L'acronimo inglese VES che sta per Ventilation Enter and Search, recentemente cambiato in Ventilation Enter Isolate and Search è usato, per descrive una tecnica di ricerca e salvataggio che consiste nel "prendere" le stanze dall'esterno dove è riportata la persona da salvare che sia presunta come ad esempio in ore notturne o confermata, in modo rapido e sicuro soprattutto!!!
Questa tecnica consiste nel perlustrare la stanza ove è riportato l'incendio se le condizioni lo permettono (piano neutro molto alto) e le stanze limitrofe facendo una rapida scansione della stanza e chiudendo la porta della stanza perlustrata e riuscire nuovamente dalla finestra, perché chiudere la porta (Isolate) ??
Nel post sulla ventilazione si è parlato dei flussi punto - punto (detto anche Flow Path) che possono crearsi in un incendio, creando una ventilazione (rottura della finestra) creando l'accesso alla stanza, dalla finestra appunto, si potrebbero creare questi flussi che spingerebbero l'incendio verso la nostra stanza da perlustrare, chiudendo la porta risolveremo questi problemi. La scansione deve essere rapida a contatto con le pareti sdraiati a terra per avere la massima visibilità e può essere effettuata da 1 operatore, il compagno sarà alla finestra per prendere la vittima, se trovata e come supporto all'operatore in VES. Questo compito può, come in altri paesi, essere svolto dagli operatori di autoscala, mentre al'autopompa procederà ad attaccare l'incendio dalla porta di accesso all'abitazione con i requisiti descritti nei post precedenti con le tecniche di passaggio porta.
vediamo il link di come si esegue VES:
Vediamo ora una Ricerca VES in una situazione REALE
Questa tecnica è veramente utile e non espone l'operatore ha pericoli se fatta con i giusti requisiti, calore visibiltà, condizioni strutturali in genere.
Se si sta usando un attacco in PPA la zona di VES non potrà essere la zona di evacuazione dei fumi e generalmente nonpossono essere applicate insieme.
Nota Personale: Ho descritto qui sopra una tecnica di salvataggio semplice e facilmente applicabile, che può salvare molte persone, operatori compresi. Questa come nella lotta antincendio in genere ha bisogno di una conoscenza CFBT.
Per anni ho fatto un misto di tutte e due le cose cioè una sorta di VES con naspo o tubazione dalla finestra prendendo il fuoco subito e poi aprire tutte le finestre senza tener conto del livello dell'incendio. Questo mi ha esposto a:
1: Ho creato una ventilazione che non potevo controllare finestra rotta. 2: Flashover in arrivo non potendo controllare la ventilazione a causa della finestra rotta. 3: Cambiato il verso dell'incendio che veniva sparso ad altre stanze e non trovando uscita i prodotti calore fumo e vapore acqueo venivano verso di me nell'asse incendio finestra. 4: Con il naspo ad alta pressione o tubazione da 45 mm lancia vecchia concezione e quindi in barba ai requisiti di CFR descritti precedentemente e tipologie di attacco con lancia fogfighter. 5: Non ho potuto effettuare un passaggio porta sicuro anche perché non lo conoscevo ed anche dopo la situazione non è cambiata molto!!! sapevo solo a quello a cui andavo in contro e cercavo di mettere pezze! 6: Ultima, ma la più importante, l'AUTOSCALA un mezzo di salvataggio era impegnato a sostenere la mia tubazione o naspo e l'operatore di autoscala mi guardava con la paletta segnaletica in mano per non far investire i puntoni della scala dalle auto. 7: Nessun membro di RIT pronto per me ed il mio compagno!!!!
Molti pompieri si vedranno in queste poche righe e dico loro di cominciare a cambiare le cose !!!
Io attraverso questo blog sto cercando di farlo. Buon Natale a Tutti
Riccardo Garofalo
Stress Termico nella lotta antincendio ed
equipaggiamento Protettivo
Nella la lotta
antincendio il pompiere è esposto ad effetti psicologici e fisiologici dati dal
calore. Il tutto è incentivato dal
trasporto degli equipaggiamenti di sicurezza PPE ed SCBA.
Ci sono stati molti
studi che hanno cercato di appurare
quali fossero i limiti di stress termico a cui il pompiere è soggetto quando
lavora duramente su gravi incendi.
