento incontrando la nostra prima Buffer Zone che dura pochissimi secondi ed è sopra di noi che approcciamo il compartimento, l'aria fresca invece, viene risucchiata sotto, a questo punto daremo una prima occhiata al fumo interno guardandone il colore e al piano neutro (metodo Be Safh)  e cioè l'altezza del fumo rispetto al pavimento. Dopo aver effettuato la nostra lettura creeremo la nostra buffer zone subito dopo la porta, all'interno questa volta, usando La tecnica 3D di applicazione dell'acqua per controllare quella porzione di spazio subito dopo la porta. Sarà emesso un primo colpo in alto di due tre secondi (non tre colpi come di solito si vede fare)  e poi sarà chiusa la porta per 5...10 secondi.......

Perchè....

Il primo getto raffredderà i gas super caldi, vaporizzandosi ed espandendosi, il vapore creato continuerà il suo viaggio più a fondo verso l'interno spinto dal continuo getto della lancia, sottraendo energia al fumo e continuando la sua espansione, la continua acqua dei secondi successivi, colpirà, invece, il soffitto anch'esso caldo, il quale passerà la propria energia all'acqua creando ancora vapore. A questo punto chiuderemo la porta per 5...10 secondi creando e stabilizzando la nostra prima buffer zone. L'energia passera dal fumo all'acqua gocciolante dal soffitto ed il vapore creato si stabilizzerà nella regione di sovra pressione che in questo momento è bloccata dalla porta, nuovamente chiusa. 

La chiusura della porta è importante perchè, per effetto della gravità corrente,  la zona del fumo in sovra pressione spingerà via la nostra buffer zone fatta di vapore che inertizza l'accensione dei gas infiammabili, ma bisogna fare molta attenzione al vapore che noi abbiamo creato, perché ancora contiene l'energia del gas precedente e potrebbe scottarci, ma fortunatamente la fisica in questo ci viene in contro... in che modo??

Contrazione dei gas di combustione ed espansione del vapore
 

Come si vede nella figura sopra il Gas super caldo si contrae perché raffreddato per 3/3 ed il vapore acqueo si espande per 2/3 quindi, il vapore trova il suo posto nel compartimento e sempre per effetto della gravità corrente rimarrà appeso al soffitto.

Riguardo il vapore dobbiamo fare delle considerazioni, molte volte ci hanno detto di non creare troppo vapore in quanto il vapore sopra i 100° che detiene molta energia e non è visibile, può bruciarci. Per inertizzare la KILL ZONE noi DOBBIAMO creare vapore perché è il vapore che inertizza l'ambiente ma dobbiamo farlo con la giusta quantità e nel giusto posto. 

I Gas Prima e dopo l'applicazione dell'acqua


Tornando alla nostra porta di entrata (perché ai me non siamo ancora entrati....:) 

Se al nostro primo apporto di acqua al soffitto non vediamo ricadere a terra l'acqua dobbiamo quindi effettuare un secondo ciclo di raffreddamento interno sempre verso il soffitto, attendere con porta chiusa e ripetere l'azione fino a che l'acqua non cade la suolo....a questo punto avremo una buona Buffer Zone dove la temperatura e sicuramente più confortevole rispetto ad una zona non temporaneamente trattata e "messa in sicurezza".

A questo punto possiamo entrare e per i motivi descritti sopra e le dinamiche del fuoco chiudere immediatamente la porta sulla tubazione...

Ora siamo all'interno e cominceremo la nostra progressione verso la sorgente, effettuando il raffreddamento della KILL ZONE. 

Il raffreddamento e quindi la creazione di una più ampia Buffer Zone, funziona nella medesima maniera dell'entrata al compartimento soltanto che questa volta i colpi saranno tre SE non ci sono rollover insistenti (quindi colpo lungo). I nostri colpi di lancia saranno tre in tre diverse zone destra, centro e sinistra, il motivo e ampliare il più possibile la nostra Buffer Zone.

Creazione della Buffer Zone

IMPORTANTE... E' indispensabile sapere che il LIMITE di questa tecnica 3D pulsing e di 70m^2 di superficie da trattare ossia una KILL ZONE inferiore a 70m^2 o se si apre una apertura ossia il vetro di una finestra collassa portando via, sempre per gravità corrente la nostra BUFFER ZONE, ancora nel caso vi sia una scala interna che porti al piano sopra sopra è possibile che l'espansione del vapore creato, trovi la via per salire sopra di fatto sopra le nostre teste non c'è vapore ma gas caldi di combustione.

Spero di aver dato una più completa comprensione di cosa facciamo quando applichiamo la tecnica 3D Gas Cooling.

