lunedì 9 giugno 2025

IL COLLETTORE

Collettore su pompa UK

Da quando sono state introdotte le lance DMR nel corpo nazionale, che lavorano alla pressione di 6/7 bar, abbiamo riscontrato dei problemi di portata, che nella maggior parte dei casi, purtroppo non veniva neanche percepita. Tutt'oggi il loro corretto utilizzo è ancora parzialmente omesso. Infatti, esse sono spesso utilizzate sotto portata raggiungibile non lavorando alla pressione corretta.

Il problema spesso avviene quando si utilizzano troppe tubazioni da 45 mm che hanno grandi perdite di carico rispetto ai 70 mm e/o si utilizzano vecchie APS dove la pompa e' progettata per l'utilizzo delle vecchie lance AWG PN 3 bar a 120 l/Min i 45 mm e 270 l/Min i 70  mm.

Per utilizzare le DMR in maniera corretta dobbiamo, essere impeccabili nella costruzione della tubazione, la pompa dell'APS se pur di nuova concezione, non possiede una potenza infinita. Quindi quando operiamo su di un incendio, specialmente in altezza, dobbiamo, ASSOLUTAMENTE essere precisi nell'utilizzo delle tubazioni da 45 mm, che sono molto agili nell'incendio ma "cattive" con le perdite di carico.

Perdite di carico per tubazione di Alessio Funghi

Ora facendo un rapido calcolo possiamo vedere quanta pressione occorre per alimentare una lancia DMR correttamente al 3° piano di un edificio con tubazione tipo rampante. Dove la lancia fluisce a 500L/min. (ricordarsi che parliamo sempre di litri al secondo per essere IMMEDIATAMENTE efficaci).

Calcolando che occorrerebbero circa totale 3 tubi da 70 mm e 2 tubi da 45 mm  

  • 1 Tubo APS ---> divisore 70 mm due vie 70mm per scarico colonna e raggiungimento portone.
  • 2 Tubi per la scala dove verranno coperti circa 1 piano e mezzo a tubo fino al divisore 70mm--->2 vie 45mm.
  • 2 tubi da 45mm per essere sicuri di coprire la lunghezza dell'intero appartamento ed eventuale piano superiore perché non se ne conosce il layout.

Quindi seguendo la tabella sopra:

0.6 bar circa sulle 3 tubazioni da 70 mm

3 bar sulle tubazioni da 45 mm

1 bar dovuta all'altezza 3 piani 10 m.

6/7 alla lancia 

Tot = 11/12 Bar circa

La pompa delle APS se pur nuova concezione a pressione nominale di 15 Bar, in molti casi non fornirà più di 13 Bar. Quindi siamo al massimo della prestazione della pompa per alimentare una lancia DMR a 500L/min al 3° piano, pensate di salire al 4° o 5° piano, ovviamente se scendiamo di portata le perdite di carico diminuiscono e la prestazione della pompa aumenta, ma la nostra esposizione al potere dell'incendio aumenterà anch'essa, avendo meno portata per estinguere l'incendio in un tempo minimo. Possiamo ancora aiutare la pompa utilizzando le tubazioni in verticale, ove possibile, ossia nella luce della scala, minimizzando il loro impiego, ma il loro peso non è trascurabile, un tubo da 70mm pieno d'acqua pesa circa 100 Kg.

Un altro aspetto importante e che sarebbe opportuno, avere SEMPRE la possibilità di alimentare 2 Lance DMR, dove la seconda è la tubazione di copertura, in questo caso, dovrebbe essere sempre creata e non caricata, ma comunque pronta all'uso. L'ottimale è creare linee separate ossia attacco e copertura direttamente da APS separati. Quando non vi è una vita nota a rischio l'esposizione degli operatori andrebbe coperta il più possibile con portata adeguata di 500L/min ed una squadra subito dietro, pronta all'entrata in scena, per qualsiasi motivo. Anche perchè nessuno di noi ha mai pensato (forse a qualcuno è accaduto) che la pompa si guasti nel momento dell'attacco ed avere una tubazione di back up dietro fa una grande differenza.

Io sono un Vigile del fuoco e lavoro in un distaccamento, non lavoro in una centrale e so benissimo cosa vuol dire essere SOLI per molto tempo non avendo personale per costruire una seconda tubazione!

Quindi non ci giro troppo intorno....Come possiamo avere 2 Lance DMR alimentate correttamente con 500L/Min alla lancia?

Abbiamo diverse opzioni a seconda dello scenario.

1 l'incendio e vicino L'APS, la pompa avra' forza sufficiente nel fornire la pressione corretta ad entrambe le lance ma in questo caso dobbiamo fare molta attenzione a quando chiudiamo una lancia, tutta la pressione andra' sull'altra, avvisare l'operatore pompa e' imperativo, la reazione della lancia sara' ingestibile.

2 L'incendio e' lontano a questo punto si fanno due tubazioni alimentate da APS separati, oppure APS e ABP e questo ci dara' un ottimo vantaggio in termini di una alimentazione corretta, Beck up della pompa ed apporto idrico semi ininterrotto e si possono chiudere le lance senza problemi nonché utilizzare due lance con pressione d'esercizio differenti per es. PN6 e PN 2.

3 Se l'incendio e' comunque lontano e siamo soli per un certo tempo attendendo la seconda APS o ABP in supporto intanto possiamo approntare il lavoro utilizzando il COLLETTORE!

Divisore 70mm in modalità COLLETTORE


Utilizzando i pezzi speciali, doppio maschio e doppia femmina, possiamo attaccare 2 APS o APS e ABP ad un unica tubazione gia' in loco.

Usare il divisore 70mm 2 vie 70 mm, in modalità collettore porta innumerevoli vantaggi:

  1. Possiamo alimentare correttamente 2 lance DMR al piano coinvolto tramite divisore 70mm-->2Vie 45mm.
  2. Abbiamo un approvvigionamento idrico quasi ininterrotto.
  3. Possiamo fare una tubazione oltre il 5 piano compensando le perdite di carico e utilizzando comunque i 45mm per attacco interno.
  4. Abbiamo una pompa di copertura nel caso la prima si blocchi
  5. Possiamo scaricare la colonna d'acqua che sale nell'edificio direttamente in strada senza causare danni aggiuntivi allo stabile.

MA ATTENZIONE!!!

