venerdì 20 dicembre 2013

VEIS - Ventilazione Entrata isolamento e Ricerca

CFBT - Ventilazione Entrata e Ricerca - VES/VEIS


L'acronimo inglese VES che sta per Ventilation Enter and Search, recentemente cambiato in Ventilation Enter Isolate and Search è usato, per descrive una tecnica di ricerca e salvataggio che consiste nel "prendere" le stanze dall'esterno dove è riportata la persona da salvare che sia presunta come ad esempio in ore notturne o confermata,  in modo rapido e sicuro soprattutto!!!
Questa tecnica consiste nel perlustrare la stanza ove è riportato l'incendio se le condizioni lo permettono (piano neutro molto alto) e le stanze limitrofe facendo una rapida scansione della stanza e chiudendo la porta della stanza perlustrata e riuscire nuovamente dalla finestra, perché chiudere la porta (Isolate) ??
Nel post sulla ventilazione si è parlato dei flussi punto - punto (detto anche Flow Path) che possono crearsi in un incendio, creando una ventilazione (rottura della finestra) creando l'accesso alla stanza, dalla finestra appunto, si potrebbero creare questi flussi che spingerebbero l'incendio verso la nostra stanza da perlustrare, chiudendo la porta risolveremo questi problemi. La scansione deve essere rapida a contatto con le pareti sdraiati a terra per avere la massima visibilità e può essere effettuata da 1 operatore, il compagno sarà alla finestra per prendere la vittima, se trovata e come supporto all'operatore in VES. Questo compito può, come in altri paesi, essere svolto dagli operatori di autoscala, mentre al'autopompa procederà ad attaccare l'incendio dalla porta di accesso all'abitazione con i requisiti descritti nei post precedenti con le tecniche di passaggio porta.

vediamo il link di come si esegue VES:



Vediamo ora una Ricerca VES in una situazione REALE



Questa tecnica è veramente utile e non espone l'operatore ha pericoli se fatta con i giusti requisiti, calore visibiltà, condizioni strutturali in genere.
Se si sta usando un attacco in PPA la zona di VES non potrà essere la zona di evacuazione dei fumi e generalmente non possono essere applicate insieme.

Nota Personale: Ho descritto qui sopra una tecnica di salvataggio semplice e facilmente applicabile, che può salvare molte persone, operatori compresi.
Questa come nella lotta antincendio in genere ha bisogno di una conoscenza CFBT.

Per anni ho fatto un misto di tutte e due le cose cioè una sorta di VES con naspo o tubazione dalla finestra prendendo il fuoco subito e poi aprire tutte le finestre senza tener conto del livello dell'incendio. Questo mi ha esposto a:

1: Ho creato una ventilazione che non potevo controllare finestra rotta.
2: Flashover in arrivo non potendo controllare la ventilazione a causa della finestra rotta.
3: Cambiato il verso dell'incendio che veniva sparso ad altre stanze e non trovando uscita i prodotti calore fumo e vapore acqueo venivano verso di me nell'asse incendio finestra.
4: Con il naspo ad alta pressione o tubazione da 45 mm lancia vecchia concezione e quindi in barba ai requisiti di CFR descritti precedentemente e tipologie di attacco con lancia fogfighter.
5: Non ho potuto effettuare un passaggio porta sicuro anche perché non lo conoscevo ed anche dopo la situazione non è cambiata molto!!! sapevo solo a quello a cui andavo in contro e cercavo di mettere pezze!
6: Ultima, ma la più importante, l'AUTOSCALA un mezzo di salvataggio era impegnato a sostenere la mia tubazione o naspo e l'operatore di autoscala mi guardava con la paletta segnaletica in mano per non far investire i puntoni della scala dalle auto.
7: Nessun membro di RIT pronto per me ed il mio compagno!!!!

Molti pompieri si vedranno in queste poche righe e dico loro di cominciare a cambiare le cose !!!

Io attraverso questo blog sto cercando di farlo.
Buon Natale a Tutti
Riccardo Garofalo



mercoledì 27 novembre 2013

CFBT - Stress Termico e PPE

Stress Termico nella lotta antincendio ed equipaggiamento Protettivo  

Nella la lotta antincendio il pompiere è esposto ad effetti psicologici e fisiologici dati dal calore. Il tutto  è incentivato dal trasporto degli equipaggiamenti di sicurezza PPE ed SCBA.
Ci sono stati molti studi che hanno  cercato di appurare quali fossero i limiti di stress termico a cui il pompiere è soggetto quando lavora duramente su gravi incendi.