Psicologici :
La temperatura al
centro del corpo in aumento può alterare la coscienza e quindi i processi
decisionali, cognizioni mentali etc.
Fisiologici:
La forte disidratazione
e sforzo con aumento del battito cardiaco a 200 bpm possono portare a tre tipi
di danni da calore crampi, esaurimento e colpo.
Crampo da calore: Il
danno minimo, causato dalla perdita di liquidi ed elettroliti nel tentativo del
corpo di raffreddare i muscoli.
Esaurimento da
calore: Perdita di liquidi significativa, i segnali possono essere debolezza,
nausea, tachicardia, pallidore,povero
turgore della pelle (elasticità).
Colpo di calore:
Questo è il danno più elevato, il corpo non è più in grado di raffreddarsi ed i
relativi segnali sono crampi capogiro svenimento, perdita di concentrazione,
confusione.
Quindi la rotazione degli equipaggi ed idratazione con sali minerali è importante per prevenire questi tipi di danni al pompiere. In condizioni di lavoro difficili il pompiere può perdere fino a 1,8 litri di acqua in un'ora.
Se un pompiere
lavorando su di un grave incendio arriva ad avere una temperatura al centro del
corpo di 40°C ed un battito cardiaco di 190 bpm la possibilità per esso di
compiere un salvataggio anche di un compagno è gravemente compromessa.
Nello stress termico entra in gioco anche l’equipaggiamento protettivo di cui disponiamo la traspirazione gioca comunque un fattore chiave.
La scelta della giacca antincendio è in base a molti fattori di resistenza al calore TTP termal protective performance, traspirabilità, resistenza abrasioni, ed impermeabilizzazione. La traspirazione è il fattore chiave che negli anni omesso cioè non percepito dai pompieri è responsabile delle ustioni ai pompieri a causa di una errata e vecchia concezione che bagnandosi avrebbero resistito meglio al calore dell'incendio, invece l’assorbimento del calore da parte dell’acqua avrebbe portato la temperatura esterna direttamente alla pelle del pompiere provocandogli delle ustioni, quindi rimanere più asciutti possibile!!!
Fonte euro Firefighter - Paul Grimwood
Routine: potrebbe
descrivere una condizione in cui uno o due elementi stanno bruciando in un
comparto ad esempio una sedia o un materasso ed hanno appena cominciato a
bruciare. La radiazione termica e la conseguente temperatura nella stanza
non può essere di molto superiore a quello incontrato in un caldo giorno d'estate.
L'abbigliamento protettivo è in grado di
soddisfare tale carico termico.
Ordinario : descrive
una gamma di temperature incontrate nella lotta contro uno incendio più grave, oppure un lavoro prolungato in condizioni di routine.
Generalmente l' abbigliamento fornirà una tutela per lunghi periodi a questa condizione. E' improbabile che un pompiere sia esposto per un lungo periodo a questa condizione se l'incendio è più grave .
Emergenza: descrive condizioni severe d'incendio in un locale o un compartimento confinato, o temperature superiore a quelle del flashover. Sotto la condizione "emergenza" le condizioni di carico termico superano i 2,0 cal/cm2, questa temperature viene utilizzata nei test per il TPP termal protective performance e si estendono al di là dei limiti dei singoli prodotti
tessili del PPE.
Per quanto riguarda lo stress termico la
traspirazione è il fattore chiave nell’equipaggiamento. Dato che la giacca antincendio
è un insieme di tessuti che offrono tutti i requisiti di cui un pompiere ha
bisogno, per aiutare il fattore di traspirazione, che all'interno della costruzione della giacca antincendio non può essere aumentato, se non a discapito della resistenza al fuoco o all'impermeabilizzazione etc. interponendo aria tra la pelle e la giacca con
una sorta di maglia non sintetica traspirante e scuotendosi di tanto in tanto
per mandare via il calore, si può insieme alla idratazione
prima durante e dopo un incendio aumentare la possibilità di non intercorrere nello stress da calore.