Le due APS o APS e ABP NON dovranno avere tutte e due la pressione massima, perchè le tubazioni potrebbero scoppiare vanificando tutti i nostri sforzi.

La prima APS lavorerà nella modalità corretta a seconda del piano che si vuole raggiungere e l'altra darà solo 3/4 bar per compensare quelle perdite di carico dovute ai 45mm o all'altezza dell'incendio. Ricordiamoci che in molti distaccamenti NON si utilizzano tubazioni fatte per il lavoro intensivo a doppia calza PN 25 e con scoppio a 60 bar......ma più tosto delle tubazioni PN 16 e scoppio a 40 bar per cassette antincendio utilizzate nella UNI 10779 idranti a muro, ovviamente lavoro NON intensivo.

Tubazioni PN 25, Sx e tubazione PN 16 a Dx a confronto 

Le nostre tubazioni sono tutt'altro che nuove quindi vi invito ad utilizzare questo dispositivo con cautela e magari mettere il 70mm più buono che abbiamo caricato in partenza e posizionarlo subito dopo il collettore, nel posto in cui avrei la massima pressione.

I colleghi d' Europa hanno provveduto al problema di alimentare correttamente le lance DMR con un collettore attaccato direttamente sulla pompa. Questo gli permette di prendere anche i bar dalla rete idrante stradale o da altro APS se necessario.

                                                              Collettore per pompa 

Nelle mie continue ricerche ho trovato traccia del collettore nel nostro passato di VVF Italiani e per precisione nel manuale per allievi VVF del 1966. Anche noi in passato abbiamo avuto il problema di alimentazione più lance o fornire più potenza ad una lancia soltanto. Avendo poca pressione disponibile con le vecchie pompe i nostri predecessori avevamo risolto con il COLLETTORE!

Dal libro manuale di istruzione per Vigili del Fuoco del 1966


  

venerdì 17 gennaio 2025

THE KILL ZONE

Zona di pericolo 

(In questo articolo verranno omesse specifiche particolari su cosa siano i Progressi Rapidi del Fuoco, il piano neutro, la portata della lancia ed il tipo di attacco 3D pulsing per Gas Cooling. Si intende che si conoscano già questi elementi per comprendere l'articolo e comunque se ne farà riferimento con link di collegamento a post precedenti.)

Per Kill Zone intendiamo tutta la parte che si estende dall'entrata al compartimento coinvolto fino al raggiungimento della sorgente (l'incendio vero e proprio). Ora seguiremo passo passo cosa dovremmo fare e la scienza dietro le nostre azioni per una più accurata progressione nella KILL ZONE. Nella Kill zone tratteremo quello che è il SINTOMO e cioè i prodotti della combustione i gas super caldi per poi arrivare alla MALATTIA l'incendio (non tratteremo il processo di estinzione). Questa progressione sarà spiegata secondo l'utilizzo del metodo di applicazione dell'acqua 3D pulsing per controllare una zona in particolare del compartimento coinvolto tutta la massa gassosa prima dell'incendio.

Per cominciare dobbiamo comprendere la differenza tra la così detta Safe Zone e la Buffer Zone. Questi sono due tipologie di ambiente dove il pompiere staziona con due livelli differenti di sicurezza ove è sito l'incendio e che il pompiere deve assolutamente comprendere.

La Safe Zone lo dice la parola stessa è una zona di sicurezza nel compartimento coinvolto, dove il pompiere riesce ad ottenere la sua massima sicurezza appunto, per poter operare sul fuoco od effettuare un salvataggio. Questo si ottiene se nel compartimento, si riesce ad isolare il fuoco, magari confinandolo in una stanza (azione tentabile alla prima occasione) ed isolare quindi la parte non coinvolta dall'incendio e poi effettuare in questa zona ora sicura azioni di ventilazione per i motivi legati ai progressi rapidi del fuoco (Fire Gas Ignition) e per effettuare la ricerca e soccorso.

La Buffer Zone si tratta di una zona localmente e temporaneamente sicura perchè i pompieri NON  riescono ad isolare il fuoco quindi il compartimento totale dove i pompieri si muovono e collegato all'incendio. Per ottenere questo si effettuerà il raffreddamento locale dei gas di combustione che sono al soffitto fino a raggiungere la sorgente dell'incendio e questo può essere effettuato sia con getto pieno che con il getto frazionato emesso ad impulsi (tecnica 3D appunto) l'importante è raffreddare i gas per prevenire l'avvento fisico del Flashover.

La creazione della safe zone può e dovrebbe essere fatta seguendo da prima una la linea di creazione della Buffer Zone.

Partiamo dall'entrata quindi, dopo avere appurato una lettura della porta e scongiurato  l'assenza di segnali di backdraft, dobbiamo mitigare ogni tipo di accensione dei fumi caldi in uscita dal compartimento, durante l'apertura del compartimento stesso, per effettuare una serie di letture all'interno. L'azione di mitigazione sarà attraverso una prima sospensione di gocce nella parte superiore della porta e poi si effettua l'apertura. Appena la porta viene aperta il gas espanso lascia il compartimento incontrando la nostra prima Buffer Zone che dura pochissimi secondi ed è sopra di noi che approcciamo il compartimento, l'aria fresca invece, viene risucchiata sotto, a questo punto daremo una prima occhiata al fumo interno guardandone il colore e al piano neutro (metodo Be Safh)  e cioè l'altezza del fumo rispetto al pavimento. Dopo aver effettuato la nostra lettura creeremo la nostra buffer zone subito dopo la porta, all'interno questa volta, usando La tecnica 3D di applicazione dell'acqua per controllare quella porzione di spazio subito dopo la porta. Sarà emesso un primo colpo in alto di due tre secondi (non tre colpi come di solito si vede fare)  e poi sarà chiusa la porta per 5...10 secondi.......

Perchè....

Il primo getto raffredderà i gas super caldi, vaporizzandosi ed espandendosi, il vapore creato continuerà il suo viaggio più a fondo verso l'interno spinto dal continuo getto della lancia, sottraendo energia al fumo e continuando la sua espansione, la continua acqua dei secondi successivi, colpirà, invece, il soffitto anch'esso caldo, il quale passerà la propria energia all'acqua creando ancora vapore. A questo punto chiuderemo la porta per 5...10 secondi creando e stabilizzando la nostra prima buffer zone. L'energia passera dal fumo all'acqua gocciolante dal soffitto ed il vapore creato si stabilizzerà nella regione di sovra pressione che in questo momento è bloccata dalla porta, nuovamente chiusa. 

