Indicatore di flusso e pressione - Elkharth brass |
Da sempre sappiamo che abbiamo
bisogno di erogare acqua sugli incendi (Litri al minuto), alla stessa velocità
di quanto l’incendio rilascia la sua energia (MegaWatt) per ottenerne la
soppressione. Altrimenti avremmo comunque la soppressione, ma in fase di
decadimento, quando oramai parte del combustibile si è esaurito. Si stima che
per gli incendi moderni, occorra una portata alla lancia che soddisfi una
densità d’acqua di circa 5/6 Litri al minuto per metro quadrato, con questo si
ottiene un rapido abbattimento
dell’incendio. Lavorare con flussi minori espone il pompiere in attacco a
condizioni pesanti e molte volte non si ottiene neanche il controllo
dell’incendio, aumentando il danno alla struttura nella parte non affetta dal
fuoco ed aumentano i danni dovuti all’acqua. Perché dobbiamo sapere che quando
eroghiamo acqua a getto pieno (il getto pieno ha una buona sopravvivenza e
penetrazione) solo il 50% è efficace l’altro 50% ruscella via (a terra). Nel parte
del 50%, in cui è efficacce, il getto aggisce sul solido combustibile che
pirolizza, raffreddandolo, l’altro agisce nella fiamma dove avviene la reazioni
di ossidazione sottraendo energia e cessando la reazione chimica.
Chiarito l’obbiettivo e quindi di
apportare più acqua possibile sul fuoco, partiamo con le nostre operazioni
dall’idrante e cioè dalla cassetta antincendio che troviamo negli edifici di
civile abitazione o all’interno di uffici o aziende. Questo può essere da 70mm; 45mm o da 25mm (dipende dall’area da
coprire secondo normativa EN 10779 ).
1. L’idrante
da 25mm per quanto chiarito già sopra non lo prenderemo assolutamente
in considerazione in quanto possono erogare > 60 L/min
(secondo DM 16 maggio 1987 riconfermato nel DM 25 Gennaio 2019).
2. L’idrante
da 70mm invece (secondo di DM 26 Febbraio 2006 che riguarda gli uffici)
offre una portata e pressioni > 300 L/min a 4 bar ma lo troverete come
protezione esterna e non all’interno di zone uffici e non all’interno delle
Civili abitazioni.
3. L’Idrante
da 45 mm generalmente (secondo DM 16 maggio 1987 che regola le civili
abitazioni riconfermato nel 25 Gennaio 2019), lo troviamo all’interno degli edifici
di oltre i 24 m di altezza (anche all’interno di zone uffici) e ci garantisce
una portata di 360L/min a 3 bar per 60 minuti, ma all’idrante più
sfavorito e cioè il più lontano dal sistema di pompaggio dell’edificio,
arriveranno solo 120L/min ed 1.5 bar. La cassetta antincendio che lo
contiene è corredata di una lancia EN 671 da 45 mm con corpo in alluminio a due
getti (pieno e frazionato), in grado questa di fornire a 3 bar circa 135 L/min ed
una sola manichetta da 45 mm di 20 m. Questo idrante sarà il nostro
obbiettivo!
Figura 1
cassetta antincendio con idrante da 45 mm lancia e tubazione da 45 mm
Gli idranti descritti sopra sono
tutti cosidetti “umidi”, quelli che sono detti “a secco”
dove noi vvf pompiamo acqua che arriva direttamente al piano, virtualmente non
esistono, o sarebbero stati installati in alberghi con posti > 25 fino a 50
ed in civile abitazione dove vi sia una estenzione di 2 piani oltre il terzo piano e non oltre quindi rimanendo
sotto i 24m di altezza alla gronda, secondo DM 14 luglio 2015 (figura 2). Riassumendo
la questione, tutti gli idranti che incontriamo sono in maggioranza UMIDI (Figura
1). Dove sono installati idranti “umidi” potremmo trovare all’esterno
dell’edificio una casseta con all’interno due raccordi femmina d’immissione con
la dicitura - attacco autopompa V.V.F. In questi idranti l’attacco autopompa che troviamo
all’esterno, ci permette di alimentare l'impianto ma a non più di 12 bar. Troveremo invece la cisterna di alimentazione interna con spinta dell'acqua tramite una o più pompe , dipende dall'altezza dell'edificio, se la pressione dell'acquedotto non è sufficiente a servire tutti i piani, per garantirci al primo attacco un
apprivvigionamento idrico ininterrotto di 60 minuti, sempre secondo il DM 16
maggio 1987. L'idrante con possibilta di alimentazione l' ho trovato in un sopralluogo effettuato alla palazzina di Colli Aniene Roma, dove vi
fù un grave incendio di facciata, l’idrate disalimentato ha un raccordo
che ci dava la possibilità di alimentare direttamente la colonna montante anche
se era di sette piani (Figura 3). Durante i piccoli interventi negli
edifici della propria zona di competenza si potrebbe dare un’occhiata al sistema
degli idranti e alla loro alimentazione, se presente e magari provare se
funzionante.