RIT - SQUADRE D’INTERVENTO RAPIDO - Salvataggio e Sopravvivenza del Pompiere
"Vi prego diricordarvi sempre diprendere la vostra professionesul serioe di non fermarsi mai nell’apprendimento e diessere ricettivial cambiamento."
dal libro Firefighter
Rescue and Survival di Richard Kolomay e Robert Hoff
rescue and survival il libro
Le squadre d’intervento rapido RIT (Rapid Intervent Team) sono usate in molti paesi. Sono normali
pompieri spiegati appositamente per il salvataggio di un pompiere e sono
addestrati per farlo, essi si impiegano quando si stanno effettuando attacchi
offensivi all’incendio e salvataggi di civili all’interno di una strutture
coinvolta dal fuoco, in atmosfere dannose per la salute. E vengono impiegati
per rimuovere o assistere un pompiere vittima.
Come nei casi di pompiere:
ABBATUTO
DISPERSO/MANCANTE
ALLARME DI
BASSA PRESSIONE
Abbattuto :
Un pompiere che ha avuto un malore oppure che ha subito uno
schiacciamento a seguito di un crollo ed è riverso a terra ed è in uno stato
d’incoscienza o coscienza.
Disperso/Mancante:
Un pompiere che manca ad un ruolo d’appello del quale non si hanno più
notizie e se ne conosce soltanto l’ultima posizione.
Allarme di
bassa pressione: Unpompiere
che ha poca aria nel suo auto protettore SCBA (Self Contained Breathing apparatus),
ed è prossimo ad esaurirla.
Ovviamente
un caso non esclude l’altro.
Ci sono stai molti casi in cui pompieri sono stati trovati
morti per aver smarrito l’uscita dall’edificio.
Per il salvataggio del pompiere la RAPIDITA’ nell’impiego di un team di ricerca è un fattore decisivo,
quando si ricerca un pompiere vittima, sia per la sicurezza della squadra che
interviene, sia per la riuscita delle operazioni . Potrebbero esserci altri
crolli a seguito di un precedente crollo, le condizioni dell’incendio divengono
più intense, l’aria della vittima sta finendo!!!
Quindi l’
RIT deve essere a disposizione al posto
di comando con le attrezzature principali in loco es. SCBA di riserva
attrezzature per forzatura corde di ricerca una barella toboga etc. la STAGING
AREA.
Il May Day :
Quando si ascolta attraverso la radio una chiamata di soccorso da parte
del pompiere in difficoltà o di chi trova un pompiere in difficoltà il
silenzio di tutte le altre comunicazioni è obbligatorio e la chiamata deve racchiudere:
Nome
Squadra
l’ultima
posizione conosciuta
le
condizioni dell’incendio in loco
Aria a disposizione.
Stato della
vittima
E’
importante sapere che per salvare 1pompiere vittima ci vogliono almeno 3pompieri
soccorritori.
Con lo
spiegamento dell’RIT 1 si deve
procedere ad un ripristino immediato di un RIT
2!!!
Anche perché
il salvataggio potrebbe richiedere molto tempo e quindi cambi di personale con
aria nuova e nuove forze!!!
Ci sono
molte metodologie per salvare un pompiere in difficoltà sia che esso sia
cosciente e collabori sia che non lo sia, attraverso l’utilizzo di normale
dotazione pompieristica come ad esempio una tubazione.
Il
trascinamento di una vittima non cosciente può avvenire attraverso l’uso
dell’autoprotettore oppure se non lo indossa perche se lo è tolto, si può
procedere al trascinamento attraverso l’utilizzo di una fettuccia.
Mentre si conducono eventuali operazioni interne, tutti i
vigili del fuoco devono eseguire un continuo monitoraggio per la sopravvivenza.
Questo include tre semplici domande:
Dove
sono?
Quanta aria ho?
Come faccio a uscire?
Se non è possibile rispondere a
tutte queste domande è
necessario trasmettere un Mayday senza indugio.
Il pompiere
in difficoltà deve essere istruito sulle tecniche per la sopravvivenza, cominciando dalla
respirazione. Mantenere l’aria facendo in modo che duri più a lungo possibile.
Riducendo la comunicazione radio
all’essenziale
Stando fermo in locazione “sicura”
Cercando di essere concentrato sulla
respirazione.