Riccardo Garofalo




Nel post non verranno spiegati cosa è un flashover, backdraft, la gravità corrrente con flusso bidirezionale ed attacco 3D pulsing.


raffreddamento e contrzione gas

perchè chiuedere la porta con il metodo 3D

cosa succede quando raffrediamo i gas

 

domenica 13 ottobre 2024

La tubazione da 70mm

 

Manichetta e lancia smooth bore per operazioni su idrante

Come diceva il grande Andy Fredericks "Se butti giù il fuoco non dovrai saltare dalla finestra". Questo grande pompiere del FDNY morto tragicamente l'11 settembre 2001 nell'attacco alle Torri Gemelle in NY, ha sempre sottolineato l'importanza di attaccare il fuoco con la giusta portata ed il prima possibile. 

Al riguardo, vi propongo nuovamente il link di un mio vecchio post - attacco interno.

Da sempre ho cercato di spiegare la differenza tra avere una portata adeguata per gli incendi di oggi e non averla... 

Il potere dell'incendio e cioè la sua potenza che è espressa in MW è un'energia rilasciata nell'unità di tempo, quindi per contrastare questa energia, noi DOBBIAMO erogare acqua alla stessa velocità della potenza dell'incendio per sottrarne l'energia che radiante. Se noi non riusciamo a realizzare quanto descritto... Abbiamo perso la missione!

Ribadisco inoltre, che i 500 Litri al minuto dal tubo da 45mm o gli 800 Litri al minuto che vorrei alla lancia dal tubo da 70mm non devono essere considerati AL MINUTO (portata complessiva), che in pochissimo tempo ci farebbe finire la riserva d'acqua dell'APS e trasformare un appartamento o negozio in una piscina. Più propriamente dovremmo parlare di una portata istantanea e cioè di litri al SECONDO. Se la portata alla lancia in litri al minuto è sufficientemente grande, l'incendio è domato istantaneamente e cioè in pochissimi secondi. 

Ovviamente parliamo di acqua sul fuoco e questo viene effettuato con NON poche difficoltà, lottando contro la poca visibilità, il calore, gestione della tubazione (movimentazione), layout del compartimento (distanza tra entrata e l'incendio), aria disponibile nel AVR etc.

Considerando tutte le variabili elencate, se arrivati quindi davanti al fuoco, la nostra portata (diametro della tubazione) detterà la riuscita o no della missione e tornando alla frase del grande Andy Fredericks - "Se butti giù il fuoco non dovrai saltare dalla finestra" - sarà decisa anche la nostra SICUREZZA!

Scegliere la giusta tubazione per attaccare aggressivamente il fuoco sulla prima risposta, ci darà un bel margine di sicurezza. 

Quanto più grande sarà l'incendio all'arrivo come un negozio con grande carico di combustibile o il nostro tempo di riflessione ad un incendio di un piano alto dove le condizioni saranno sicuramente più gravi rispetto a quello che vediamo nell'immediato da giù, magari con l'uso dell'idrante dell'edificio oppure per problemi idraulici dovuti alla fisica a causa delle perdite di carico dovute alla distanza del fuoco dalla pompa dell'APS, allora a questo punto, dobbiamo prendere in considerazione la tubazione da 70mm!

La tubazione da 70mm per tutta la metà del ventesimo secolo era la tubazione predominante, fu poi sostituita dalla tubazione da 45mm che era molto più leggera e quindi agile. Questo cambiamento ha però portato all'abbandono di questa tubazione per attacco interno ed a oggi l'ho vista sempre meno dispiegata, se non per rifornimento o per arrivare al divisore dove poi si usano le manichette da 45mm. A partire dagli anni 90 con l'avvento del naspo da 22mm circa, in alta pressione, stiamo abbandonando anche la tubazione da 45mm (sempre a discapito della nostra sicurezza). L'aumento della pressione all'interno della tubazione non comporta un aumento infinito della portata, anzi tutt'altro va ad influire anche sulla manovrabilità. Infatti un tubo da 22mm non potrà erogare più di 300 L/min e quello da 45mm non più di 600, le perdite di carico compenseranno l'aumento della pressione. Una tubazione da 45mm fatta fluire a 800L/min è praticamente un pezzo di legno rigido, difficile da manovrare e soggetto sicuramente a rottura (falla). Il 70mm ha la stessa sorte e non erogherà più di 1000 L/min, ma 600/800 L/min vanno più che bene per ottemperare alla mia missione di disintegrare il fuoco in nano secondo.

La tubazione da 70 mm per il suo pronto impiego, risponde sempre alle stesse regole che io chiamo "Della buona tubazione" già elencate nel post precedente - operazioni su idrante :

  1. Di litri minuto corretti
  2. ll dispiego/impiego deve essere agile
  3. Propriamente stesa
Queste regole fanno si che ogni tubazione scelta per la missione, sia EFFICACE.

Il primo punto è stato ampiamente spiegato in questo blog oltre ad abbattere il fuoco, la portata adeguata ci garantisce la sicurezza. Il nostro primo obbiettivo e la salvaguardia della vita umana e la nostra che siamo all'interno del compartimento non farà eccezioni. Quindi se vi sia il sentore da parte del caposquadra che vi sia un forte rilascio di energia, allora dovrebbe dotare l'attacco di una buona portata. Il loro tempo davanti a pesanti irraggiamenti dell'incendio sarà minimo e la struttura non subirà danni eccessivi mantenendo la sua stabilità.