La chiusura della porta è importante perchè, per effetto della gravità corrente,  la zona del fumo in sovra pressione spingerà via la nostra buffer zone fatta di vapore che inertizza l'accensione dei gas infiammabili, ma bisogna fare molta attenzione al vapore che noi abbiamo creato, perché ancora contiene l'energia del gas precedente e potrebbe scottarci, ma fortunatamente la fisica in questo ci viene in contro... in che modo??

Contrazione dei gas di combustione ed espansione del vapore
 

Come si vede nella figura sopra il Gas super caldo si contrae perché raffreddato per 3/3 ed il vapore acqueo si espande per 2/3 quindi, il vapore trova il suo posto nel compartimento e sempre per effetto della gravità corrente rimarrà appeso al soffitto.

Riguardo il vapore dobbiamo fare delle considerazioni, molte volte ci hanno detto di non creare troppo vapore in quanto il vapore sopra i 100° che detiene molta energia e non è visibile, può bruciarci. Per inertizzare la KILL ZONE noi DOBBIAMO creare vapore perché è il vapore che inertizza l'ambiente ma dobbiamo farlo con la giusta quantità e nel giusto posto. 

I Gas Prima e dopo l'applicazione dell'acqua


Tornando alla nostra porta di entrata (perché ai me non siamo ancora entrati....:) 

Se al nostro primo apporto di acqua al soffitto non vediamo ricadere a terra l'acqua dobbiamo quindi effettuare un secondo ciclo di raffreddamento interno sempre verso il soffitto, attendere con porta chiusa e ripetere l'azione fino a che l'acqua non cade la suolo....a questo punto avremo una buona Buffer Zone dove la temperatura e sicuramente più confortevole rispetto ad una zona non temporaneamente trattata e "messa in sicurezza".

A questo punto possiamo entrare e per i motivi descritti sopra e le dinamiche del fuoco chiudere immediatamente la porta sulla tubazione...

Ora siamo all'interno e cominceremo la nostra progressione verso la sorgente, effettuando il raffreddamento della KILL ZONE. 

Il raffreddamento e quindi la creazione di una più ampia Buffer Zone, funziona nella medesima maniera dell'entrata al compartimento soltanto che questa volta i colpi saranno tre SE non ci sono rollover insistenti (quindi colpo lungo). I nostri colpi di lancia saranno tre in tre diverse zone destra, centro e sinistra, il motivo e ampliare il più possibile la nostra Buffer Zone.

Creazione della Buffer Zone

IMPORTANTE... E' indispensabile sapere che il LIMITE di questa tecnica 3D pulsing e di 70m^2 di superficie da trattare ossia una KILL ZONE inferiore a 70m^2 o se si apre una apertura ossia il vetro di una finestra collassa portando via, sempre per gravità corrente la nostra BUFFER ZONE, ancora nel caso vi sia una scala interna che porti al piano sopra sopra è possibile che l'espansione del vapore creato, trovi la via per salire sopra di fatto sopra le nostre teste non c'è vapore ma gas caldi di combustione.

Spero di aver dato una più completa comprensione di cosa facciamo quando applichiamo la tecnica 3D Gas Cooling.

Riccardo Garofalo


 

domenica 13 ottobre 2024

A.D.U.L.T.S il 70 mm

 

Operazioni su idrante

Come diceva il grande Andy Fredericks "Se butti giù il fuoco, non dovrai saltare dalla finestra". Questo grande pompiere dell' FDNY morto tragicamente l'11 settembre 2001 durante l'attacco alle Torri Gemelle in NY, ha sempre sottolineato l'importanza di attaccare il fuoco con la giusta portata ed il prima possibile. 

Al riguardo, vi propongo nuovamente il link di un mio vecchio post basato su di un'articolo dello stesso Andy - attacco interno.

Da sempre ho cercato di spiegare la differenza tra avere una portata adeguata per gli incendi di OGGI e non averla affatto! 

Il potere dell'incendio e cioè la sua potenza che è espressa in MW è un'energia rilasciata nell'unità di tempo, quindi per contrastare questa energia, DOBBIAMO erogare acqua alla stessa velocità della potenza dell'incendio per sottrarne l'energia che emana. Se noi non riusciamo a realizzare quanto descritto... Abbiamo perso la missione!

Ribadisco inoltre, che i 500 Litri al minuto che posso ottenere dalla tubazione da 45mm o gli 800 Litri al minuto che vorrei alla lancia dal tubo da 70mm non devono essere considerati AL MINUTO (portata complessiva), che in pochissimo tempo ci farebbe finire la riserva d'acqua dell'APS e trasformare un appartamento od il negozio in una piscina. Più propriamente dovremmo parlare di una portata ISTANTANEA e cioè di litri al SECONDO. Se la portata alla lancia in litri al minuto è sufficientemente grande, l'incendio è domato istantaneamente e cioè in pochissimi secondi. 

Ovviamente parliamo di acqua sul fuoco e questo viene effettuato con NON poche difficoltà, tra poca visibilità, calore, gestione della tubazione (movimentazione), layout del compartimento (distanza tra entrata e l'incendio), aria disponibile nel AVR etc.

Considerando tutte le variabili elencate, se arrivati quindi davanti al fuoco, la nostra portata (diametro della tubazione) detterà la riuscita o no della missione e (tornando alla frase del grande Andy Fredericks - "Se butti giù il fuoco non dovrai saltare dalla finestra") il quel frangente sarà decisa anche la nostra SICUREZZA!

Scegliere la giusta tubazione per attaccare aggressivamente il fuoco sulla prima risposta, ci darà un bel margine di sicurezza.

In un grande incendio di abitazione nella scelta della tubazione si dovrà valutare se la squadra (singola APS) è in grado di gestire una eventuale tubazione da 70mm lunga 20m all'interno di una abitazione di 200 mq con 100mq coinvolti. La reazione della lancia e movimentazione su un tubo da 70mm richiede almeno tre/quattro persone.