Figura 2
Idrante a secco DM 14 Luglio 2015
Quindi non potendo fornire
pressioni adeguate al piano, abbiamo la necessità di gestirci i 360 litri al
minuto a 3 bar (nel migliore dei casi) o i 120 Litri al minuto ad 1.5 bar nel
peggiore dei casi. Ora descriveremo cosa possiamo e sopratutto cosa non
possiamo fare/usare. Cominciamo con cosa non possiamo usare, le tubazioni da 45
mm hanno forti perdite di carico e compromettono la pressione di esercizio alla
lancia causandone un errato funzionamento, un tubo da 45 mm ha una perdita di
carico di circa 0.8 bar a 400 L/min, quindi il suo utilizzo è sconsigliato
soprattutto se dobbiamo raccordarne più di 1. Inoltre non possiamo usare per
ovvie ragioni le lance DMR a 500 L/min con 6/7 bar di funzionamento.
Figura 3
Idrante Umido con possibilità di alimentazione sito in edificio di Colli
Aniene Roma
Le lance DMR da 500L/min a 6/7
bar di funzionamento sono un ottimo strumento per la lotta antincendio, esse ci
permetto di affettuare forti attacchi di soppressione al fuoco utilizzando una
tubazione da 45mm che pur avendo grandi perdite di carico. L’ autopompa supporterà
i bar necessari per compensare le perdite di carico del/dei 45mm e fornire alla
lancia DMR i bar di funzionamento, dandoci poi i 500L/min selezionati sul
cursore delle portate. Ma lavorando in questo caso su di un idrante per esempio
al 20° piano di un grattacielo non avremmo tale possibilità.
Per quanto riguarda la tubazioni da
45 mm a camicia singola che invece, troviamo all’interno della cassetta
antincendio, se nella migliore delle ipotesi è integra (nella maggior parte dei
casi è un tubo vetusto e la gomma del rivestimento interno è danneggiata) ha
forti perdite di carico. Se questa tubazione viene collegata ad altri tubi da 45
mm per raggiungere l’incendio, azzeriamo i bar disponibili alla lancia. Se a
questa tubazione di: esempio due tubi da 45 mm con lancia che lavora ad almeno
3/4 bar alla stessa arriverà soltanto 1 bar, insuffiscente alla lancia per
lavorare alla pressione d’esercizio e darvi magari i 400 L/min dell’drante.
In questa situazione con una
lancia che non lavora alla pressione d’esercizio e quindi eroga POCHI Litri al
minuto, per quanto descritto sopra all’inizio del’articolo, saremo già pericolosamente
esposti a forti irraggiamenti e potremmo non avere il controllo dell’incendio.
Quindi anche le tubazioni da 45 mm devono rimanere sull’APS e non sono uno
strumento per lavorare con l’idrante.
Cosa dobbiamo fare quindi??
Utilizzare un diffusore da 45 mm à 70mm poi, tubi da 70mm ed una lancia che lavori a basse pressioni e soprattutto si avvicini ai 360 L/min circa, erogati dall’idrante, come la Unifire V16 - EN 15182 tipo 1 o la lancia AWG - EN 15182 tipo 2 da 70 mm con bocchello da 16 mm dove smontando anche il bocchello anteriore si ottiene un foro da 22mm erogando quasi ai 400 L/min (figura 4 e 5), ovviamente la gittata sarà più corta ma la portata sarà maggiore. Effettuando questa operazione, garantiremo che tutto quello che ci esce dall’idrante arrivi sul fuoco, anche se l’incendio potrebbe avere maggiore necessità di portata, in questo caso potremmo far fare una seconda tubazione da un’altro idrante nelle immediate vicinanze dell’incendio come dal piano ulteriormente sotto.