Psicologici :
La temperatura al centro del corpo in aumento può alterare la coscienza e quindi i processi decisionali, cognizioni mentali etc.

Fisiologici:
La forte disidratazione e sforzo con aumento del battito cardiaco a 200 bpm possono portare a tre tipi di danni da calore crampi, esaurimento e colpo.
  1. Crampo da calore: Il danno minimo, causato dalla perdita di liquidi ed elettroliti nel tentativo del corpo di raffreddare i muscoli.
  2. Esaurimento da calore: Perdita di liquidi significativa, i segnali possono essere debolezza, nausea, tachicardia, pallidore,  povero turgore della pelle (elasticità).
  3. Colpo di calore: Questo è il danno più elevato, il corpo non è più in grado di raffreddarsi ed i relativi segnali sono crampi capogiro svenimento, perdita di concentrazione, confusione.

Quindi la rotazione degli equipaggi ed idratazione con sali minerali è importante per prevenire questi tipi di danni al pompiere. In condizioni di lavoro difficili il pompiere può perdere fino a 1,8 litri di acqua in un'ora.


Se un pompiere lavorando su di un grave incendio arriva ad avere una temperatura al centro del corpo di 40°C ed un battito cardiaco di 190 bpm la possibilità per esso di compiere un salvataggio anche di un compagno è gravemente compromessa.

Nello stress termico entra in gioco anche l’equipaggiamento protettivo di cui disponiamo la traspirazione gioca comunque un fattore chiave.
La scelta della giacca antincendio è in base a molti fattori di resistenza al calore TTP termal protective performance, traspirabilità, resistenza abrasioni, ed impermeabilizzazione. La traspirazione è il fattore chiave che negli anni omesso cioè non percepito dai pompieri è responsabile delle ustioni ai pompieri a causa di una errata e vecchia concezione che bagnandosi avrebbero resistito meglio al calore dell'incendio, invece l’assorbimento del calore da parte dell’acqua avrebbe portato la temperatura esterna direttamente alla pelle del pompiere provocandogli delle ustioni, quindi rimanere più asciutti possibile!!!

Fonte euro Firefighter - Paul Grimwood

  1. Routine: potrebbe descrivere una condizione in cui uno o due elementi stanno bruciando in un comparto ad esempio una sedia o un materasso ed hanno appena cominciato a bruciare. La radiazione termica e la conseguente temperatura nella stanza non può essere di molto superiore a quello incontrato in un caldo giorno d'estate. L'abbigliamento protettivo è in grado di soddisfare tale carico termico. 
  2. Ordinario : descrive una gamma di temperature incontrate nella lotta contro uno incendio più grave, oppure un lavoro prolungato in condizioni di routine. Generalmente l' abbigliamento fornirà una tutela per lunghi periodi a questa condizione. E' improbabile che un pompiere sia esposto per un lungo periodo a questa condizione se l'incendio è più grave . 
  3. Emergenza: descrive condizioni severe d'incendio in un locale o un compartimento confinato, o temperature superiore a quelle del flashover. Sotto la condizione "emergenza" le condizioni di carico termico superano i 2,0 cal/cm2, questa temperature viene utilizzata nei test per il TPP  termal protective performance e si estendono al di là dei limiti dei singoli prodotti tessili del PPE.

Per quanto riguarda lo stress termico la traspirazione è il fattore chiave nell’equipaggiamento. Dato che la giacca antincendio è un insieme di tessuti che offrono tutti i requisiti di cui un pompiere ha bisogno, per aiutare il fattore di traspirazione, che all'interno della costruzione della giacca antincendio non può essere aumentato, se non a discapito della resistenza al fuoco o all'impermeabilizzazione etc. interponendo aria tra la pelle e la giacca con una sorta di maglia non sintetica traspirante e scuotendosi di tanto in tanto per mandare via il calore, si può insieme alla idratazione prima durante e dopo un incendio aumentare la possibilità di non intercorrere nello stress da calore.

lunedì 21 ottobre 2013

RIT - Squadre Intervento Rapido

RIT - SQUADRE D’INTERVENTO RAPIDO 
- Salvataggio e Sopravvivenza del Pompiere


"Vi prego di ricordarvi sempre di prendere la vostra professione sul serio e di non fermarsi mai nell’apprendimento e di essere ricettivi al cambiamento."
dal libro Firefighter Rescue and Survival di Richard Kolomay e Robert Hoff 
rescue and survival il libro