Con questo
si può allungare di molto la riserva della bombola dando tempo ai soccorritori
di rischiare la propria vita per salvarne una sicura!!! Io personalmente ho sperimentato con una bombola in composito da 7 litri portata fino all'allarme di bassa pressione dopo intenso sforzo fisico e la mia riserva è durata 30 min stando fermo e quasi assopito quindi da qui, possiamo dedurre che comunque può durare molto in uno scenario reale con la criticità del caso. Vediamo il link : https://www.youtube.com/watch?v=NezadRU2DOM
Ci sono poi
metodologia di evacuazione come una breccia nel muro, uscire da una finestra
calandosi con la corda di ricerca più palanchino halligan, uscendo dalla
finestra su di una scala a testa in giù se le condizioni dell’incendio
diventano insopportabili etc. Vediamo il link: https://www.youtube.com/watch?v=LGcjAdwRkZg
E’
importante che ci sia un controllo accurato da parte degli ufficiali attraverso
l’utilizzo di POS. Queste devono essere di facile impiego anche partendo da una
autopompa soltanto rispettando la regola Due
dentro Due fuori !!!
Con l’arrivo
di altri mezzi, più accessi all’incendio e la complessità totale dell’intervento,
sarà necessario istituire un Comando e
Controllo dell’RIT con un ufficiale responsabile del settore RIT.
Qui sotto
alcune foto di un possibile addestramento per una ricerca di pompiere in
difficoltà su grandi ambienti, attraverso l’uso della corda di ricerca. Ed un
possibile problema di impiglio e chiamare l'RIT o risolvendolo tramite l’autodistricamento con Tecnica del Nuotatore ad esempio.
impiglio in qualcosa...
linea di ricerca primaria
trasmissione del May Day 3 volte
auto districamento
Nel seguire la corda di ricerca si scopre di essere impigliati si dichiara alla radio l'emergenza e si completa l'auto districamento.
Gli scenari possono essere molteplici. Altri possibili metodi di sopravvivenza nel link di seguito:
La PCF o CFR - critical flow rate in inglese dice
qunto segue:
Il PCF è la portata
minima in litri minuto, sotto il quale non avremmo possibilità di spegne quei determinati
metri quadrati d’incendio.
In molti paesi si sono sviluppate diverse formule che tutte
portano più o meno alla stessa considerazione teorica, detto ciò possiamo ora
definire in modo matematico e successivamente “pompieristico” come possiamo
sapere qual’è in nostro PCF e così adottare la soluzione migliore con le tecnologie a disposizione.
Volume (Sq in ft)/100
= galloni/min (US – Iowa University
formula Royer/Nalson)
Area (Sq ft)/3 = gallon/min
(US – National Fire Accademy)
Area (Sq m)x4/6 = litri/min
( Tattical Flow Rate - Paul Gimwood)
Area (Sq m)x5 = litri/min (Corso per Vigili del Fuoco cultura
professionale anno del libro 1942 – xx)
Possiamo vedere una dimostrazione pratica della portata critica di flusso nel seguente link:
Dalle formule sopra sono state dedotte le portate
occorrenti per avere il controllo dell’incendio nei primi 3- 5 min durante la
crescita e sviluppo.
Quindi possiamo creare ora in modo “
pompieristico” delle tubazioni ideali che garantiscano l’estinzione e la
protezione degli operatori nelle prime fasi dell’attacco interno. In molti
paesi vi è una portata minima di flusso garantita nel primo attacco in modo di
avere oltre la soppressione del fuoco una protezione degli operatori come citato i precedenza. Essa è
stata calcolata sulla base di studi è prove, ed è regolamentata da norme ben definite
che hanno il loro peso in corte di legge.
Cito alcuni esempi:
NFA
portata di flusso 133
galloni/min (500 litri/min)
Portata
di flusso Tattico (Metrica) 120 galloni/min (450
litri/min)
IOWA
Portata di flusso 64 galloni/min (242 litri/min)
NFPA Formula 0.16 galloni/min per sq
ft di fuoco Più una tubazione secondaria di copertura (USA)
Dunn
(FDNY) 0.12 galloni/min per sq ft di fuoco Più una tubazione secondaria di
copertura
Grimwood 0.10 a 0.15 galloni/min per sq ft di
fuoco Più una tubazione secondaria di
copertura (LFB)
Sardqvist 0.3
galloni/min per sq ft di fuoco
Non correlato al numero di
tubazioni (Svezia)
Questo è stato stabilito su di
un incendio di 75mq nel massimo potere radiante di circa 5MW. (fonte Euro
Firefighter Paul Grimwood)
Qui di seguito due punti chiave della NFPA 1710 degli USA una delle tante
legiferazioni sul’argomento.