Il secondo punto riguarda il dispendio energetico per l'impiego/dispiego della tubazione da parte degli operatori, per completare la tubazione ed attaccare il fuoco (nel caso non vi fosse una squadra prontamente disponibile alla sostituzione). Nel caso dell'impiego del 70mm, più che mai la tubazione dovrebbe essere stivata in una forma che il pronto impiego sia agile, per il pompiere che esegue la costruzione e la conformazione a Z o il Denver Hose pack, rispondono bene a questo requisito. Le classiche tubazioni a chiocciola, sono un metodo di stoccaggio che occupa poco spazio, ma tutti sappiamo bene che nel dispiego lungo le rampe delle scale per raggiungere il piano X  è veramente ardua da costruire. La disposizione a chiocciola è un metodo di stoccaggio "antico" e risale a quando i pompieri non erano rinchiusi un dispositivo di protezione individuale che limitava il loro movimento.

Per mia esperienza personale, dopo aver per anni incentivato all'utilizzo delle manichette a Z il Danver Hose Pack, rimane molto più compatto nel profilo della bombola mentre si trasporta sulle scale, rimane inoltre di facile impiego in tutti i tipi di scenari. 



Danver Hose Pack e Smooth bore nozzle



Il terzo punto invece riguarda l'arte perduta dove non si perde piu tempo e nel costruire e stoccare in maniera impeccabile le manichette. Tutto quello che facciamo in tempo di pace ce lo ritroviamo in tempo di guerra. La stessa posa della manichetta deve essere impeccabile. Meno pieghe si fanno e minori saranno le perdite di carico e non solo, una manichetta propriamente stesa, sarà anche meno difficoltosa da movimentare.

Manichetta da 70 mm pripriamente stesa. Il passaggio per l'esodo rimane pulito.

Una cosa che abbiamo sicuramente perso è l'arte della movimentazione della tubazione. Essa non deve essere un prendi e tiri ma più che altro un sistema che come in una orchestra ognuno ha il suo ruolo e suonano una bellissima melodia. Movimentare la manichetta deve rispecchiare un unico lavoro di squadra. Questa arte perduta più che mai con il 70mm trova la sua massima espressione.
L'addestramento farà la differenza . Perché senza l'addestramento non pesate assolutamente che poi sull'intervento farete un buon lavoro.

  "Più sudore in addestramento meno sangue in battaglia"          

domenica 25 febbraio 2024

Le Operazioni Su Idrante negli Edifici


Indicatore di flusso e pressione - Elkharth brass


Da sempre sappiamo che abbiamo bisogno di erogare acqua sugli incendi (Litri al minuto), alla stessa velocità di quanto l’incendio rilascia la sua energia (MegaWatt) per ottenerne la soppressione. Altrimenti avremmo comunque la soppressione, ma in fase di decadimento, quando oramai parte del combustibile si è esaurito. Si stima che per gli incendi moderni, occorra una portata alla lancia che soddisfi una densità d’acqua di circa 5/6 Litri al minuto per metro quadrato, con questo si ottiene un  rapido abbattimento dell’incendio. Lavorare con flussi minori espone il pompiere in attacco a condizioni pesanti e molte volte non si ottiene neanche il controllo dell’incendio, aumentando il danno alla struttura nella parte non affetta dal fuoco ed aumentano i danni dovuti all’acqua. Perché dobbiamo sapere che quando eroghiamo acqua a getto pieno (il getto pieno ha una buona sopravvivenza e penetrazione) solo il 50% è efficace l’altro 50% ruscella via (a terra). Nel parte del 50%, in cui è efficacce, il getto aggisce sul solido combustibile che pirolizza, raffreddandolo, l’altro agisce nella fiamma dove avviene la reazioni di ossidazione sottraendo energia e cessando la reazione chimica.

Chiarito l’obbiettivo e quindi di apportare più acqua possibile sul fuoco, partiamo con le nostre operazioni dall’idrante e cioè dalla cassetta antincendio che troviamo negli edifici di civile abitazione o all’interno di uffici o aziende. Questo può essere  da 70mm; 45mm o da 25mm (dipende dall’area da coprire secondo normativa EN 10779 ).

1.    L’idrante da 25mm per quanto chiarito già sopra non lo prenderemo assolutamente in considerazione in quanto possono erogare > 60 L/min (secondo DM 16 maggio 1987 riconfermato nel DM 25 Gennaio 2019).

2.      L’idrante da 70mm invece (secondo di DM 26 Febbraio 2006 che riguarda gli uffici) offre una portata e pressioni > 300 L/min a 4 bar ma lo troverete come protezione esterna e non all’interno di zone uffici e non all’interno delle Civili abitazioni.