Le squadre d’intervento rapido RIT (Rapid Intervent Team) sono usate in molti paesi. Sono normali pompieri spiegati appositamente per il salvataggio di un pompiere e sono addestrati per farlo, essi si impiegano quando si stanno effettuando attacchi offensivi all’incendio e salvataggi di civili all’interno di una strutture coinvolta dal fuoco, in atmosfere dannose per la salute. E vengono impiegati per rimuovere o assistere un pompiere vittima.
Come nei casi di pompiere:

  •           ABBATUTO
  •           DISPERSO/MANCANTE
  •           ALLARME DI BASSA PRESSIONE


Abbattuto : Un pompiere che ha avuto un malore oppure che ha subito uno schiacciamento a seguito di un crollo ed è riverso a terra ed è in uno stato d’incoscienza o coscienza.

Disperso/Mancante: Un pompiere che manca ad un ruolo d’appello del quale non si hanno più notizie e se ne conosce soltanto l’ultima posizione.

Allarme di bassa pressione: Un pompiere che ha poca aria nel suo auto protettore SCBA (Self Contained Breathing apparatus), ed è prossimo ad esaurirla.

Ovviamente un caso non esclude l’altro.

Ci sono stai molti casi in cui pompieri sono stati trovati morti per aver smarrito l’uscita dall’edificio.
Vediamo il Link:

Per il salvataggio del pompiere la RAPIDITA’ nell’impiego di un team di ricerca è un fattore decisivo, quando si ricerca un pompiere vittima, sia per la sicurezza della squadra che interviene, sia per la riuscita delle operazioni . Potrebbero esserci altri crolli a seguito di un precedente crollo, le condizioni dell’incendio divengono più intense, l’aria della vittima sta finendo!!!

Quindi l’ RIT deve essere a  disposizione al posto di comando con le attrezzature principali in loco es. SCBA di riserva attrezzature per forzatura corde di ricerca una barella toboga etc. la STAGING AREA.

Il May Day : 
Quando si ascolta attraverso la radio una chiamata di soccorso da parte del pompiere in difficoltà o di chi trova un pompiere in difficoltà  il silenzio di tutte le altre comunicazioni è obbligatorio e la chiamata deve racchiudere:

  •          Nome
  •          Squadra
  •           l’ultima posizione conosciuta
  •           le condizioni dell’incendio in loco
  •           Aria a disposizione.
  •           Stato della vittima

E’ importante sapere che per salvare 1 pompiere vittima ci vogliono almeno 3 pompieri soccorritori.
Con lo spiegamento dell’RIT 1 si deve procedere ad un ripristino immediato di un RIT 2!!!
Anche perché il salvataggio potrebbe richiedere molto tempo e quindi cambi di personale con aria nuova e nuove forze!!!
vediamo il link:

Ci sono molte metodologie per salvare un pompiere in difficoltà sia che esso sia cosciente e collabori sia che non lo sia, attraverso l’utilizzo di normale dotazione pompieristica come ad esempio una tubazione. 
Come possiamo vedere nel link:

Il trascinamento di una vittima non cosciente può avvenire attraverso l’uso dell’autoprotettore oppure se non lo indossa perche se lo è tolto, si può procedere al trascinamento attraverso l’utilizzo di una fettuccia.
Con auto protettore vediamo il link:

Senza auto protettore vediamo il link:
https://www.youtube.com/watch?v=OiFPJddqRfc

Sopravvivenza del Pompiere


Mentre si conducono eventuali operazioni interne, tutti i vigili del fuoco devono eseguire un continuo monitoraggio per la sopravvivenza. Questo include tre semplici domande: 

Dove sono? 
Quanta aria ho? 
Come faccio a uscire? 

Se non è possibile rispondere a tutte queste domande è necessario trasmettere un Mayday senza indugio.


Il pompiere in difficoltà deve essere istruito sulle tecniche per la sopravvivenza, cominciando dalla respirazione. Mantenere l’aria facendo in modo che duri più a lungo possibile.

  •        Riducendo la comunicazione radio all’essenziale
  •        Stando fermo in locazione “sicura”
  •        Cercando di essere concentrato sulla respirazione.

Con questo si può allungare di molto la riserva della bombola dando tempo ai soccorritori di rischiare la propria vita per salvarne una sicura!!!
Io personalmente ho sperimentato con una bombola in composito da 7 litri portata fino all'allarme di bassa pressione dopo intenso sforzo fisico e la mia riserva è durata 30 min stando fermo e quasi assopito quindi da qui, possiamo dedurre che comunque può durare molto in uno scenario reale con la criticità del caso.