Questa dice che si deve provvedere a:
·Stabilire un approvvigionamento idrico
per almeno 30 minuti di 1,480 litri/min.
·Stabilire due linee di tubazioni una di
attacco ed una di copertura sostenute da due operatori ciascuna e con portata di almeno 370 litri/min minimo l’una, ideale di 570 litri/min l’una, alimentate
entrambe.
Con questo in mente si può creare
una tubazione ideale per avere una portata di flusso che ci permetta
l’estinzione e la sicurezza degli operatori di almeno 500 litri/min.
Con le tecnologie
disponibili possiamo garantire, grazie alle numerose lance antincendio disponibili sul
mercato, la porta precedentemente detta.
Ne vediamo una qui di seguito:
Lancia
Fogfighter 45 millimetri
Nel caso delle lance
convenzionali adottate dal corpo nazionale come le lance UNI 45 e UNI
70 che fornirebbero nel caso della prima e poi della seconda alla pressione di
2 – 3 bar, una portata di 135 - 250 litri/min con le quali possiamo trattare 27 mq e 50 mq d'incendio, si dovrebbero creare linee multiple
con ognuna almeno due operatori, per eguagliare la portata di una lancia
di nuova concezione come in figura per non parlare dei diversi modi di attacco possibili, alla fase gassosa e a quella solida dell'incendio.Nel caso dell'attacco alla fase gassosa (pre flashover) le portate basse servono a raffreddare i gas tramite le goccioline con l'attacco 3D e non perturbare l'ambiente con troppo vapore acqueo, ma nell'attacco alla fase solida (flashover e decadimento) dove i gas stanno bruciando insieme a tutto il locale, un attacco diretto al combustibile deve essere guidato secondo le leggi sopra.
Nel link sotto vediamo la spiegazione di
alcuni tipi di lance ed il relativo utilizzo.
Come abbiamo visto nel comportamento del fuoco nei
compartimenti, le aperture di ventilazione hanno un ruolo importante nello
sviluppo dei progressi rapidi del fuoco, una porta o finestra aperta fatta volontariamente
od accidentalmente, può cambiare le condizioni interne del locale coinvolto in meglio o in peggio !!!!
Per
questo la ventilazione deve essere fatta con uno scopo ben preciso, con una
cognizione tattica delle possibili influenze che questa avrà sull’incendio e di
pari passo all’estinzione se non prima!
Tutte le considerazioni sulla possibilità di
ventilare devono partire dall’Antiventilazione e dalle condizioni del vento esterno.
L’ANTIVENTIZIONE
L’antiventilazione è
semplicemente quell’azione di non dare aria all’incendio chiudendo una porta ad
esempio, perché con i tempi della stesa di una tubazione le condizioni dell’incendio
possono aumentare e raggiungere il Flashover oppure provocare un Backdraft con
l’apertura della porta al piano del focolaio o semplicemente fatta per non
mandare il fumo nelle scale sostenendo una evacuazione dei residenti dai piani
superiori a quello dell’incendio.
Come si vede partendo
dall’antiventilazione possiamo poi aprire le finestre che danno all’esterno
dove faremmo uscire calore e fumo e vapore acqueo prodotto dalla squadra di
attacco, sempre che il vento non soffi nella direzione dove dobbiamo aprire le
finestre.
VENTILAZIONE IMPREVISTA
Le condizioni del vento
non devono essere mai sottovalutate e devono essere riportate al capo squadra
se esso ha dato ordine di aprire una determinata finestra (sempre quella più
vicina al fuoco). La squadra di attacco può tutelarsi da una ventilazione
errata o accidentale data dal collasso sotto il calore, adoperando alcuni
accorgimenti mentre attacca l’incendio. Quando si effettua il passaggio porta e
si chiude la porta dietro, essa non solo serve a non far progredire l’incendio
verso la fase flashover ma anche nel caso collassi o si rompa una finestra, non
creerà quelle correnti punto - punto
che possano portare l’incendio proprio verso la squadra di attacco. Sarebbe un
buon accorgimento chiudere tutte le porte che si incontrano evitando anche le
azioni di qualche pompiere che lavora “freelance” o esegue VES (Ventilation
Enter and Search).
