Nella lettura dell'incendio attraverso il metodo BE-SAHF del Grande Shan Raffel 1999 (consultare l'articolo sul BE SAHF) troviamo la famosa lettera E, che fu introdotta dal Chief Peter McBride Ottawa fire service, USA nel 2008. McBride introduceva i fattori ambientali (E- enviromental) che possono in qualche modo intensificare o comunque alterare gli effetti dei progressi rapidi del fuoco che si sviluppano negli ambienti confinati, già discussi ampiamente in questo Blog.
Tra i più critici abbiamo il Vento (Fuoco guidato dal vento) dove la direzione e velocità, sono i parametri fondamentali. L'urbanistica o l'ambiente possono alterare questi fattori, agendo come scudo sull'edificio dove lavoriamo oppure avere effetti di deflessione del vento creando turbolenze dove queste possono creare pressioni negative proprio in direzione opposta al vento principale cioè nella parte sottovento, come un cambio di direzione.
Essendo consapevoli che il fumo si sposta da un area ad alta pressione verso una di bassa pressione, questo diviene un fattore importante quando si pianifica un apertura di ventilazione. Pensando ad un effetto sull'incendio, se ne crea un altro magari a svantaggio tattico. Allo stesso tempo il medesimo effetto si può trovare quando il vento si muove tra i palazzi ad una certa velocità. Nelle conformazioni a griglia il vento soffiando tra gli edifici da una determinata direzione, questo può creare regioni di bassa pressione attraverso l'effetto venturi che risucchia aria lateralmente ad alta velocità.
Conformazione di edifici detta a Griglia
Molta attenzione và anche data nelle circostanze dette Water Front ossia fronte acqua come mare e laghi questi ultimi di una certa dimensione. La corrente che soffia da mare verso terra di giorno e di notte cambia il suo flusso da terra verso mare è detta brezza marina. Il sole di giorno scalda la superficie del suolo e l'aria calda sale ad una data velocità dipende dalle condizioni meteo del giorno, risucchiando aria dal mare. Di notte la superficie si raffredda più veloce dell'acqua ed il mare è più caldo quindi l'effetto si capovolge.
Brezza marinaPassiamo all'umidità, anch'essa altera come già visto per gli incendi boschivi la propagazione del fuoco anche se con molta minor entità negli incendi di abitazione. Giornate calde possono far si che l'umidità del materiale sia veramente bassa facilitandone l'ignizione e la pirolisi dei materiali circostanti con una rapida propagazione.
Al contrario in giornate più fredde. In questo caso però, abbiamo altre problematiche. La bassa temperatura può alterare visivamente i segnali che solitamente leggiamo per trarne un vantaggio tattico ad esempio nel guardare il fumo (metodo Shan Raffel S - smoke). Quando leggiamo un fumo veloce esso ci indica che l'incendio è nelle vicinanze e sopra tutto il fuoco è in rapido sviluppo verso il flashover. Ma quando questo fumo percorre distanze considerevoli nella struttura, esso rallenta perchè si raffredda dando una lettura falsata rispetto a quello che poi sta avvenendo realmente nella struttura. Climi freddi posso intensificare questa particolare condizione dando l'apparenza di un incendio in stato di crescita invece di pienamente sviluppato.
Altre considerazioni vanno fatte sui climi freddi. In un metro cubo di aria fredda vi è più ossigeno che in un metro cubo se l'aria ha una temperatura più alta, in quanto è più espansa secondo la legge di Charles. Questo può aumentare la probabilità di backdraft in quanto l'aria risucchiata ha molto ossigeno. Il clima freddo ha effetti anche sui Fire gas ignitions il fumo si raffredda in fretta e non sale verso l'alto stagnando e mescolandosi con l'aria all'interno della struttura.
I fattori che regolano la lettura del fuoco e le scelte tattiche da intraprendere sono sempre più complesse. L'analisi dovrebbe partire da un controllo accurato delle aperture di ventilazione e dotare la squadra di attacco di portate sufficientemente alte per avere un potere adeguato sulla soppressione del fuoco.
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