La tubazione da 70mm per tutta la metà del ventesimo secolo era la tubazione predominante, fu poi sostituita dalla tubazione da 45mm che era molto più leggera e quindi agile. Questo cambiamento ha però ha portato all'abbandono di questa tubazione per attacco interno ed a oggi si vede sempre meno dispiegata, se non per rifornimento o per arrivare al divisore dove poi si usano le manichette da 45mm. Dopo gli anni 90 con l'avvento poi del naspo da 22mm circa, in alta pressione, stiamo abbandonando anche la tubazione da 45mm (sempre a discapito della nostra sicurezza), il naspo non ci erogherà  più di 300L/min. 

Anche la tubazione da 45mm ha un limite ed aumentando la pressione all'interno non comporta un aumento infinito della portata, anzi tutt'altro, la tubazione da 45mm non ci darà più di 600 L/min, le perdite di carico compenseranno l'aumento della pressione ed inoltre la forte pressione influirà anche sulla manovrabilità una tubazione da 45mm fatta fluire a 800L/min è praticamente un pezzo di legno rigido, difficile da manovrare e soggetto sicuramente a rottura (falla). 

Il 70mm ha la stessa sorte e non erogherà più di 1000 L/min (dopo questa portata si parla di dispositivi meccanici monitor), ma 600/800 L/min vanno più che bene per assolvere alla mia missione di disintegrare il fuoco in nano secondo.

La tubazione da 70 mm per il suo impiego, risponde sempre alle stesse regole che io chiamo "Della buona tubazione" già elencate nel post precedente - operazioni su idrante e li ricordo qui di seguito:

  1. Di litri minuto corretti
  2. ll dispiego/impiego deve essere agile
  3. Propriamente stesa
Queste regole fanno si che ogni tubazione scelta per la missione, sia EFFICACE.

Il primo punto è stato ampiamente spiegato in questo blog oltre ad abbattere il fuoco, la portata adeguata ci garantisce la nostra sicurezza. Il nostro primo obbiettivo e la salvaguardia della vita umana e la nostra che siamo all'interno del compartimento non farà eccezioni. Quindi se vi sia il sentore da parte del caposquadra che commissiona l'attacco interno per inderogabili ragioni e vi potrebbe essere un forte rilascio di energia, allora si deve dotare la squadra di una buona portata (Litri minuto Corretti). Il loro tempo davanti a pesanti irraggiamenti dell'incendio sarà minimo e la struttura non subirà danni eccessivi mantenendo la sua integrità/stabilità.

Il secondo punto riguarda il dispendio energetico per l'impiego/dispiego della tubazione da parte degli operatori, per completare la tubazione ed attaccare il fuoco (nel caso non vi fosse una squadra prontamente disponibile alla sostituzione). Nel caso dell'impiego del 70mm, più che mai la tubazione dovrebbe essere stivata in una forma che il pronto impiego sia veloce (Agile), per il pompiere che esegue la costruzione e la conformazione a Z o il Denver Hose pack, rispondono bene a questo requisito. Le classiche tubazioni a chiocciola, sono un metodo di stoccaggio che occupa poco spazio, ma tutti sappiamo bene che nel dispiego lungo le rampe delle scale per raggiungere il piano X  è veramente ardua da costruire. La disposizione a chiocciola è un metodo di stoccaggio "antico" e risale a quando i pompieri non erano rinchiusi un dispositivo di protezione individuale che limitava il loro movimento.

Per mia esperienza personale, dopo aver per anni incentivato all'utilizzo delle manichette a Z il Danver Hose Pack, rimane molto più compatto nel profilo della bombola mentre si trasporta sulle scale, rimane inoltre di facile dispiego in tutti i tipi di scenari. 



Danver Hose Pack e Smooth bore nozzle



Il terzo punto invece riguarda "l'arte perduta" dove non si perde più tempo e nel costruire e posizionare in maniera impeccabile la tubazione. Tutto quello che facciamo in tempo di pace ce lo ritroviamo in tempo di guerra. La stessa posa della manichetta deve essere impeccabile. Meno pieghe si fanno e minori perdite di carico si avranno, non solo, una manichetta propriamente stesa, sarà anche meno difficoltosa da movimentare.

Manichetta da 70 mm pripriamente stesa. Il passaggio per l'esodo rimane pulito.

Una cosa che abbiamo sicuramente perso è l'arte della movimentazione della tubazione. Essa non deve essere un prendi e tira ma più che altro un sistema dove, come in una orchestra, ognuno ha il suo ruolo nel suonare una bellissima melodia. Movimentare la manichetta deve rispecchiare un unico lavoro di squadra. Questa arte perduta con la tubazione da 70mm troverà la sua massima espressione.
L'addestramento come sempre ! farà la differenza ! 
Non penseremo mica che senza addestrarci, dopo....sull'intervento faremo un bel lavoro!


  "Più sudore in addestramento meno sangue in battaglia" 


Quanto più grande sarà l'incendio all'arrivo, come ad esempio di un negozio con grande carico di combustibile o ad un incendio ad un piano alto dove il nostro tempo di riflessione aumenta notevolmente, aggravando le condizioni, rispetto a quello che vediamo nell'immediato da terra, oppure per problemi idraulici dovuti alla fisica, causa le perdite di carico dovute alla distanza tra autopompa ed il fuoco ed ovviamente nelle operazioni su idrante allora a questo punto, dobbiamo prendere in considerazione la tubazione da 70mm.

Mi è stato insegnato da Dave McGrail Battalion Chief of Denver Fire Department, uno dei massimi esponenti sugli incendi di grattacielo che vi è un acronimo che ci aiuta nell'individuare quando la tubazione da 70 mm deve essere impiegata. L'acronimo è:

A.D.U.L.T.S

Questo acronimo è usato dagli ufficiali USA su dove e quando la tubazione da 70mm deve essere impiegata. 

  • A : Advanced fire upon arrival - Incendio in stato avanzato all'arrivo.

  • D: Defensive operations - Operazioni difensive.

  • U: Unable to determinate the extent or Location of fire - Impossibilitato dal determinare la dimensione e posizione del fuoco.

  • L : Large, uncompartmentalized area - Area larga o non compartimentata.

  • T : Tons of Water - Tonnellate d'acqua.

  • S: Standipipe operations - Operazioni su idrante.