Vediamo il link :
https://www.youtube.com/watch?v=NezadRU2DOM

Ci sono poi metodologia di evacuazione come una breccia nel muro, uscire da una finestra calandosi con la corda di ricerca più palanchino halligan, uscendo dalla finestra su di una scala a testa in giù se le condizioni dell’incendio diventano insopportabili etc.
Vediamo il link:
https://www.youtube.com/watch?v=LGcjAdwRkZg
E’ importante che ci sia un controllo accurato da parte degli ufficiali attraverso l’utilizzo di POS. Queste devono essere di facile impiego anche partendo da una autopompa soltanto rispettando la regola Due dentro Due fuori !!!
Con l’arrivo di altri mezzi, più accessi all’incendio e la complessità totale dell’intervento, sarà necessario istituire un Comando e Controllo dell’RIT con un ufficiale responsabile del settore RIT.
Qui sotto alcune foto di un possibile addestramento per una ricerca di pompiere in difficoltà su grandi ambienti, attraverso l’uso della corda di ricerca. Ed un possibile problema di impiglio e chiamare l'RIT o risolvendolo tramite l’autodistricamento con Tecnica del Nuotatore ad esempio. 

impiglio in qualcosa...


linea di ricerca primaria
                                                                                                     
trasmissione del May Day 3 volte
auto districamento 

Nel seguire la corda di ricerca si scopre di essere impigliati si dichiara alla radio l'emergenza e si completa l'auto districamento.
Gli scenari possono essere molteplici.
Altri possibili metodi di sopravvivenza nel link di seguito:

https://www.youtube.com/watch?v=V6Ve3cZyTP8

i questo altro link vediamo un addestramento

https://www.youtube.com/watch?v=V4fv3UvKANQ

Invito i lettori ad estendere le proprie conoscenze sull'argomento, quello che vi è scritto in questo blog è puramente indicativo.
Hand book Firefighter rescue and survival.

giovedì 29 agosto 2013

CFBT - Portata Critica di Flusso

Portata Critica di Flusso



La PCF o CFR - critical flow rate in inglese dice qunto segue:

Il PCF è la portata minima in litri minuto, sotto il quale non avremmo possibilità di spegne quei determinati metri quadrati  d’incendio.

In molti paesi si sono sviluppate diverse formule che tutte portano più o meno alla stessa considerazione teorica, detto ciò possiamo ora definire in modo matematico e successivamente “pompieristico” come possiamo sapere qual’è in nostro PCF e così adottare la soluzione migliore con le tecnologie a disposizione.

Volume (Sq in ft)/100 = galloni/min  (US – Iowa University formula Royer/Nalson)

Area (Sq ft)/3 = gallon/min (US – National Fire Accademy)

Area (Sq m)x4/6 = litri/min ( Tattical Flow Rate - Paul Gimwood)

Area (Sq m)x5 = litri/min (Corso per Vigili del Fuoco cultura professionale anno del libro 1942 – xx)

Possiamo vedere una dimostrazione pratica della portata critica di flusso nel seguente link:

Dalle formule sopra sono state dedotte le portate occorrenti per avere il controllo dell’incendio nei primi 3- 5 min durante la crescita e sviluppo.
Quindi possiamo creare ora in modo “ pompieristico” delle tubazioni ideali che garantiscano l’estinzione e la protezione degli operatori nelle prime fasi dell’attacco interno. In molti paesi vi è una portata minima di flusso garantita nel primo attacco in modo di avere oltre la soppressione del fuoco una protezione degli operatori come citato i precedenza. Essa è stata calcolata sulla base di studi è prove, ed è regolamentata da norme ben definite che hanno il loro peso in corte di legge.

Cito alcuni esempi:

NFA portata di flusso                                                  133 galloni/min (500 litri/min)

Portata di flusso Tattico (Metrica)                           120 galloni/min (450 litri/min)

IOWA Portata di flusso                                                 64 galloni/min (242 litri/min)

Sardqvist  (Svedese)                                                    200 galloni/min(750 litri/min)

NFPA Formula 0.16 galloni/min per sq ft di fuoco         Più una tubazione secondaria di copertura  (USA)

Dunn (FDNY) 0.12 galloni/min per sq ft di fuoco           Più una tubazione secondaria di copertura 

Grimwood  0.10 a 0.15 galloni/min per sq ft di fuoco  Più una tubazione secondaria di copertura  (LFB) 

Sardqvist 0.3 galloni/min per sq ft di fuoco                    Non correlato al numero di tubazioni  (Svezia) 

Questo è stato stabilito su di un incendio di 75mq nel massimo potere radiante di circa 5MW. (fonte Euro Firefighter Paul Grimwood)

Qui di seguito due punti chiave della NFPA 1710 degli USA una delle tante legiferazioni sul’argomento.