3.  L’Idrante da 45 mm generalmente (secondo DM 16 maggio 1987 che regola le civili abitazioni riconfermato nel 25 Gennaio 2019), lo troviamo all’interno degli edifici di oltre i 24 m di altezza (anche all’interno di zone uffici) e ci garantisce una portata di 360L/min a 3 bar per 60 minuti, ma all’idrante più sfavorito e cioè il più lontano dal sistema di pompaggio dell’edificio, arriveranno solo 120L/min ed 1.5 bar. La cassetta antincendio che lo contiene è corredata di una lancia EN 671 da 45 mm con corpo in alluminio a due getti (pieno e frazionato), in grado questa di fornire a 3 bar circa 135 L/min ed una sola manichetta da 45 mm di 20 m. Questo idrante sarà il nostro obbiettivo!


Figura 1 cassetta antincendio con idrante da 45 mm lancia e tubazione da 45 mm

Gli idranti descritti sopra sono tutti cosidetti “umidi”, quelli che sono detti “a secco” dove noi vvf pompiamo acqua che arriva direttamente al piano, virtualmente non esistono, o sarebbero stati installati in alberghi con posti > 25 fino a 50 ed in civile abitazione dove vi sia una estenzione di 2 piani oltre  il terzo piano e non oltre quindi rimanendo sotto i 24m di altezza alla gronda, secondo DM 14 luglio 2015 (figura 2). Riassumendo la questione, tutti gli idranti che incontriamo sono in maggioranza UMIDI (Figura 1). Dove sono installati idranti “umidi” potremmo trovare all’esterno dell’edificio una casseta con all’interno due raccordi femmina d’immissione con la dicitura - attacco autopompa V.V.F.  In questi idranti l’attacco autopompa che troviamo all’esterno, ci permette di alimentare l'impianto ma a non più di 12 bar. Troveremo invece la cisterna di alimentazione interna con spinta dell'acqua tramite una o più pompe , dipende dall'altezza dell'edificio, se la pressione dell'acquedotto non è sufficiente a servire tutti i piani, per garantirci al primo attacco un apprivvigionamento idrico ininterrotto di 60 minuti, sempre secondo il DM 16 maggio 1987. L'idrante con possibilta di alimentazione l' ho trovato in un sopralluogo effettuato alla palazzina di Colli Aniene Roma, dove vi fù un grave incendio di facciata, l’idrate disalimentato ha un raccordo che ci dava la possibilità di alimentare direttamente la colonna montante anche se era di sette piani (Figura 3). Durante i piccoli interventi negli edifici della propria zona di competenza si potrebbe dare un’occhiata al sistema degli idranti e alla loro alimentazione, se presente e magari provare se funzionante.


Figura 2 Idrante a secco  DM 14 Luglio 2015

Quindi non potendo fornire pressioni adeguate al piano, abbiamo la necessità di gestirci i 360 litri al minuto a 3 bar (nel migliore dei casi) o i 120 Litri al minuto ad 1.5 bar nel peggiore dei casi. Ora descriveremo cosa possiamo e sopratutto cosa non possiamo fare/usare. Cominciamo con cosa non possiamo usare, le tubazioni da 45 mm hanno forti perdite di carico e compromettono la pressione di esercizio alla lancia causandone un errato funzionamento, un tubo da 45 mm ha una perdita di carico di circa 0.8 bar a 400 L/min, quindi il suo utilizzo è sconsigliato soprattutto se dobbiamo raccordarne più di 1. Inoltre non possiamo usare per ovvie ragioni le lance DMR a 500 L/min con 6/7 bar di funzionamento.


Figura 3 Idrante Umido con possibilità di alimentazione sito in edificio di Colli Aniene Roma

Le lance DMR da 500L/min a 6/7 bar di funzionamento sono un ottimo strumento per la lotta antincendio, esse ci permetto di affettuare forti attacchi di soppressione al fuoco utilizzando una tubazione da 45mm che pur avendo grandi perdite di carico. L’ autopompa supporterà i bar necessari per compensare le perdite di carico del/dei 45mm e fornire alla lancia DMR i bar di funzionamento, dandoci poi i 500L/min selezionati sul cursore delle portate. Ma lavorando in questo caso su di un idrante per esempio al 20° piano di un grattacielo non avremmo tale possibilità.

Per quanto riguarda la tubazioni da 45 mm a camicia singola che invece, troviamo all’interno della cassetta antincendio, se nella migliore delle ipotesi è integra (nella maggior parte dei casi è un tubo vetusto e la gomma del rivestimento interno è danneggiata) ha forti perdite di carico. Se questa tubazione viene collegata ad altri tubi da 45 mm per raggiungere l’incendio, azzeriamo i bar disponibili alla lancia. Se a questa tubazione di: esempio due tubi da 45 mm con lancia che lavora ad almeno 3/4 bar alla stessa arriverà soltanto 1 bar, insuffiscente alla lancia per lavorare alla pressione d’esercizio e darvi magari i 400 L/min dell’drante.