Aprire una finestra,
eseguire questa azioni di ventilazione, può avere effetti notevoli sulle
operazioni antincendio elevando lo strato di fumo aumentando la visibilità
interna e rendendo l’incendio visibile ed anche sulle operazioni di salvataggio
e la possibilità per le vittime di avere aria sul pavimento.
Ma questa azione può nello stesso tempo aumentare le
condizioni dell’incendio come detto prima, quindi occhio alla portata alla
lancia requisito fondamentale quando si attacca l’incendio!!
La ventilazione quindi
deve essere fatta sotto tre scopi principali:
PER LA VITA
PER IL FUOCO
PER LA SICUREZZA
Vita :
Aumentare l’aria all’interno per elevare lo strato di fumo dal pavimento per le
vittime anche con l’uso della PPV(non se questi sono alle finestre a chiedere
aiuto).
Fuoco:
Rendere l’incendio visibile e far uscire fumo e calore ed il vapore acqueo
dell’attacco anche con l’uso della PPV.
Sicurezza: Lenire
condizioni di Backdraft o fire gas ignition ed aumentare la visibilità.
Essa può essere forzata con l’ausilio di ventilatori
o naturale
-Naturale La ventilazione naturale è la più veloce da eseguire
ed anche la sola in determinati ambienti. Generalmente si effettua ritagliando
buchi nel tetto, sfruttando la naturale elevazione del fumo verso l’alto –
ventilazione verticale, possiamo effettuarla attraverso le finestre come citato
prima con determinati accorgimenti e si chiama ventilazione orizzontale. Vediamo la ventilazione dal tetto: https://www.youtube.com/watch?v=jCzviBJxnqU
-Forzata con Ventilatori Con l'ausilio dei ventilatori possiamo accellerare il processo di ventilazione che naturalmente sarebbe molto più lento. ATTACCO IN PRESSIONE POSITIVA - PPA
L’attacco con
ventilazione positiva detto PPA -
pressure positive attack è l’attacco migliore che si possa fare per una
squadra.
1.Aumenta la visibilità per individuare vittime e
pericoli oggettivi.
2.Diminuisce le condizioni del calore all’interno.
3.Aumenta la sopravvivenza delle vittime. (NON se esse
sono alle finestre)
Per effettuarla occorre
una corretta comprensione dei progressi rapidi del fuoco, comprensione del critical flow rate, eduna coordinazione tra i membri del team
data da addestramenti continui.
Vediamo qui di seguito tutte le considerazioni
da prendere, prima di effettuare un attacco in pressione positiva:
Deve essere localizzata prima in modo
approssimativo la posizione dell'incendio nella struttura.
L'apertura deve essere più vicino
possibile alle fiamme.
Il punto di entrata dell'aria sia adatto
geometricamente all'uscita dell'aria.
Le uscite devono essere almeno per il
50% dell'aria che entra.
I pompieri non devono rendere
impraticabile il flusso dell'aria al punto d'entrata.
Nessuna PPV dove essere usata in
condizioni o sospetto di backdraft.
Nessuna PPV deve essere fatta nei grandi
compartimenti dove l'incendio è in ventilazione controllata.
Nessuna PPV deve essere fatta a meno che
l'IC ha la comunicazione chiara con gli equipaggi interni.
Il controllo della ventilatore deve
essere un compito e deve essere fornito di personale.
La disposizione del ventilatore è
critica - non troppo vicino!
La non conoscenza della proprietà o
struttura non và bene per questo approccio. strategico.
Termocamere possono assistere nella
localizzazione dell'incendio.
Considera l'effetto del sistema di
ventilazione meccanica, dove è installato.
Dove è praticato VES, la PPA non è una
tattica vitale a meno che attentamente coordinata con una sola stanza controllata (punto di ventilazione).
Misure di Controllo del Rischio dovrebbe
includere una tubazione di copertura nei punti dove le fiamme escono
all'esterno e possono provocare problemi alle esposizioni.
Il flusso d'aria della PPA non dovrebbe
essere applicata mai dopo che entrata è stata fatta.
Per la PPA dovrebbero passare almeno 30 secondi tra l'attivazione
del flusso e l'entrata, per lasciare
spazio alla stabilizzazione del fumo mescolato e alla creazione della forza che
cambia la direzionale (il NIST suggerisce almeno 120 secondi prima che accade
la stabilizzazione).