Questa dice che si deve provvedere a:

·         Stabilire un approvvigionamento idrico per almeno 30 minuti di 1,480 litri/min.
·         Stabilire due linee di tubazioni una di attacco ed una di copertura sostenute da due operatori ciascuna e con portata di almeno 370 litri/min minimo l’una, ideale di 570 litri/min l’una, alimentate entrambe. 

Con questo in mente si può creare una tubazione ideale per avere una portata di flusso che ci permetta l’estinzione e la sicurezza degli operatori di almeno 500 litri/min.

Con le tecnologie disponibili possiamo garantire, grazie alle numerose lance antincendio disponibili sul mercato, la porta precedentemente detta.
Ne vediamo una qui di seguito:

Lancia Fogfighter 45 millimetri
                                                                             

Nel caso delle lance convenzionali adottate dal corpo nazionale come le lance UNI 45 e UNI 70 che fornirebbero nel caso della prima e poi della seconda alla pressione di 2 – 3 bar, una portata di 135 - 250 litri/min con le quali possiamo trattare 27 mq e 50 mq d'incendio, si dovrebbero creare linee multiple con ognuna almeno due operatori, per eguagliare la portata di una lancia di nuova concezione come in figura per non parlare dei diversi modi di attacco possibili, alla fase gassosa e a quella solida dell'incendio.Nel caso dell'attacco alla fase gassosa (pre flashover) le portate basse servono a raffreddare i gas tramite le goccioline con l'attacco 3D e non perturbare l'ambiente con troppo vapore acqueo, ma nell'attacco alla fase solida (flashover e decadimento) dove i gas stanno bruciando insieme a tutto il locale, un attacco diretto al combustibile deve essere guidato secondo le leggi sopra.

Nel link sotto vediamo la spiegazione di alcuni tipi di lance ed il relativo utilizzo.

domenica 12 maggio 2013

CFBT - Ventilazione


LA VENTILAZIONE

Come abbiamo visto nel comportamento del fuoco nei compartimenti, le aperture di ventilazione hanno un ruolo importante nello sviluppo dei progressi rapidi del fuoco, una porta o finestra aperta fatta volontariamente od accidentalmente, può cambiare le condizioni interne del locale coinvolto in meglio o in peggio !!!!

Per questo la ventilazione deve essere fatta con uno scopo ben preciso, con una cognizione tattica delle possibili influenze che questa avrà sull’incendio e di pari passo all’estinzione se non prima!

Tutte le considerazioni sulla possibilità di ventilare devono partire dall’Antiventilazione e dalle condizioni del vento esterno.

L’ANTIVENTIZIONE

L’antiventilazione è semplicemente quell’azione di non dare aria all’incendio chiudendo una porta ad esempio, perché con i tempi della stesa di una tubazione le condizioni dell’incendio possono aumentare e raggiungere il Flashover oppure provocare un Backdraft con l’apertura della porta al piano del focolaio o semplicemente fatta per non mandare il fumo nelle scale sostenendo una evacuazione dei residenti dai piani superiori a quello dell’incendio.
Come si vede partendo dall’antiventilazione possiamo poi aprire le finestre che danno all’esterno dove faremmo uscire calore e fumo e vapore acqueo prodotto dalla squadra di attacco, sempre che il vento non soffi nella direzione dove dobbiamo aprire le finestre.