In questa situazione con una lancia che non lavora alla pressione d’esercizio e quindi eroga POCHI Litri al minuto, per quanto descritto sopra all’inizio del’articolo, saremo già pericolosamente esposti a forti irraggiamenti e potremmo non avere il controllo dell’incendio. Quindi anche le tubazioni da 45 mm devono rimanere sull’APS e non sono uno strumento per lavorare con l’idrante.

Cosa dobbiamo fare quindi??

Utilizzare un diffusore da 45 mm à 70mm poi, tubi da 70mm ed una lancia che lavori a basse pressioni e soprattutto si avvicini ai 360 L/min circa, erogati dall’idrante, come la Unifire V16 - EN 15182 tipo 1 o la lancia AWG - EN 15182 tipo 2 da 70 mm con bocchello da 16 mm dove smontando anche il bocchello anteriore si ottiene un foro da 22mm erogando quasi ai 400 L/min (figura 4 e 5), ovviamente la gittata sarà più corta ma la portata sarà maggiore. Effettuando questa operazione, garantiremo che tutto quello che ci esce dall’idrante arrivi sul fuoco, anche se l’incendio potrebbe avere maggiore necessità di portata, in questo caso potremmo far fare una seconda tubazione da un’altro idrante nelle immediate vicinanze dell’incendio come dal piano ulteriormente sotto.  


Figura 4 e 5 Lancia AWG da 70 mm con bocchello da 16 mm  e 22 mm

La tubazione quindi dovrà risponedere a tre principi fondametali: 

  1. Di litri minuto corretti per il potere del fuoco (lancia che lavora a basse pressioni) 
  2. Di facile trasporto ed impiego (tubazioni da 70 mm fatte a “Z” o Denver Fold hose pack) 
  3. Propriamente Stesa (eliminare ulteriori perdite di carico)

Per il punto 1 dobbiamo usare ciò che abbiamo in partenza e cioè tubazioni da 70mm e lancia a basse pressioni  da 70mm. Il punto 2 invece, diventa critico nell’affaticamento del personale per un facile trasporto (normalmente sulla bombola lasciando le mani libere). Il facile impiego o dispiego come meglio dire se non viene  fatto si compromente il punto 3. La tubazione dovrà essere posizionata sulla salita della scala o nei corridoi in maniera ESEMPLARE, avremo bisogno di ogni singolo bar che fuoriesce dall’idrante e le tubazioni a chiocciola potrebbero richiedere più movimenti del personale su e giù sulla scala per il dipiego o nei corridoi per estendere la tubazione che deve essere ripeto..PROPRIAMENTE stesa senza curve strette che causano ulteriori perdite di carico che vanno poi ad influire sul corretto funzionamento della lancia che a sua volta non ci eroga tutta o parzialmente l’acqua che esce dall’idrante, parliamo sempre dei famosi 360 L/min a 3 bar.

Inutile dire che in altri paesi questo aspetto è già stato affrontato ed i reparti antincendio hanno reagito a queste problematiche utilizzando tubazioni da 51 mm (introdotte in UK nel dal 2015) e lance smooth bore, ma sopratutto gli idranti sono alimentati a sufficenza per fornire portate più alte ed hanno persino una valvota di riduzione della pressione PRV Pressure Regulating Valve, perché l’operatore alla lancia non riuscirebbe a gestire l’enorme reazione della stessa.

Per quanto rigurda la scelta della lancia dovrebbe essere considerato un fattore K non inferiore a 245 (ricerca UKper incendi di appartamento in grattacielo. Che cosa è il fattore K?

Il Coefficente K è un valore costante della lancia che ci dice la prestazione della stessa e si trova con la formula:

K = Q /  P

K = Costante

Q= Portata Litri minuto

P= Pressione d’esercizio

 

La lancia AWG da 70mm a 3 bar con bocchello da 16 mm ci da 250 L/min con un fattore K =145 invece smontando il bocchello passando a 22mm il fattore K diviene k = 314 se l’idrante lo permettesse avremmo 535 L/min.

Tornando alle operazioni su idrante l’utilizzo delle lance AWG è imperativo anche perchè probabili detriti provenienti dalla colonna montante date dall’ossidazione etc. usciranno dalla lancia senza bloccare l'erogazione dell'acqua.

Si potrebbero utilizzare anche lance Unifire da 70 mm con bocchello da 16mm ma non hanno la possibilità di aumentare la portata, inoltre quando passiamo a getto frazionato ricordiamoci che spingiamo aria e potrebbe essere non conveniente.

Ma ora vorrei chiedervi: Sappiamo realmente se l’idrante che usiamo ha la pressione sufficiente per farci commettere un attacco interno?