Se, in un palcoscenico, la condizione del fuoco
sembra peggiorare nella struttura, richiami la squadra interna per evacuazione
e non tolga il flusso dell'aria dall'entrata per assisterli, ma dove
l'incendio sta minacciando la fuga dei pompieri tolga subito il getto dall’entrata (Capitolo 2 - Euro firefighter – Paul Grimwwod)
Rispettare sempre !!!VENTILATORE – UOMINI – INCENDIO – PRODOTTI
Fonte - Euro firefighter - Paul Grimwood -capitolo 2
I VENTILATORI
Vi sono molti tipi di ventilatori
a scoppio, idraulici ed elettrici.
1.Ventilatori a scoppio
Questo tipo di
ventilatori di grande potenza e possono avere sia coni stretti nelle unità
turbo che larghi con una potenza ridotta, sono di largo impiego e lavorano
generalmente in pressione positiva.
Moto ventilatore PPV
Ma vi sono anche unità
che posso effettuare anche la NPV con tubi che permettono l’aspirazione dei
fumi dove la PPV non si può effettuare.
Moto ventilatore PPV - NPV
2. Ventilati
Idraulici
Essi sono generalmente
impiegati in atmosfere potenzialmente esplosive, sono dotati di scarico massa
data la carica elettrostatica della turbina e possono essere usati sia in PPV
che in NPV con abbattitore di fumi con acqua nebulizzata che può a sua volta
essere impiegato in PPV per raffreddare ambienti che sono stati sottoposti ad
alte temperature.
Ventilatore idraulico con tubo
Abbattitore dei fumi NPV o
raffreddamento dell’area PPV e lo scarico massa
Possiamo inoltre fare
una sorta di moto ventilare con acqua usando una lancia con apertura parziale
della maniglia in modo che l’acqua vada sulle pale che infrangeranno il getto,
in questo caso è estremamente importante che la lancia non sia totalmente
aperta altrimenti si potrebbe danneggiare l’unità. Possiamo usare questa
tecnica dove l’incendio è spento o comunque dove non sono impiegate squadre all’interno.
Motoventilatore con acqua per
raffreddamento
3. Ventilatori elettrici
Essi sono molto
versatili e più leggeri delle unità a scoppio ed idrauliche, inoltre la totale
assenza di rumore facilità di molto le comunicazioni verbali e messaggi radio.
Possiamo impiegarli anche in prossimità del locale coinvolto anche se
parzialmente invaso dal fumo non avendo un motore a scoppio. Durante
le ricerche del NIST National institute and Technology sulla PPV con i moto ventilatore si è vista grande rumorosità dell’unità a
scoppio che è tra i 100-110 db, queste unità elettriche possono risolvere l’inconveniente.
Ventilatore
PPV elettrico
I modi i cui queste unità possono essere posizionate
sarà data dalla geometria della costruzione e ed ubicazione dell’incendio e l’uscita
dei prodotti per una PPV o del locale/i invasi dal fumo. vediamo qui di seguito alcuni video dove la ventilazione naturale e forzata ha assistito le operazioni e dove è stata fatta in modo tattico e dove ha messo in serio pericolo la squadra di attacco. Ventilazione naturale verticale tatticamente coordinata:
Ventilazione naturale orizzonatale tatticamente coordinata:
Ventilazione forzata PPV tatticamente coordinata:
Ventilazione Forzata PPV tatticamente ERRATA !!!
Nell'ultimo link vediamo che non sono state aperte le uscite dei prodotti della combustione e l'aria ha portato l'incedio subito al flashover mettendo in pericolo le unità di attacco all'interno.
La normale conformazione delle
manichette dette a “chiocciola” per l’attacco
all’incendio in edifici dove si devono salire scale e lavorare in spazzi
ristretti non è adeguata allo scopo.
In altri paesi come USA e Francia
si è arrivati ad un tipo di conformazione delle manichette dette a “Z” ed “O” - Francia ed Clevelan method - USA molto adatte a questo tipo
d’intervento.
Le due conformazioni rendono la
stesa della linea più veloce ed ordinata senza strozzature le stesse potrebbero dare luogo a perdite di pressione o bloccare l'apporto idrico in un momento critico mettendo a rischio l'operatore.