VENTILAZIONE IMPREVISTA

Le condizioni del vento non devono essere mai sottovalutate e devono essere riportate al capo squadra se esso ha dato ordine di aprire una determinata finestra (sempre quella più vicina al fuoco). La squadra di attacco può tutelarsi da una ventilazione errata o accidentale data dal collasso sotto il calore, adoperando alcuni accorgimenti mentre attacca l’incendio. Quando si effettua il passaggio porta e si chiude la porta dietro, essa non solo serve a non far progredire l’incendio verso la fase flashover ma anche nel caso collassi o si rompa una finestra, non creerà quelle correnti punto - punto che possano portare l’incendio proprio verso la squadra di attacco. Sarebbe un buon accorgimento chiudere tutte le porte che si incontrano evitando anche le azioni di qualche pompiere che lavora “freelance” o esegue VES (Ventilation Enter and Search).
Aprire una finestra, eseguire questa azioni di ventilazione, può avere effetti notevoli sulle operazioni antincendio elevando lo strato di fumo aumentando la visibilità interna e rendendo l’incendio visibile ed anche sulle operazioni di salvataggio e la possibilità per le vittime di avere aria sul pavimento.
Ma questa azione può nello stesso tempo aumentare le condizioni dell’incendio come detto prima, quindi occhio alla portata alla lancia requisito fondamentale quando si attacca l’incendio!!


La ventilazione quindi deve essere fatta sotto tre scopi principali:

PER LA VITA
PER IL FUOCO
PER LA SICUREZZA

Vita : Aumentare l’aria all’interno per elevare lo strato di fumo dal pavimento per le vittime anche con l’uso della PPV(non se questi sono alle finestre a chiedere aiuto).
Fuoco: Rendere l’incendio visibile e far uscire fumo e calore ed il vapore acqueo dell’attacco anche con l’uso della PPV.
Sicurezza: Lenire condizioni di Backdraft o fire gas ignition ed aumentare la visibilità.

Essa può essere forzata con l’ausilio di ventilatori o naturale

-  Naturale
 La ventilazione naturale è la più veloce da eseguire ed anche la sola in determinati ambienti. Generalmente si effettua ritagliando buchi nel tetto, sfruttando la naturale elevazione del fumo verso l’alto – ventilazione verticale, possiamo effettuarla attraverso le finestre come citato prima con determinati accorgimenti e si chiama ventilazione orizzontale.

Vediamo la ventilazione dal tetto:
https://www.youtube.com/watch?v=jCzviBJxnqU

-  Forzata con Ventilatori 
Con l'ausilio dei ventilatori possiamo accellerare il processo di ventilazione che naturalmente sarebbe molto più lento.

ATTACCO IN PRESSIONE POSITIVA - PPA
L’attacco con ventilazione positiva detto PPA - pressure positive attack è l’attacco migliore che si possa fare per una squadra.
1.      Aumenta la visibilità per individuare vittime e pericoli oggettivi.
2.      Diminuisce le condizioni del calore all’interno.
3.      Aumenta la sopravvivenza delle vittime. (NON se esse sono alle finestre)

Per effettuarla occorre una corretta comprensione dei progressi rapidi del fuoco, comprensione del critical flow rate, ed una coordinazione tra i membri del team data da addestramenti continui. 

Vediamo qui di seguito tutte le considerazioni da prendere, prima di effettuare un attacco in pressione positiva:


  • Deve essere localizzata prima in modo approssimativo la posizione dell'incendio nella struttura. 
  • L'apertura deve essere più vicino possibile alle fiamme. 
  • Il punto di entrata dell'aria sia adatto geometricamente all'uscita dell'aria. 
  • Le uscite devono essere almeno per il 50% dell'aria che entra. 
  • I pompieri non devono rendere impraticabile il flusso dell'aria al punto d'entrata. 
  • Nessuna PPV dove essere usata in condizioni o sospetto di backdraft. 
  • Nessuna PPV deve essere fatta nei grandi compartimenti dove l'incendio è in ventilazione controllata. 
  • Nessuna PPV deve essere fatta a meno che l'IC ha la comunicazione chiara con gli equipaggi interni. 
  • Il controllo della ventilatore deve essere un compito e deve essere fornito di personale
  • La disposizione del ventilatore è critica - non troppo vicino!
  • La non conoscenza della proprietà o struttura non và bene per questo approccio. strategico. 
  • Termocamere possono assistere nella localizzazione dell'incendio. 
  • Considera l'effetto del sistema di ventilazione meccanica, dove è installato. 
  • Dove è praticato VES, la PPA non è una tattica vitale a meno che attentamente     coordinata con una sola stanza controllata (punto di ventilazione). 
  • Misure di Controllo del Rischio dovrebbe includere una tubazione di copertura nei punti dove le fiamme escono all'esterno e possono provocare problemi alle esposizioni. 
  • Il flusso d'aria della PPA non dovrebbe essere applicata mai dopo che entrata è stata fatta. 
  • Per la PPA  dovrebbero passare almeno 30 secondi tra l'attivazione del flusso e l'entrata, per  lasciare spazio alla stabilizzazione del fumo mescolato e alla creazione della forza che cambia la direzionale (il NIST suggerisce almeno 120 secondi prima che accade la  stabilizzazione). 
Se, in un palcoscenico, la condizione del fuoco sembra peggiorare nella struttura, richiami la squadra interna per evacuazione e non tolga il flusso dell'aria dall'entrata per assisterli, ma dove l'incendio sta minacciando la fuga dei pompieri  tolga subito il getto dall’entrata                     
(Capitolo 2 - Euro firefighter – Paul Grimwwod)