Il 23 Febbraio del 1991 ci fu un grave incendio al 22° piano del grattacielo One Meridian Plaza, Philadelphia USA. In questo incendio morirono 3 pompieri perchè alla lancia automatica non arrivavavno i bar necessari di funzionamento. I vigili furono ingannati dal funzionamento della lancia automatica ma non avevano la minima idea della reale ed insufficiente portata. Da questo incendio furono apprese molte lezioni tra cui applicare un manometro all’idrante e poi attaccare la tubazione. Facendo in questo modo si può realmente sapere se l’idrante fornisce i 3 bar (in pressione dinamica cioè a lancia aperta) sufficienti al funzionamento.


Manomentro per idrante Elkhart brass




giovedì 23 novembre 2023

La Coperta Antifumo

 

Michael Reich - L'inventore della coperta Antimo e Riccardo Garofalo - UK 2023


Potrete scaricare il PDF attraverso questo link:

La Coperta Antifumo

venerdì 27 ottobre 2023

L'EFFETTO CAMINO - NEGATIVO

 

Effetto camino Positivo a Sx e Negativo a Dx

Uno dei più incompresi e mal gestiti, nei grattacieli, è il naturale movimento dell'aria chiamato effetto camino. L'effetto camino è definito come il "naturale movimento dell'aria attraverso il grattacielo causato dalla differenza di temperatura tra l'esterno e l'interno dell'edificio".

L'effetto camino POSITIVO è caratterizzato da un forte movimento dell'aria che parte dal basso (livello 0) e si muove verso il tetto. L'effetto camino positivo si percepisce significativamente durante i climi freddi, data la grande differenza di temperatura tra l'interno dell'edificio e l'esterno. Più è freddo fuori e alto l'edificio e più forte sarà l'effetto camino.

L'effetto camino NEGATIVO invece, avviene nella direzione inversa, dove il clima esterno è più caldo dell'interno dell'edificio.  Questo effetto dalle nostre parti è meno "violento" rispetto all'effetto camino POSITIVO, perché la differenza di temperatura tra l'interno e l'esterno non è molto grande. Però per esempio a Dubai l'effetti camino è negativo e di grande intensità.

Un'effetto camino Negativo incontrato dai pompieri con fumo che fuoriesce dal locale coinvolto, rende subito le operazioni difficoltose durante la salita con largo consumo di autorespiratori e consumo di energie, queste fondamentali per combattere l'incendio. Inoltre si possono incontrare molte vittime che tentano scendere dall'edificio.

L'effetto camino è responsabile del movimento del fumo nell'edificio, quando avviene un incendio, specialmente in un grattacielo ed il suo impatto sarà grande quanto maggiore sarà l'effetto camino stesso.

La potenza dell'effetto camino è governato principalmente da 4 punti:

  1. Altezza dell'edificio
  2. Tenuta dell'aria delle pareti esterne
  3. Perdite d'aria tra i piani
  4. Ed già discussa differenza di temperatura esterna ed interna
Il movimento dell'aria nell'edificio, incluso l'effetto camino, non è qualcosa visibile immediatamente ed identificato dai pompieri all'arrivo.
Comunque ci sono caratteristiche ed alcuni indicatori, che ci posso aiutare nel determinare se siamo in presenza di un effetto camino positivo o negativo e soprattutto valutarne la potenza.
Per esempio in una giornata fredda d'inverno con una temperatura esterna di 2°C ed una temperatura interna di 25°C, avremo un ovvio e forte effetto camino POSITIVO.
Tutt'altra cosa si avrà in una giornata calda estiva, con 40°C fuori e 23°C dentro, in questo caso si avrà un effetto camino NEGATIVO e di una certa intensità.
Un altro metodo utile ai VVF per  valutare la potenza e direzione dell'effetto camino è quando entrano nell'edifico ed aprono la porta al piano terra.


                                              Dave McGrail Effetto camino courtesy Youtube

Come i VVF aprono la porta al piano terra per entrare nell'edificio, possono percepire la potenza e la direzione dell'effetto camino. Infatti certe volte aprire la porta dell'entrata principale può essere difficoltoso, proprio a causa dell'effetto camino.
Molti edifici hanno una doppia porta o un sistema di pressurizzazione dell'edificio detto HVAC proprio per ovviare  a questo inconveniente ed in questo caso i VVF non possono apprezzare la potenza e direzione dell'effetto camino.

I VVF devono capire che se incontrano una doppia porta devono a mantenere entrambe aperte per comprendere direzione e potenza dell'effetto camino che avrà un impatto sulle operazione antincendio o decisioni tattiche.

sabato 19 agosto 2023

La Ventilazione Idraulica le basi

ventilazione Idraulica

Nei primi studi dove veniva valutata l'efficacia del getto frazionato, fu notata la grande onda di pressione che si veniva a creare davanti al getto stesso che a sua volta spingeva via e lontano dai pompieri il fuoco ed i gas di combustione durante il loro avanzamento verso la sorgente. Come già discusso in precedenza spingere in avanti i pericolosi prodotti di combustione può avere i suoi vantaggi e svantaggi, ma la tecnica più efficace che gioca tra i vantaggi e la spinta verso l'esterno dell'edificio dei pericolosi gas di combustione detta ventilazione Idraulica. Utilizzando la forte depressione che si crea alla base del cono del getto nebulizzato si può risucchiare il fumo dalla struttura e spingerlo all'esterno. Ogni goccia crea una spinta avanti ed una depressione dietro di se come nella figura sottostante.

movimento di una goccia d'acqua attraverso l'aria

Per comprendere al meglio il suo utilizzo dobbiamo apprendere bene lo studio che c'è stato dietro. I primi studi vennero eseguiti nel Maryland USA, dove si determinò l'effettiva efficacia del getto in pressione negativa come dispositivo utile antincendio.