A : Advanced fire upon arrival - Incendio in stadio avanzato all'arrivo: Ogni volta che arrivi sul posto e trovi un incendio in condizioni di sviluppo avanzate allora dispiega il 70mm. Giustamente un incendio in condizioni di sviluppo avanzate ha già una ventilazione o accesso esistente che ha alimentato il fuoco fino alla crescita incontrata. Se la tubazione da 70mm non è idonea per l'attacco interno può essere sempre utile per un veloce attacco dall'esterno e poi dimensionata per le operazioni interne passandola a 45mm.

D: Defensive operations - Operazioni difensive: Quando l'attacco interno fallisce o l'edificio è perso il 70mm viene impiegato per le operazioni difensive. Una tubazione da 70mm è molto più agile di un dispositivo fisso (monitor) ed è anche più veloce da piazzare. Inoltre può essere piazzata ovunque nell'edificio. Con l'opportuna lancia si può erogare fino a 800 L/min (ricordo che ogni flusso da 1000 L/min in su non è più erogabile con una lancia a mano). La grande gittata di questa tubazione ci assicura di stare al di fuori della zona di collasso. 

zona di sicurezza per probabile collasso

U: Unable to determinate the extent or Location of fire - Impossibilitato dal determinare la dimensione e posizione del fuoco: Se si deve avanzare in una struttura non compartimentata con zone di uffici e non se ne conosce la quantità di volume dell'are incendiata oppure dove un'area di carico di un supermercato o una esposizioni di mobili è interessato dall'incendio allora si richiede che si abbia una grande quantità d'acqua disponibile ed il 70mm torna a fare al caso nostro.

L : Large, uncompartmentalized area - Area larga o non compartimentata. Le zone non compartimentate hanno al loro interno grandi volumi d'aria ed ovviamente se non sono state compartimentate è perché servono per immagazzinare grandi volumi di combustibile. I grandi volumi richiedono grandi portate per la soppressione. una volta fatta la tubazione sulla prima squadra in arrivo se questa poi fallisce raramente si torna indietro e creare una nuova tubazione da 70mm. I dati per sapere che abbiamo grandi possibilità di fallimento con una tubazione di piccolo diametro li abbiamo tutti un grande volume richiede grandi portate.

T : Tons of Water - Tonnellate d'acqua. Quando si ha la necessità di utilizzare i monitor che scaricano più di 1000 L/min bisogna sapere che ogni litro d'acqua pesa circa 1 Kg, quindi 1000 L saranno circa 1000 Kg che al loro volta saranno 1 Tonnellata. Sarà chiaro che il peso dell'acqua è notevole e non deve andare a destabilizzare le struttura, quindi l'impiego del monitor sarà fatto in quelle condizioni dove il peso non sarà un problema.

S: Standipipe Operations - Operazioni su idrante. Molti dei criteri usati per ADULTS possono essere applicati nelle grattacielo per esempio. Parlando di tempo di riflessione , il caposquadra selezionando questa tubazione sarà efficace sia sul fuoco che sulle perdite di carico. L'agomento idrante è già stato trattato in questo blog e lo posto con il seguente Link operazioni su idrante.

Molti descrivono il 70mm come una tubazione da utilizzare in maniera  statica, ma con un appropriato e continuo addestramento anche il 70 mm può tranquillamente svolgere il ruolo di tubazione d'attacco offensivo.   - Controllare e utilizzare una linea manuale da 2 1/2 pollici (6,3 cm), sebbene tutt'altro che semplice, può essere facilitato seguendo queste regole di base: 

- L'addetto alla lancia deve tenere una quantità sufficiente di tubo flessibile davanti a sé per consentire il movimento senza ostacoli del getto. 

- Il supporto deve appoggiarsi al lancista per fornire supporto fisico per contrastare la reazione della lancia. 

-  Il supporto deve mantenere la linea bassa dietro il lancista e più rigida possibile.
possibile. 

- Il supporto deve bloccare la tubazione al suolo con le mani o le ginocchia, agevolando così il compito di resistere alla forza di reazione della lancia senza influire negativamente sul movimento del getto. 

- Quando si sposta la linea, si può chiudere il getto per ridurre il carico di reazione. Assicurarsi che l'area dell'incendio davanti alla linea si sia sufficientemente raffreddata prima di avanzare. 

- Tentare di stare in piedi mentre si utilizza una linea da 70mm è, nella migliore delle ipotesi, difficile. Se nelle vicinanze troviamo una porta, un muro o colonna possiamo appoggiarci  ed utilizzarlo come sostegno per contrastare sempre la reazione della lancia.

- Potrebbe essere necessario assegnare personale aggiuntivo per "alleggerire" la linea e mantenerla in movimento. Questo è particolarmente importante durante le operazioni con la condotta verticale o quando la linea deve effettuare diverse curve e svolte. 

- Se una linea da 70mm viene utilizzata in modalità puramente difensiva e il personale è scarso, formare un anello con la linea, così da ammortizzare la reazione della lancia.

Se pur può sembrare improbabile l'utilizzo di una tubazione da 70mm le istruzioni sopra lo rendono possibile ed accettabile. Ovviamente senza addestramento non andiamo da nessuna parte e tutto sarà impossibile. Se pensate di over impiegare il 70mm e la vostra squadra non è preparata allora è meglio una modalità difensiva esterna....NON siate tentati da fare lo stesso lavoro con un tubo da 45mm.



domenica 25 febbraio 2024

Le Operazioni Su Idrante negli Edifici


Indicatore di flusso e pressione - Elkharth brass


Da sempre sappiamo che abbiamo bisogno di erogare acqua sugli incendi (Litri al minuto), alla stessa velocità di quanto l’incendio rilascia la sua energia (MegaWatt) per ottenerne la soppressione. Altrimenti avremmo comunque la soppressione, ma in fase di decadimento, quando oramai parte del combustibile si è esaurito. Si stima che per gli incendi moderni, occorra una portata alla lancia che soddisfi una densità d’acqua di circa 5/6 Litri al minuto per metro quadrato, con questo si ottiene un  rapido abbattimento dell’incendio. Lavorare con flussi minori espone il pompiere in attacco a condizioni pesanti e molte volte non si ottiene neanche il controllo dell’incendio, aumentando il danno alla struttura nella parte non affetta dal fuoco ed aumentano i danni dovuti all’acqua. Perché dobbiamo sapere che quando eroghiamo acqua a getto pieno (il getto pieno ha una buona sopravvivenza e penetrazione) solo il 50% è efficace l’altro 50% ruscella via (a terra). Nel parte del 50%, in cui è efficacce, il getto aggisce sul solido combustibile che pirolizza, raffreddandolo, l’altro agisce nella fiamma dove avviene la reazioni di ossidazione sottraendo energia e cessando la reazione chimica.