Rispettare sempre !!!               VENTILATORE – UOMINI – INCENDIO – PRODOTTI


Fonte - Euro firefighter - Paul Grimwood -capitolo 2 


I VENTILATORI

Vi sono molti tipi di ventilatori a scoppio, idraulici ed elettrici.

1.      Ventilatori a scoppio
Questo tipo di ventilatori di grande potenza e possono avere sia coni stretti nelle unità turbo che larghi con una potenza ridotta, sono di largo impiego e lavorano generalmente in pressione positiva.

Moto ventilatore PPV

Ma vi sono anche unità che posso effettuare anche la NPV con tubi che permettono l’aspirazione dei fumi dove la PPV non si può effettuare.



Moto ventilatore PPV - NPV

2. Ventilati Idraulici
Essi sono generalmente impiegati in atmosfere potenzialmente esplosive, sono dotati di scarico massa data la carica elettrostatica della turbina e possono essere usati sia in PPV che in NPV con abbattitore di fumi con acqua nebulizzata che può a sua volta essere impiegato in PPV per raffreddare ambienti che sono stati sottoposti ad alte temperature.



Ventilatore idraulico con tubo



Abbattitore dei fumi NPV o raffreddamento dell’area PPV e lo scarico massa

Possiamo inoltre fare una sorta di moto ventilare con acqua usando una lancia con apertura parziale della maniglia in modo che l’acqua vada sulle pale che infrangeranno il getto, in questo caso è estremamente importante che la lancia non sia totalmente aperta altrimenti si potrebbe danneggiare l’unità. Possiamo usare questa tecnica dove l’incendio è spento o comunque dove non sono impiegate squadre all’interno.


Motoventilatore con acqua per raffreddamento

3. Ventilatori elettrici
Essi sono molto versatili e più leggeri delle unità a scoppio ed idrauliche, inoltre la totale assenza di rumore facilità di molto le comunicazioni verbali e messaggi radio. Possiamo impiegarli anche in prossimità del locale coinvolto anche se parzialmente invaso dal fumo non avendo un motore a scoppio. Durante le ricerche del NIST National institute and Technology  sulla PPV con i moto ventilatore  si è vista grande rumorosità dell’unità a scoppio che è tra i 100-110 db, queste unità elettriche possono risolvere l’inconveniente.


Ventilatore PPV elettrico


I modi i cui queste unità possono essere posizionate sarà data dalla geometria della costruzione e ed ubicazione dell’incendio e l’uscita dei prodotti per una PPV o del locale/i invasi dal fumo.

vediamo qui di seguito alcuni video dove la ventilazione naturale e forzata ha assistito le operazioni e dove è stata fatta in modo tattico e dove ha messo in serio pericolo la squadra di attacco.

Ventilazione naturale verticale tatticamente coordinata:




Ventilazione naturale orizzonatale tatticamente coordinata:



Ventilazione forzata PPV tatticamente coordinata:



Ventilazione Forzata PPV tatticamente ERRATA !!!



Nell'ultimo link vediamo che non sono state aperte le uscite dei prodotti della combustione e l'aria ha portato l'incedio subito al flashover mettendo in pericolo le unità di attacco all'interno.

mercoledì 20 marzo 2013

CFBT - Conformazione delle manichette


Conformazione delle manichette a Z ed O

La normale conformazione delle manichette dette a “chiocciola” per l’attacco all’incendio in edifici dove si devono salire scale e lavorare in spazzi ristretti non è adeguata allo scopo.
In altri paesi come USA e Francia si è arrivati ad un tipo di conformazione delle manichette dette a “Z” ed “O” - Francia ed Clevelan method - USA molto adatte a questo tipo d’intervento.
Le due conformazioni rendono la stesa della linea più veloce ed ordinata senza strozzature le stesse potrebbero dare luogo a perdite di pressione o bloccare l'apporto idrico in un momento critico mettendo a rischio l'operatore.
La tubazione fatta a “Z” è la normale manichette utilizzata dagli Stati Uniti, essa è utilizzata per salire fino al piano coinvolto dove poi viene attaccata una tubazione fatta ad “O” e cioè a cerchio che rimarrà ben compatta sul piano senza creare strozzature, essa si può adattare benissimo anche a spazzi molto stretti perché, potrà essere posizionata anche in verticale senza problemi.