Fu comparato nel test un ventilatore in pressione negativa che muoveva circa tra i 1500 e 3000 metri cubi di aria al minuto, ed una lancia da 470 L/min a 7 bar  attaccata ad una tubazione da 38mm. Tutte le finestre nella struttura furono chiuse eccetto una di circa un metro quadro. A questa finestra si misurava l'aria in entrata nella struttura attivando uno alla volta i dispositivi. L'angolo del getto della lancia era di circa 50/60° e copriva l' 80/90 % della finestra di estrazione. La lancia fu mossa più avanti ed indietro rispetto la finestra di uscita dei fumi. Il risultato finale fu che si riuscirono a muovere 6.678 cfm (Piedi cubi minuto). Quando la lancia era ben dentro la struttura e copriva la finestra. Si è anche notato che cambiando il tipo di lancia che produceva un certo tipo di gocce si influenzava la quantità d'aria. Alla fine dei test la velocità dell'aria con la lancia era 4 volte più forte del motoventilatore in pressione negativa nel rimuovere il fumo. Con l'operatore fermo in quella posizione col massimo rendimento si cambio anche la portata alla lancia constando ancora che l'aria in entrata aumentava notevolmente.

Pag 136. Fog Attack - Paul Grimwood

Ad oggi osservando questa tecnica l'operatore è in grado di scegliere il punto di uscita dei fumi e potrebbe essere proprio da dove ha appena operato, dopo aver abbattuto il fuoco. Un accorgimento da dover tenere in considerazione è il punto d'entrata dell'aria che deve essere sufficientemente grande per garantire un'adeguato flusso che rimpiazza velocemente i fumi ed il calore, ma soprattutto non deve alimentare un incendio in atto o non isolato (da una porta ad esempio), perché il fuoco verrà attratto verso la vostra posizione con estrema intensità. La tecnica lavora bene per creare un zona di sicurezza sgombra da pericoli di fire gas ignition prima di accedere al compartimento coinvolto chiuso (isolato) in piccole strutture oppure sempre in piccole strutture dove si è estinto rapidamente il fuoco e l'ambiente viene velocemente riempito di aria fresca. 

Un'altra accortezza è che l'operatore in questa posizione è attraversato da tutti i gas tossici della combustione e la decontaminazione post incendio dovrà essere strettamente osservata.



sabato 5 agosto 2023

EWE - Evento d'Incendio Boschivo Estremo

Grecia luglio 2023

Ogni anno accadono degli incendi boschivi che poi interessano l'interfaccia urbana sempre più straordinari, basti guardare i recenti avvenimenti del sud Europa tra Italia, Spagna, Portogallo e Grecia.  Siamo stati investiti da incendi di vegetazione devastanti, anch'io personalmente, sono stato testimone della loro ferocia in Calabria. Purtroppo le risorse che intervengono non sono più adeguate e dobbiamo far fronte ad una condizione ambientale estremamente forte. Il clima mediterraneo è una terra fertile per gli incendi di vegetazione. Gli inverni umidi permettono alla vegetazione di crescere ed le estati estremamente secche e calde rendendo la vegetazione altamente infiammabile.

L'escalation dell'intensità negli anni è visibile nei dati che hanno portato ad altissimi numeri di fatalità tra la popolazione.....Portogallo 2017 66 persone morte; Grecia 2018 nella città di Mati 100 morti; Algeria 2021 90 morti.

Portogallo incendio del 2017

Ogni paese cerca di far fronte a questi eventi aumentando la propria forza di risposta,  l'Algeria ha acquistato il suo primo Canader quest'anno e l'Italia conta una flotta di 19 Canader, ma come possiamo far fronte a tali condizione se ogni estate abbiamo un caldo record. La Grecia era indietro in termini di tecnologia ma dopo gli avvenimenti di Mati hanno instaurato un collaborazione tra servizi forestali e servizio antincendio ed instaurato il primo gruppo orientato alla meteorologia degli incendi. Dobbiamo comprendere che per quanto possiamo incrementare le nostre risorse antincendio tra veivoli, uomine e mezzi terrestri vi è un momento che non sarà più sufficiente... e dare spazio alla prevenzione durante l'anno attenuerà le condizioni degli incendi in estate. Le scale d'intensità degli incendi boschivi sono arrivate a livelli incredibili. Dobbiamo sapere che anche per gli incendi di vegetazione vi è una scala, come per gli uragani e terremoti. 