Chiarito l’obbiettivo e quindi di apportare più acqua possibile sul fuoco, partiamo con le nostre operazioni dall’idrante e cioè dalla cassetta antincendio che troviamo negli edifici di civile abitazione o all’interno di uffici o aziende. Questo può essere  da 70mm; 45mm o da 25mm (dipende dall’area da coprire secondo normativa EN 10779 ).

1.    L’idrante da 25mm per quanto chiarito già sopra non lo prenderemo assolutamente in considerazione in quanto possono erogare > 60 L/min (secondo DM 16 maggio 1987 riconfermato nel DM 25 Gennaio 2019).

2.      L’idrante da 70mm invece (secondo di DM 26 Febbraio 2006 che riguarda gli uffici) offre una portata e pressioni > 300 L/min a 4 bar ma lo troverete come protezione esterna e non all’interno di zone uffici e non all’interno delle Civili abitazioni.

3.  L’Idrante da 45 mm generalmente (secondo DM 16 maggio 1987 che regola le civili abitazioni riconfermato nel 25 Gennaio 2019), lo troviamo all’interno degli edifici di oltre i 24 m di altezza (anche all’interno di zone uffici) e ci garantisce una portata di 360L/min a 3 bar per 60 minuti, ma all’idrante più sfavorito e cioè il più lontano dal sistema di pompaggio dell’edificio, arriveranno solo 120L/min ed 1.5 bar. La cassetta antincendio che lo contiene è corredata di una lancia EN 671 da 45 mm con corpo in alluminio a due getti (pieno e frazionato), in grado questa di fornire a 3 bar circa 135 L/min ed una sola manichetta da 45 mm di 20 m. Questo idrante sarà il nostro obbiettivo!


Figura 1 cassetta antincendio con idrante da 45 mm lancia e tubazione da 45 mm

Gli idranti descritti sopra sono tutti cosidetti “umidi”, quelli che sono detti “a secco” dove noi vvf pompiamo acqua che arriva direttamente al piano, virtualmente non esistono, o sarebbero stati installati in alberghi con posti > 25 fino a 50 ed in civile abitazione dove vi sia una estenzione di 2 piani oltre  il terzo piano e non oltre quindi rimanendo sotto i 24m di altezza alla gronda, secondo DM 14 luglio 2015 (figura 2). Riassumendo la questione, tutti gli idranti che incontriamo sono in maggioranza UMIDI (Figura 1). Dove sono installati idranti “umidi” potremmo trovare all’esterno dell’edificio una casseta con all’interno due raccordi femmina d’immissione con la dicitura - attacco autopompa V.V.F.  In questi idranti l’attacco autopompa che troviamo all’esterno, ci permette di alimentare l'impianto ma a non più di 12 bar. Troveremo invece la cisterna di alimentazione interna con spinta dell'acqua tramite una o più pompe , dipende dall'altezza dell'edificio, se la pressione dell'acquedotto non è sufficiente a servire tutti i piani, per garantirci al primo attacco un apprivvigionamento idrico ininterrotto di 60 minuti, sempre secondo il DM 16 maggio 1987. L'idrante con possibilta di alimentazione l' ho trovato in un sopralluogo effettuato alla palazzina di Colli Aniene Roma, dove vi fù un grave incendio di facciata, l’idrate disalimentato ha un raccordo che ci dava la possibilità di alimentare direttamente la colonna montante anche se era di sette piani (Figura 3). Durante i piccoli interventi negli edifici della propria zona di competenza si potrebbe dare un’occhiata al sistema degli idranti e alla loro alimentazione, se presente e magari provare se funzionante.


Figura 2 Idrante a secco  DM 14 Luglio 2015

Quindi non potendo fornire pressioni adeguate al piano, abbiamo la necessità di gestirci i 360 litri al minuto a 3 bar (nel migliore dei casi) o i 120 Litri al minuto ad 1.5 bar nel peggiore dei casi. Ora descriveremo cosa possiamo e sopratutto cosa non possiamo fare/usare. Cominciamo con cosa non possiamo usare, le tubazioni da 45 mm hanno forti perdite di carico e compromettono la pressione di esercizio alla lancia causandone un errato funzionamento, un tubo da 45 mm ha una perdita di carico di circa 0.8 bar a 400 L/min, quindi il suo utilizzo è sconsigliato soprattutto se dobbiamo raccordarne più di 1. Inoltre non possiamo usare per ovvie ragioni le lance DMR a 500 L/min con 6/7 bar di funzionamento.


Figura 3 Idrante Umido con possibilità di alimentazione sito in edificio di Colli Aniene Roma

Le lance DMR da 500L/min a 6/7 bar di funzionamento sono un ottimo strumento per la lotta antincendio, esse ci permetto di affettuare forti attacchi di soppressione al fuoco utilizzando una tubazione da 45mm che pur avendo grandi perdite di carico. L’ autopompa supporterà i bar necessari per compensare le perdite di carico del/dei 45mm e fornire alla lancia DMR i bar di funzionamento, dandoci poi i 500L/min selezionati sul cursore delle portate. Ma lavorando in questo caso su di un idrante per esempio al 20° piano di un grattacielo non avremmo tale possibilità.

Per quanto riguarda la tubazioni da 45 mm a camicia singola che invece, troviamo all’interno della cassetta antincendio, se nella migliore delle ipotesi è integra (nella maggior parte dei casi è un tubo vetusto e la gomma del rivestimento interno è danneggiata) ha forti perdite di carico. Se questa tubazione viene collegata ad altri tubi da 45 mm per raggiungere l’incendio, azzeriamo i bar disponibili alla lancia. Se a questa tubazione di: esempio due tubi da 45 mm con lancia che lavora ad almeno 3/4 bar alla stessa arriverà soltanto 1 bar, insuffiscente alla lancia per lavorare alla pressione d’esercizio e darvi magari i 400 L/min dell’drante.