Tubazione a “Z”



Distanza da tallone a tallone

                              

Manichetta a “Z” finita



Chiusura con nastro transennamento
                                                 
Tubazione a “O”



Distanza ampiezza un poco più delle spalle attenzione non troppo stretta!



Chiusura con nastro transennamento consigliato non mettere lancia se con nastro

Con questo metodo la stesa della tubazione sarà più agevole ed ordinata.
Il trasporto posizionando tali tubazione sulla bombola dell’autorespiratore, rispetto alle manichette a chiocciola tradizionali è più comodo e mantiene le mani libere per portare ulteriore attrezzatura come per esempio attrezzi di forzatura.

Trasporto e stesa



Trasporto e pronto per stesa sulle scale


Per trasportare anche più di una manichetta ed eventuale altra attrezzatura (Mani libere)



Stessa della tubazione a “Z” sulle scale

Riempimento tubazione “O”


           
Manichetta “O” riempita



Manichetta ad “O” messa in verticale per spazzi ristretti
                                  
Se si vuole inserire anche la lancia così d’avere tutto pronto all’uso, si deve disporre di fasce o pre-pak. Le manichette devono essere chiuse con delle fasce a strappo oppure vi sono dei pre-pack per lo scopo che vengono trasportati su per le scale e la manichetta fatta cadere mentre si prosegue per il piano coinvolto.

                                        
 Fasce tubazione ad “O”

Pre-pak per edifici alti con tubazione “Z” ed “O”
 
Per fare la manichetta a “Z” in maniera adeguata basta prendere una distanza un poco più ampia delle spalle o da tallone a tallone come in foto, mentre si è a terra in ginocchio e cominciare a “serpeggiare” la manichetta,  indifferente se dal maschio o dalla femmina, e poi chiuderla con nastro transennamento se non si hanno le fasce o pre pak.
Per creare la manichetta ad “O” stessa distanza più ampia delle spalle mentre si è in ginocchio in questo caso è importante non farla troppo stretta se no, si avrà difficoltà di riempimento perché si creeranno cerchi troppo piccoli.

Possiamo, attraverso un semplice metodo, trasformare la manichetta “Z” nella “O” e consiste nel prendere la manichetta a “Z” posizionarsi fronte lancia, prendere le spire che vanno verso la lancia ed infilarle nel braccio una ad una, alzarsi in piedi ed aprire il cerchio ottenuto “O” posizionandolo fronte voi , quindi riempire poi la manichetta, attenzione nell’esecuzione di questa manovra, se fatta in modo errato, potreste far posizionare la lancia sotto la tubazione con conseguenze problematiche come strozzature e nodi !!
L’ideale se già pronte almeno due manichette a “Z” ed una ad “O”.

Passaggio da “Z” ad “O”

Posizionamento fronte lancia e prendere le spire una ad una ed inserirle nel braccio sx



Aprire il cerchio ottenuto e metterlo a terra fronte a voi



Cerchio ottenuto dalla trasformazione dalla “Z” nella “O”

Con due manichette a “Z” possiamo coprire fino a tre piani, stendendo le manichette sui gradine delle scalinate dove poi al piano coinvolto attaccheremo la manichetta ad “O”, così d’avere una lunghezza di 20m da utilizzare per l’attacco interno. La manichetta ad "O" può essere fatta anche doppia cioè con due manichette pre connesse e fatte insieme onde avere 40m per l’attacco interno, ma attenzione alle perdite di carico !!! 
(25 aprile 2022 - Aggiungo una info da poco appresa grazie al mio Stimabile Amico Federico, che colui che ha portato questo metodo in Europa si chiama Lt Frank Bernard di Nates ha scritto un manuale segue il link https://www.iconegraphic.com/equipier/473-le-livre-tuyaux-en-echeveau.html. Bernard viaggio in Canada Quebec nel 1996 e fece adottare le manichette a Z nel 2003 presso la sua brigata in Francia scrivendo le manovre da E1 a E6 così sono denominati gli stendimenti in francia).