Vi sono incendi che sono detti Mega incendi in Europa ed incendi Estremi negli USA, entrambi sono arrivati ad un livello tale che nessuna forza di soppressione li possa arrestare. La scala è stata edotta guardandone i parametri fisici che li coinvolgono e l'impatto sociale ed economico sulla popolazione. Essi sono stati classificati tra la categoria da 1 a 7 dove la settima è considerata EWE - Extreme Wildfire Event.  

Questa dicitura EWE non ha come criterio la dimensione dell'incendio, per varie ragioni che sono legate al paesaggio ed al comportamento del fuoco. La dimensione ci può dire molto circa le perdite ed il  danneggiamento, ma questo dipende da dove accade. La definizione ha distinti parametri per evitare confusioni. Per catalogare l'incendio si ha bisogno dei parametri sotto elencati tra cui la possibilità di controllo dalle varie agenzie antincendio e la settimana EWE esce da questa possibilità.

Scala degli incendi boschivi


EWE: Come già discusso in precedenza l'alta intensità del fuoco sarà data da un combustibile pesante, questo crea una piuma di fiamma che si muove verso l'alto ed è molto lunga vanificando ogni possibilità di soppressione da terra anche indiretta. Vengono generate grandi quantità di fumi che ostacola le evacuazioni dai centri abitati e l'uso di mezzi arei per la soppressione. L'energia sprigionata dall'incendio crea un forte movimento d'aria ascensionale che a sua volta causa repentini cambiamenti della velocità e direzione del vento nelle immediate vicinanze dell'incendio, modificando il vento locale con un flusso che spinge all'interno dell'incendio stesso. La colonna di fumo con vapore e gas di combustione sale e si spinge fino nella stratosfera questo fa si che la pioggia di faville detta red snow, cada a chilometri di distanza innescando incendi secondari. L'ultimo dato che categorizza l'incendio boschivo estremo è la presenza del raro evento detto Piro Cumulo Nembo. Il fumo e calore sale fino a 14Km di altezza destabilizzando il meteo intorno co fulmini e venti che spingono verso il basso propagando l'incendio in ogni direzione con grande intensità.

Portogallo 2017

In Europa vi sono vari programmi che tendono sulla prevenzione tra gestione della vegetazione e delle specie e sull'allarme precoce prima che l'incendio divenga Estremo, non che sul mutuo aiuto attraverso il meccanismo di protezione civile Europeo che nel 2021 è stato attivato ben 6 volte e 12 nel 2022. Il Portogallo dopo gli avvenimenti del 2017 ha fatto scuola cominciando ad impiegare il 20% delle risorse per la lotta antincendio verso la prevenzione, attuando quelli che vengono chiamati fuochi prescritti, piccoli incendi creati appositamente per ridurre il combustibile. 


Il Fuoco prescritto gestito da esperti è impiegato nelle stagioni più fresche e durante i periodi di crescita delle specie arboree. Il team di esperti è composto da agronomi forestali e pompieri dove tra i quali viene attentamente pianificata la riduzione di combustibile in concomitanza della reazione sull'ambiente attraverso l'innesco di fuochi. L'incendio di vegetazione diciamo naturale è un processo ambientale che deve essere rintegrato nel sistema. Vi sono specie arboree che necessitano del fuoco per riprodursi e questi incendi oltre a servire per alcune specie, rilasciano sostanze che favoriscono la crescita di altre e sono perfettamente integrati nell'ecosistema. 

Al contrario gli incendi che avvengono oggi a causa del riscaldamento globale distruggono ogni forma di vita in profondità nel terreno, azzerando la possibilità di ricrescita delle specie.

Fuoco Prescritto - Piemonte

In Italia vi sono alcune regioni virtuose come il Piemonte, Toscana, Sardegna, Campania e Basilicata dove è cominciata questa pratica, se pur solo come sperimentazione talvolta, comunque è servito per cominciare ad introdurre questa pratica all'interno della Nazione, che ad oggi non è regolamentata e quindi ogni regione si regola nella propria giurisdizione. La Toscana al momento è la più attiva vantando una propria scuola di addestramento dove le agenzie antincendio AIB si preparano a questa pratica ed alla lotta attiva agli incendi di vegetazione anche con il controfuoco attraverso l'attacco indiretto.

Fuoco prescritto in Sardegna riduzione di lettiera

Il fuoco prescritto è una difesa attiva del territorio riduce quello che è il combustibile della zona.  Inevitabilmente questa pratica deve essere introdotta anche a livello comunale per mitigare i potenziali effetti di un incendio boschivo in quelle aree apparentemente di nessuno vicino le città dove alla vegetazione è permesso di crescere in maniera smisurata rappresentando una forte minaccia per le persone. Questo tipo di prevenzione ci assicura un più efficace intervento delle squadre ed una  minore esposizione al rischio, lottando contro questa forza della natura.