Figura 4
e 5 Lancia AWG da 70 mm con bocchello da 16 mm
e 22 mm
La tubazione quindi dovrà risponedere a tre principi fondametali:
- Di litri minuto corretti per il potere del fuoco (lancia che lavora a basse pressioni)
- Di facile trasporto ed impiego (tubazioni da 70 mm fatte a “Z” o Denver Fold hose pack)
- Propriamente Stesa (eliminare ulteriori perdite di carico)
Per il punto 1 dobbiamo usare ciò che abbiamo in partenza e cioè tubazioni da 70mm e lancia a basse pressioni da 70mm. Il punto 2 invece, diventa critico nell’affaticamento del personale per un facile trasporto (normalmente sulla bombola lasciando le mani libere). Il facile impiego o dispiego come meglio dire se non viene fatto si compromente il punto 3. La tubazione dovrà essere posizionata sulla salita della scala o nei corridoi in maniera ESEMPLARE, avremo bisogno di ogni singolo bar che fuoriesce dall’idrante e le tubazioni a chiocciola potrebbero richiedere più movimenti del personale su e giù sulla scala per il dipiego o nei corridoi per estendere la tubazione che deve essere ripeto..PROPRIAMENTE stesa senza curve strette che causano ulteriori perdite di carico che vanno poi ad influire sul corretto funzionamento della lancia che a sua volta non ci eroga tutta o parzialmente l’acqua che esce dall’idrante, parliamo sempre dei famosi 360 L/min a 3 bar.
Inutile dire che in altri paesi questo
aspetto è già stato affrontato ed i reparti antincendio hanno reagito a queste
problematiche utilizzando tubazioni da 51 mm (introdotte in UK nel dal 2015) e lance
smooth bore, ma sopratutto gli idranti sono alimentati a sufficenza per fornire
portate più alte ed hanno persino una valvota di riduzione della pressione PRV
Pressure Regulating Valve, perché l’operatore alla lancia non riuscirebbe a
gestire l’enorme reazione della stessa.
Per quanto rigurda la scelta
della lancia dovrebbe essere considerato un fattore K non inferiore a 245 (ricerca
UKper incendi di appartamento in grattacielo. Che cosa è il fattore K?
Il Coefficente K è un valore
costante della lancia che ci dice la prestazione della stessa e si trova con la
formula:
K = Q / √ P
K = Costante
Q= Portata Litri minuto
P= Pressione d’esercizio
La lancia AWG da 70mm a 3 bar con
bocchello da 16 mm ci da 250 L/min con un fattore K =145 invece smontando il
bocchello passando a 22mm il fattore K diviene k = 314 se l’idrante lo permettesse
avremmo 535 L/min.
Tornando alle operazioni su
idrante l’utilizzo delle lance AWG è imperativo anche perchè probabili detriti
provenienti dalla colonna montante date dall’ossidazione etc. usciranno dalla lancia senza bloccare l'erogazione dell'acqua.
Si potrebbero utilizzare anche
lance Unifire da 70 mm con bocchello da 16mm ma non hanno la possibilità di
aumentare la portata, inoltre quando passiamo a getto frazionato ricordiamoci
che spingiamo aria e potrebbe essere non conveniente.
Ma ora vorrei chiedervi: Sappiamo
realmente se l’idrante che usiamo ha la pressione sufficiente per farci
commettere un attacco interno?
Il 23 Febbraio del 1991 ci fu un
grave incendio al 22° piano del grattacielo One Meridian Plaza, Philadelphia
USA. In questo incendio morirono 3 pompieri perchè alla lancia automatica non
arrivavavno i bar necessari di funzionamento. I vigili furono ingannati dal
funzionamento della lancia automatica ma non avevano la minima idea della reale
ed insufficiente portata. Da questo incendio furono apprese molte lezioni tra
cui applicare un manometro all’idrante e poi attaccare la tubazione. Facendo in
questo modo si può realmente sapere se l’idrante fornisce i 3 bar (in pressione
dinamica cioè a lancia aperta) sufficienti al funzionamento.
Manomentro per idrante Elkhart brass |