In questa situazione con una lancia che non lavora alla pressione d’esercizio e quindi eroga POCHI Litri al minuto, per quanto descritto sopra all’inizio del’articolo, saremo già pericolosamente esposti a forti irraggiamenti e potremmo non avere il controllo dell’incendio. Quindi anche le tubazioni da 45 mm devono rimanere sull’APS e non sono uno strumento per lavorare con l’idrante.

Cosa dobbiamo fare quindi??

Utilizzare un diffusore da 45 mm à 70mm poi, tubi da 70mm ed una lancia che lavori a basse pressioni e soprattutto si avvicini ai 360 L/min circa, erogati dall’idrante, come la Unifire V16 - EN 15182 tipo 1 o la lancia AWG - EN 15182 tipo 2 da 70 mm con bocchello da 16 mm dove smontando anche il bocchello anteriore si ottiene un foro da 22mm erogando quasi ai 400 L/min (figura 4 e 5), ovviamente la gittata sarà più corta ma la portata sarà maggiore. Effettuando questa operazione, garantiremo che tutto quello che ci esce dall’idrante arrivi sul fuoco, anche se l’incendio potrebbe avere maggiore necessità di portata, in questo caso potremmo far fare una seconda tubazione da un’altro idrante nelle immediate vicinanze dell’incendio come dal piano ulteriormente sotto.  


Figura 4 e 5 Lancia AWG da 70 mm con bocchello da 16 mm  e 22 mm

La tubazione quindi dovrà risponedere a tre principi fondametali: 

  1. Di litri minuto corretti per il potere del fuoco (lancia che lavora a basse pressioni) 
  2. Di facile trasporto ed impiego (tubazioni da 70 mm fatte a “Z” o Denver Fold hose pack) 
  3. Propriamente Stesa (eliminare ulteriori perdite di carico)

Per il punto 1 dobbiamo usare ciò che abbiamo in partenza e cioè tubazioni da 70mm e lancia a basse pressioni  da 70mm. Il punto 2 invece, diventa critico nell’affaticamento del personale per un facile trasporto (normalmente sulla bombola lasciando le mani libere). Il facile impiego o dispiego come meglio dire se non viene  fatto si compromente il punto 3. La tubazione dovrà essere posizionata sulla salita della scala o nei corridoi in maniera ESEMPLARE, avremo bisogno di ogni singolo bar che fuoriesce dall’idrante e le tubazioni a chiocciola potrebbero richiedere più movimenti del personale su e giù sulla scala per il dipiego o nei corridoi per estendere la tubazione che deve essere ripeto..PROPRIAMENTE stesa senza curve strette che causano ulteriori perdite di carico che vanno poi ad influire sul corretto funzionamento della lancia che a sua volta non ci eroga tutta o parzialmente l’acqua che esce dall’idrante, parliamo sempre dei famosi 360 L/min a 3 bar.

Inutile dire che in altri paesi questo aspetto è già stato affrontato ed i reparti antincendio hanno reagito a queste problematiche utilizzando tubazioni da 51 mm (introdotte in UK nel dal 2015) e lance smooth bore, ma sopratutto gli idranti sono alimentati a sufficenza per fornire portate più alte ed hanno persino una valvota di riduzione della pressione PRV Pressure Regulating Valve, perché l’operatore alla lancia non riuscirebbe a gestire l’enorme reazione della stessa.

Per quanto rigurda la scelta della lancia dovrebbe essere considerato un fattore K non inferiore a 245 (ricerca UKper incendi di appartamento in grattacielo. Che cosa è il fattore K?

Il Coefficente K è un valore costante della lancia che ci dice la prestazione della stessa e si trova con la formula:

K = Q /  P

K = Costante

Q= Portata Litri minuto

P= Pressione d’esercizio

 

La lancia AWG da 70mm a 3 bar con bocchello da 16 mm ci da 250 L/min con un fattore K =145 invece smontando il bocchello passando a 22mm il fattore K diviene k = 314 se l’idrante lo permettesse avremmo 535 L/min.

Tornando alle operazioni su idrante l’utilizzo delle lance AWG è imperativo anche perchè probabili detriti provenienti dalla colonna montante date dall’ossidazione etc. usciranno dalla lancia senza bloccare l'erogazione dell'acqua.

Si potrebbero utilizzare anche lance Unifire da 70 mm con bocchello da 16mm ma non hanno la possibilità di aumentare la portata, inoltre quando passiamo a getto frazionato ricordiamoci che spingiamo aria e potrebbe essere non conveniente.

Ma ora vorrei chiedervi: Sappiamo realmente se l’idrante che usiamo ha la pressione sufficiente per farci commettere un attacco interno?

Il 23 Febbraio del 1991 ci fu un grave incendio al 22° piano del grattacielo One Meridian Plaza, Philadelphia USA. In questo incendio morirono 3 pompieri perchè alla lancia automatica non arrivavavno i bar necessari di funzionamento. I vigili furono ingannati dal funzionamento della lancia automatica ma non avevano la minima idea della reale ed insufficiente portata. Da questo incendio furono apprese molte lezioni tra cui applicare un manometro all’idrante e poi attaccare la tubazione. Facendo in questo modo si può realmente sapere se l’idrante fornisce i 3 bar (in pressione dinamica cioè a lancia aperta) sufficienti al funzionamento.


Manomentro per idrante Elkhart brass




giovedì 23 novembre 2023

La Coperta Antifumo

 

Michael Reich - L'inventore della coperta Antimo e Riccardo Garofalo - UK 2023


Potrete scaricare il PDF attraverso questo link:

La Coperta Antifumo

venerdì 27 ottobre 2023

L'EFFETTO CAMINO - NEGATIVO

 

Effetto camino Positivo a Sx e Negativo a Dx

Uno dei più incompresi e mal gestiti, nei grattacieli, è il naturale movimento dell'aria chiamato effetto camino. L'effetto camino è definito come il "naturale movimento dell'aria attraverso il grattacielo causato dalla differenza di temperatura tra l'esterno e l'interno dell'edificio".

L'effetto camino POSITIVO è caratterizzato da un forte movimento dell'aria che parte dal basso (livello 0) e si muove verso il tetto. L'effetto camino positivo si percepisce significativamente durante i climi freddi, data la grande differenza di temperatura tra l'interno dell'edificio e l'esterno. Più è freddo fuori e alto l'edificio e più forte sarà l'effetto camino.