La tubazione fatta a “Z” è la normale manichette utilizzata
dagli Stati Uniti, essa è utilizzata per salire fino al piano coinvolto dove poi viene attaccata una tubazione fatta ad “O”
e cioè a cerchio che rimarrà ben compatta sul piano senza creare strozzature,
essa si può adattare benissimo anche a spazzi molto stretti perché, potrà
essere posizionata anche in verticale senza problemi.
Tubazione
a “Z”
Distanza da tallone a tallone
Manichetta a “Z” finita
Chiusura con nastro transennamento
Tubazione a “O”
Distanza
ampiezza un poco più delle spalle attenzione non troppo stretta!
Chiusura
con nastro transennamento consigliato non mettere lancia se con nastro
Con questo metodo la stesa della
tubazione sarà più agevole ed ordinata.
Il trasporto posizionando tali
tubazione sulla bombola dell’autorespiratore, rispetto alle manichette a
chiocciola tradizionali è più comodo e mantiene le mani libere per portare
ulteriore attrezzatura come per esempio attrezzi di forzatura.
Trasporto
e stesa
Trasporto
e pronto per stesa sulle scale
Per
trasportare anche più di una manichetta ed eventuale altra attrezzatura (Mani
libere)
Stessa
della tubazione a “Z” sulle scale
Riempimento
tubazione “O”
Manichetta
“O” riempita
Manichetta ad “O” messa in verticale per spazzi ristretti
Se si vuole inserire anche la
lancia così d’avere tutto pronto all’uso, si deve disporre di fasce o pre-pak. Le
manichette devono essere chiuse con delle fasce a strappo oppure vi sono dei
pre-pack per lo scopo che vengono trasportati su per le scale e la manichetta
fatta cadere mentre si prosegue per il piano coinvolto.
Fasce
tubazione ad “O”
Pre-pak
per edifici alti con tubazione “Z” ed “O”
Per fare la manichetta a “Z” in maniera adeguata basta prendere
una distanza un poco più ampia delle spalle o da tallone a tallone come in
foto, mentre si è a terra in ginocchio e cominciare a “serpeggiare” la
manichetta, indifferente se dal maschio
o dalla femmina, e poi chiuderla con nastro transennamento se non si hanno le
fasce o pre pak.
Per creare la manichetta ad “O” stessa distanzapiù ampia dellespalle
mentre si è in ginocchio in questo caso è importante non farla troppo stretta
se no, si avrà difficoltà di riempimento perché si creeranno cerchi troppo piccoli.
Possiamo, attraverso un semplice
metodo, trasformare la manichetta “Z”
nella “O” e consiste nel prendere la
manichetta a “Z” posizionarsi fronte
lancia, prendere le spire che vanno verso la lancia ed infilarle nel braccio
una ad una, alzarsi in piedi ed aprire il cerchio ottenuto “O” posizionandolo fronte voi , quindi riempire poi la manichetta,
attenzione nell’esecuzione di questa manovra, se fatta in modo errato, potreste
far posizionare la lancia sotto la tubazione con conseguenze problematiche come
strozzature e nodi !!
L’ideale se già pronte almeno
due manichette a “Z” ed una ad “O”.
Passaggio
da “Z” ad “O”
Posizionamento
fronte lancia e prendere le spire una ad una ed inserirle nel braccio sx
Aprire
il cerchio ottenuto e metterlo a terra fronte a voi
Cerchio
ottenuto dalla trasformazione dalla “Z” nella “O”
Con due manichette a “Z” possiamo coprire fino a tre piani,
stendendo le manichette sui gradine delle scalinate dove poi al piano coinvolto
attaccheremo la manichetta ad “O”, così
d’avere una lunghezza di 20m da utilizzare per l’attacco interno. La manichetta ad "O" può essere fatta anche doppia cioè con due manichette pre connesse e fatte insieme onde avere 40m per l’attacco interno, ma attenzione alle perdite di carico !!!
(25 aprile 2022 - Aggiungo una info da poco appresa grazie al mio Stimabile Amico Federico, che colui che ha portato questo metodo in Europa si chiama Lt Frank Bernard di Nates ha scritto un manuale segue il link https://www.iconegraphic.com/equipier/473-le-livre-tuyaux-en-echeveau.html. Bernard viaggio in Canada Quebec nel 1996 e fece adottare le manichette a Z nel 2003 presso la sua brigata in Francia scrivendo le manovre da E1 a E6 così sono denominati gli stendimenti in francia).