L'effetto camino NEGATIVO invece, avviene nella direzione inversa, dove il clima esterno è più caldo dell'interno dell'edificio.  Questo effetto dalle nostre parti è meno "violento" rispetto all'effetto camino POSITIVO, perché la differenza di temperatura tra l'interno e l'esterno non è molto grande. Però per esempio a Dubai l'effetti camino è negativo e di grande intensità.

Un'effetto camino Negativo incontrato dai pompieri con fumo che fuoriesce dal locale coinvolto, rende subito le operazioni difficoltose durante la salita con largo consumo di autorespiratori e consumo di energie, queste fondamentali per combattere l'incendio. Inoltre si possono incontrare molte vittime che tentano scendere dall'edificio.

L'effetto camino è responsabile del movimento del fumo nell'edificio, quando avviene un incendio, specialmente in un grattacielo ed il suo impatto sarà grande quanto maggiore sarà l'effetto camino stesso.

La potenza dell'effetto camino è governato principalmente da 4 punti:

  1. Altezza dell'edificio
  2. Tenuta dell'aria delle pareti esterne
  3. Perdite d'aria tra i piani
  4. Ed già discussa differenza di temperatura esterna ed interna
Il movimento dell'aria nell'edificio, incluso l'effetto camino, non è qualcosa visibile immediatamente ed identificato dai pompieri all'arrivo.
Comunque ci sono caratteristiche ed alcuni indicatori, che ci posso aiutare nel determinare se siamo in presenza di un effetto camino positivo o negativo e soprattutto valutarne la potenza.
Per esempio in una giornata fredda d'inverno con una temperatura esterna di 2°C ed una temperatura interna di 25°C, avremo un ovvio e forte effetto camino POSITIVO.
Tutt'altra cosa si avrà in una giornata calda estiva, con 40°C fuori e 23°C dentro, in questo caso si avrà un effetto camino NEGATIVO e di una certa intensità.
Un altro metodo utile ai VVF per  valutare la potenza e direzione dell'effetto camino è quando entrano nell'edifico ed aprono la porta al piano terra.


                                              Dave McGrail Effetto camino courtesy Youtube

Come i VVF aprono la porta al piano terra per entrare nell'edificio, possono percepire la potenza e la direzione dell'effetto camino. Infatti certe volte aprire la porta dell'entrata principale può essere difficoltoso, proprio a causa dell'effetto camino.
Molti edifici hanno una doppia porta o un sistema di pressurizzazione dell'edificio detto HVAC proprio per ovviare  a questo inconveniente ed in questo caso i VVF non possono apprezzare la potenza e direzione dell'effetto camino.

I VVF devono capire che se incontrano una doppia porta devono a mantenere entrambe aperte per comprendere direzione e potenza dell'effetto camino che avrà un impatto sulle operazione antincendio o decisioni tattiche.

sabato 19 agosto 2023

La Ventilazione Idraulica le basi

ventilazione Idraulica

Nei primi studi dove veniva valutata l'efficacia del getto frazionato, fu notata la grande onda di pressione che si veniva a creare davanti al getto stesso che a sua volta spingeva via e lontano dai pompieri il fuoco ed i gas di combustione durante il loro avanzamento verso la sorgente. Come già discusso in precedenza spingere in avanti i pericolosi prodotti di combustione può avere i suoi vantaggi e svantaggi, ma la tecnica più efficace che gioca tra i vantaggi e la spinta verso l'esterno dell'edificio dei pericolosi gas di combustione detta ventilazione Idraulica. Utilizzando la forte depressione che si crea alla base del cono del getto nebulizzato si può risucchiare il fumo dalla struttura e spingerlo all'esterno. Ogni goccia crea una spinta avanti ed una depressione dietro di se come nella figura sottostante.

movimento di una goccia d'acqua attraverso l'aria

Per comprendere al meglio il suo utilizzo dobbiamo apprendere bene lo studio che c'è stato dietro. I primi studi vennero eseguiti nel Maryland USA, dove si determinò l'effettiva efficacia del getto in pressione negativa come dispositivo utile antincendio.

Fu comparato nel test un ventilatore in pressione negativa che muoveva circa tra i 1500 e 3000 metri cubi di aria al minuto, ed una lancia da 470 L/min a 7 bar  attaccata ad una tubazione da 38mm. Tutte le finestre nella struttura furono chiuse eccetto una di circa un metro quadro. A questa finestra si misurava l'aria in entrata nella struttura attivando uno alla volta i dispositivi. L'angolo del getto della lancia era di circa 50/60° e copriva l' 80/90 % della finestra di estrazione. La lancia fu mossa più avanti ed indietro rispetto la finestra di uscita dei fumi. Il risultato finale fu che si riuscirono a muovere 6.678 cfm (Piedi cubi minuto). Quando la lancia era ben dentro la struttura e copriva la finestra. Si è anche notato che cambiando il tipo di lancia che produceva un certo tipo di gocce si influenzava la quantità d'aria. Alla fine dei test la velocità dell'aria con la lancia era 4 volte più forte del motoventilatore in pressione negativa nel rimuovere il fumo. Con l'operatore fermo in quella posizione col massimo rendimento si cambio anche la portata alla lancia constando ancora che l'aria in entrata aumentava notevolmente.

Pag 136. Fog Attack - Paul Grimwood

Ad oggi osservando questa tecnica l'operatore è in grado di scegliere il punto di uscita dei fumi e potrebbe essere proprio da dove ha appena operato, dopo aver abbattuto il fuoco. Un accorgimento da dover tenere in considerazione è il punto d'entrata dell'aria che deve essere sufficientemente grande per garantire un'adeguato flusso che rimpiazza velocemente i fumi ed il calore, ma soprattutto non deve alimentare un incendio in atto o non isolato (da una porta ad esempio), perché il fuoco verrà attratto verso la vostra posizione con estrema intensità. La tecnica lavora bene per creare un zona di sicurezza sgombra da pericoli di fire gas ignition prima di accedere al compartimento coinvolto chiuso (isolato) in piccole strutture oppure sempre in piccole strutture dove si è estinto rapidamente il fuoco e l'ambiente viene velocemente riempito di aria fresca. 

Un'altra accortezza è che l'operatore in questa posizione è attraversato da tutti i gas tossici della combustione e la decontaminazione post incendio dovrà essere strettamente osservata.